Tratto da una commedia di Jean Poiret, LA CAGE AUX FOLLES (è il nome del night club per travestiti gestito da Renato e Albin) è diventato un film di ottimo successo diretto dal buono Edouard Molinaro. Va subito detto che gran parte dei meriti va equamente distribuito tra i due protagonisti Ugo Tognazzi (Renato) e Michel Serrault (Albin, che per il ruolo vinse una bella dose di premi). La sceneggiatura, che ha pure ottime intuizioni, ruota principalmente attorno alla cena in cui si riuniscono i genitori dei due promessi sposi: da una parte Renato e Albin (costretti a fingersi una coppia moralmente integerrima), dall'altra un Michel Galabru che diventa la spalla fondamentale per le gag...Leggi tutto migliori. Così come altrettanto indispensabile è la presenza del cameriere di colore, cui spetta la parte più puramente comica del film. Si sprecano i gridolini, la mimica tipicamente omosessuale, ma l'approccio non è mai volgare e la bravura del cast mantiene sempre i dialoghi e la storia nell'ambito della commedia sofisticata. Un film originale, dunque, in cui si ride davvero di gusto solo durante la cena “di famiglia” ma che non annoia e sa sfruttare in modo eccellente la predisposizione al ruolo della coppia protagonista. Piace il contrasto tra la concezione diametralmente opposta della vita che divide la famiglia dei due fidanzati: massimo rigore morale da una parte, dissolutezza e libertà sessuale dall'altra. E’ da qui che nascono le trovate migliori, come prevedibile. Ambientato a Saint-Tropez, fa vedere ben poco della Costa Azzurra essendo girato quasi sempre in interni. Il remake hollywoodiano del ‘96, pur non deludendo, non è all'altezza del prototipo, né lo sono i due sequel ufficiali. Da vedere. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Niente da fare. Nel mondo dello spettacolo gli uomini travestiti da donna (da Dustin Hoffmann alla signora Coriandoli) o in atteggiamenti omosessuali con finalità umoristiche non riescono mai a entusiasmarmi. Cosicché questo riconosciuto mezzo capolavoro non mi ha divertito. Sono io il primo ad esserne dispiaciuto.
Una commedia deliziosa che ha il pregio di parlare di gay (forse utilizzando troppi luoghi comuni), senza essere mai volgare. In gran parte è merito della strepitosa coppia di protagonisti Ugo Tognazzi e Michel Serrault, che rendono plausibili idea ed immagine della coppia "diversa", grazie ad un perfetto affiatamento artistico; i personaggi e gli attori sono uno il complemento dell'altro; la sceneggiatura è brillante e ben scritta, e il regista si mette a disposizione della storia e dei suoi attori. Trascurabili i sequel.
Molinaro è regista di discrete capacità, quindi se dispone di una buona sceneggiatura e di buoni interpreti, come in questo caso, il risultato può essere molto gradevole. Il film a suo tempo fu un colossale successo tanto da generare due seguiti e qualche imitazione (peccato per entrambe le cose). Ovviamente la parte dei mattatori la fanno Ugo Tognazzi e Michel Serrault, ma anche Michel Galabru si fa notare per la buona prova offerta. Visto a suo tempo al cinema, dopo tanti anni ha forse perso in freschezza, ma rimane divertente. Buono.
Bella prova di Tognazzi e Serrault su un soggetto classico - rapporto di coppia, problemi vari e famigerata cena con presentazione dei suoceri - ma declinato su una coppia omosessuale. Anche se la sceneggiatura presenta delle falle, i due protagonisti risultano geniali e anche simpatici. Bravo anche Galabru nella parte del politico irreprensibile, ottimo contraltare nella cena di presentazione con susseguente fuga imbarazzata.
MEMORABILE: Le scodelle nelle quali gli invitati mangiano la minestra hanno dipinte sul fondo scene erotiche...
