Sorprendente commediaccia di Mariano Laurenti, che riserva ai fedelissimi del pecoreccio all'italiana un'ora e mezza di intrighi, erotismo e comicità tutti in dosi massicce. Capiamo perché. Intrighi: la storia, imperniata sui loschi piani di un gruppo di donne avide (Susan Scott/la moglie, Edwige Fenech/la figlia ritrovata, Juliette Maynel/la sorella) pronte a tutto per accaparrarsi l'imminente eredità del conte malconcio (Gigi Ballista) in una splendida villa di campagna, è quanto di più contorto sia mai stato creato per un film del genere, con doppi e tripli giochi da brividi. Erotismo: non solo accennato ma quasi esplicito, con scene di masturbazione...Leggi tutto (suggerita ma pur sempre affrontata senza timore), voyeurismo (Roberto Cenci è il prototipo del "segaiolo", com giustamente gli rimprovera Ballista nel film) e una malizia insolita, per il genere. Comicità: ad un Gigi Ballista strabordante e mai così divertente, con accento veneto e l'inconfondibile voce roca (quasi il protagonista, cosa davvero insolita per un caratterista puro come lui), si affianca un Renzo Montagnnai eccezionale, in grande spolvero, improvvisatore straordinario anche lui al suo meglio (tanto che riprenderà il personaggio del cameriere fintamente gay nello pseudoseguito DOVE VAI SE IL VIZIETTO NON CE L'HAI?, molto meno riuscito). Insomma, il film ha tutte le carte in regola per diventare un cult da citazioni multiple (Ballista si inventa delle volgarità quasi geniali, basti solo pensare a quando parla della "storia umana della puttanaggine"). Il finale è in calando, ma... Ripetutamente censurato nel corso della sua storia in tv e homevideo, anche se copie integrali si son viste in entrambi i casi.
Uno dei capisaldi della commediaccia sexy, che unisce per una volta una sceneggiatura solida e ben oliata a una robusta volgarità, servite agli avventori da un cast in stato di grazia, in cui spicca l'immenso Gigi Ballista (di Montagnani è superlfuo parlare). Il parco donne poi è da terapia cardiovascolare intensiva (Edwige....Nieves...). Sopraggiunti alla buon'ora restauro e edizione dvd, manca l'ammissione alla cineteca nazionale.
Commedia erotica solare e coinvolgente in cui sono in atto complotti e controcomplotti. Regnano incontrastati l’allegro mandrillo Montagnani e il gracchiante satiro Ballista, che si contendono un gineceo di prima qualità (Fenech, Scott, De Santis, Mayniel). Finale della serie “morire dal ridere” (è il caso di dirlo).
MEMORABILE: Il finto gay Montagnani, mentre palpeggia la Fenech in acqua:“Sono un pederasta lesbico, una nuova categoria”.
Strano risultato finale, per un regista altrimenti più versato all'ironia: che il composito nucleo attoriale abbia un suo spessore non v'è discussione. Ma se si esclude l'insistita reiterazione di atti amorali (che sfiorano l'incesto) e la presenza abbacinante della corposa Susan Scott (Nieves Navarro), approssimata alla sublime Fenech, resta una trama degna di un porno. Non che sia esplicito (è passato uncut sui canali free), ma nemmeno credibile. È, curiosamente, sceneggiato dal produttore Gianfranco Couyoumdjian (Zombi 2, Zombi holocaust).
A mio avviso è il solito filmetto di medio livello, con media sceneggiatura, che un formidabile Renzo Montagnani (coi suoi "ohi ohi ohi...") riesce a decorare con tale bravura da farlo sembrare migliore di quello che, in realtà, è. Il gineceo (Navarro/Scott, Fenech, De Santis...) è di primo livello, la pellicola no.
Tra i migliori nel suo genere. Grazie ad un copione frizzante e meno raffazzonato del solito, ad una regia ispirata di un Laurenti che mai piu raggiungerà questi livelli e ad un cast affiatato e in grande spolvero, si ha una commedia erotica riuscita. Grande come sempre Montagnani; irresistibile Battista. Magnifiche le protagoniste femminili. Da riscoprire.
Simpatica commedia scollacciata. La volgarità e l'erotismo sono un po' sopra la media, ma la confezione è discreta, il ritmo buono e la sceneggiatura abbastanza elaborata. Grande cast dove spicca, oltre ad un Montagnani e ad una Fenech entrambi al massimo della forma, un Gigi Ballista particolarmente simpatico. Colonna sonora di poco conto, ma non è un gran problema. Diverse somiglianze con il successivo Dove vai se il vizietto non ce l'hai?, anche se questo è decisamente meno rozzo. Divertente.
