Uno spunto molto interessante, che poteva essere trattato in modo asfissiante riflettendo su come il digitale e la connessione possano essere pericolosi e invece si risolve in un'annacquata parabola dalle svolte prevedibili. La Watson funziona nella sua parte ma non regge da sola un intero film e gli interventi sporadici di veterani come Hanks e Paxton a poco valgono. L'impressione è che per arrivare a un target di giovani si sia banalizzata una storia che a tinte più dark e thriller poteva essere un piccolo gioiello. Evitabile.
Emma Watson ci riprova ad abbandonare i trascorsi potteriani interpretando il ruolo di una ragazza che viene assunta in una socierà di computer dove il capo le chiede di rinunciare alla sua privacy per farsi seguire notte e giorno da piccole telecamere nascoste. Nonostante il tema sia interessante il tutto risulta riuscito a metà, perché la Watson regge a malapena un film che risulta modesto dove, però, c'è il contentino di vedere Tom Hanks, finalmente, in un ruolo da cattivo; ma è proprio cosa da poco... Dedicato allo scomparso Bill Paxton.
Il tema di fondo (i "social" e i loro teorici sviluppi) poteva essere anche interessante. Purtroppo la realizzazione non convince nemmeno un po'. Il cinema dovrebbe coinvolgere e trasmettere sensazioni; la pellicola in questione invece riesce a emozionare quanto una lista della spesa. Emma Watson è interprete poco idonea per reggere sulle sue spalle le sorti del film e non viene certo aiutata in questo da Tom Hanks, che raggiunge gradi di anonimato recitativo difficili da riscontrare in altre sue prove. Evitabilissimo.
Il soggetto aveva enormi potenzialità e infatti, nelle mani dei creatori di Black Mirror, questo tema già trattato diventa una bomba. Il film di Ponsoldt che ne deriva è costantemente in salita: arranca e arranca senza trovare mai una risoluzione concreta che soddisfi. Tom Hanks è messo lì solo per il nome, la sua presenza e la sua recitazione sono piatte e anonime. Fortemente distopico, in alcuni momenti trasmette l'ansia giusta ma in linea generale si rivela molto deludente.
Di certo rivolto a un target di giovani e giovanissimi, per come è esposto (la prima parte è da paranoia); ma va bene anche per chi, non più giovane, è rimasto "collegato". Argomento piuttosto vicino alla realtà attuale (se non già dentro), ma trattato troppo superficialmente e anche ingenuamente (non credibili i due capi). Impressiona come la platea dei giovani impiegati si lasci guidare come un gregge fino all'accensione delle "candeline" di fronte al nuovo pastore. Buono invece l'inserimento di Paxton come contrappeso a un mondo virtuale.
La pellicola di Ponsoldt tratta tematiche piuttosto interessanti oltre a offrire molti spunti di riflessione e risulta anche abbastanza coinvolgente, ma effettivamente resta un po' un'occasione persa poiché sia il finale piuttosto leggero e sbrigativo che altre tematiche e alcuni personaggi (come il ragazzo di colore) non sono assistiti da scene adeguate.
L’invadenza dei social nella vita quotidiana e i guru delle nuove tecnologie sono l’argomento di un film giunto fuori tempo massimo e realizzato in modo largamente insoddisfacente. Su temi per i quali sarebbe necessaria una profonda riflessione, il film rimane in superficie raccontando una storia banale, prevedibile e con personaggi di scarso spessore. I due protagonisti (a partire da un Tom Hanks troppo buonista) sono bravi ma non adatti al ruolo.
Che Hanks fosse solo uno specchietto per le allodole lo si capisce dalle prime battute. Ma questo non toglie che il prodotto potesse essere concepito meglio, visto che il tema trattato è terribilmente di attualità. E invece si spreca nelle solite banalità, a volte eccessivamente da teen-ager a volte per scelte incomprensibili. Inoltre pretendere di riversare l'intero peso del film sulla Watson è una sorta di suicidio che alla lunga emerge. Evitabile.
Pur dalle parti di Black mirror, siamo lontani anni luce da quei risultati. Il circolo in cui viene coinvolta la protagonista è la solita setta che plagia le persone sino a rincitrullirle. Il copione è sempre quello e non regge proprio tutta la durata del film. Che ormai la tecnologia venga considerata da tutti un demone che distrugge la privacy si sa, ma creare qualcosa di più originale avrebbe sicuramente giovato al pubblico.
Vorrebbe far riflettere sul problema della protezione dei dati personali in un contesto fantascientifico che ricorda un episodio di Black mirror, ma opta per dei toni faciloni rivolti perlopiù ai giovanissimi (non a caso c'è la bella Emma Watson, anche brava nel suo ruolo). Interessante l'idea che il problema nasca più che da una deriva autoritaria da una ingenuità globale dei ragazzi, ma lo sviluppo della trama è troppo semplicisto e porta a un finale che doveva essere importante ma è troppo poco credibile. Tom Hanks come Tony Stark.
