Una commedia americana calibratissima, con una sceneggiatura di ferro (di Larry Gelbart e Murray Schisgal) sfruttata a dovere da Sydney Pollack, il quale mirabilmente dirige con gusto ottenendo, grazie anche all'ottimo montaggio, una compattezza premiata dal successo del pubblico. Non c'è niente di veramente nuovo nella trovata di far travestire un attore teatrale disoccupato perché piantagrane (Hoffman) in una donna che grazie al suo carisma “femminile” da paladina del gentil sesso diventa la star di una fiction TV da quattro soldi. Né la trasformazione di Hoffmann fa gridare al miracolo, benché ben realizzata. E’ piuttosto la qualità dei...Leggi tutto dialoghi, l'ironia che cela bene un’origine modesta ed è capace a volte di sfociare in autentica risata, a fare di TOOTSIE una commedia gradevole, spassosa. E naturalmente la qualità del cast. Non solo del bravo (non straordinario però) Hoffman, ma di una Jessica Lange bella e convincente (Oscar per lei), di un Bill Murray che nel ruolo del compagno d'appartamento di Hoffman si ritaglia una parte consistente e valorizzata dalla particolare espressività dell'attore. Per non parlare di Charles Durning (il padre dell'amata Julie/Lang) e dello stesso Pollack: si riserva il personaggio dell’agente di Hoffman/Dorsey/Tootsie e interagisce eccezionalmente col protagonista andando a centrare i momenti più comicamente interessanti. L'umorismo è quello tipico della commedia americana sofisticata, costruito per accattivarsi la simpatia del pubblico “alto”, anche se poi induce in giochetti ed equivoci abbastanza “cheap”. E’ piaciuto l'approccio quasi femminile. E intanto debutta Geena Davis: è April.
Sarà che non amo i maschi vestiti da femmina (sono fra i pochi a non amare Il vizietto), ma proprio non riesco a partecipare a chi osanna questa pellicola come grande commedia sofisticata. Trovo anche che alcuni snodi (come il “deus ex machina” che porta alla puntata in diretta) siano indegni di una pellicola di alto lignaggio. Bellissima Jessica Lange.
Il film rappresenta una delle migliori performance d'attore (Dustin Hoffman ovviamente) degli ultimi trent'anni. Non è solo una deliziosa commedia (con una impeccabile sceneggiatura), ma anche una feroce critica al mondo delle produzioni televisive e anche uno sguardo bonario (e partecipe) al duro mestiere dell'attore. Pollack dirige mettendosi al servizio del suo attore principale ed assecondandolo doverosamente. All'altezza della situazione il cast di contorno, a partire da un'ottima Jessica Lange.
Un buon film. Una brillante commedia dalla sceneggiatura ben calibrata e con qualche momento piuttosto divertente. Non c'è nessuna idea troppo originale e il livello non diventa mai eccelso, ma il film è svelto, simpatico e regge discretamente per tutta la durata. Impagabile l'interpretazione di Dustin Hoffman, brava Jessica Lange. Musiche magari non memorabili, ma decisamente incalzanti.
Una delle migliori commedie del suo periodo, con un discreto ritmo e attori in ottima forma. Hoffman infatti offre una grande prova (anche quando diventa nevrastenico è simpatico), la Lange e Pollack sono perfettamente nella parte. In mezzo a diversi spunti comici e spruzzatine romantiche, anche alcune frecciate al mondo dello spettacolo.
Fortunato ruolo "en travesti" per Hoffmann, che sacrifica alla satira sulla televisione un pochino di verosimiglianza. Probabilmente non il capolavoro cui molti gridarono, ma un prodotto di assai pregevole - e professionale - fattura. Jessica Lange, o meglio la sua sottovalutazione, è uno dei crimini dell'industria hollywoodiana. Come sempre valida la colonna sonora di Dave Grusin, compositore, tastierista virtuoso, arrangiatore e discografico, una delle figure più versatili e importanti dello showbiz musicale americano degli ultimi quarant'anni.
Buono, ma vuoto. Oggettivamente la regia di Pollack non è invasiva e imprime alla pellicola il giusto piglio, la prova degli attori è superlativa (soprattutto quella di Hoffman en travesti) e la sceneggiatura non butta via nemmeno una battuta. Però il risultato finale, oltre a essere freddo, manca sia di immedesimazione con i personaggi sia di riflessione. Faccio fatica a trovarlo così grande come invece è considerato dal pubblico e dalla critica oltreoceano. Gustosa la partecipazione del regista come attore.
Commedia di buon livello con un ottimo Dustin Hoffman nei panni di una donna. Oltre alla commedia e quindi al suo lato divertente, viene presentata in questa pellicola una riflessione sul mestiere dell'attore con una descrizione critica degli ambienti televisivi e non.
