Quando aveva ancora diretto solo due o tre film e un anno prima di raggiungere un buon successo col SEGNO DEGLI HANNAN, Jonathan Demme (futuro regista di film come IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI e PHILADELPHIA) aveva apposto la sua firma su questo ottimo episodio (breve, 1h10’) della settima serie di Colombo. Un episodio che, per via del titolo, viene spesso confuso col più celebre L’UOMO DELL’ANNO, in cui il vino e...Leggi tutto i suoi riti hanno importanza ben maggiore. Qui in fondo il critico gastronomico Paul Gerard (Louis Jourdan, grande interprete fin dai tempi dell’hitchcockiano CASO PARADINE) è molto più interessato ai cibi che non al vino, e lo stesso Colombo per l’intera durata non farà altro che consumare (scroccandola) ogni sorta di pietanza offerta dalle persone che interroga (in gran parte ristoratori). Non che questo pregiudichi le indagini, condotte con l’abituale fiuto e pressando fin dall’inizio il sospetto numero uno, il quale mantiene sempre un invidiabile self control e un’altezzosità che lo rende interprete ideale del tipo d’uomo che la notevole sceneggiatura di Robert Van Scoyk gli cuce addosso. Colombo, che sottolinea quanto lui si diletti in cucina mentre la moglie non ci sa proprio fare, cerca d’imparare il più possibile, domanda, s’informa su nomi e ricette salvo poi ammettere – nel finale – che tra lui e Gerard non è mai esistita simpatia. Dal momento poi che la vittima è un italiano, non mancano i consueti siparietti in siciliano col nipote appena giunto dall’Italia. Finale “teatrale”.
L’assassino (critico culinario) usa un’arma particolare. Nella trattoria Italiana gestita dalla vittima lo odiano tutti. Colombo è a suo agio nel mondo gastronomico (mangia sempre), ed è un estimatore degli articoli dell’assassino. Episodio caratterizzato da un buon ritmo e dialoghi apprezzabili (il cibo la fa da padrone). Divertente il personaggio del cameriere (il tenente gli parla in dialetto). Ma ci sono altre piccole chicche (la ricostruzione, al cimitero, a tavola col fugu, il banchetto e il finale, dove ognuno dei due dirà cosa pensa dell'altro). Notevole.
MEMORABILE: Il pesce "pallone" (chiamarlo pesce palla no?); La sorta di ultima cena...per l'assassino.
Episodio che presenta una buona storia gialla ma che scade eccesivamente nell'ironia (dopo questo episodio il povero Colombo sarà ingrassato di almeno 20 chili!!!). Colpo di scena un po' deboluccio (che non convince del tutto). Comunque le musiche sono molto buone e per essere un episodio da 70 minuti può andare più che bene. Solida la regia di Jonathan Demme.
MEMORABILE: "Lei, signore, è il più fulgido esempio di abnegazione civica che io abbia mai visto"
Louis Jourdan è un antagonista di classe e i suoi duelli verbali in punta di forchetta con un Colombo qui decisamente buongustaio (impossibile tenere il conto dei piatti assaggiati nel corso delle indagini) sono sempre piacevoli, ma l'episodio risulta un po' debole sul piano dell'intreccio giallo e la scoperta da parte del tenente del tipo di veleno utilizzato è troppo legata ad una coincidenza. Un po' troppo teatrale anche l'epilogo.
Episodio non molto piacevole, ma il modo in cui il recensore gastronomico uccide colui che non vuole più pagare per critiche positive è assai ingegnoso. Il dialogo di Colombo con un ragazzo che lavorava con la vittima in dialetto calabrese o napoletano (non me ne intendo) è davvero ridicolo. Per gli altri versi puntata abbastanza divertente, ma non troppo.
Secondo Colombo con il tema del vino (il più noto, L'uomo dell'anno, è il migliore, per me). Per una volta l'assassino è tremendamente antipatico (magistrale l'interpretazione di Louis Jourdan), e questo fatto mi ha reso meno partecipe nei confronti dell'accusato (come spesso mi è capitato in altri episodi della serie). Episodio di breve durata che si segue con estrema piacevolezza, tuttavia non è particolarmente efficace sotto il profilo della tensione. Girato essenzialmente in un ristorante italiano dove naturalmente scattano cliché a go go.
