Note: Aka "Carl Morck – 87 minuti per non morire", "The keeper of lost causes". Primo film della saga poliziesca tratta dai romanzi dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen. Seguito da "The absent one – Battuta di caccia" (2014).
Thriller nordico tratto dall'ennesimo bestseller d'un giallista locale (danese, questa volta), porta in scena il personaggio di Carl Mørck (Kaas), un poliziotto che già nel prologo si trova al centro di una sparatoria tra morti e feriti. Lui si salva ma, malconcio, viene trasferito in archivio a catalogare e chiudere i "casi freddi" con Assad (Fares), un collega arrivato lì grazie a una promozione visto che prima era addetto ai timbri... Il primo caso che capita in mano ai due è quello di Merete (Richter), una donna scomparsa da cinque anni, data per suicida in mare durante un viaggio in traghetto che stava facendo col fratello intellettualmente disabile...Leggi tutto (Følsgaard). Riprendendo in mano le carte di un episodio chiuso troppo in fretta dal collega poco solerte ("Se mi ammazzano, ti prego non occuparti del mio caso", finirà col dirgli Mørck), la vicenda viene ricostruita attraverso flashback dapprima basati sulle testimonianze scritte (e quindi correttamente immaginabili come visualizzati dal protagonista), in seguito possibili solo come ricordi di Merete, dal momento che ci viene mostrato che fine la donna abbia fatto (e chi indaga non può certo ancora saperlo). Scopriamo così che Merete non è affatto morta: è rinchiusa in una sorta di cisterna dove qualcuno la tiene prigioniera da mesi passandole ogni giorno due secchi, uno per mangiare e uno per la... toilette. Secondo quindi uno schema già utilizzato in film analoghi, da una parte seguiamo il procedere delle indagini, dall'altra la non-vita della poveretta nella sua prigione, dove chi ve la segrega non dice chi è né si fa vedere. Ed è probabilmente questo il limite maggiore del film: il ricorrere a uno schematismo e a una progressione poco personali, che nonostante un'ottima resa della fotografia dai toni verdastri e un cast assolutamente all'altezza (molto ben tratteggiata la figura del protagonista, burbero e antipatico ma ovviamente acutissimo) non permettono al risultato di emergere in un oceano di prodotti sempre più standardizzati. Tanto che a tratti, anche per colpa di una regia piuttosto piatta, si ha quasi la sensazione d'essere alle prese con l'ennesima fiction di qualità (COLD CASE magari, visto il tema). Invece anche tecnicamente si sarebbe sicuramente potuto fare di meglio: basti vedere come è realizzato il flashback traumatizzante all'origine di tutto, tra sapienti ralenti e una poesia che si stacca dal pragmatismo estremo del contesto. Funziona molto meglio la detection, in cui emergono le qualità della sceneggiatura, rispetto alle parti più propriamente thriller legate alla prigionia, meno plausibili, scarsamente motivate nonché in alcuni casi gratuitamente eccessive (l'estrazione autonoma del dente); se non altro sono in minor numero e raccontate mentre la storia si sviluppa con estrema chiarezza. Il film è svolto correttamente insomma, ben confezionato; solo un po' routinario e... freddo.
Poliziotto inviso a colleghi e superiori, relegato nell'archivio dei casi irrisolti, indaga sulla sparizione di una giovane donna, liquidata anni prima come presunto suicidio... Un "cold case" danese che, pur non presentando particolari novità dal punto di vista del contenuto o della messa in scena, riesce a farsi seguire con interesse grazie alla tenuta ad incastro del racconto, alle atmosfere fredde e cupe, alla convincente prova del cast. Pur senza riservare sorprese, un film solido e appagante come un buon giallo.
Il film d'esordio su grande schermo dei personaggi del giallista danese Olsen è un thriller compatto, narrato col piglio asciutto tipicamente nordico e interpretato da un duo di attori che appare da subito in sintonia. La trama, avvincente, si snoda mantenendo un buon ritmo e una buona resa tecnica, con menzione particolare per la fotografia. Buon inizio.
Thriller nordico dalle atmosfere rarefatte e dalla storia raggelante riguardante una giovane donna imprigionata senza apparente motivo. I due protagonisti sono assai bene assortiti e la sceneggiatura mette efficacemente in evidenza le differenze caratteriali e il progressivo avvicinamento umano e professionale dei personaggi, oltre a ricostruire la vicenda con plausibilità . La fotografia predilige molto opportunamente i toni freddi e gli attori sono aderenti ai propri ruoli. Un buon film.
