Divertente, ma sbilanciato. Molto buona la prima ora, però cala con la parte popolata da Foà e la Fani, nonostante la bravura degli interpreti, perché è troppo prolissa. Esilarante la parte con la Monti, Marignano, la Blanc (presunta monarchica...). Buzzanca, in ogni caso, è semplicemente eccezionale. E poi ci sono Salce, il grande Faà di Bruno, Cannavale, una sfolgorante Benussi.
Notevole commedia, probabilmente il miglior film di Buzzanca. I toni sono più seri e impegnati del solito, ma il film è comunque veloce e divertente. Bravissimo Buzzanca, ottimo il resto del cast, pieno di nomi noti. Forse il finale non è troppo convincente, ma il film riesce a volare inaspettatamente in alto. Bellissima la colonna sonora.
Interessante parabola sull'esistenza di un "servo" che viene analizzata (in vérve comica) a partire dall'inizio della carriera (a ridosso della fine della 2a guerra mondiale) sino ad un finale (corrispondende al 1969 e relativo sbarco sulla Luna) che avanza teorie "politiche" esterne al genere: Luigi Filippo D'Amico riesce a mettere insieme momenti esilaranti (basterà ricordare Luciano Salce nella parodia di se stesso), senza scordarsi una sana polemica sulla corruzione politica e sociale, già all'epoca, ai vertici dei ministeri...
MEMORABILE: l'ingaggio di Zazà (Buzzanca) come attore, nei panni di un bandito; gli strani atteggiamenti della bambina strabica, che lo seduce e comanda...
Valida commedia sulla lealtà dei servi e i vizi dei padroni, costruita su Buzzanca – al solito siculo e mandrillo – e su una variopinta galleria di attori e starlets: la Fani strabica e lolitesca, la statuaria Monti, la delicata Tanzilli, la Blanc che ghigna come la Facchetti, Foà distributore di bustarelle, Mitchell nazista…Trova spazio pure una parodia di Riso amaro (e del mondo del cinema in generale), con Salce regista e Buzzanca e la Benussi nei ruoli che furono di Gassman e della Mangano.
Azzardo a definirlo il miglior Buzzanca-movie di tutti i tempi. La qualità della pellicola si manifesta in molti aspetti: innanzitutto il ruolo affibbiato a Buzzanca gli è congeniale e lo si vede convinto (dunque convincente). Bella l’idea di raccontare ad episodi la storia di questo domestico dall’Italia della Seconda Guerra Mondiale fino al 1974, con aspetti anche storiografici. Molto bella la colonna sonora di Piero Umiliani.
Solita commediola con protagonista Lando Buzzanca. Non dissimile da mille altre che l'attore ha interpretato nel corso del suo periodo d'oro. Ha un buon ritmo e due o tre gag apprezzabili, ma in fondo la si dimentica in fretta. Cast non particolarmente in palla, a partire dal protagonista.
Il domestico è un ruolo che si addice alla maestria comica del grande Buzzanca, libero di impersonare le varie caratteristiche di questo lavoratore in tutte le sue accezioni. Si ride anche se non ci si spancia, v'è da dirsi, ma neanche si affonda nel mare magnum triviale cui spesso la commedia italiana di quel periodo ci aveva abituato. La Fani che seduce il bravo Lando posizionando il suo dolce piedino proprio lì (riacquistando al contempo la perfetta simmetria oculistica) vale tutto il film, grazie anche all'espressione di lui...
L'italico servilismo, ma anche il camaleontismo e l'ipocrisia: in questo anomalo Buzzanca-movie, dove il nostro è leccapiedi per vocazione (ma pur sempre mandrillo siculo), i vizi atavici dell'italiano vengono passati in rassegna in una svelta successione di episodi piuttosto ben sceneggiati, dove il migliore è quello con Salce neorealista a dirigere Lando domestico del produttore. Buona scelta dei comprimari, buon assortimento di fanciulle: la dolce e maliziosa Fani (semiesordiente) si fa notare nel ruolo della lolita strabica.
Forse il miglior film con Lando Buzzanca protagonista. Una bella commedia a tratti piuttosto amara e con notazioni storico-sociali piuttosto di rilievo, dato che è ambientato dalla 2° guerra mondiale fino agli anni 70. D'Amico dirige molto bene e il ruolo di Buzzanca è assai azzeccato, con l'attore che se la cava molto bene. Grande cast attorno al protagonista: ci sono Salce (che fa una parodia di se stesso con ottima dose di autoironia), Faà di Bruno, Foà, Cannavale e le splendide Benussi e Fani (molto brava). Eccellente la OST.