Buon telefilm, con un Colombo simpatico e meno fuori posto del solito ed un villain particolarmente sgradevole. L'italianità di Colombo è sottolineata, benché l'universo del ristorante italiano cada un po' nello stereotipo, così come i personaggi delle geishe. La perfidia dell'assassino si rivela anche nel rapporto con la segretaria e nel finale, molto ben girato (non sorprendentemente, dato il regista)! Azzeccatissima la voce italiana dell'antagonista. Lussureggianti i prelibati piatti esibiti, volentieri assaggiati dal Tenente.
MEMORABILE: Le scaloppine della drammatica cena a due.
Episodio discreto che poggia su una sceneggiatura notevole, ricca di scambi di scena e ben assemblati nella canonica ora e dieci. La storia è interessante ma la spiegazione a posteriori della modalità dell'omicidio (anomala) svilisce la qualità dell'episodio, creando nello spettatore un po' di estraneazione. Buona la trama musicale e discreta la fase poliziesca, ricca di situazioni investigative. Jourdan non male ma troppo ammiccante. Il finale, eccessivamente prolungato e teatrale, ci regala comunque un buon duetto tra Colombo e l'assassino.
Un grande episodio. Louis Jourdan si dimostra un ottimo assassino: cattivo e raffinato senza mai strafare. Il piano delittuoso e di conseguenza l'alibi sono molto ricercati e ben riusciti, in più l'indagine risulta abbastanza interessante. La regia di Demme (futuro premio Oscar) è scorrevole e Colombo è decisamente in palla (parla addirittura in siciliano). Si riscontrano un bel po' di gag e intermezzi comici e il finale nonché la prova regina sono convincenti, anche se un po' troppo teatrali.
MEMORABILE: L'accusa di Colombo al cameriere in siciliano; La cena a due nel finale.
Episodio gustoso in tutti i sensi, ambientato nel mondo della gastronomia, ove viene ucciso il proprietario di un ristorante italiano per mano di un recensore. Colombo mangia sempre (non ho contato quante volte ma sono veramente tante) e non disdegna alcun piatto. L'episodio cattura, l'assassino è antipatico ma non è tra i miei preferiti, nonostante elabori un piano ingegnoso per avvelenare il vino che la povera vittima berrà. Finale soddisfacente per un risultato nel complesso notevole.
Brutta copia di Marcello Mastroianni, scrittore gastronomico uccide un ristoratore a lui ostile col veleno estratto dal fegato di un pesce orientale. Peccato che lo fa il giorno dopo aver dichiarato pubblicamente la tossicità dell'animale. Caso molto facile, con l'assassino servito su un piatto d'argento anche per molti altri particolari. Le bordate investigative sono precise, ma l'episodio non è di particolare bellezza. La raccomandazione è quella di non guardarlo a stomaco vuoto.
MEMORABILE: Il titolare del restorante e Colombo che parlano a 10 cm di distanza da un sofisticato piatto da servire.
Un buon episodio, senza dubbio, condotto con ritmo e maestria da un govanissimo Demme (futuro premio Oscar per Il silenzio degli innocenti). Il pre-Colombo è brevissimo (ma gustoso) e questo permette di assistere a una lunghissima e interessante schermaglia fra Jourdan e Colombo condita da dialoghi gustosissimi. E' lo scontro fra i due il momento migliore dell'opera, perché il finale un po' tradisce le attese. Memorabile Frank che parla in dialetto (nella versione doppiata) e che fa il traduttore al giovane nipote della vittima. Da vedere a stomaco pieno (tutte quelle pietanze fanno venire un certo languorino).
A differenza di altre puntate, in cui assistiamo all'omicidio passo per passo, qui si parte con il "cosa" abbia ucciso e con il "chi" lo abbia fatto, ma il come non è chiaro. Proprio non ci sta il critico culinario a essere criticato! E Colombo non si accontenta di bere e mangiare a ogni piè sospinto, ma chiude in bellezza dilettandosi anche in veste di chef provetto. Episodio particolarmente comico, con esasperazione caricaturale degli immigrati italiani, vere e proprie macchiette (tènchiuverimuch).