Discreto film di cui però ho apprezzato di più il remake americano, forse perché quest'ultimo ha un ritmo più frizzante mentre questa pellicola soffre di qualche lentezza di abitudine transalpina... Detto questo, c'è comunque da dire che gli interpreti sono perfetti e teneri nel loro amore, mai volgare, ed il futuro consuocero strappa più di un sorriso.
MEMORABILE: La camminata maschia; la corsa a coprire le scodelle scandalose.
Prima di Brokeback Mountain il cinema queer entrava nelle case italiane a forza di mossette, gridolini e colpi d'anca, il ché non significa senza causa, ma nel più affettuoso e sincero dei modi possibili. Sorprendentemente "avanti" almeno dal punto di vista delle idee, dei concetti e dell'autoironia, il film di Molinaro, rivisto oggi, suggerisce ancora le cose importanti e fondamentali che siamo lungi dall'aver compreso e appreso. Di una effervescenza composta tutta francese, con un Serrault divino, resta il vademecum per tutte le Priscilla che verranno. Esilarante.
MEMORABILE: La fetta biscottata da spalmare; l'irruzione delle drag durante la cena.
Inarrivabile primo capitolo di una serie poi diventata di culto. Le avventure di una coppia di omosessuali (formata da un bravo Ugo Tognazzi e da un ancora più bravo Michael Serrault). Numerose scene sono memorabili (la cena, il night...). Da vedere.
MEMORABILE: Il travestimento del moralista, con la moglie che lo osserva: "Ma sei orribile!". E lui: "Lo avevo detto che il bianco mi ingrassa!"
Raffinata commedia pochadistica, che si regge (ovviamente) sulla qualità attoriale di Serrault e di Tognazzi, davvero irresistibili nelle vesti di due gay diciamo sopra le righe (in tal senso, il gay è visto dal cinema ancora in maniera stucchevole e stereotipata, ma qui funzionale allo spettacolo). Molto divertente Michel Galabru nei panni del burbero padre della delicata Claire Maurier. Da Oscar la colonna sonora di Ennio Morricone.
Coppia gay di lunga data gestisce locale di drag queen. Il figlio di uno dei due (che lo ha avuto per il “vizietto” di andare talvolta con le donne) vuole sposare la figlia di una famiglia di politici cattolici integralisti e bisogna organizzare l’incontro delle famiglie. Spassosa commedia degli equivoci e satira sociale, con un pizzico di Feydeau e di gusto “travesti”, il film è ben diretto, con irresistibile ritmo comico ma anche con garbo. Tognazzi e Serrault formidabili: ti stupisci che non siano davvero una consolidata coppia gay!
Briosa commedia di chiara derivazione teatrale (la sceneggiatura è assai ben congegnata); con gusto dissacratorio antiborghese e antibigotto così tipicamente francese, il film beneficia dello stato di grazia di Tognazzi e di un eccellente Serrault, oltre che di un'ottima faccia cinematografica come quella di Galabru. Non cade mai nel pecoreccio, a dispetto di un argomento delicato col quale è facile debordare.
MEMORABILE: Il cameriere nero che scoppia a ridere quando vede Serrault en travesti.
Frizzante commedia, tra le prime a parlare di coppie gay usando solo il metro dell'umorismo, che deve la maggior parte del divertimento all'ottimo affiatamento della coppia Tognazzi-Serrault. Entrambi ottimi nei rispettivi personaggi, dominano ogni scena, riuscendo a valorizzare un copione di per sè non troppo inventivo o sorprendente. Buoni i vari botta e risposta, simpatica la cena finale. Notevole.
Originale commedia su un tema nella realtà un poco spinoso: il figlio che presenta ai genitori il futuro "marito". Scritto da una mente brillante, che evita momenti imbarazzanti, è anche ben recitato: Michel Serrault (doppiato da un grande Oreste Lionello) è una "checca" sopraffina, Ugo Tognazzi si diverte ma si vede lontano un chilometro che nella realtà è (era, sigh) un donnaiolo.
MEMORABILE: I battibecchi tra Tognazzi e Serrault (Tognazzi: "Prova a camminare alla John Wayne" [guarda Serrault] "...Ma questa è la sorella di John Wayne!"