MEMORABILE: Salce dirige Buzzanca e la Benussi in una parodia di "Riso Amaro".
Gradevole e simpatica commedia su misura per Buzzanca. Dirige con mestiere il bravo D'Amico. Storia e sceneggiatura pungenti quanto simpatiche riflettono alla perfezione il periodo che questo "domestico" attraversa (dal '43 fino al '74). L'idea di questo "mestiere", portato avanti con vocazione (come Buzzanca dice), è davvero originale e indovinata. Tanti bravi attori di contorno (perfino Salce e Cannavale) rendono la pellicola interessante. Finale un po' tirato via, ma il film è riuscito.
MEMORABILE: Il domestico nel giardino di Badoglio dove non riesce a bere; Antonio Faa di Bruno Paralitico.
Ambizioso film nel quale Lando Buzzanca ha a disposizione un copione articolato e con molte idee e riesce a dimostrare di essere un ottimo attore. Molto bravi anche i personaggi di contorno, tra i quali Luciano Salce regista isterico e Enzo Cannavale produttore imbroglione. Sulfurea la presa in giro dei monarchici e dei badogliani. Decisamente interessante.
MEMORABILE: La parodia Lampi sulla risaia, amabile presa in giro di Riso amaro.
Gradevole commedia all'italiana con un ottimo Lando Buzzanca che ci racconta uno spaccato dell'Italia post-bellica vista dal punto di vista di uno zelante domestico. Varie vicissitudini tra il comico e il grottesco ben raffigurano l'evoluzione culturale di un paese. Come al solito non mancano continui richiami a tradimenti coniugali e affini (tematica portante di certo cinema italiano del periodo). Regia spigliata e ariosa, buona fotografia.
Quando si dice che un film invecchia bene (anzi, che non invecchia)... Buzzanca è formidabile e ha una grande percentuale di merito per il successo del film; ma anche il tema trattato, gli altri interpreti e una sceneggiatura oliata come meglio non si può, concorrono a collocare la pellicola nel settore più alto della mitica commedia all'italiana. Ottime la miscela di erotismo, molto garbato, la visione di un momento sociale che sembra datato ma non lo è e la parte politica, apparentemente scontata ma disastrosamente reale e attuale.
Vita di un domestico al passaggio di vari "padroni" e varie epoche. Tutto sommato garbato, con un Buzzanca eccezionale nel personaggio. Valido contorno di noti caratteristi dell'epoca. Il tutto fila liscio, anche se manca un po' di mordente. Ottima colonna sonora e satira su costumi e corruzione ancor valida (ora a maggior ragione) a quarant'anni di distanza.
Si parte alla grande ricollegando, maliziosamente, la crisi della simbiosi servo-padrone alla democrazia (il "traditore" Badoglio, i comunisti), si assesta quindi un colpo a sinistra (la brillante parodia "Lampi sulla risaia" con Salce neorealista cinico), si dileggia bonari la monarchia in decadenza ma, inopinatamente, si scende di livello con il trito episodio dei coniugi fedifraghi. A quel punto il film perde mordente riuscendo troppo facile (la Fani miracolata, le mazzette) e la verve di Buzzanca (comunque bravo) gira a vuoto. Grande cast.
Lando è responsabile dell'80% dei meriti di questo film: superfluo rimarcare il suo primato in questo genere di commedia scollacciata/caciarona, di certo non volgare. Il personaggio è ben studiato ed entra subito in simpatia. In più c'è una trama che, nonostante certe iperboli, si mantiene credibile, agganciata agli avvenimenti storici del periodo. A dir poco esilarante la parodia del Gassman di Riso amaro.
Regista di almeno tre cult dell'Albertone, il raffinato D'Amico ebbe modo di metter il suo artigianato anche al servizio di Buzzanca con discreti risultati. Qui i modelli alti son (di)chiara(ta)mente Una vita difficile e Un eroe dei nostri tempi e la prima parte del film all'altezza (Lando attendente di Badoglio colto dall'arsura, il segmento dei cinematografari neorealisti con Salce e Femi deliziosi). Poi lo script di Vianello e Continenza cialtroneggia un po' e il film si sfilaccia in pochade, pur mantenendosi sfizioso e godibile. Che classe la Monti!
