Si diceva che SCREAM avesse messo la parola fine a tutti gli slasher di routine americani, sbeffeggiandone le regole e rilevandone i clamorosi limiti. A sorpresa invece ne ha decretato la rinascita, aprendogli la strada a un pubblico più vasto: chi aveva sempre snobbato il genere improvvisamente si è lasciato irretire da questi nuovi horror giovanili che hanno ripreso in mano “le antiche regole” aggiornando dialoghi e forma ai gusti del pubblico moderno. Non cerchiamo quindi alcuna novità, in questi film: in URBAN LEGEND lo spunto di un serial killer che uccide seguendo le tecniche raccontate in alcune “leggende metropolitane”...Leggi tutto basta a imbastire una sceneggiatura (scritta da Silvio Horta) densa di continui colpi di scena tesi a confondere lo spettatore fino all'ultimo nella ricerca dell'identità del killer. Killer che si veste sempre con una sorta di eskimo blu (un po' debole, come “maschera”, per molti versi simile a quella del pescatore di SO COS’HAI FATTO) brandendo una grossa ascia con la quale macellare i soliti teenager del campus. Evidenti le forzature nella sceneggiatura, con ridicole e false piste sparse solo per distogliere l'attenzione dal vero assassino. Il tutto è comunque un pretesto per i prevedibili assedi alle vittime, colpite a sorpresa (?) o inseguite nel tentativo di creare una suspense che non esiste (salvo forse nella prima scena alla stazione di servizio, almeno un po' tesa). Dialoghi scontati, abuso dell'idea che la realtà non offre mai quanto ti aspetti (le vittime si spaventano per gli scherzi e scambiano per scherzi i veri attacchi del killer). Montato e diretto sveltamente, un surrogato usa e getta molto trendy e patinato dell’horror che fu. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Interessante l'approccio al genere giallo, contaminato dalle leggende metropolitane. Quelle macabre storie tanto incredibili da sembrare impossibili, sulle quali si basa l'azione distruttiva di una mente deviata a causa (citazionistica) di un trauma scatenante. Il regista omaggia buona parte del cinema di genere (con particolare riferimento a The Hitcher) ed il cast artistico è composto da nomi di certo interesse (Brad Dourif, Robert Englund). L'operazione si attesta sulla buona qualità, tanto da dare corso ad una serie di certo interesse...
L'idea di partenza non era male ma la realizzazione lo è. Piatto, prevedibile, lento, dove neanche le elaborate scene splatter riescono a tenere desta l'attenzione. La regia di Blanks si attesta su livelli che definire scolastici è dire poco. Mentre il cast, su cui si segnalano i veterani Englund e Dourif, più il giovane Jackson con una capigliatura bionda davvero ridicola, è semplicemente lasciato allo sbando.
Carina l'idea di portare sullo schermo le geste di un assassino che si ispira alle leggende metropolitane. Purtroppo la realizzazione è piuttosto sciatta e priva di brio. Gli attori (tutti ragazzi) ovviamente non convincono e il sangue c'è ma neanche troppo. Colpo di scena scontato ed evitabile.
Da un'idea di partenza apprezzabile (l'omicida che agisce ricostruendo le leggende metropolitante) un film che non mantiene quello che promette a causa di una realizzazione poco curata e probabilmente frettolosa vista la necessità di sfruttare il momento favorevole agli horror adolescenziali molto di moda nel periodo. Regia evidentemente poco ispirata ed andamento altamente prevedibile.
L'idea poteva anche esser stuzzicante (anzi, lo era), ma lo sviluppo è degno di un temino da scuola d'infanzia. Siamo nel teen-horror, credo, ma tale è per il cast, il pubblico di fruitori (ritenuto idiota) o per gli sceneggiatori, che, magari, sono dei nerd i quali, a tempo perso, buttano giù due righe? Non saprei. Nel cast Jackson, Lehto, insomma qualche discreto attore c'era pure, ma di certo non basta questo a poterlo ritenere guardabile. In buona sostanza un pecoreccio horror da regazzini!
Passato in tv per il ciclo "Notte Horror", questo film si inserisce nella categoria dei peggiori slasher per teenager. Tutti gli stilemi del genere vengono qui ripresi in modo banale e buttati lì alla bell'e meglio, insieme ad un cast di giovani attori messi lì per far presa sugli adolescenti. Tra un'efferatezza e un'altra (a livello contenuto di splatter) il film non lascia nulla allo spettatore e vola verso un finale a dir poco assurdo e risibile che lascia intravedere la presenza di un sequel (di cui non se ne sentiva il bisogno). Inguardabile.
Fil a suo modo importante nel panorama del nuovo cinema di paura post Scream. Giovani più o meno famosi, più o meno bravi, si impegnano a recitare dal vero miti e e leggende metropolitane, il simpatico Jackson (storica la scena in cui spegne la radio che sta mandando la sigla di Dawson's Creek) ci rimane impiccato, alla darklady viene portato il "servizio in camera" e via ammazzando... I più scafati arrivano presto a sospettare del vero colpevole ma la suspence non latita mai. Fermata obbligatoria!
Film horror abbastanza godibile anche se la trama appare scontata e tutto sa di "già visto". Comunque il film scorre abbastanza bene e può offrire ai cultori del genere una serata di puro intrattenimento. I morti e il sangue non mancano, quello che manca sono l'originalità e l'interpretazione degli interpreti, che pare essere molto debole.
Slasher di routine piuttosto classico nello sviluppo della trama e nei personaggi. Sa troppo di già visto e, eccetto per quanto riguarda due o tre momenti riusciti, non si eleva sopra la media dei coevi film post Scream. Gli attori sono dimenticabili, così come il killer, peraltro individuabile facilmente. Piace qualche omicidio (quello del ragazzo impiccato e quello dell'amico che viene avvelenato gettandogli tutti i detersivi che capitano a tiro nella sonda che il killer gli mette in bocca). 2 pallini, quindi non proprio sufficiente.
MEMORABILE: Le porcherie dette al programma radiofonico e l'omicidio in bagno.
Sulla carta l’idea poteva essere vincente: un killer che ammazza rifacendosi ad alcune vecchie leggende metropolitane. La realizzazione però non è all’altezza della situazione limitandosi a scopiazzare lo stile di tanti filmetti horror anni Novanta proliferati a partire da Scream. Poche idee e spaventi ed anche sul piano del divertimento c’è poco da stare allegri. Quasi un disastro.
Urban Legend parte da un buon soggetto e si spinge fin dove Scream non arriva. Ambientato in un college, il regista riesce a ritrarre una gioventù in modo assai meno banale di ciò che si pensi. Ottimo l'impasto della trama, con un killer, letteralmente ubiquo che si ispira a legende metropolitane e che tiene sin dall'inizio la partita in mano. Il film di Blanks va comunque contestualizzato e non visto con gli occhi del presente, quand'ormai si è abituati a tutto e di più..
Un serial killer fa strage nell'ennesimo college ispirandosi ad una serie di leggende metropolitane (l'assassino sul sedile posteriore, l'uomo con l'uncino e così via). Sebbene lo spunto sia arguto, lo svolgimento è prevedibile e la realizzazione frettolosa, sulla falsariga di So cosa hai fatto. Il film guadagna qualche punto grazie ad alcune morti ben realizzate (ad esempio quella nel bagno) e al cast, per una volta non cagnesco: ci sono Leto, Dourif e Englund (quest'ultimo non truccato da Freddy, per una volta).
Ma gli americani hanno preso spunto dagli italiani, che hanno creato la serie di Pierino sfruttando le barzellette, per scrivere la sceneggiatura di "Urban Legend"? Credo proprio di sì, perché l'idea di farci un film è parecchio idiota. Il cast si può dividere in due parti: attori bravi (veramente pochi) e attori inutili (vedi Reid e Jackson). Le leggende sfruttate sono tante; peccato che alla fine tutto sia poco credibile, perché il film è di un'assurdità più unica che rara. Con pochi sforzi si riesce subito a capire chi è l'assassino.