Il vizio di famiglia a suo modo è un piccolo cult della cinematografia popolare degli anni Settanta. Il merito lo si deve obbiettivamente alla splendida performance comica di Montagnani, ma anche alla presenza del mitico Gigi Ballista, questa volta in un ruolo importante che recita a mio avviso egregiamente. Location abituale del genere sexy-familiare con una bella villa di campagna. Laurenti riesce - a suo modo - a ricreare l’ambiente pervertito ed annoiato degli arricchiti di provincia. Fantastica la soundtrack di Gianni Ferrio.
Non so se merita una rivalutazione "a posteriori" (se perdonate gioco di parole) ma è una commedia piuttosto divertente, nonostante un umorismo non proprio di primo livello, ma neanche da caserma. Al di là dell'elemento sexy (la Fenech motorizzata è da urlo, la Navarro e la Maynel sono un po' stagionate ma molto fascinose), ci sono diversi motivi di interesse: buone interpretazioni maschili (soprattutto Ballista), un ritmo sostenuto, una colonna sonora intrigante, a tratti quasi da giallo. Soprattutto, i vari ingredienti sono ben dosati. **1/2
Sboccata e saporita, questa commedia utilizza un elemento della pochade tradizionale (il servo finto gay), inserito nel contesto di famiglia ricca e viziosa di provincia, con tanto di nipote capellone finto contestatore e onanista impenitente. L'avidità di denaro e di sesso scatena un turbinio di intrighi, bugie, manovre, ricatti, doppi e tripli giochi, il tutto a danno del padre di famiglia Ballista, che comunque sulla sua sedia a rotelle è come un re sul trono, gracida ordini e sentenze! Montagnani capace di espressioni davvero irresistibili!
Deluudente. La sceneggiatura è troppo caotica e le singole scene non trovano collante tra di loro. Inoltre una più decisa cattiveria diffusa, a paragone con altri film del filone, poteva essere ottimo veicolo per un film più feroce. Invece, stringi stringi, siamo sempre nella pochade e senza l'unità di stile delle soldatesse etc. All'attivo una perfida Edwige con tanto di frontale di mutandine trasparenti con pelo a vista. Peccato per il finale; il suicidio di Ballista meritava ben altro spessore. Tutti nudi a parte la Mayniel.
MEMORABILE: L'arrivo di Edwige in Honda, i suoi nudi, il suo neo.
A furia di gira e rigira (in senso non solo metaforico, vista la prolificità), Laurenti filma il suo capolavoro. Mariano unisce all'artigianale sveltezza che lo ha sempre caratterizzato, una "esplicitazione" erotica davvero appassionante ed una cattiveria salace che fa del Vizio qualcosa a metà tra la commedia agre di Germi e lo sberleffo mankiewicziano all'intelligenza (le aspiranti all'eredità beffate dalla De Santis e Renzo). Montagnani non strafà, le donne del cast son una più mozzafiato dell'altra, ma a tener banco è il gran croupier Gigi Ballista.
MEMORABILE: Il lato B "di classe" di Nieves Navarro; L'arrivo all'amazzone di Edwige; La scena in acqua tra Edwige e Montagnani; La delusione e il "suicidio" di Gigi.
Il titolo è più che azzeccato, intrighi e complotti continui da parte della famiglia al completo. Al centro un Montagnani in gran spolvero che regala comicità a ogni battuta. Il resto del cast femminile si fa apprezzare con una buona dose di erotismo in alcuni momenti anche un po' spinto. Finale prevedibile.
MEMORABILE: La bellezza della Fenech in giardino, Montagnani seduce Navarro mentre il marito Ballista dorme, Montagnani sul canotto al largo con la Fenech.
Ha senz'altro molto di più di tanti altri lavori del genere, fino al punto che non si aspetta solo il momento del sesso e le nudità (comunque godibili) sopportando le scene di raccordo tra un seno e l'altro; tutto l'intreccio viene seguito con eguale interesse e la comicità ha una sua grana, non solo grossolana. Chiamata in causa anche la parte meno "nobile" della curia che, pure lei, si presta ai giochi di interesse pecuniario della famiglia. Gli interpreti bene assortiti nelle rispettive parti, con Gigi Ballista tra i protagonisti.
Il conte Buzzaccaroni è infermo, le fameliche donne di famiglia tramano e i complotti per mettere le mani sull'eredità si intrecciano in un gioco molto complicato. Ambientazione veneta per una commedia sexy-familiare superiore alla media, praticamente una pietra miliare del genere: merito di una sceneggiatura piuttosto complessa, di un'audacia insolita e di un cast di prim'ordine. Ballista perfetto, Montagnani al top. Susan Scott e Juliette Mayniel mettono in ombra la Fenech. Finale frettoloso. Brutti i titoli di testa. ***!