Uno dei migliori ruoli per Buzzanca, che qui può dar sfogo al suo estro in un film a cavallo della storia italiana del '900 costruito con un certo gusto; dalla Seconda Guerra Mondiale fino ai primi '70, l'epopea di un domestico è l'occasione per dar vita a micro-episodi che dipingono vizi e difetti della classe borghese italiana con intelligenza, in una satira riuscita che non dimentica i tratti tipici di certa commedia dell'epoca senza però troppi particolari sexy, più suggeriti che altro. Cast notevole, con eccellenti apparizioni di Salce, Cannavale e Foa, tra gli altri. Buono.
Grande successo all'incasso della prima metà degli anni '70 in cui Buzzanca, maschera erotica del maschio lascivo e sempre pronto ad ingegnarsi, offre il meglio del ruolo che, a conti fatti, sarà quello a lui più unico che confacente. Cast ricco dei comprimari maggiormente in auge, in cui si distinguono il leggendario "Duca Conte Semenzara" di fantozziana memoria e una rampante Leonora Fani, sensuale lolita miracolata dai favori del prestante maggiordomo. Conferma quella che sarà la commedia sexy che scorrerà a fiumi anche durante il decennio successivo. Modesto e fortunato.
MEMORABILE: La "Legge Merlin", storica responsabile di una moltitudine indefinita di drammi androgeni.
Commedia di buon livello che ironizza in modo piuttosto efficace sui tipici vizi italiani della corruzione e della naturale predisposizione al servilismo nei confronti dei potenti. Buzzanca è perfetto per il ruolo e ben coadiuvato dalla sorprendente quantità di nomi di qualità nel cast, validamente diretto e amalgamato. Un film veramente ritmato, godibile e divertente nonostante la struttura episodica un po' frammentaria. Notevole il commento musicale di Umiliani e di tutto rispetto la confezione, con una ricostruzione d'epoca tutt'altro che disprezzabile.
MEMORABILE: Il segmento del cinema neorealista; Buzzanca che non riesce a dissetarsi; Le provocazioni della lolitesca Fani e la sua guarigione.
Film che apparentemente confina Buzzanca nel solito cliché macho, nei fatti racconta vizi e virtù italiani di un quarto di secolo, il tutto attraverso gli occhi di un domestico (guai a chiamarlo collaboratore) a metà strada tra il servilismo di Fantozzi e il personaggio di un altro film quasi coevo (la coppia Buzzanca/Foà è analoga a quella Tognazzi/Moschin); non tutto va a segno (la lolitesca e strabica Fani è poco plausibile, l'indignazione per la "coppia aperta" è risibile), ma è azzeccata la presa in giro dei film neorealisti con un autoironico Salce.
MEMORABILE: Sasà bistrato e confuso che invece delle battute enuncia numeri.
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Zender ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: [b]Questo teatro di posa è onnipresente nelle ambientazioni carcerarie italiani Anni Settanta. E tu hai idea di dove sia, Buono, o sai dire altri film in cui è ripreso?
immagino possa essere un carcere (magari ottoscentesco) dismesso nel corso del '900 ed ipotizzo a Roma per ovvie ragioni di comodità, poi utilzzato come teatro di posa dal nostro cinema popolare, sicuramente negli anni settanta (e 1980 stesso), ma non escludo possa essere stato usato anche in film precedenti ai 70's: io quelli che ricordavo, li ho suggeriti.
Come anticipato a Zender, bisognerà fare uno special apposito nel settore location, oltre che location singolo film.
DiscussioneZender • 24/05/08 10:21 Capo scrivano - 47187 interventi
Markus ebbe a dire: Come anticipato a Zender, bisognerà fare uno special apposito nel settore location, oltre che location singolo film. Certo che sì, va benissimo, però bisogna anche trovare un bel po' di film, per tirarne fuori uno speciale...
DiscussioneZender • 12/10/11 14:51 Capo scrivano - 47187 interventi
per Andygx: in realtà io non volevo fare il domestico, semplicemente Buono mi aveva chiesto di postare la location della villa di Bdoglio perché gli pareva quella di Zio Afolfo in arte fuhrer. Non era quella e l'ho quindi messa in da cercare, aggiungendoci Piazzale Tosti solo perché era la scena prima. Se vuoi fare il domestico benissimo, scrivilo magari nelle segnalazioni del film.
Produttore Medusa
Distributore Cecchi Gori HV
Formato video 1,85:1 Anamorfico
Formato audio 1.0 Dolby Digital: Italiano
Sottotitoli Italiano NU
Extra:
- Pippo & Lando: Noi siamo le colonne
- Luigi Filippo D'Amico: Un ritratto in bianco e nero
- Buzzanca Story: Capitolo II
- Cast