Quando, nel 1996, uscì il remake americano di questo film francese (Piume di struzzo), Robin Williams (che ricopriva il ruolo che fu di Ugo Tognazzi) esclamò: "Vedetelo e dimenticherete Michel Serrault!". Ma come si fa a dimenticare l'Albin originale, con i suoi tic e le sue manie femminili, assieme al suo/nostro Renato/Ugo Tognazzi? Il film del 1978 ha un meccanismo ad orolegeria perfetto, con un Michel Galabru terzo incomodo che borbotta, ma si diverte a travestirsi da donna. Occhio al cameo di Venantino Venantini, che fa l'autista.
MEMORABILE: Oreste Lionello che doppia Serrault con perfetti gridolini da donna.
Il cinema gay (drag queen, travestiti e dintorni) non mi ha mai appassionato più di tanto. Però questo Vizietto lo trovo un piccolo capolavoro: vuoi per la caratura del cast (il superbo Tognazzi, l'ottimo Serrault, la bella Maneri), vuoi per la comicità leggera, mai volgare. Un film che possiamo considerare un piccolo gioiello.
Commedia molto divertente che mostra la vita di una coppia omosessuale alla prese con un figlio in procinto di sposarsi e un locale da mandare avanti. Bravissimi i due protagonisti: Tognazzi e Serrault nella parte. Direi che dal momento in cui la coppia incontra i consuoceri il film esplode completamente e si ride tantissimo.
Rivisto a tanti (ahimè) anni di distanza, il film non ha perso freschezza e spirito, trattando il tema dell’omosessualità con il sorriso sulle labbra ed equilibrata ironia, senza mai scadere (e sarebbe stato facile) in ovvie volgarità. Canovaccio d'impostazione teatrale finalizzato al consueto crescendo comico finale. Un Serrault spettacolare è abbinato a un Tognazzi che, per esigenze di copione, rimane un po' in ombra.
Una delle migliori maschere di sempre del grande Tognazzi. Nonostante due figure letteralmente agli antipodi, fa quasi il paio con il Conte Mascetti. Satira ovviamente di costume in un periodo in cui l'omossessualità, soprattutto nella piccola provincia, era quasi una parola impronunciabile. Come spalla un altrettanto bravissimo Serrault, che riesce a cogliere sfumature a volte impercettibili. Divertente la storia e personaggi di contorno irresistibili, come il domestico di colore. Sicuramente una pietra miliare nel cinema italo-francese.
Commedia brillante di chiara derivazione teatrale e grande successo, piena di luoghi comuni, anticonformista solo di facciata, criticabile finché si vuole ma che riesce a divertire senza cadere nella beceraggine, a dispetto del tema pruriginoso. Il merito è soprattutto di uno scatenato Serrault, deliziosamente istrionico come Zaza, cui il nostro Tognazzi fa da solida spalla, ma anche nelle seconde file il cast si fa notare, in particolare nei ruoli del cameriere in tacchi a spillo (Luke) e del politico bacchettone (Galabru). Brioso, anche se non invecchiato benissimo.
MEMORABILE: In fuga dalla Cage aux Folles, Galabru vestito da donna si getta fra le braccia del suo autista, che non lo riconosce
Grande commedia di Molinaro che è ormai una delle icone del cinema gay, con Ugo Tognazzi e Michel Serrault credibilissimi all'apice della bravura. È un film che ha inciso sul costume, sulla lingua, sulla società del suo tempo, sbancando i botteghini e vincendo diversi premi internazionali (oltre a 3 nominations all'Oscar). Si ride di continuo grazie anche ai comprimari come Galabru (bravissimo) e Luke. Di altissimo livello le musiche di Morricone e i costumi di Ambra Danon; un piccolo capolavoro non privo di attualità che andrebbe riscoperto.
MEMORABILE: L'ingresso nel film di Michel Serrault, da antologia.