Puntata senza infamia, ma anche senza troppe lodi. Jourdan inizialmente sembra potersi iscrivere al club dei migliori antagonisti colombiani, ma ben presto diventa stucchevole; la modalità con cui commette il delitto è originale, ma si lascia dietro alcune tracce di non poco conto; il confronto finale è gustoso, ma eccessivamente teatrale. Comunque si sghignazza con Falk che, indagando nell'ambiente della ristorazione, chiede consigli culinari e scrocca manicaretti (o presunti tali) a più non posso. Dirige il futuro regista di uno dei thriller più acclamati della storia del cinema.
Gustoso come i piatti che deliziano il tenente, l'episodio ha un buon ritmo con un villain raffinato e affabile ma che si rivelerà uno spietato estorsore. La vittima è il proprietario di un ristorante italiano, stereotipato all'ennesima potenza. Duetti in siciliano e momenti di cucina e di buona tavola. Finale col botto, soprattutto per la "vittima" di Colombo.
Divertente episodio gastronomico, nonché uno dei primi lavori di Jonathan Demme, in cui il tenente, oltre che buongustaio, si dimostra abile cuoco (ben più a suo agio rispetto all'esperienza televisiva con Martin Landau). In effetti le gag, anziché rimarcare come di consueto l'estraneità del trasandato Falk alla raffinatezza dell'alta società, esaltano piuttosto certi virtuosismi istrionici italoamericani (lo spassoso duetto siculo fra Colombo e il nipote del morto). Buono il confronto finale con Jourdan e curiosa la trovata dell'avvelenamento da fugu, parte ormai della cultura pop.
MEMORABILE: Il nipote messo alla prova (da gustare in lingua originale); La cena giapponese con le geishe; Il trucchetto del cavatappi; Il brindisi quasi fatale.
Episodio parco di idee, per giunta ripetute (il tenente non fa che ingozzarsi tutto il tempo), di location (la vicenda ruota quasi esclusivamente intorno al ristorante dove il proprietario ha trovato la morte per mano di un famoso quanto teatrale critico culinario) e anche di sospettati (Colombo pare aver capito sin dalle prime battute chi sia il colpevole e ha una strana espressione sorniona in volto). Si salva giusto grazie a qualche momento particolarmente divertente (il dialogo in dialetto siculo col giovane cameriere), ma persino la soluzione del caso appare forzosa. Mediocre.
MEMORABILE: Il detective, appena arrivato sulla scena del delitto, si fa servire dallo chef perché non ha avuto tempo di mangiare!; La cenetta finale a due.
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CuriositàZender • 8/03/09 15:13 Capo scrivano - 48845 interventi
* In questa puntata Colombo dice che sua moglie cucina ma non è affatto brava a farlo; al contrario di lui che, da buon italiano, in cucina si diletta dimostrandosi abile, buongustaio e intenditore.
** Colombo dice che in famiglia sua nascevano figli uno all'anno. Fratellini che gli spuntavano in continuazione, insomma.
*Luciano Melani: Louis Jourdan *Melina Martello: Shera Danese *Nini Scardina: Michael V. Gazzo *Alida Cappellini: France Nuyen *Corrado Gaipa: Larry Mann *Marcello Tusco: Richard Dysart *Vittorio Congia: Mako *Pietro Biondi: Fred Holliday *Angiolina Quinterno: Carolyn Martin
SPOILER L'espediente dello scambio dei bicchieri richiama "Shatterproof", telefilm del 1981 della serie "Tales of the unexpected", interpretato da Eli Wallach e Anthony Shaw, tratto da un racconto di Jack Ritchie, tradotto in lingua italiana con il titolo "Infrangibilità".
HomevideoNoncha17 • 3/06/16 19:03 Pulizia ai piani - 1067 interventi
Qui, invece, dicono che, di quest'episodio, esiste una versione da 90 minuti..mai trasmessa in Italia!
Io personalmente credo sia un errore di quel sito.
Mai sentito parlare di una versione lunga, e anche diverse versioni usa che ho visto erano tutte quelle corte.