Dalla celebre (in America) favola del dr. Seuss l'ennesimo Christmas-movie per famiglie con il brutto anatroccolo cattivo isolato pronto per la redenzione. Siamo a Chi-non-so, un paesino innevato dove gli abitanti (tutti con un curioso naso di forma canina) vivono per celebrare il Natale. Tutti meno uno: il Grinch, variante verde e pelosa dello stesso popolo, rintanato in cima a un monte tra la sporcizia e meccanismi di ogni sorta. Benché irriconoscibile sotto una maschera pesante e rugosa, Jim Carrey è lo stesso di ACE VENTURA, tutto gesti plateali e contorsioni mimiche esagerate; per questo lo si identifica quasi meglio qui...Leggi tutto che in TRUMAN SHOW, per questo il simpatico attore rappresenta allo stesso tempo le qualità e gli evidenti limiti del film di Ron Howard: non gli si può negare un'innata propensione all’istrionismo che nobilita la sua recitazione, ma dall'altra tutto ciò causa nello spettatore una crisi di rigetto quasi immediata, tale è la smisurata voglia di strafare del protagonista. Tutto il cast scompare all’apparire di Carrey, che non lascia spazio praticamente a nessuno. Così, in presenza di un soggetto striminzito, Ron Howard si limita a orchestrare (malamente, va detto) le evoluzioni del Grinch e i suoi repentini sbalzi d'umore mentre gli abitanti di Chi-non-so proseguono nelle loro discussioni insulse sul valore del Natale preparando cerimonie e addobbi. E se va detto che il make up di Rick Baker (premiato con l’Oscar) ha un suo effetto, le scenografie sono invece per lo più dozzinali, prive di quel tocco di fantasia che un budget così elevato avrebbe concesso in abbondanza. Noioso, eccessivo, superfluo.
Favola che è davvero poca cosa. I personaggi sono parecchio antipatici (anche quelli che dovrebbero ispirare un minimo di simpatia, come la bambina). E persino il Grinch (seppellito sotto il trucco c’è Carrey), dopo cinque minuti di grugniti, espressioni truci, risatine diaboliche e sciocchezze verbali risulta già indigesto, come una peperonata a mezzanotte. Questa pellicola, ripetitiva, a tratti smielata, non certo spiritosa, può anche essere ignorata.
MEMORABILE: Il cane, che fa la sua figura; "Può darsi che il Natale non venga dal supermercato, può darsi che il Natale abbia un significato più complicato".
Commedia non molto riuscita di Ron Howard, basata su una storia natalizia molto popolare negli Stati Uniti. Il film è nelle intenzioni una parabola che trasmette messaggi sul significato del Natale, ma risulta forzato e pedante, con un personaggio principale che, benché ben interpretato da Carrey, non coinvolge mai veramente lo spettatore (neanche, si presume, quello di tenera età). Piuttosto valido comunque il make up (ma era il minimo sindacale richiesto).
E meno male che anche il Grinch, già trattato nei cartoon, ha una sua collocazione fra i film. La pochezza della trama, mielosa a tratti, è dovuta per lo più alla confezione del film stesso: siamo sotto Natale e quindi lo si deve collocare sull'onda dei vari prodotti di tal periodo. Il Grinch certo non è il massimo di simpatia, ma nemmeno i vari Santa Claus con Tim Allen sono sopportabili più di 10 minuti; o no? Quindi si può vedere se si apprezzano certe visioni in certi periodi; chissà, sognando che fuori nevichi...
un film che senza Carrey non avrebbe ragione di esistere e probabilmente spingerebbe con difficoltà lo spettatore a volersi sorbire più di dieci minuti. Nel complesso è carino, decisamente destinato ad un pubblico sotto i dodici anni. Rinnovando la mia allergia per le canzoncine d'inframmezzo, nel complesso può essere una valida alternativa alle altre più disgustose pellicole natalizie cariche di buonismi a tutti i costi.
Rivaluterei in positivo questa comemdia natalizia di Howard, se non altro per l'originalità del personaggio. Le scenografie sono in alcuni punti un po' carenti e la fotografia ridotta ai minimi termini. Nella stravaganza generale del film, l'interpretazione di Carrey mi pare azzeccata. Magari sotto Natale stona di meno...
Nel paese di Chinonso si vive tutto l'anno in funzione del Natale. Tutti tranne il Grinch, verde mostro innocuo confinato in cima a un monte che cerca di mandare a monte la festa. Trionferà la bontà? Dalla più famosa favola natalizia americana, un classico film per bambini, di poche pretese (il messaggio è elementare) ma abbastanza divertente e nel quale Carrey imperversa sotto il trucco verde nel ruolo del mostro che aspetta solo una coccola per diventare buono. Certo, bisogna tornare un po' bambini per arrivare in fondo.
Sebbene chiaramente destinato ad un pubblico infantile, questo film natalizio - tratto da un libro molto famoso negli Stati Uniti - presenta alcune caratteristiche interessanti, inclusi alcuni tocchi di cinismo, che in qualche modo rendono l'atmosfera (volutamente) kitsch un po' meno glicemica del solito. Il vero motivo per guardare il film resta comunque Jim Carrey, che sotto quel trucco verde riesce a sbizzarrirsi in una comicità mimica e verbale difficile da trovare in altri film del genere.
MEMORABILE: "Qual è il vero significato del Natale? " "La vendetta!"