Thriller abbastanza teso, corroborato da un'ottima fotografia e dai visi tormentati dei protagonisti, quasi a costruire un'atmosfera che volutamente richiama quella delle serie tv americane, sia pure non riprendendone gli eccessi di spettacolarizzazione e tecnicismo. L'elemento centrale del racconto da disinnescare è basato su livelli di credibilità non proprio eccelsi (che potrebbero ridurne il pallinaggio), ma mantiene una certa presa.
Per chi conosce il romanzo, questa riduzione risulta deludente, soprattutto per quanto riguarda la psicologia dei protagonisti, appiattita per dare spazio all'indagine, che pure offre soluzioni fin troppo facili rispetto a quelle del romanzo. La confezione è dignitosa e crea una certa atmosfera, ma l'intreccio (stravolto in vari punti) fila con molta meno coerenza, così come meno coinvolgente risulta il destino della donna scomparsa. L'ironia che permea le pagine scritte tra l'altro è un pallido ricordo. Mediocre.
Giallo di ambientazione nordica ben costruito, con una sceneggiatura non brillantissima ma azzeccata. Nel complesso è un film godibile, grazie ai due protagonisti che si trovano a indagare sulla sparizione di una ragazza: non mancheranno le sorprese. Ambientazione cupa e malsana, ritmo volutamente lento per un prodotto non memorabile ma promosso. Discreto livello per tutto il cast.
Poliziotto burbero ed insubordinato viene punito e mandato ad archiviare le scartoffie dei vecchi casi insoluti. Ovviamente non si accontenterà di archiviarli. Buon thriller nordico, il primo di una serie, che sa coinvolgere gradualmente lo spettatore ed intrattenerlo per tutta la sua durata. La sceneggiatura è ben scritta e sa mantenere a buoni livelli la tensione. Lo scioglimento finale della vicenda è discreto, ma può non piacere, poiché forzato, il movente dell'assassino. Discreto.
Relegati a spulciare e chiudere casi archiviati, due poliziotti agli antipodi, uno danese e l'altro arabo, si incaponiscono attorno a quello di una ragazza scomparsa molti anni prima e mai ritrovata. In un labirinto di vicende, dove trova spazio un mondo "a latere", si scoprono i nervi di una vicenda che esalta il lato umano dei due uomini, mai disposti a mollare. Carl Mork alias Nikolaj Lie Kaas colpisce per il suo broncio perenne e il carattere ombrosamente scostante. Un po' televisivo, ma di una TV come si deve.
Prima avventura cinematografica del detective Carl Mørck, dedito ai casi irrisolti, qui alle prese col presunto suicidio di una politica. Anche se l'originalità non è il punto di forza del racconto (lo stesso protagonista segue tormentati iter lavorativi e familiari sin troppo gettonati all'interno del genere), l'ottima gestione dei tempi (dilatati senza risultare pesanti), l'accattivante atmosfera fredda da noir nordico, un senso della suspense che non ammette cedimenti, il riuscito succedersi di rivelazioni e di flashback da ricomporre a mo' di puzzle, lasciano del tutto appagati.
MEMORABILE: La tragica irruzione dei tre colleghi nell'incipit; Riconoscimento della foto del colpevole; L'auto-estrazione del dente malato; Incidente al ralenti.
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DiscussioneDaniela • 13/02/15 16:51 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Nel 2014 è uscito un sequel dal titolo "The absent one" con lo stesso regista e la stessa coppia di interpreti
DiscussioneDaniela • 6/09/16 00:50 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Terzo film della serie nel 2016 dal titolo Flaskepost fra P (titolo internazionale A Conspiracy of Faith).
Sono tutti tratti dai romanzi dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen incentrati sui personaggi del detective Carl Morck e del suo partner Assad.
DiscussioneDaniela • 5/11/16 00:21 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Titolo della versione doppiata in italiano: Carl Mørck – 87 minuti per non morire
@Daniela
Hai letto il libro da cui è tratto, La donna in gabbia ? Pare sia molto valido....
DiscussioneDaniela • 5/11/16 07:45 Gran Burattinaio - 5944 interventi
non ho letto nulla di questo autore ma, a giudicare dai film tratti dalle sue opere, parrebbe interessante
CuriositàDaniela • 27/03/24 19:15 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Dalla saga di romanzi gialli dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen dedicati ad una squadra di poliziotti che si occupa di casi irrisolti archiviati nella cosiddetta Sezione Q, sono stati tratti i seguenti film: