La profumeria maschile nel cinema italiano
7 Gennaio 2010

Buon divertimento
II° approfondimento inutile Markus
"Eau de toilette pour l’homme? Non, pour le cinémà!"
Prima di iniziare l’analisi, desidero esporvi dei dati per così dire storiografici sull’argomento, essendo piuttosto ferrato sull’argomento per via della mia prestigiosa collezione di profumi maschili vintage ed essendone consumatore accanito, per buona pace di colleghi ed amici che da anni e anni devono subire passivamente i terribili e forti profumi tabaccosi gettati a piene mani su sul mio corpo prima di uscire!
L’alta profumeria maschile non è stata molto presente nel nostro cinema, specie se confrontata con altre categorie merceologiche quali gli onnipresenti superalcolici, le bevande analcoliche o le sigarette. Il fatto è misterioso, giacché i settimanali e i mensili dal 1965 al 1990 erano ricchi di campagne pubblicitarie di eau de toilette maschili e, tra l’altro, proprio in quel lasso di tempo ottennero la massima conquista del “nuovo” uomo che, dimessi i panni del “rude cavernicolo”, iniziò ad occuparsi del proprio aspetto fisico senza inutili inibizioni, affidandosi ad una o più marche apposite frequentemente legate a nomi prestigiosi dell’alta moda. In contrapposizione, la donna (almeno negli anni della contestazione) temporaneamente si discostò (seppur limitatamente) dalla cosmesi; in breve tempo ci fu quindi una sorta di bilanciamento dei ruoli he allineò le due distinte esigenze.
Nel cinema popolare italiano il profumo, quand’era presente, lo era quasi sempre in funzione del racconto. Elencherò quindi dei casi lampanti e chiarificatori con l’accortezza di specificare le note della fragranza lì presentata:

• Pino Caruso nel film La governante (1975), tenta nel cuore della notte - in vestaglia - di sedurre una bella donna; per questo motivo saggiamente - prima - si friziona il corpo con del provocante Monsieur Rochas, un eau de toilette dalle note floreali con un sentore legnoso di fondo mentre, sul tavolino a lato, Caruso ha anche in alternativa un flacone del tabaccoso Dunhill London. Scelse quindi quanto di meglio poteva offrire il mercato in quel momento come coadiuvante della seduzione.
• Sempre nel 1975, nel film Grazie… nonna, l’allora attore Giusva Fioravanti compie la stessa operazione di seduzione ma affidandosi al mitico Pino silvestre Vidal, una eau de toilette dalle note boschive di pini selvaggi. Ottima scelta, ma quella sera non era aria e la bella Fenech gli rifilò il classicissimo ed amaro “due di picche”. Pazienza, lo comprendo e ne sono solidale… il giovinotto si rifarà…
• Il tenebroso Luciano Catenacci, ne Il giustiziere sfida la città, in compagnia di una donna di facili costumi usa la spagnola Agua brava, una colonia speziata e secca nello stesso qual tempo, il cui slogan piuttosto trash settantiano era: “Agua brava…e le parole non servono più”; infatti il compianto Catenacci non è che fosse particolarmente ciarliero, per cui la scelta della fragranza si rivelò più che mai personalizzata!

• Alberto Sordi, nel film Quelle strane occasioni (1976), dopo una rasatura elettrica desidera disinfiammare il viso con l’agrumato Men’s club 52 di Helena Rubinstein. La pelle del simpatico Albertone si fa chiaramente rassodata, pronta per affrontare una bella giornata in ascensore con la Sandrelli (situazione in cui molti uomini, compreso me, dopo barba o non vorrebbe trovarsi).
• L’uomo che non deve chiedere mai Franco Nero, ne Il bandito dagli occhi azzurri (1980), quale acqua di colonia poteva spargersi sul collo con così tanta foga prima di recarsi nella misteriosa sauna notturna? E' chiaro, il Denim, le cui note sono forti di legni pregiati e rari muschi selvaggi. Il potere seducente di questo profumo è così forte che fece persino colpo su un uomo! In considerazione del fatto che lui nel film è etero, la scelta s’è rivelata (è il caso di dirlo) a “posteriori” piuttosto rischiosa!
• In Mia moglie è una strega (1980) c’è invece un bell’esempio di lancio di gamma di prodotti maschili; infatti, in bella vista nel bagno dell’appartamento di Renato Pozzetto, notiamo l’allora nuova linea dello stilista Gherardini e cioè l’agrumato-dolce Uomo Ghe, il cui suono non pare molto virile… ma tant’è…
• Il simpatico caratterista Enzo Robutti, nel film Mia moglie torna scuola (1981), accingendosi ad andare a trovare la prosperosa Carmen Russo nella sua stanza, si inonda di dopo barba Mennen: un cipriato dalle note muschiate che è ottimo al mattino per spegnere il fuoco del rasoio, ma inadatto per la seduzione serale, specie se non si è particolarmente attraenti (infatti la serata si rivelerà diversa dalle aspettative. Grave errore Enzo!)
• Nel film Cuori nella tormenta (1984) Carlo Verdone, prima di accingersi a letto con l’allora bella e giovane Marina Suma, sensatamente si strofina quasi a sangue il corpo con l’aromatico Vetyver Carven. Mi complimento con Carlo… ottima scelta sia per la donna che per il profumo!

