Il direttore della filiale Coca Cola a Berlino ovest ha il suo daffare con la figlia del gran capo, che in segreto ha sposato un fanatico comunistone della parte est. Grossa grana, ma anche grossa chance di vendere la Coca ai rossi... Scatenatissima commedia del grande Wilder, un fuoco di fila di battute e trovate con un mostruoso James Cagney degno delle sue esagitate performances gangsteristiche. Da non perdere, con l'avvertenza che ci si sente male dal ridere.
MEMORABILE: "Ma lei crede che siano tutti corrotti?" "Non lo so, non conosco tutti".
Esplosiva commedia di Billy Wilder che non godette di grande successo commerciale salvo il venire maggiormente apprezzata successivamente. Il regista, che per girare il film tornò in Europa, a Berlino, ricostruisce da par suo il tema della guerra fredda e delle differenze tra est e ovest prendendo di mira i due sistemi di governo berlinesi, comunismo e capitalismo alle prese con il totem commerciale della Coca Cola. Grandissimo ritmo ed ottima interpretazione di James Cagney in una commedia imperdibile.
Esilarante e forse migliore interpretazione in assoluto di Cagney; il noto cinismo di Wilder non risparmia niente e nessuno in questa specie di circo su celluloide dove vengono messi alla berlina comunismo, capitalismo, imperialismo americano. Una commedia dal ritmo fenonemale.
Tour de force di un attore maiuscolo e frizzante diretto dal Maestro della commedia; le bolle della Coca Cola girano frenetiche qua e là del muro di Berlino; una figlia di capo si innamora di un comunista e a Cagney tocca mettere le cose a posto a colpi di etica capitalista in un paese che non ama e tra una lingua che non capisce. Divertente e dritto come una freccia sin dal primo attimo.
MEMORABILE: Cagney entra in ufficio e tutti battono i tacchi; Bucholz torturato a dischi di rock'n'roll russo; Cagney compra una Coca: dalla macchina esce Pepsi.
Avete mai provato a buttare 10 aspirine in una bottiglia di coca-cola? Un'esplosione di bollicine è più o meno l'effetto di questa strepitosa, scatenata, irriverente, caustica e iperdivertente commedia, fra le migliori di Wilder e degli anni '60 in assoluto. James Cagney mattatore, la Pamela Tiffin di Straziami ma di baci saziami e uno sconosciuto ma indimentabile Hanns Lothar come spalla di Cagney.
MEMORABILE: Cagney: "Naturalmente lei era antinazista e non le piaceva Adolfo? ". Lothar: "Adolfo chi? "
Tutti e tre i colpi giungono a segno: il primo contro il totalitarismo sovietico, il secondo contro il capitalismo americano che colonizza il mondo con fiumi di Coca Cola, il terzo contro la Germania occidentale e i suoi strascichi di prussianesimo e inquadramento nazista. La regia di Wilder si rispecchia in un Cagney (doppiato da Nando Gazzolo) imperioso e folgorante, che monopolizza la scena seguito dal giovane comunista nudo e crudo Bucholz; non manca lo spazio per saporite caratterizzazioni di tedeschi (Lothar), russi (Askin) e sexy segretarie (Pulver).
MEMORABILE: Cagney che impartisce gli ordini per il cambio di look del comunista Bucholtz; l’incontro con i genitori della Tiffin.
Il ritmo forsennato teatrale viene perfettamente riproposto in questa fantastica commedia che lascia senza respiro. Un caos totale di equivoci, battute velenose, ottimi personaggi, cinismo a palate che nella parte finale diventa quasi isterismo (sia dello spettatore che del fantastico Cagney). Non ha molto da invidiare alle più famose commedie di Wilder.
MEMORABILE: "Fatto a mano dagli gnomi della Foresta Nera" (MacNamara, regalando l'orologio a cucù a Otto).
Si ride, tanto. E non si ride solo del modello sovietico, messo in ridicolo attraverso i tre funzionari del Partito e il giovane comunista Otto, ma anche delle contraddizioni del capitalismo, ben incarnate da un James Cagney in stato di grazia. Il film ha un ritmo forsennato, non dà tregua nemmeno per un minuto; purtroppo il muro venne costruito proprio durante le riprese, determinando un clima sfavorevole alla pellicola, che avrebbe meritato ben altra fortuna. Da vedere assolutamente.
MEMORABILE: "Ma come? Sono un capitalista da appena tre ore e ho già un debito di 10.000 dollari?" "È il segreto del nostro benessere! Tutti hanno debiti con tutti!"
