Inevitabile che l'exploit straordinario di BOHEMIAN RHAPSODY desse il via a una reazione a catena: ROCKETMAN, che alla regia promuove il regista ombra del film sui Queen, colui che sostituì Singer senza guadaganarsi il credito nei titoli, sembra costruito in modo molto simile. Rivissuta in flashback attraverso il racconto di un Elton John (Egerton) che irrompe con uno dei suoi improbabili costumi a una riunione di alcolisti anonimi, la storia della grande rockstar non sembra poi così differente da quelle di chi in quegli anni abusò di alcool e droghe...Leggi tutto d'ogni tipo. Pur tuttavia una ricostruzione d'ambiente impeccabile, un lavoro magnifico sull'immagine operato intervenendo sugli stacchi, sul montaggio e sui fotogrammi stessi attraverso la grafica, fanno sì che il film riesca gustoso anche agli occhi del non-necessariamente-fan. In questo caso si sceglie la via del musical: alle esibizioni canore del protagonista sul palco si aggiungono infatti interpretazioni corali e coreografate di brani che - con opportuni sottotitoli – diventano parte della storia, portati in scena per movimentare il ritmo e sfruttare il vastissimo repertorio dell'artista. Ed è proprio la rivisitazione di alcuni classici di Elton John a colpire in positivo: l'esibizione al Troubadour di Los Angeles con la presentazione al pubblico americano di "Crocodile rock" moltiplica l'impatto del brano rispetto alla più compassata versione da studio e la cosa si ripete con molti altri pezzi: restaurati e risuonati con le potenzialità delle nuove tecnologie i brani acquistano una forza straordinaria, che la voce di Taron Egerton reinterpreta talmente bene da aver suscitato il plauso dello stesso Elton John. Insomma, dal punto di vista musicale l'operazione è centrata in pieno, e se la scelta è costretta ad accantonare classici come "Blue Eyes", "Candle In The Wind" (solo accennata al piano durante la prima audizione), "Elton's song", "Sacrifice", “Tonight” e tante altre, quelli presenti non suscitano troppi rimpianti (la meravigliosa "Goodbye Yellow Brick Road" viene riproposta quattro volte in versioni sempre diverse). L'ottimo lavoro sull'immagine e nella riproposizione degli incredibili costumi di scena di Elton si rispecchia anche in una sceneggiatura che si capisce essere non qualsiasi, e se qualche divagazione superflua e qualche pausa minano il ritmo qua e là (ma la stessa cosa accadeva in BOHEMIAN RHAPSODY), ciò che resta è comunque la valida restituzione romanzata di un personaggio che forse non in molti conoscevano dal punto di vista umano; emerge nelle sue pulsioni omosessuali, nell'eccentricità del look e delle mille paia di occhiali che ne segnano lo stile bizzarro. Più di maniera il disegno dei comprimari a cominciare dai genitori, scontato l'atteggiamento del nuovo manager/amante (Madden), più interessante il rapporto col paroliere di fiducia Bernie Taupin (Bell). Non travolgente quanto BOHEMIAN RHAPSODY, umanamente però più studiato nonché rispettoso nei confronti del'artista, comunque messo a nudo nelle sue debolezze, nella sua omosessualità e nei suoi eccessi.
Biopic su Elton John che miscela momenti di vita personale, numeri musicali e puntate nell'onirico e nel fantastico. Una buona regia imprime un considerevole ritmo al girato, con una fotografia di abbacinante bellezza e trascinanti performance canore. Egerton si cala con buoni risultati nel ruolo del celebre artista londinese; la Howard non dispiace, ma sembra in alcuni frangenti fin troppo giovane per il personaggio che deve interpretare; molto bravo Bell come Bernie Taupin. Si esce dalla sala carichi di emozioni e, in definitiva, soddisfatti.
La vita di Elton John non è stata molto dissimile da quella di altri artisti (anzi, con meno avvenimenti), ma il film ha il pregio di sopperire a una sceneggiatura un po' statica con belle invenzioni visive, numeri musical che intervengono nel narrato e sconfinamenti nell'onirico che vivacizzano le cose. Molto molto bravo Egerton, sia nel recitato che nelle parti canore, un po' meno Madden che fuori dal trono deve ancora convincere. Ritmo veloce, belle ricostruzioni d'epoca e costumi sfavillanti. Buono.
