Scandalo internazionale - Film (1948)

Scandalo internazionale
Locandina Scandalo internazionale - Film (1948)
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Titolo originale: A foreign affair
Anno: 1948
Genere: commedia (bianco e nero)

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Tutti i commenti e le recensioni di Scandalo internazionale

TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/05/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 22/05/07 11:45 - 3015 commenti

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Germania, anno Uno. Senatrice USA è inviata per una indagine e scopre che fra ex-nemici c'è qualche fraternità di troppo. In particolare si interessa all'ex-amante di un capoccione nazista, che sembra godere degli aiuti di un ufficiale americano... Non è ancora il Wilder supremo, ma già è ben presente lo spirito corrosivo delle sue migliori opere, e il suo sarcasmo senza sconti. Va da sè che Marlene si mangia coi crauti tutto il film, specie quando si esibisce nel tabarin....

Galbo 4/07/08 07:24 - 12641 commenti

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Subito dopo la guerra Wilder torna nella sua Berlino e dirige un film che pur non all'altezza delle sue opere migliori mostra già in embrioni gli elementi più caratteristici del suo cinema, prima tra tutti la critica senza sconti al puritanesimo americano diretta verso la "solidarietà" (e qualcosa di più) tra vincitori e vinti del conflitto bellico. Il film è totalmente monopolizato dalla figura e dall'interpretazione della Dietrich.

Rebis 16/07/09 18:47 - 2470 commenti

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Funzionari americani nella Berlino post bellica valutano la morigeratezza dei costumi dell’esercito occupante. Nel ‘48 l’orrore del conflitto non era stato ancora metabolizzato: tanta spiazzante leggerezza sulle sorti dei superstiti oggi sarebbe impensabile. La Dietrich, ex cantante nazista in declino, è un poco lambiccata e non aiuta a risollevare le performance dei modesti comprimari. Non brillante ma comunque piacevole, il film, ambientato tra le rovine di una Berlino suggestiva e fatiscente, incuriosisce per la contaminazione tra generi e mostra già lo spirito caustico tipico di Wilder.

Giùan 18/08/11 12:30 - 4925 commenti

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Un Billy minore ma non troppo, in un'opera densa di letture e significati. Tornato nella Berlino i cui orrori aveva abbandonato negli anni '30, per un film in qualche modo di propaganda "risarcitoria" (come era uso nel post guerra), il Nostro non rinuncia al suo cinismo antiretorico, sottolineando con forza l'ipocrita puritanesimo yankee (incarnato dalla senatrice Jean Arthur) che vorrebbe dividere buoni e cattivi con l'accetta. Peccato per la visione delle macerie vere alternata ai trasparenti e il trascurabile Lund. Marlene potente e calda come sapeva essere.
MEMORABILE: Marlene che canta "Black market" al tabarin.

Saintgifts 25/08/11 23:11 - 4098 commenti

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Toni veri da commedia che sfocia nel dramma e torna commedia, il tutto sullo sfondo delle vere macerie (di tutti i generi, come dice il colonnello) di una Berlino a guerra appena finita e con luci e ombre di sapore espressionista. Con humour, ma anche con serietà, Wilder ci mostra una realtà che è stata e il modo di pensare di quegli americani che mai sono usciti dal loro paese o che che hanno conosciuto un po' di mondo purtroppo attraverso una tragedia come la Seconda Guerra Mondiale. La Dietrich nel suo ruolo di sempre.

Daniela 20/03/12 12:05 - 13271 commenti

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Senatrice americana in visita nella Berlino occupata dagli alleati, scandalizzata per l'eccessiva "fraternizzazione" con gli sconfitti (soprattutto con le sconfitte), cerca di smascherare il misterioso ufficiale che protegge una cantante con un passato filo-nazista... Commedia minore, ma pur sempre godibile per l'ironia graffiante con cui prende per i fondelli l'ipocrisia puritana. Dietrich, con il suo passato, può pur permettersi di interpretare una ex nazista ed illumina ogni scena in cui appare. Impressionanti le vere riprese della città in macerie, alternate purtroppo con trasparenti.
MEMORABILE: Marlene fasciata di lustrini che canta nel locale notturno

Myvincent 8/07/12 13:08 - 3987 commenti

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La solita prostituta che fa simpatia al centro di una storia di spionaggio, dove un gerarca nazista è nel mirino delle forze americane occupanti Berlino, subito dopo la caduta del regime. Due donne diversissime e un ufficiale americano ambito, clima fumante da dopoguerra, spinta alla brillantezza dei dialoghi tutta alla Wilder e una Marlene Dietrich al solito semplicemente indimenticabile. Indovinate che ruolo ha quest'ultima?

Faggi 2/04/16 18:04 - 1551 commenti

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Commedia sentimentale alla Wilder nella Berlino devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, occupata e divisa in settori, con in atto il processo di denazificazione ma dove Cupido è sempre pronto a scoccare le sue fatali frecce. Su tutto e su tutti spicca la Dietrich (e il suo personaggio); oso dire che è la cosa migliore del film (insieme allo scenario).
MEMORABILE: La Dietrich sempre; Il bambino che disegna svastiche ovunque.

Rambo90 4/10/21 16:07 - 7995 commenti

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Piacevole commedia di Wilder, non fra i suoi lavori più noti ma che riesce in sceneggiatura ad inserire anche un sottotesto malinconico sui postumi della guerra in Germania e sulla situazione del popolo tedesco. I dialoghi sono comunque prevalentemente brillanti e funzionano, con Jean Athur molto spassosa e una Dietrich che ripete alla perfezione il proprio personaggio. Tra loro Lund appare un po' sacrificato, in un film che brilla soprattutto per le star femminili.

Il ferrini 25/05/23 00:46 - 2674 commenti

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Un Wilder particolarmente caustico gira nella Berlino totalmente distrutta dell'immediato dopoguerra, una commedia nera e rosa che diverte e talvolta impressiona, anche solo per la devastazione che circonda i protagonisti. La Dietrich, che aveva un ottimo rapporto col regista, ha un personaggio perfettamente cucitole addosso e offre una prova eccezionale, ma anche la Arthur è deliziosa, soprattutto quando s'innnamora. Si ride, anche se spesso amaramente, più avanti Wilder ci tornerà con maggior leggerezza. Film poco celebrato ma meritevole.

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Paulaster 31/10/23 18:02 - 4876 commenti

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Delegazione Usa va a Berlino per “correggere” le connivenze americane avute col nemico sconfitto. Commedia romantica in un soggetto di sostanza, che parla di caccia ai nazisti e di guerra come affare. Wilder è corrosivo nei confronti del potere di Washington e non risparmia dialoghi ficcanti; per bilanciare inserisce un eccesso di melò nella parte centrale. Discreti i momenti tra le due protagoniste, anche se la Dietrich catalizza l’attenzione al minimo sguardo.
MEMORABILE: Berlino sventrata; La torta venduta al mercato nero; La solidarietà femminile.
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