Film dedicato al mondo gay con la coppia Tognazzi-Serrault da applauso. Una sceneggiatura a volte scontata ma ricca di momenti frizzanti e di verve che non scade mai nella volgarità. I protagonisti si completano a vicenda e ci fanno trascorrere un'ora e mezza senza tanti pensieri. Senza dubbio il migliore (e di tanto) della trilogia.
Vero fenomeno di costume più che ottimo film come da sempre è spacciato, la commedia di Molinaro si appoggia totalmente agli straordinari duetti della favolosa coppia Tognazzi/Serrault, capace di strappare sorrisi con la sola presenza scenica. Sceneggiatura ridotta all'osso per dar modo ai due gigioneschi protagonisti di scatenarsi nelle idiosincrasie tipiche associate alle coppie gay. Tutto è esagerato, colorato e sopra le righe, ma tolte le surreali gag dei due mattatori, la sceneggiatura è poca cosa, colpevole di un finale troppo sbrigativo.
Divertente commedia che ha come protagonisti una coppia di gay stagionati interpretati dal bravissimo duo Serrault e Tognazzi. Semplice e innocente, il film contrappone lo stile di vita allegro e colorato dei due protagonisti a quello grigio, triste e bacchettone dei futuri suoceri di Tognazzi. Piccola perla che ha il pregio di non scivolare mai nel volgare.
Il vizietto è quello di guardare le donne, nel ménage di una coppia di uomini. Pretesto per una commedia che intavola un argomento da bigotti per l’epoca, ma che riesce a divertire per le assonanze con le convivenze tra eterosessuali. Magistrale Serrault nel ruolo della pazza isterica e sensibile mentre Tognazzi si limita a far da spalla. Aiuto anche dalle seconde linee, che vedono contrapposti il cameriere al futuro suocero; le donne non incidono.
MEMORABILE: La sorella di John Wayne; Il modo di prendere il tè; "Tu vuoi bene a Laurent?" "Come una madre"; Gli urletti del cameriere.
Commedia divertente, dall'inizio alla fine, con la parte conclusiva esilarante che strappa insistite e notevoli risate. I due protagonisti sono perfetti nelle loro parti e rendono una interpretazione magistrale che sostiene una storia di per sé non propriamente originale o intrigante. Anche le vicissitudini del politico perbenista si inquadrano bene nel trend del film poiché rappresentano l'antitesi tra la "antica morale sociale" e la libertà di essere felici con la propria sessualità o vivendo contesti sociali libertari (il night club sotto accusa).
MEMORABILE: I piatti con gli antichi greci; Il finale.
Nonostante una imperitura fama e svariati tentativi di imitazione, un ritmo che effettivamente se non è proprio trascinante poco ci manca e le interpretazioni eccessive ma centrate di Serrault e Tognazzi, il film risulta essere, soprattutto per chi non ama troppo l'espediente del travestitismo nel cinema, un buon esercizio di stile ma poco altro. Molinaro è coraggioso nel mettere al centro della scena una coppia di uomini cucendogli poi addosso una storia leggera, ma cade anche lui in personaggi veramente da macchietta e nella solita ricostruzione stereotipata del mondo della notte.
Spassosa versione LGBTQ di Indovina chi viene a cena?, che oltre a una solida sceneggiatura può contare su due protagonisti indimenticabili. Se Serrault spinge al massimo il suo comportamento da prima donna capricciosa, Tognazzi è più contenuto ma proprio per questo estremamente efficace. Tante le scene in cui si ride (micidiale quella al bar con le fette biscottate), ma c'è spazio anche per alcune riflessioni, non ultimo il fatto che in quegli anni l'omosessualità fosse forse meno stereotipata di adesso (vedi anche La patata bollente). Da non perdere.
Un sublime classico che, con qualche lungaggine, conduce all'esplosivo finale, davvero leggendario. Attori in stato di grazia, con un Serrault nella sua interpretazione più nota. Il film è brioso e gradevole, nonostante la fotografia patinata e filtratissima, che rende giustizia alla sceneggiatura. Il merito dei due istrioni nella cena finale è totale. Alcune gag leggendarie, come quelle del servitore alle prese con le scarpe e quella dei piatti contenenti disegni osceni che Tognazzi cerca sempre di riempire.