Insieme a Scream e So cosa hai fatto, il film simbolo di un genere (l’horror-thriller adolescenziale) che ha spopolato nella seconda metà degli anni ’90; con molta ironia ma poco sangue e idee e le particine per Robert “Nightmare” Englund e Brad “Bambola Assassina” Dourif non bastano a richiamare il glorioso horror che fu. Il meccanismo della suspense è elementare, ma almeno il colpevole non è così ovvio e il prologo con la decapitazione sulle note di "Total Eclipse of the Heart" di Bonnie Tyler non è affatto male.
MEMORABILE: Joshua Jackson che accende l’autoradio e parte la sigla di Dawson’s Creek, di cui era protagonista.
Una buona idea quella di costruire una sceneggiatura che racchiuda le più popolari e spaventose leggende metropolitane. È un bene che tutta l'operazione non pretenda di essere presa sul serio e qua e là si trovano citazioni a leggende metropolitane più o meno divertenti. Il filo logico è funzionale pur essendo alquanto improbabile che tutti i personaggi non facciano mai la cosa giusta e si comportino da idioti. Inoltre man mano che si va avanti la storia diventa sempre più ridicola.
MEMORABILE: Joshua Jackson accende la radio e parte la sigla di Dawson Creek.
Cavalca l'onda anomala scatenata da Scream, Jamie Blanks, regista stilisticamente dotato, capace di eleganti soluzioni visive, sprazzi argentiani e volute di atmosfera ansiogena che aleggiano sul college maledetto… Ma è proprio la chiave di volta che dovrebbe innovare il frusto meccanismo slasher a non funzionare: la brillante idea delle leggende metropolitane si rivela un espediente poco più che accessorio, meramente scenografico, presto abbandonato per degenerare in un ripetitivo, improbabile "whodunit" vecchio stampo. Non mancano le sequenze da antologia, ma la suspense è claudicante.
MEMORABILE: L'incipit; l'impiccagione. Il killer che fa "ciao ciao"...
Assieme a Scream e mettiamoci pure So cosa hai fatto, per me rimane una perla del thriller giovanilistico che merita di essere salvata. Siamo nel 1997 e Urban Legend ci consegna un canovaccio per nulla banale (ottima l'idea di un killer che uccide riesumando leggende metropolitane) con sequenze omicide ben strutturate, che non scadono mai nello splatter e che scandiscono la tensione di una pellicola che nel finale riserva un buon colpo di scena (una volta tanto per nulla forzato). Seguiranno diversi discepoli.
Un misterioso serial-killer si aggira indisturbato in un college di screanzati, vestito di una sorta di eskimo: la trama è poco più che questo, con qualche sviluppo nello script e qualche scena splatter. Il tutto frammisto a un umorismo demenziale, di cui si farebbe francamente a meno. Tipico "prodotto stupidotto" adatto a un pubblico giovanile, ma l'idea delle leggende metropolitane come ispirazione ai delitti non è malvagia.
Un misterioso killer incappucciato si diverte a far strage di studenti in un campus universitario, realizzando così tutta una serie di leggende metropolitane. Se l'idea di base non era male è tutto il resto a essere banale. Più che altro il film è la brutta copia di Scream e pure il finale è praticamente identico; l'unica differenza è l'assenza di umorismo. A tratti veramente lento e con dialoghi banali. Comunque non da buttare, e si fa guardare.
Non una buona idea sviluppare il tutto sulla falsariga di Scream e So cosa hai fatto; ancora meno buona è la sceneggiatura, colma di buchi narrativi clamorosi e incapace di dosare con perizia il ritmo del film (lento e narcolettico, caratteristiche antitetiche rispetto al genere). Tra la valanga inarrestabile di sciocchezze - non ultimo il movente del killer - e l'idea di partenza quantomeno curiosa, il film giunge alla conclusione regalando poco sangue e troppi cliché. Perdibile.