In effetti, di veramente originale c'è poco, sia a livello di tematica, che di messaggio, che di situazioni comiche, però questo film è una grande prova di attori, ed ha una grazia particolare. Le caratterizzazioni dei personaggi televisivi, dal sottobosco alle luci della ribalta, sono felicissime, e la storia d'amore tra Michael/Dorothy e Julie ha qualcosa di genuinamente toccante. E' un film che rivedo spesso, e non mi annoia mai.
Discreta commedia di Sidney Pollack che si incentra su una situazione molto usuale come quella del travestimento e che deve il suo successo alla notevole performance attoriale di un grande Dustin Hoffman (scandalosamente dimenticato dai premi oscar). Peccato che la sceneggiatura sia priva di guizzi e che il regista si limiti a dirigere in maniera diligente ma ben poco personale come aveva saputo fare altrove. In ogni caso buono e di classe superiore e ben più raffinata di tanti prodotti simili.
Esempio di come la grande Hollywood è sempre stata e (si spera) sempre sarà il punto di riferimento del cinema mondiale. Commedia dell'equivoco lineare, semplice ed immediata, dove all'orizzonte nulla di nuovo s'intravede (e infatti non c'è), ma che ciononostante risulta godibilissima grazie soprattutto alle solite, peculiari caratteristiche della commedia americana di un certo livello: elegante produzione, regia non invadente, attori pienamente nella parte, semplicità dello svolgimento. Spolveriamo il tutto con un pizzico di vera classe e il gioco è fatto.
Commedia degli equivoci che vede uno scatenato Hoffmann sdoppiarsi in maniera pregevole. La dura vita di un attore che s'inventa attrice ottenendo uno strepitoso successo ma che deve fare i conti con il proprio cuore. Valido lo sviluppo narrativo che si avvale anche di un'eterea Lange.
Favola moderna messa in scena da Pollack che, complice il rampantismo degli Anni ’80, combina (tutto unito in una robusta sceneggiatura) sogno americano, osservazione del difficile mestiere d’attore e della tv, vaghe analisi sociologiche post-femmiste e l’immancabile storiella d’amore. Cast all’altezza dei ruoli: su tutti lascia il segno Hoffman, ma è favorito dal pagliaccesco costume di richiamo. Buona chance per l’allora trentenne Jessica Lange. Simile pochade sarà replicata anni dopo con l’altrettanto ben riuscito Mrs. Doubtfirire.
Una delle più divertenti commedie di tutti i tempi. La sceneggiatura brilla per originalità, creatività ed inventiva, ma gli interpreti sono straordinari, con Dustin Hoffman in una performance straordinaria, che forse mai eguaglierà nella sua carriera. Ma tutto il cast è in una forma spettacolare, con Teri Garr, Charles Durning e Doris Belack (cui sono affidate le battute più divertenti) inarrivabili. Difficile dire se sia più bravo il Pollack regista o attore. Film divertentissimo, semplice ma di gran classe, di sicura presa sul pubblico.
MEMORABILE: Rita (Belack): "Vorrei renderla un po' più attraente... Di quanto puoi andare indietro?" Operatore: "Vogliamo fare in Groenlandia?"
Commedia dai toni spigliati e burleschi sulla figura e la vita dell’attore, analizzata sia dal punto di vista lavorativo che sentimental-personale. Ma anche piccola, caustica presa in giro al mondo dello spettacolo, le false apparenze e chi, di queste, ne fa uso tutti i giorni traendone e donando vantaggi e svantaggi, contentezze e infelicità. Seppur soffra di una vicenda dal respiro troppo corto, il film vive di interpretazioni: fantastico Hoffman nel suo travestitismo, di angelica dolcezza Jessica Lange, simpatica la presenza di Bill Murray.
Pollack rivendica il suo amore per il cinema di Billy Wilder in questa commedia brillante e dalla sceneggiatura scoppiettante che prende molte idee da A qualcuno piace caldo del grande regista americano. Il tutto è patinato nella migliore tradizione Usa anni 80. Un grande Dustin Hoffman mai sopra le righe e anzi sempre perfettamente in linea con il suo "duplice" personaggio; non troppo in parte a mio parere la Lange (anche se ha guadagnato un Oscar con questo film...). In ogni caso un film scorrevole e molto piacevole da guardare.
Edonismo reaganiano in salsa travesti: Hoffman gigioneggia mostruosamente, ma a Dorothy femminista (quasi suo malgrado) si perdona tutto; poi c'è la commedia degli equivoci condita con un (lieve) piccante sentore di omosessualità a insaporire il tutto, complici anche gli spasimanti della nostra eroina (il vecchio attore della fiction e il padre di Julie). Rivedo con piacere "Inga" Teri Tarr in un altro ruolo sopra le righe calato questa volta nella quotidianità. Che si deve fare per campare!