MEMORABILE: Susan Scott; Il dialogo a letto fra il conte e la moglie: "No, voglio morire, voglio morire! [...] Brutta porca indegna, anche un piedaccio mi neghi!"
Senza dubbio il miglior lavoro di Laurenti. Non che ci voglia molto a svettare sopra ai film con Bombolo, Vitali o Nino D'Angelo e il merito è soprattutto di uno script divertente e - per quanto possibile - intricato. Tutti i complotti e i controcomplotti per accaparrarsi l'eredità del conte intrattengono dignitosamente fra un topless della Navarro e uno della Fenech. Buona la prova degli attori (Montagnani una spanna sopra tutti) e apprezzabile anche la cura degli ambienti. Donne bellissime ma la Fenech era davvero di un altro pianeta.
MEMORABILE: La discussione sull'inferno dei "finocchi" con il prete.
Su un soggetto che sembra derivare direttamente da Feydeau, Laurenti costruisce una commedia sexy veloce e frizzante, con interpreti di tutto rispetto che rendono godibili anche le parti meno scollacciate. Il succedersi dei colpi di scena fa chiudere un occhio su alcune acrobazie della sceneggiatura, peraltro mai banale, valorizzata dai talenti cristallini di Ballista e Montagnani che tengono banco. Bene pure la Navarro, che mette in ombra anche la divina Fenech, qui un po' spenta. Un bel film che consiglio anche ai non appassionati del genere.
MEMORABILE: L'uscita dal carcere di Montagnani, che snobba la De Santis; La riunione di famiglia finale.
Di sicuro tra i migliori di Laurenti, se non il migliore in senso assoluto, perlopiù grazie a una sceneggiatura per una volta un po' più elaborata della media delle commedie sexy; l'intrigo familiare funziona senza risultare troppo assurdo (siamo pur sempre nell'ambito del comico) e il cast raduna un gineceo di prima qualità, un Montagnani in gran forma (memorabili alcune battute) e un ottimo Ballista, perfettamente a suo agio. Qualche volgarità di troppo e una Ost a tratti riciclata, ma ci si diverte e le bellezze d'epoca non si risparmiano.
Commedia erotica che si avvale di uno sviluppo narrativo ricco di intrighi e alleanze per ottenere una famigerata eredità; il tutto in salsa comica e ben gestito da uno scatenato Montagnani. Cast femminile di grande richiamo per il genere con menzione speciale per la solita Fenech e la conturbante De Santis (anche se le altre non demeritano affatto). Finale abbastanza prevedibile, ma nel complesso è forse il miglior film di Laurenti.
Film come ce ne sono stati altri (senza vedere chi è stato il primo e chi è venuto dopo: film con un'eredità come sfondo, una famiglia, una villa se ne sono visti a mazzi, nel nostro cinema dell'epoca) che però ha le sue particolarità, in questo caso rappresentate da un Montagnani in stato di grazia, un Ballista quasi protagonista e un clima pruriginoso che, in taluni casi, sfida a brutto muso la morale dell'epoca. Componente femminile di primo livello, con una Fenech spesso nuda. Discreto e nulla più.
Uno dei momenti più spinti della commedia erotica italiana. Inoltre ci sono tante allusioni alla politica contemporanea, con il giovane da svezzare che è capellone ed extraparlamentare (così lo definisce Gigi Ballista) mente Montagnani si professa aderente a "Botta Continua". Ma soprattutto il cast femminile è da urlo, con Nieves Navarro che regge il confronto con Edwige Fenewch qui in versione centaura. Ritmo scatenato e tante trovate.
Buon esempio di commedia sexy all'italiana decisamente sopra la media del genere. Intorno all'eredità del conte Gigi Ballista si susseguono tentativi quasi sempre sleali per mettere le mani sul malloppo, fino al finale abbastanza a sorpresa. Il film ha dalla sua una scrittura scorrevole, un buon ritmo e attori veramente in forma (ottimo Ballista, Montagnani è la solita fucina di battute, il cast femminile, oltre a mostrarsi generosamente, se la cava bene anche dal punto di vista recitativo). Peccato per qualche eccesso di volgarità, ma rimane uno dei migliori Laurenti in assoluto.
MEMORABILE: Bondone e Falzarego; Scott e Montagnani che fanno sesso accanto a Ballista che dorme; Il rapimento di Cenci; La De Santis che spolvera gli uccelli.
È una commedia sexy, con i suoi volti, i suoi nudi e le sue battute di grana grossa. Ma rispetto alla maggioranza del cosiddetto filone pecoreccio, questo film ha qualcosa in più. Un intreccio interessante, migliori battute e una buona sceneggiatura che si permette anche un finale a sorpresa. Renzo Montagnani è come sempre il grande mattatore del film, con una prova eccellente che ce lo fa ancora una volta rimpiangere. Buona anche l'ambientazione. Per i detrattori del genere anche questo film varrà poco, ma guardandolo un valore ce l'ha.