MEMORABILE: Dawson's Creek alla radio; I giubbotti dell'assassino detenuti da tutti; La ragazza dark e il suo "congedo" (trash!); Il saluto dell'assassino.
Slasher post-Scream che prende spunto dalle leggende metropolitane per creare un horrorino innocuo ma godibile. Gli omicidi sono tutti ben orchestrati e fantasiosi (si vedano l'impiccato o la dark massacrata al buio). Il cast di giovanissimi incredibilmente funziona e il ritmo e le scene di tensione non mancano. Forse zoppica un po' nello spiegone finale.
MEMORABILE: "Non sei contenta di non aver acceso la luce stanotte?".
Materiale per fare qualcosa di positivo ce n'era: il tema delle leggende urbane, parte del cast, alcuni rimandi velati a pellicole del passato usati nella giusta maniera. E' l'esecuzione ad essere di bassa lega e a dare vita a quello che si configura come l'emblema del teen horror di scarsa qualità. La prevedibilità e la retorica sono il top del top e segnano indelebilmente gran parte della storia, offuscando un paio di idee interessanti, anche per via di una recitazione in alcuni casi mediocre.
MEMORABILE: Joshua Jackson con i capelli biondo platino che in macchina accende la radio e trova una stazione che sta mandando le musiche di Dawson's Creek.
Un assassino si aggira per un prestigioso college ammazzando studenti, ispirandosi a leggende del posto. Film che nonostante possa contare su una discreta dose di suspense coinvolge davvero poco. Gli spunti interessanti sono pochissimi, alternati a momenti al limite del banale (si veda ad esempio come viene assassinata la compagna di stanza della protagonista). Nonostante ciò merita almeno una visione.
Visto il successo dello slasher negli anni '70 e '80, nei '90 il (sotto)genere inizia a riflettere su se stesso e nasce una sorta di slasher metacinematografico con elementi di giallo e di autoironia (più o meno esplicita). Dopo il primo riuscitissimo esperimento di Wes Craven e il derivativo di Gillespie è la volta di questa pellicola basata sulle leggende metropolitane. L'intuizione nel soggetto è assolutamente azzeccata, tirando in ballo storie macabre, luogo comune un po' ovunque, e trasformandole in un teenage giallo-slasher in accademia condito da sessualità e goliardìa.
Serial Killer uccide seguendo il copione di alcune delle piu famose leggende urbane in voga tra i discorsi dei giovani. Sulla scia dei teen horror di fine anni '90 che proseguirono poi con la saga dei tanti Final destination, è un semi-fiasco con carne al fuoco ma poco condimento e poco sale. Un'occasione sprecata ed è un peccato, perché la trovata delle leggende urbane avrebbe anche potuto funzionare. Jared Leto capeggia il cast.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Non lo inserisco nelle CURIOSITà perchè non trovo lo fonte al momento, ma lessi su Internet qualche tempo fa che la parte del preside del campus di questo film doveva inizialmente andare a... Gianfranco Barra!
Perchè no? Non era una cattiva idea per me... vedendo Pierino contro Tutti s'è visto che è bravo nei panni del professore!
DiscussioneZender • 4/06/10 08:02 Pianificazione e progetti - 46931 interventi
Ahah, direi tutta da verificare questa. Certo avrebbe dato tutt'altro spessore al film!
DiscussioneUndying • 9/06/10 00:37 Controllo di gestione - 7585 interventi
Funesto ebbe a dire: Non lo inserisco nelle CURIOSITà perchè non trovo lo fonte al momento, ma lessi su Internet qualche tempo fa che la parte del preside del campus di questo film doveva inizialmente andare a... Gianfranco Barra!
Perchè no? Non era una cattiva idea per me... vedendo Pierino contro Tutti s'è visto che è bravo nei panni del professore!