Non che si possano nutrire grandi aspettative da un film di questo genere, ma con Howard a dirigere e Carrey mattatore ci si sente autorizzati a sperare. Non fatelo, il Grinch è un prodotto di un conformismo e di una banalità disarmanti. La vicenda, stucchevolmente moraleggiante, può intrattenere i bambini ma anche per loro c'è senz'altro di meglio in giro. L'unica cosa che si salva è la buona interpretazione del protagonista, ma di certo non basta a giustificare la visione.
Brutto, peloso, verde e cattivo, questo è il Grinch. A differenza di molti altri film natalizi che, seppur infantili, possono attrarre anche un pubblico più o meno adulto, questo Grinch invece pare indirizzato solo a un pubblico infantile. Siamo davanti alla solita fiaba natalizia con la morale che a tratti annoia e a tratti irrita il sistema nervoso (soprattutto a causa dell'insoportabile bambina). Tutto il film si regge sulle spalle di Jim Carrey, ma la sua bravura non basta per dare al risultato la sufficienza.
Favola natalizia adatta solo ai più piccini, che rischia di stancare un pubblico adulto sia per la morale eccessivamente melassosa, sia perché le gag sono tutte piuttosto infantili. Se non altro c'è Jim Carrey che tiene banco con una performance sopra le righe che fa ogni tanto sorridere, tra gesti frenetici e contorcimenti vari del corpo. Ottimi trucco ed effetti speciali, mentre a stupire in negativo c'è la regia di Howard, qui completamente appannata e irriconoscibile. Mediocre.
Film riuscito a metà. Jim Carrey gigioneggia - a volte pure troppo - e nella confusione generale qualche sorriso lo strappa. Molto bene l'ambientazione nel villaggio natalizio, vero e proprio tripudio di colori sgargianti nonché baluardo di uno spirito natalizio di facciata (la morale è piuttosto ovvia). Purtroppo il canovaccio presta il fianco a banalità assortite e qualche dialogo poco ispirato, finendo per ripetersi sul già assodato. Solo per bambini.
MEMORABILE: La tana del Grinch; Il trionfo delle gare del Grinch; Max, il cane aiutante silenzioso.
La tradizionale e inquietante figura natalizia americana cambia di senso in questa prima versione cinematografica: il Grinch non è semplicemente un misantropo, ma semmai un diverso bullizzato ed emarginato da una società omologante, dedita al consumismo e a una superficiale felicità. Il film punta su una fotografia e un’immaginario fotografico rétro da commedia anni 50, ma soprattutto su un pirotecnico Jim Carrey, la cui buffa esagitazione fa pendant con la minimalità altrettanto espressiva del... cane. Piacevolmente retorico.
A rivederlo oggi pare un cimelio, un lavoro di passione intriso dell'ingenuità di un'altra epoca, ricco com'è di elementi scenografici "giocattoleschi", che fanno venire in mente alla lontana Willy Wonka. La favola del Grinch non ha particolare mordente né interpreti in grado di lasciare il segno, se si eccettua il protagonista, un Jim Carrey sopra le righe di qualche piano. Però anche tutto questo eccesso fa al più sorridere, non divertire, facendosi preferire altri classici in periodo natalizio.
Pacchiano certamente, con puntate trash francamente evitabili senza ombra di dubbio e soprattutto ammantato da un'aura di sufficienza dopolavoristica (a pagarne pegno soprattutto le "scenografie" degli esterni come degli interni) ma assolutamente immeritevole delle esagerate critiche ricevute. Il Grinch di Howard (e di un imperversante ma imperdibile Carrey "truccato" da Rick Baker) ha un magnetismo animalesco che non a caso lo rende amatissimo dai più piccoli e se il classico di Jones è lontano anni luce, il film ha il suo posto nell'immaginario weird natalizio. Grincioso!
MEMORABILE: Il faccino di Cindy Lou; La Baranski con la mitragliatrice spara palline; Il vanitoso e viscidissimo sindachi di Tambor
Qualcosa funziona: gli scenari velenosamente natalizi e il make-up di Baker sono formidabili, la plasticità facciale di Carrey ricalca alla perfezione la fluidità dell'animazione di Chuck Jones, l'inasprimento della morale antimaterialistica che fa dei Nonsochi dei consumatori compulsivi introduce archi narrativi ampi e interessanti. Il resto è sgradevole: il look perturbante dei protagonisti, la puerilità delle gag "per adulti" (più imbarazzanti di quelle destinate al pubblico di giovanissimi), il rapporto mai sufficientemente approfondito tra Cindy e suo padre. Non molto riuscito.
MEMORABILE: La tana del Grinch; I costumi dei Nonsochi; Il sorriso di Carrey; Il Grinch da bebè; Il Grinch si ribella alla festa cittadina; La slitta in bilico.
Storia fantastica contestualizzata nel periodo natalizio. Mediocre. Intrattiene a metà. La prima parte è quella più spumeggiante, con momenti anche divertenti. Nella seconda si cade invece nei soliti cliché che banalizzano un po' il tutto. Jim Carrey pure super truccato si dimostra ottimo interprete, oltre che simpatico. Regia di Ron Howard piuttosto efficace.
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Buona parte della famiglia Howard (Ron, suo padre, sua moglie, sua figlia Bryce) appare nel film nel ruolo di comparse,sotto il trucco da Nonsochi. (fonte: Wikipedia)
Ron Howard si è presentato sul set con lo stesso trucco e costume da Grinch di Jim Carrey e ha diretto così per tutta la giornata di lavorazione. (fonte: Wikipedia)