Film tutto sulle spalle di Montagnani e Ballista, qui veramente scatenato tanto che parte delle migliori battute ce le ha lui. Le attrici sono tutte bellissime anche se né la De Santis e né la Mayniel (che mostra a malapena le splendide cosce chiamate da Montagnani "da formula uno") si spogliano mai. La Fenech, che pare essere stata messa a forza, mostra poco, mentre la Scott è decisamente più generosa. Cenci arreda. Fastidiose le continue battute omofobe (un'ossessione di chi scriveva questi film).
MEMORABILE: I primi otto minuti con un Montagnani stratosferico.
Ottimo esempio di commedia (un po’) erotica all’italiana. La vicenda è intrigante, con qualche piccola parentesi melanconica; spesso si sorride, anche perché è difficile rimanere tristi di fronte alla “nuda” bellezza delle brave attrici protagoniste. Montagnani perfetto per la parte, Ballista che mostra di sapere il fatto suo non soltanto per la sua inconfondibile voce. La regia c’è e va a strutturare bene la storia, includendo “elementi” topici dell’epoca (il ragazzo voglioso, l’amore saffico, ecc.) in una bella messa in scena che va oltre il cinema bis.
MEMORABILE: Ballista che riconosce la figlia e si commuove; La tavolata finale.
Ex carcerato viene assoldato per una questione d'eredità. Commedia scollacciata in cui Laurenti fa una specie di miracolo e rende la sceneggiatura filante e piena di colpi di scena. Anche se gli stilemi sono da B-movie, la parte pruriginosa è funzionale a un intrigo per accaparrarsi il malloppo in questione. Montagnani si accolla tutte le componenti umoristiche e il comparto femminile combatte a suon di sex appeal. Ballista è perfetto per il ruolo e la Fenech catalizza l'attenzione.
MEMORABILE: Il finto rapimento; Le foto rubate; L'approccio in motocicletta.
Commediaccia tra le più pruriginose del periodo, con Laurenti che innesca una serie di torbidi tranelli per un'eredità sfruttando al meglio l'incredibile parco attrici a disposizione. Tra loro posiziona un Montagnani particolarmente vispo, sempre pronto alla battuta, a cui si affianca anche un Ballista molto presente e dalla parolaccia facile. L'ambientazione fa molto commedia raffinata, con una confezione più curata della media e una sceneggiatura che fino all'ultimo rimescola le carte tenendo alto il ritmo. Non male.
Lo si rammenta come discreto compromesso tra comicità grossolana e prurigine erotica valorizzate da un Montagnani reduce dalla partecipazione, all'inizio degli anni '70, a film di standard elevati, a cominciare dal Delitto Matteotti; ma anche dalla accentuata sensualità della Mayniel che qui sbaraglia il resto della concorrenza femminile. Briciole di gloria, quindi, per Laurenti, fino ad allora (e anche poi) più che altro regista di cinema seriale. Da segnalare, nel cast, un Ballista capace di recitare in quel 1975 in ben sei pellicole. La storia? Irrilevante.
Spassosa commedia sexy corale, all'insegna di riusciti doppigiochi ereditari, diretta a sorpresa con gran ritmo, buon gusto e cura da Laurenti. Cast corale da urlo, in cui un Montagnani ispirato diverte come finto gay, supportato da Ballista. Comparto femminile che non delude sul piano erotico, con nudi integrali e situazioni pruriginose, dal tradimento al lesbismo passando per l'incesto. La palma va a Susan Scott, la Fenech fa il solito suo, Orchidea e la Maynel agiscono senza sbottonarsi troppo (simpatica la prima e intrigante la seconda). Ottima confezione per un succoso cult.
MEMORABILE: Il nudo integrale di Susan Scott, attrice sensuale e di gran classe, che avrebbe ampiamente meritato un posto in locandina e il nome prima del titolo.
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Non è dispiaciuto nemmeno al Mereghetti, che così commenta Il vizio di famiglia:
"Una delle commedie erotiche più divertenti e audaci dell'epoca, che si segnala sia per la verve degli interpreti che per le gag metacinematografiche: Montagnani che commenta "sembra d'essere in un film porno" mentre si fa la Senatore (in seguito attrice hard), o Alvaro Vitali continuamente paragonato a Dustin Hoffman.
Imitata cento volte la gag della torcia scambiata per un membro spopositato."
Ho idea che ci sia confusione sul film in quanto ne "Il vizio di famiglia" non ci sono né Alvaro Vitali né Paola Senatore.
Molto probabile che la recensione del Mereghetti si riferisca al film "Dove vai se il vizietto non ce l'hai?".
Non ho il libro per controllare ma mi ci giocherei più di qualcosa... :)