Rocketman è una grande esperienza emozionale. Non si pone come film storico, non pretende di raccontare la vita di Elton John documentandola con precisione. Rocketman fa vivere un sogno, facendoci immergere nei ricordi dell'infanzia, nei primi approcci alla musica, nel successo, nel declino e nella ripresa. I tocchi di regia di Fletcher sono poetici, surreali e coinvolgenti. Ottimo il cast, superbe le musiche cantate dal cast. Da brividi molte sequenze coreografate con metafore. Bellissimo film, bravissimo Taron Egerton.
MEMORABILE: Direttore d'orchestra dal lettino; Il volo verso l'alto durante Crocodile Rock; La coreografia di Saturday night Alright; Sul fondo della piscina.
Biopic sulla vita di Elton John che consta di tutti gli ingredienti tipici del genere: andirivieni temporali, canzoni, qualche scena madre, ascesa, caduta e poi di nuovo la gloria. Ciò che lo rende diverso da operazioni del genere è quello
di dare ampio spazio, sin dall'inizio, alla parte onirica che funziona molto bene. Anche la regia fa egregiamente la sua parte, così come i numeri musicali ben coreografati e molto coinvolgenti. Ne è così venuto fuori un film vivace, ritmato
e colorato che piacerà soprattutto ai fan ma non solo a loro. Bravissimo Egerton nella parte di John.
MEMORABILE: L'esecuzione di Rocket Man e la creazione di Your song.
Questi biopic stelle e strisce sugli artisti si assomigliano un po' tutti: ascesa, crollo con droghe annesse, rinascita in nome dei veri affetti, finale che piomba senza avvincere più di tanto, alto budget che garantisce professionalità di cast e confezione. Questo gode di una parte iniziale particolarmente riuscita, di un ritmo elevato e di qualche azzeccato affondo visionario, ma per il resto - purtroppo tale è la vita reale - niente di nuovo sotto il sole. Madden, pettinato in questo modo, ricorda Luc Merenda.
MEMORABILE: I due amici che parlano, parlano e parlano, col pomeriggio che diventa sera, che diventa notte, fino all'alba, fuori dalla metropolitana.
Inevitabile il confronto con il film di Singer ma fin dalle prime sequenze è chiaro che qui il genere non è il biopic convenzionale, in cui fatalmente risaltano inesattezze e forzature, ma il musical in cui le canzoni, oltre ad essere presenti in quanto esibizioni sul palco, sono coreografate con fantasia ed inserite fluidamente nella narrazione. Scelta stilistica felice al pari di quella del protagonista: altrove attore modesto, Egerton fornisce una prova d'eccellenza anche dal punto di vista vocale, prescindendo dalla mera somiglianza fisica. Un bell'omaggio a Elton John.
MEMORABILE: La sequenza di "Saturday Night's Alright For Fighting"; Il costume da diavolo rosso; La coreografia subacquea del tentato suicidio
Biopic su Elton John che parte a ritroso dalla sua riabilitazione dall'alcolismo. Tenuto conto che con un protagonista tanto eccentrico e stupende canzoni sarebbe forse stato più indicato un regista maggiormente innovatore, è l'onestà di fondo che premia il film. Discreti l'inizio infantile e le varie scene fantasiose e nota per una conclusione che non sfrutta i brani più conosciuti. A volte rallenta per insistere sui tarli familiari e sull'ovvia carenza d'amore e non scava nell'intimo più di tanto.
MEMORABILE: Il duetto con Kiki Dee; "I want love" cantata da bambino; Il video di "I'm still standing" rifatto come l'originale.
Confezione che non lesina sforzi tra ambienti americani e costumi di varie epoche e un Egerton che si impegna per dare umanità al personaggio e canalizzare una variopinta gamma di emozioni. Però sono troppe le canzoni e le vicissitudini di carattere sentimentale del protagonista per rendere veramente appassionante la pellicola, che soffre di passaggi non proprio riusciti o quantomeno prevedibili. Nel cast menzione particolare per Jamie Bell.