MEMORABILE: Dorothy riceve due dichiarazioni d'amore consecutive, complete di anello e pure di serenata alla finestra!
Una delle migliori commedie americane degli ottanta, con un'ottima sceneggiatura (in parte scopiazzata anni dopo da Columbus) e un ritmo davvero veloce, molto divertente senza mai scivolare nel demenziale o nel frenetico. Hoffman è in uno dei suoi ruoli migliori, misurato anche quando è sopra le righe; al suo fianco un ottimo cast, in cui alcuni caratteristi danno il meglio di sé stessi (Durning, Gaynes e Pollack stesso in particolare). Ottimo.
Gustosa satira sul mondo dello spettacolo (e sulla televisione in particolare) il cui punto di forza è indubbiamente Dustin Hoffman, che in un difficile doppio ruolo offre una delle migliori interpretazioni en travesti nella storia del cinema, ben spalleggiato dal cast di contorno. Eppure, malgrado la confezione professionale e il tema stimolante, il coinvolgimento latita.
Gustosa commedia che porta alla ribalta gli effetti che un inganno (uomo che si fa credere donna e recita troppo bene questa parte) può provocare su chi ruota attorno a questo personaggio e anche - e questo è il caso - sulla società. La confusione è totale sia nel campo sessuale che sentimentale, confusione controllata da una sceneggiatura scritta bene. Hoffman è bravo, ma ha dalla sua l'essere estremamente credibile come donna e pure carino/a come aspetto. Frettolosa e bonaria la conclusione quando arriva la verità, ma è pur sempre una commedia.
MEMORABILE: Tootsie entra per la prima volta nel suo camerino e chiede scusa a una Geena Davis (al suo debutto) in mutandine e reggiseno.
Attore disoccupato si d passare per una donna allo scopo di ottenere un ruolo in una fiction tv d'ambientazione ospedaliera... Pollack, anche attore nella parte dell'agente, dirige una delle migliori commedie del periodo, dando nuovo lustro al vecchio espediente del travestimento. Il film diverte grazie ad una sceneggiatura che unisce brillantemente la satira del mondo televisivo a riflessioni sul mestiere d'attore, ma il vero asso nella manica è costituito da Hoffman, strepitoso protagonista, coadiuvato da un eccellente cast.
Attore talentuoso ma dal non facile carattere, si traveste da donna e ottiene un'importante parte in una soap opera, innamorandosi di una bella collega. Raffinata e spumeggiante commedia firmata Sidney Pollack che ha tra le armi vincenti una comicità elegante e un ottimo cast, in cui spicca ovviamente il grande istrionismo di Dustin Hoffman (avrebbe meritato l'Oscar, che ottenne invece la Lange). Meritato successo. Da vedere.
Attore fallito trova lavoro travestendosi da donna. Commedia degli equivoci che cerca di dare sostanza appoggiando la moderna causa femminista, anche se il suo effetto negli anni 80 sembra passato di moda. Hoffman è pregevole nella prima parte, poi si sgonfia progressivamente come la sceneggiatura fino alla classica risoluzione. Murray e qualche battuta in più (magari sul set della soap) poteva rendere più brillante il plot. Discreto Pollack come attore.
MEMORABILE: Hoffman che insegna all’inizio; Murray che chiama Hoffman “Mamma”; La serenata fuori dalla finestra.
Un attore disoccupato per tirare a campare si traveste da donna per ottenere una parte in una fiction televisiva, si innamora di una giovane collega e viene corteggiato dal padre di lei. Metti insieme un regista superlativo come Pollack e un attore immenso come Dustin Hoffman in una commedia degli equivoci ove il travestimento è sempre sinonimo di divertimento e otterremo un film delizioso ed elegante, mai scurrile e pieno di situazioni esilaranti. Solo un Oscar vinto (Jessica Lange), ma ne avrebbe meritati molti di più.
MEMORABILE: Il finale con Hoffman che sveste i panni di donna in diretta televisiva.
Cult del genere commedia anni Ottanta made in USA. Pellicola che ovviamente viene e verrà ricordata, però, più per la grandiosa e simpatica interpretazione di Dustin Hoffman che per la storia in sé. Prima parte abbastanza godibile, dopodiché si cade nei soliti cliché americani, affini al buonismo che incidono sul giudizio finale. Poco convincente la colonna sonora.
Tra i migliori film di Pollack, qui anche tra gli interpreti, quasi omaggia Allen per il contenuto genialmente costruito sul travestitismo ai fini della sopravvivenza artistica e dell'assillo sentimentale. Hoffman naturalmente brilla come una supernova e il doppiaggio dell'indimenticato Ferruccio ne condivide la resa. Caterva di Globe e Oscar alla Lange degli anni d'oro, Tootsie si muove tra il female revenge e la lettura misogina, in quanto maschio che fa meglio anche nei panni dell'altro sesso (argomenti che oggi interesserebbero quanto la scelta d'un dessert). Eppure, riuscito.
