A Lallo Gori va riconosciuta una peculiarità non da poco: quella di essersi sempre mostrato più propenso a sfornare strumentali per formazioni "combo" che non ad accompagnare le immagini con musiche orchestrali. Questo probabilmente si spiega meglio se si considera che Gori a differenza della maggiorparte dei suoi colleghi nasce come compositore di canzoni, e non come arrangiatore o direttore d'orchestra.
Ora non ricordo la musica di questo film, ma come esempio vanno benissimo quelle de
Il commissario di ferro (che tanto è piaciuta a Gest ma non a me) o
A tutte le auto della polizia (che è tanto dispiaciuta a Funesto ma non a me): non abbiamo le sezioni fiati tipiche, che so, dei polizieschi di Franco Micalizzi, o gli archi di Stelvio Cipriani; bensì semplici frasi melodiche (generalmente di tastiere, organi e synth) che lavorano sopra a un giro ritmato e ripetitivo di basso.
Forse fanno eccezione i suoi western (
Le colt cantarono la morte e fu tempo di massacro, etc...) perché lì lo stile morriconiano era uno standard a cui tutti dovevano adeguarsi manieristicamente.
Però se si ascolta il flauto vagamente jazzato di
AAA massaggiatrice offresi (una delle cose migliori del film), oppure la lugubre chitarra fuzz di
La morte scende leggera (la mia preferita), credo riconoscerete anche voi lo stesso schema.
Magari, Uomomite, tu che suoni apprezzi il suo stile perché lo trovi
più rock, ma a chi non è interessato a certe soluzioni produttive sembrerà solamente
più povero. Ecco: forse Lallo Gori accontenta più facilmente i musicofili che i cinefili.