Deludente biografia musicale sulla vita e la carriera di Elton John che paga forse il confronto con il coevo e ben più incisivo film sui Queen. Manca di forza e intensità, tutto è molto didascalico e superficiale, la regia è piatta e quando cerca di inserire momenti destinati a emozionare non vi riesce. Ne esce un quadro di un uomo profondamente triste e della sua vita solo apparentemente di successo. Alla fine quel che si salva veramente sono quella decina di canzoni che fanno ormai parte della storia della musica leggera.
Più che un biopic, un riuscito omaggio ad un musicista straordinariamente dotato, colto nel suo momento di massimo fulgore e nelle fasi più cupe della vita. Una sceneggiatura che “scandaglia” l’uomo e l’artista, inserita in un contesto ambientale ottimamente ricreato, con una colonna sonora da urlo e belle coreografie. Colpisce la grande naturalezza con cui le parti musicali vengono inserite nella narrazione. Taron Egerton si rivela eccellente performer. Da vedere.
La vita e le opere di Elton John si prestano sia al biopic che al musical. Regista e autori hanno preferito la seconda opzione, con soluzioni a tratti visionarie e una rigorosa ricostruzione di suoni e colori di un’epoca, che restituiscono (sia pure con qualche ridondanza) l’immagine di un artista molto dotato e molto infelice. Il non eccelso Egerton, oltre a metterci la faccia e a riprendere vezzi e tic di “Reggie”, si dimostra anche un buon cantante. Accanto a lui, ben figurano Bell e Madden.
MEMORABILE: “Devi uccidere la persona che ti volevano far essere, per diventare quel che vuoi essere davvero”; “Pinball Wizard”; La piscina; Al ristorante.
Che sia il cantante a produrre un film sulla sua vita è sospetto. Ma questo non è un biopic, bensì una sua stessa creazione per interposta persona: una fantasiosa commedia musicale che lo fa assurgere a emblema dell’artista sofferente, dall’infanzia dolorosa al successo che nasconde solitudine e alienazione. Opera di notevole ricchezza visiva e musicale, dove le canzoni si integrano alla perfezione con le vicende narrate, in un’ottima ricostruzione ambientale. Inutile cercarvi il vero Elton, ma ancora una volta il suo personaggio. Affascinante.
Il film di Dexter Fletcher è un biopic diverso dal solito, molto distante dal genere di cui fanno parte molti altri film su musicisti famosi come ad esempio il contemporaneo Bohemian Rhapsody; Rocketman è infatti più un musical che un film. La storia è focalizzata sulla giovinezza e sulla prima parte della grande carriera di Elton John, non occupandosi affatto della seconda, quella matura e priva di eccessi. Il film è girato bene e i vari stacchi musicali sono molto efficaci. Notevole la somiglianza di Egerton. In definitiva un bel film.
Bella biografia di un'icona mondiale della musica pop rock. Notevole la messa in scena; in particolar modo risulta originale e vincente la scelta di effettuare transazioni surreali tra storia e musical, che danno corpo a una narrazione continuamente in tensione, senza pause, frenetica, appassionante. Prove degli attori molto convincenti e intense, storia mai banale o didascalica. Il risultato è un omaggio al protagonista e al suo amico di una vita , Bernie Taupin, l'unico che esce veramente alla grande in ogni istante della narrazione.
Buona l'idea di fondere il solito biopic a sfondo pop-rock con il musical classico, di fatto alternando fasi della vita di Elton (che rispondono più o meno alle consuete tappe di questo genere di film, fra contrasti familiari, successo, depressione, perdita e ritrovamento delle amicizie, eccetera...) a sorprendenti numeri musicali, in cui le canzoni dell'artista vengono arrangiate con pregevole inventiva (si veda il riadattamento di "Crocodile Rock") su sgargianti coreografie (niente di diverso ci si poteva aspettare, visto il personaggio). Notevole omaggio all'estro del cantante.
MEMORABILE: La coreografia di "Saturday Night's Alright For Fighting"; Il "volo" durante il concerto; Il tentato suicidio; Le foto dei costumi del vero Elton.
Decisamente più riuscito e coinvolgente rispetto al film dedicato a Freddy Mercury, co-diretto (ma non ufficialmente accreditato) dallo stesso Fletcher. Ottima davvero la messa in scena, con elementi "onirici" e inserti "musical" che ben si integrano nella storia narrata. Non tutto è perfetto e certe scene di sesso sono forse superflue, ma nel complesso abbiamo un buon prodotto che si avvale di ottime interpretazioni (veramente bravo Taron Egerton). Bella la fotografia dai colori molto accesi e impressionante la ricostruzione degli abiti di Elton.
Film biografico che ripercorre la vita artistica e personale dell'eclettico Elton John, dagli esordi alla maturità artistica e personale culminata con l'abbandono di droghe ed eccessi. Il film ha il pregio di abbandonare spesso la sicura via del biopic per sfociare in un vero e proprio musical che sottolinea i momenti più salienti della vita dell'artista. Grandiosa la performance attoriale e la capacità canora del cast.
Biopic fatto con mestiere, che forse non regala picchi di eccellenza ma senza dubbio offre un buon affresco di uno degli artisti più iconici nella storia della musica. Abbastanza buone le prove del cast, belli i costumi e le ambientazioni, ma ovviamente la parte del leone la fanno le canzoni di Elton John e con un repertorio del genere era davvero difficile fallire! A proposito della scelta delle canzoni, però, sorge una domanda: perché omettere del tutto "Candle in the wind" e accennare appena a "Sorry seems to be the hardest word"? Pazienza, ci rifaremo con "Rocket man"!
Gradevole opera che commistiona alla perfeziona il genere biografico (si concentra maggiormente sugli esordi e sul successo negli anni Ottanta) con il musical (la parte decisamente migliore con coreografie da far sbrilluccicare gli occhi). Fletcher sguazza meravigliosamente nel genere (d'altra parte ha girato alcune scene in Bohemian Rapsody) e confeziona scene dall'indubbio fascino. Egerton è strepitoso e l'intensità dello sguardo di Bell comunica molto più di tante parole. Ricostruzione ambientale eccellente, soprattutto per quanto riguarda gli eccentrici costumi del protagonista.
MEMORABILE: Il rapporto "mai nato" col padre; La prima esecuzione di "Your song"; L'abbraccio fra Elton adulto e Elton bambino.
Molto meglio riuscito del coevo biopic su Freddy Mercury, col quale condivide una sostanziale reticenza patinata ma rispetto a cui vanta un credito fondato su una più esplicitata leggerezza, venata di una scorrevolezza da commedia musical(e) che ne pialla la pretenziosità (vedasi la cornice "terapeutica") a rischio di un kitsch spesso di maniera (la rappresentazione familiare). Altro piacevole atout che il film gioca è la performance di Edgerton, sinceramente a suo agio nonostante la "contemporaneità" di Sir Elton, cui dona anzi una grazia meno eccentrica e di contagioso feeling.
Emozionante e ben riuscita biografia di una parte della carriera di Elton John, raccontata in prima persona dal suo punto di vista quando si trovava in clinica per disintossicarsi; stupenda è su tutto l'interpretazione di Egerton, che suona, danza e canta senza imitare troppo, trasmettendo tutta l'emotività e il cuore di un personaggio a dir poco sopra le righe, il quale forse aveva soltanto bisogno di essere amato. Vanno accettati per quello che sono i momenti da musical, anche se a dire la verità non stonano troppo con il mood del film, che resta di ottima fattura e meritevole.
Girato per essere un musical più che un biopic come il precedente sui Queen, certamente ben fatto, questo lavoro di Fletcher (che di quell'altro era stato regista ombra) dedicato a una star in vita (che presumibilmente ne ha condizionato la scrittura) ha il torto di trasformarsi in una sorta di burlesque, finendo per apparire indulgente e autoassolutorio per il buon Elton: genio musicale, senza dubbio, ma dotato di un ego talmente smisurato da non necessitare di una così smaccata celebrazione al cinema. Resta la musica ad accompagnare una visione senza autentici spunti drammatici.
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DiscussioneRaremirko • 9/07/19 23:16 Call center Davinotti - 3863 interventi
Ryo, chiedo scusa per l'eventuale domanda scema...
Ma come faceva Elton John ad alzarsi dal piano all'indietro, come si vede nel film durante Crocodile rock?
pare voli...lo faceva per poco nelle esibizioni vere, o stava così tanto?
DiscussioneRaremirko • 10/07/19 00:00 Call center Davinotti - 3863 interventi
Molto molto bello, sullo stesso piano di Bohemian rhapsody (Fletcher lì era produttore esecutivo), anche se qui si vira più sul musical.
Bravissimo Egerton (a tratti poi pare di avere di fronte il vero Elton John), indicati gli attori di supporto (ricco il cast insomma).
A dirla tutta ho trovato gratuite e fuori luogo le scene di sesso, non son stato l'unico a storcere il naso in sala.
Comunque molto buono e ben diretto; un altro grande omaggio ad un altro mostro musicale, per fortuna ancora vivo.
MusicheAlex75 • 9/12/19 19:03 Call center Davinotti - 710 interventi
La tracklist della colonna sonora:
1 The Bitch Is Back (Introduction)
2 I Want Love
3 Saturday Night’s Alright (For Fighting)
4 Thank You For All Your Loving
5 Border Song
6 Rock & Roll Madonna – Interlude
7 Your Song
8 Amoreena
9 Crocodile Rock
10 Tiny Dancer
11 Take Me To The Pilot
12 Hercules
13 Don’t Go Breaking My Heart
14 Honky Cat
15 Pinball Wizard – Interlude
16 Rocket Man
17 Bennie and the Jets
18 Don’t Let The Sun Go Down – Interlude
19 Sorry Seems To Be The Hardest Word
20 Goodbye Yellow Brick Road
21 I’m Still Standing
22 (I’m Gonna) Love Me Again
DiscussioneAlex75 • 10/12/19 19:12 Call center Davinotti - 710 interventi
Io sono rimasto un po' spiazzato perché mi aspettavo (e avrei preferito) un biopic; ho comunque apprezzato molto la messa in scena: le performance canore e la fedeltà dei costumi all'originale sono davvero impressionanti. Delle scene di sesso avrei sinceramente fatto a meno (la tentazione di premere il tasto FF è stata forte): mi sono sembrate inserite a forza (come in tanti, troppi film, soprattutto degli ultimi vent'anni), senza che aggiungessero qualcosa alla storia.
Mi ha suscitato qualche perplessità la scena in cui Elton e Bernie sottopongono vari brani al giudizio di Dick James: tra i brani accennati ci sono un paio di canzoni degli anni '80 ("Sad songs" e "I guess that's why they call it the blues"); non so se si tratti di un errore passato inosservato o se si tratti di materiale comunque scritto all'epoca e rimasto per anni inedito (in una scena, il giovane Bernie dichiara di avere già scritto un centinaio di testi). Spero che qualche esperto eltoniano passi di qui e dica la sua. Io, comunque, propendo per la prima ipotesi.
Io non me ne intendo, ma da questo film sono rimaste escluse una quantità enorme di canzoni e di duetti, a cominciare dalla colonna sonora del Re Leone (che ci ha vinto un premio oscar, mica bruscolini), Blue Eyes, Nikita, Candle in the Wind, e tantissime altre. Che farebbe ipotizzare potrebbe anche esserci un sequel prima o poi... senza contare, che Elton John aveva partecipato anche al Live Aid (non che si potesse rifare la stessa scena già vista nell'altro biopic), e al concerto in memoria di Freddie Mercury, cantando proprio Bohemian Rhapsody alternandosi con George Michael e Axl Rose... solo per nominare due a caso. E senza dimenticare che nel film animato Gnomeo e Giulietta Elton John era produttore oltre che compositore musicale
Ho trovato una lieve incongruenza Durante la terapia di gruppo Elton dice che in 20 anni non ha mai litigato con il fido Tupin Ma in seguto si vedranno delle sfuriate non indifferenti da parte di Elton nei confronti di Tupin Inoltre se non erro nella realtà i 2 si separarono per un certo periodo