MEMORABILE: Il coming out di Dorothy; "Frequento una ragazza vera adesso", "Davvero?", "Certo, ho controllato".
Una delle commedie più riuscite di sempre. Soggetto e sceneggiatura quasi irraggiungibili, ironia e comicità raffinate e di alto livello, Hoffmann eccellente come al solito. Ma tutto il cast brilla, con Murray, Lange e Gaynes semplicemente perfetti. Una commedia unica, con un Murray eccelso come "spalla" e Pollack al meglio come regista. L'espediente dell'en-travesti è vecchio come il mondo, ma qui viene sviluppato meravigliosamente.
Una pellicola sulla scia finale della Nuova Hollywood, una metastoria sul confronto fra tv e cinema, in punta di fioretto, là dove Lynch duella apertamente e affonda, ma erano altri tempi. Qui la decadenza di questo movimento cinematografico è solo accennata ma percettibile con virate in direzione di un sentimentalismo venato di grande autoironia. Si parla di femminismo e se ne parla bene, col calore di un uomo innamorato ma anche con frecciatine verso le lady di ferro in stile Thatcher.
MEMORABILE: "Time, I've been passing time watching trains go by, all of my life..." brano romantico che accompagna il soggiorno nella casa in campagna.
Commedia americana divertente, intelligente e originale e soprattutto mai volgare, in un contesto in cui altre pellicole lo sarebbero state. Se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, è il film che mostra la versatilità e la grandezza di Dustin Hoffman, uno dei migliori attori americani del periodo e non solo, attorniato comunque da un cast all'altezza con una Geena Davis poco sfruttata e una bella e innocente Jessica Lange. Ottima la sceneggiatura in tutti i suoi snodi, specie nella parte finale, che forse si chiude un po' troppo velocemente. Merita sicuramente una visione.
È divertente la storia dell’attore disoccupato che per trovare lavoro si finge donna. Un bel plot per un’interpretazione mattatoriale in grande stile. La commedia, godibilissima, ha anche una sfumatura ironica non secondaria: di fatto, è l’uomo travestito ad affermare discorsi femministi, creando così dei cortocircuiti sfiziosi. Dal punto di vista di questi temi non si può in realtà chiedere molto in anni lontani, ma la buona combinazione tra riflessione sul genere e spirito brillante, condita da un Hoffman divertito, è vincente.
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DiscussioneZender • 27/05/08 13:38 Capo scrivano - 48822 interventi
Pure Pollack??? ma che è, un'ecatombe in 'ste due settimane! L'avevo visto da poco in Michael Clayton e mi sembrava in forma...
Convinto che avrebbe ottenuto l'oscar per la sua certosina prova attoriale costatagli mesi di training e preparazione, Hoffman, tornato con le pive nel sacco da grande escluso, diede fuoco alla sua villa per la rabbia dovuta alla mancata onoreficenza
Schramm ebbe a dire: Convinto che avrebbe ottenuto l'oscar per la sua certosina prova attoriale costatagli mesi di training e preparazione, Hoffman, tornato con le pive nel sacco da grande escluso, diede fuoco alla sua villa per la rabbia dovuta alla mancata onoreficenza
non lo credevo così pirla...
DiscussioneZender • 1/09/08 22:22 Capo scrivano - 48822 interventi
Il produttore Dick Richards doveva inzialmente dirigere il film.
Aggiunge Caesars: Dopo che Richard scelse un altro progetto Dustin Hoffman coinvolse Hal Ashby che iniziò a lavorare al film. Purtroppo non poté girarlo perché la Lorimar minacciò di fargli causa se avesse incominciato un altro lavoro prima di finire " Lookin' to get out" ( film che ebbe numerosissime difficoltà e richieste tantissimo tempo prima di uscire).
Dustin Hoffman convinse il regista Sydney Pollack a partecipare al film ed interpretare il suo manager, nonostante la sua ritrosia. Questo e’ il film che ha lanciato Geena Davis,singolare il fatto che tutte le battute dell’attore Bill Murray sono state frutto della sua improvvisazione sul set e che la sua partecipazione al film fu richiesta dallo stesso Dustin Hoffman, con la disapprovazione del regista Sydney Pollack
CuriositàNoncha17 • 2/11/16 15:25 Pulizia ai piani - 1067 interventi
Durante la rivelazione di Dorothy, appare una schermata in cui, il "suo" coinquilino Jeff (Bill Murray) sta leggendo una raccolta di racconti (uscita nel 1974) scritti dal celebre romanziere Dashiell Hammett. Comparivano nella rivista Pulp "Black Mask" e, vedono come protagonista il personaggio da lui inventato: Continental Op.