Chi spera di trovare una riflessione profonda o spunti originali sul tema dell'invadenza dei social media andrà deluso: questo film riesce ad essere al contempo prevedibile ed implausibile. La prevedibilità deriva dalla trama, l'implausibilità è dovuta al comportamento della protagonista che passa da una sequenza all'altra dall'ingenua Alice nel paese delle meraviglie all'ideatrice del sogno di ogni regime totalitario per poi tornare dalla parte dei buoni in un finale attaccato con lo sputo. Con Hanks defilato e Paxton all'angolo, Watson è troppo esile per reggere il peso di un film perdibile.
Fino a dove si può spingere la tecnologia e, di conseguenza, fino a che punto esiste ancora la riservatezza. Le premesse sono ideali per un pamphlet sociale che ben riassume le paure di buona parte della gente 2 (o 3).0. Ed è inutile negare che l'invadenza del "mezzo", che sia invisibile (onde) o visibile (droni) mette una certa ansia per tutta la durata del film (tratto dal romanzo omonimo di Eggers). La Watson è perfetta per il ruolo, da possibile precaria a reginetta della web tv ma anxche Hanks piace assai. Da vedere!
Teen movie tout court nonostante la problematica affrontata. Ok, buona la resa per cui la protagonista si convince della bontà dei risultati ottenuti dalla compagnia (cure mediche etc.) ma il trattamento con cui è rappresentato il mondo del colosso social è da fantascienza per ragazzi, con un finale che grida vendetta per quanto è puerile. Protagonista leziosa, bravo Hanks anche se come pseudo Steve Jobs non si spreca troppo: un caso in cui la realtà è un passo avanti alla fantasia e il cinema non colma il gap.
Il tema dei Big Data è delicatissimo e fondamentale in questa epoca, ma qui gli autori lo banalizzano con una narrazione superficiale, che accenna sì alle questioni più spinose, ma in un frullato generale da classico film da complotto, con la ragazzina che entra nella grande azienda tra entusiasmo e dubbi. Non paghi, frullano pure i riferimenti cinematografici, che abbondano in tutte le direzioni, quasi un collage che va dal thriller al s/f, prendendo un po’ qua e un po’ là. Pure gli attori volano basso per personaggi terra-terra. Evitabile.
Un film sostanzialmente inutile, che oltre a non aggiungere contenuti nuovi ha il demerito di svilire quel poco che c’è a causa di una sceneggiatura prevedibile, noiosa e buonista fino al midollo. Tom Hanks fa bene il compitino (poco e davvero comodo per un attore del suo calibro), mentre la Watson non cattura, ammicca troppo a un pubblico adolescenziale e ne esce sconfitta, anche e certamente perché il personaggio affidatole è già insulso e stucchevole di per sé. Come se questo non bastasse, arriva l’epilogo scontato a dare il colpo di grazia.
Deludente film di denuncia sull'uso e abuso della gestione dei dati personali da parte dei colossi informatici, in tal senso quanto mai attuale. La trama tuttavia rende il tema banale e superficiale, accennando appena senza mai affondare e quindi rendendo poco credibile la narrazione. Abbastanza inutile e anche noioso. Tom Hanks e Emma Watson non salvano la pellicola dal naufragio.
Il libro di Eggers è del 2013, quando ancora l'idea di un mondo interconnesso attraverso l'uso massivo di un social con l'obiettivo di rendere "trasparenti" le vite delle persone poteva essere considerata futuribile. Già nel 2017, data di uscita del film, la realtà dei social network aveva raggiunto e superato le fantasie del testo. Emma Watson fa del suo meglio nel reggere la scena, supportata dal sempre solido Tom Hanks, ma il risultato complessivo è debole.
Tratto dall'omonimo romanzo. Una ragazza decide di condividere i suoi dati personali con un'azienda di social media. Mediocre, si rasenta la piattezza. La privacy forzatamente condivisa è una tematica più che seria e andava affrontata in altra maniera. Mancano momenti degni di interesse. Tom Hanks è qui un pesce fuor d'acqua. Ultimo film di Bill Paxton e Glenne Headly.
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Visto anche io, se e quando lo commenterò penso di allinearmi alle due palle di Rambo. Davvero un filmetto insignificante e dall'assunto delirante. Il grande Tom Hanks (ai minimi storici in fatto di recitazione) pronuncia la frase "sapere è bene, ma sapere tutto è meglio" fa piuttosto ridere. Cioè, sto qui, in pratica, voleva sapere anche quante volte andavi al bagno. Ma dai, su, vabbè che si tratta di un film, ma è una cavolata a prescindere. E poi vogliamo parlare della sequenza dell'inseguimento al morigerato amico della Watson... E della Watson che si vuol fare un giro in barca nel bel mezzo della notte? E di quando si fa partire il cronometro per trovare in DIECI minuti una pericolosa latitante?...haha!
DiscussioneDusso • 20/07/17 18:36 Archivista in seconda - 1870 interventi
Daniela ebbe a dire: E' morta a 62 anni l'attrice Glenne Headly, attiva in teatro, tv e cinema.
L'ultimo film da lei interpretato è Villa Capri, regia di Ron Shelton, tuttora in post-produzione e quindi non ancora presente nel davinotti.
E pochi mesi prima è morto Bill Paxton che in questo film è il marito della Headly (genitori di Emma Watson in questa pellicola). Una triste "curiosità".