• Nel film Delitti e profumi, come da titolo, i profumi devono apparire e infatti in una scena girata all’interno del bagno di Jerry Calà con Umberto Smaila, i due ci divertono con uno sketch su uno sfondo di campionario di profumeria maschile vintage sicuramente messo lì non a caso. Troviamo l’aromatico Patou pour homme, l’erboso Vetiver di Carven, l’agrumato Eau Sauvage, gli speziati Yatagan di Caron e Givenchy Gentleman, oltre che un deodorante spray dell’enigmatico Drakkar di Guy Laroche e un raro flaconcino del prezioso talco Equipage d’Hermes, un profumo tabaccoso ed originale.
• Pupi Avati dimostra in due film un singolare interesse nei confronti del mondo della profumeria:
In Regalo di natale (1986) ci viene mostrato Carlo Delle Piane che si reca più volte nel bagno dell’ormai nota villa di Fregene mostrando nell'inquadratura due classici dell’alta profumeria maschile Anni Ottanta: il tabaccoso Trussardi Uomo ed il cipriato Santos di Cartier. Stando attenti, all’inizio di Regalo di natale, quando Carlo Delle Piane pronuncia la frase “una bella lavata di faccia mi rimetterà in sesto”, va in un altro bagno e ci viene mostrato il classico flacone nero di Soldano Uomo, un agrumato con fondo tabaccoso. Peccato che l’attore confidenziale Carlo Delle Piane non se ne sia messa qualche goccia come porta fortuna per la partita, sarebbe stata una “trashata” pazzesca che avrebbe fatto storia!

• In conclusione posso aggiungere che, come spesso è capitato con altri generi, all’inizio degli Anni Novanta questa rappresentazione è andata a scemare e dopotutto (come scritto in precedenza) non è stata nemmeno tanto sfruttata. Ho comunque trovato un ultimo uso del profumo nel film come espediente per sedurre una ragazza nella fiction “delle sfighe” I ragazzi del muretto (1991/96). Qui l’attore Amedeo Letizia (oggi produttore), in una delle tante puntate, prima di un appuntamento galante si applica abbondantemente sul collo il muschiato dolce Obsession di Calvin Klein, ma datosi che lo sceneggiato ruotava sulle sciagure che l’amara vita ci propone, lascio a voi, gentili ed ora profumati lettori immaginare l’esito della seratona galante…

Com’è stato accennato nell’approfondimento, il mondo dell’alta profumeria maschile è sostanzialmente nato a partire a dai primi Anni Sessanta, poiché precedentemente era una tendenza essenzialmente femminile. All’uomo erano concesse solo poche acque di colonia agrumate e dopo barba molto blandi, usati solo per le grandi occasioni e in ogni caso dai benestanti. Le nuove mode e anche i riferimenti estetici cinematografici hanno col tempo sdoganato tutta una serie di prodotti specifici per le esigenze maschili, a partire da quelli essenziali e cioè legati al gesto quotidiano della rasatura. Per farlo, i pubblicitari hanno (per almeno un ventennio) dovuto associare l’uso di questi prodotti con il fatto che, se ci si avvaleva di quella linea uomo piuttosto che di un’altra, le donne sarebbero poi, come si suol dire, “cadute ai vostri piedi”, oppure, in alternativa, magnificando una mascolinità virile spesso al limite del ridicolo o associandola al successo professionale.
In questa tavola quindi troverete qualche esempio di pubblicità di fragranza maschili “vintage” che testimoniano in modo sostanziale quanto scritto.
APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO MARKUS
7 Gennaio 2010 17:29
7 Gennaio 2010 20:49
7 Gennaio 2010 21:10
8 Gennaio 2010 09:23
8 Gennaio 2010 09:53
...ma il mitico "Brut 33" di Fabergé appare in qualche film? Il mio preferito? Habit Rouge di Guerlain (1956).
Magari in futuro suggerisco uno special su auto e moto nel cinema, ma certo non sarà così stravagante come quello sui profumi.
Complimenti.
8 Gennaio 2010 10:33
8 Gennaio 2010 16:20
Un articolo sfizioso da leggere tutto d'un fiato!
8 Gennaio 2010 18:33
8 Gennaio 2010 18:34
Grazie. Si, il Brut lo segnalai qua:
https://www.davinotti.com/forum/curiosita/55-colombo-l-illusionista/40004757
Ottima scelta per l'Habit rouge: un cipriato seducente che ancora oggi ha molto da dire...
8 Gennaio 2010 18:43