Questa commedia esilarante e dal ritmo forsennato, relativamente poco nota, non ha nulla da invidiare ai più celebrati film di Billy Wilder. E, in quanto a satira politica, regge eccome il confronto con il Dottor Stranamore. Un film letteralmente esplosivo, così come l'interpretazione di uno straripante James Cagney, mattatore assoluto della pellicola. Ma anche il resto del cast è in splendida forma, tutti i comprimari sono azzeccatissimi. E siccome l'occhio vuole sempre la sua parte, ci sono pure due bambole super sexy, la bionda Liselotte Pulver e la bruna Pamela Tiffin.
Dopo A qualcuno piace caldo, una sorta di "A qualcuno non piace la guerra fredda", in cui Wilder paga uno e prende tre: si fa gioco del capitalismo, del comunismo e del modello tedesco in modo umoristico e beffardo, con situazioni e battute che vanno sempre a segno. L'azione è spassosa e i dialoghi frenetici lo fanno sembrare un film ancor apiù scatenato. Qualche brano classico arricchisce la colonna sonora e "partecipa" in qualche scena (come la Sabre Dance di Khachaturian).
Dirigente americano della Coca Cola a Berlino aiuta coppia per convenienza lavorativa. Commedia che scherza sul capitalismo Usa negli anni che portarono al muro tedesco e sul carrierismo esasperato. Divertente anche per la satira dei nostalgici del nazismo da un lato e dei compagni comunisti dall'altro. Cagney sprigiona energia in un ruolo a lui congeniale; la sceneggiatura non dà respiro. Satira anche politica contro Kruscev (con la famosa scarpa) e i cubani.
MEMORABILE: La segretaria che balla sul tavolo; Gli ordini d'acquisto a raffica; L'inseguimento con la macchina senza ruota; I vuoti di contrabbando a rendere.
Film di cui Wilder era piuttosto soddisfatto, visto oggi risente un minimo degli anni e del mutato (per fortuna) contesto. Visto allora, probabilmente l'effetto sarebbe stato diverso. Sempre intelligente la satira imparziale del Maestro, che scudiscia capitalisti e comunisti con pari cattiveria. Cagney si rivela, un po' a sorpresa, perfetto attore da screwball comedy, mentre il resto del cast non è all'altezza dell'ex angelo dalla faccia sporca. Molte gag sono esilaranti, forse quelle sull'avvenente segretaria non sono tutte impeccabili.
MEMORABILE: Elegante autocitazione da Scandalo internazionale, il locale dove Cagney si accorda con i russi che ricorda il night dove si esibisce la Dietrich.
Satira dal ritmo sfrenato sui rapporti tra americani e russi ai tempi della guerra fredda. Ambientata a Berlino in procinto di essere divisa dal famigerato muro, non venne accolta all’epoca con grande entusiasmo, pur essendo una perfetta espressione del tocco wilderiano cinico, misogino e irriverente. Nei panni del frenetico dirigente della Coca Cola il “piccolo gangster” Cagney dimostra tutta la sua verve anche in un ruolo insolitamente brillante. In fondo capitalismo e comunismo sono la stessa faccia di una medaglia chiamata “potere”.
MEMORABILE: "Il capitalismo è come un pesce morto al chiaro di luna, luccica ma puzza"; La proposta di scambio della segretaria biondona ai funzionari russi.
Wilder si trasferisce (appena in tempo) nella Berlino "pre-muro" per ambientare una commedia politicamente corretta che bastona sia il comunismo (ma con più forza) che il capitalismo, che allora si spartivano la città. Nonostante gli evocativi esterni d'epoca, la narrazione ha una struttura prevalentemente teatrale, che sfrutta la brillante sceneggiatura e il grande mestiere del cast, di Cagney in particolare che monopolizza la scena da capo a fondo ed è questo (col senno di poi) il limite della commedia, relegando gli altri a figure di maniera. Bello sì, ma legato al suo tempo.
MEMORABILE: I tic teutonici del segretario; Lo slang dei russi; L'orologio a cucù; Il nuovo look di Otto.
Una frizzantissima satira politicamente scorretta che dissacra, portandoli all'estremo, gli stereotipi più o meno veritieri di ben tre mondi differenti (con relativi personaggi): la Germania post-nazista dal passato nascosto, lo sfrenato mondo americano del business e della sete di denaro e successo, il blocco dell'Est sotto la corrotta burocrazia sovietica. La prima parte fa sbellicare dalle risate e gridare al capolavoro, poi forse il film si allunga un po', con un lieto fine troppo accomodante per tutti che poteva osare di più. Comunque geniale e divertentissimo, scritto benissimo.