Piacevole commedia sostenuta soprattutto da un cast molto brillante e affiatato e da una scrittura pimpante e scorrevole che rifugge le volgarità per giocare in modo efficace sul contrasto tra la coppia formata da Tognazzi e Serrault (in una performance memorabile) e il grigio politico conservatore di Galabru. Le situazioni sono descritte con gusto e leggerezza, senza scadere in eccessi caricaturali, e il film si fa perdonare qualche raro momento di stanca nella parte centrale. Regia di Molinaro spigliata, menzione speciale per i costumi e il maggiordomo interpretato da Luke.
MEMORABILE: La lezione sul come prendere il tè in maniera virile; La cena finale tra scodelle a sfondo erotico e l'irruzione delle drag queen.
Un film sagace, moderno nonostante l'età anagrafica e a tratti molto spassoso. Merito di una sceneggiatura calibrata e intelligente che riesce a valorizzare al meglio la migliore dote della pellicola: la presenza di due attori straordinari che regalano un'interpretazione memorabile. Godibile dall'inizio alla fine, nonostante qualche fisiologico momento di stanca. Da vedere!
MEMORABILE: La lezione di Tognazzi sull'atteggiamento da vero uomo davanti al tè con fette biscottate.
Film intelligente e simpatico come se ne fanno ormai pochi. Un tema pruriginoso che il regista tratta con i guanti riuscendo al contempo a divertire e a inserirci in un mondo non noto a tutti e ci fa familiarizzare con i personaggi. Grande merito della pellicola va alla straordinaria interpretazione di Michel Serrault e Ugo Tognazzi, tanto per cambiare perfetto anche in questo ruolo. L'intuizione migliore è stata quella dell'ironia senza l'esagerazione. Non mancano i momenti di grande cinismo e le buone battute. Musica di Morricone già sentita ma non male di certo. Buon film.
Successo dell'epoca che tenta una rappresentazione del ménage affettivo di una coppia omosessuale rinunciando al trito e triviale umorismo, ma scontando qualche luogo comune. Il ritmo è comunque frizzante, specialmente nella fase della cena, in cui la commedia degli equivoci è orchestrata con i giusti tempi, diversamente dal finale, davvero troppo affrettato. In palla la coppia protagonista, specialmente Tognazzi, ma la parte più esilarante è quella di Galabru, anche grazie al doppiaggio italiano di Mario Maranzana. Non particolarmente memorabili le musiche di Morricone.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Altro capolavoro, de IL MALE, fu il titolo
NON SIAMO SOLI NELL'UNIVERSO
che annunciava l'avvenuto contatto con gli extraterrestri.
Mi pare che si trattasse di un'imitazione della prima pagina de IL CORRIERE DELLA SERA.
Rileggo ora la mia recensione e giuro che la frase "Anche se la sceneggiatura presenta delle falle.." non aveva significati nascosti!
CuriositàUndying • 3/05/10 17:43 Controllo di gestione - 7585 interventi
Capannelle ebbe a dire: Rileggo ora la mia recensione e giuro che la frase "Anche se la sceneggiatura presenta delle falle.." non aveva significati nascosti!
DiscussioneZender • 8/12/13 19:13 Pianificazione e progetti - 46946 interventi
Ah esequie francesi, oggi. Beh, in Francia Molinaro era davvero qualcuno!
DiscussioneDaniela • 9/12/13 08:43 Gran Burattinaio - 5875 interventi
Per quel poco che conosco della sua filmografia, non certo un grande autore, ma un metteur en scène in grado di far lavorare al meglio i suoi attori...
Il suo maggior successo è naturalmente legato alla coppia Serrault-Tognazzi, ma non vanno dimenticati Brasseur e Rich nel raffinato A cena con il diavolo e soprattutto Brel e Ventura nel delizioso Il rompiballe .