MEMORABILE: "Ti sei innamorata di Kruschev?"; "Yankees go home" che si dice anche a casa della ragazza; La tessera di partito mostrata per sbaglio.
Mentre sta per concludere un accordo per impiantare fabbriche di Cola Cola in URSS, un dirigente americano a Berlino si trova a dover far da balia alla figlia del suo principale... La presenza dei tre funzionari russi attratti dalle lusinghe del capitalismo ricorda Ninotchka ma qui Wilder non procede con il passo elegante di Lubitsch bensì con i cingoli della satira che non risparmia nessuno, anche se il trattamento più graffiante è riservato ai comunisti o presunti tali. Formidabile Cagney che si muove come una trottola mentre spara battute con la velocità di una mitragliatrice.
MEMORABILE: La Kremlin-cola usata dagli albanesi per lavare le pecore.
Farsa ambientata nella Berlino da poco divisa dal muro, molto divertente e dal ritmo sincopato, diretta da un Wilder ispiratissimo. Cagney è quasi sorprendente in un ruolo così brillante e sopperisce con la sua classe a un Buchholz non propriamente naturale. Molto bene anche il cast femminile, mentre la sceneggiatura fa affiorare qua e là sprazzi di satira in un copione quasi interamente votato all'imbroglio e all'equivoco. Notevole, e ancora oggi godibilissimo.
Incalzante, travolgente, quasi due ore tutte d'un fiato senza cali o noia. Adattamento di un'opera dell'ungherese Molnár del 1929, possiede infatti il ritmo e la brillantezza che abbiamo conosciuto anche in Italia negli anni '30/'40 con le commedie dei "telefoni bianchi". Infatti un incontenibile James Cagney si scopre come perfetto alter ego di quello che era per noi Antonio Gandusio. Testi fitti fitti da seguire con attenzione per non perdere tutte le citazioni e le rasoiate satiriche che colpiscono equamente capitalismo e comunismo (e chissà quante vanno perse nella traduzione!).
MEMORABILE: Cagney: "Scarpe di coccodrillo? Le usano solo i gangsters!".
Inizia in modo greve con battute e doppi sensi da avanspettacolo e con la sgradita tendenza a dipingere ogni russo come un minorato. Nel seguito acquista un ritmo notevole grazie a Cagney (ma anche Lothar e altri caratteristi) e al copione, che indovina una serie di gag e situazioni paradossali. Bucholz è costretto ad andare fuori giri dal personaggio ma tutto sommato segue bene i tempi comici. Buona la satira politica, che nelle ultime scene deve però cedere il passo alle esigenze moralistiche.
Non una delle commedia di Wilder più celebrate: ingiustamente. Il film si ricorda per un ritmo incalzante, un susseguirsi di battute efficacissime e una satira sia verso la società consumistica capitalista che verso quella sovietica. Cagney è semplicemente strepitoso nel tratteggiare la figura del dirigente della Coca Cola che vuol conquistare il mercato dell'est, ed è spalleggiato da validissimi caratteristi. Lo spettacolo conquista per tutta la sua durata e sono numerose le volte che il sorriso (quando non la risata) affiora sulla bocca dello spettatore.
Billy Wilder ritorna a Berlino e racconta a modo suo la guerra fredda, Ce n'è per tutti: i capitalisti americani della Coca Cola (cinici, fedifraghi, pieni di frasi fatte), i sovietici (parlano per slogan e sotto sotto invidiano l'Occidente), I giovani (sciocchi idealisti che ben presto metteranno da parte i loro ideali), i tedeschi (che cambiano i regimi ma battono sempre i tacchi). Una commedia scatenata, piena di trovate, splendidamente recitata.
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Dvd della A & R Productions in uscita il 13/05/2012
HomevideoRocchiola • 8/08/19 18:48 Call center Davinotti - 1318 interventi
Non ho visionato l'edizione A&R che dovrebbe essere rimasterizzata in HD di colito con esiti eccellenti per questo editore che acchiappa all'estero i master in HD egli sovrappone l'audio italiano originale. Io posseggo il vecchio DVD della MGM presentata nel corretto formato panoramico 2.35 con un'immagine in bianco-nero abbastanza brillante ma un pochino difettosa (abbondano puntinature e graffietti che se pur di modesta entità accompagnano l'intera visione). L'audio italiano mono è discreto non potentissimo ma chiaro.