Se con LA SOLITA COMMEDIA Biggio e Mandelli avevano saputo deviare intelligentemente dallo schema abituale confezionando un film atipico e piacevole, per il ritorno al cinema dopo quasi dieci anni i due si riagganciano invece ai loro personaggi più noti puntando sul sicuro. Ritroviamo quindi soprattutto Ruggero De Ceglie - il finto vecchio coperto da una pesantissima e grottesca maschera di trucco - e suo figlio Gianluca, che a inizio film vediamo parlare sotto una tenda in salotto coi suoi amati mini pony. Ricevuta la pessima notizia che il padre si è risvegliato dal coma irreversibile, sarà costretto a condurlo...Leggi tutto a vivere con sé nella sua casa milanese a impatto zero proprio di fronte al celebre Bosco Verticale. Ma Ruggero come potrà reagire di fronte a tanto sfoggio di (per lui) inutile vicinanza ai temi ecologici? Ovviamente con l'immancabile sequela di sproloqui gratuiti sciorinati senza sosta.
Biggio e Mandelli, insieme, ancora funzionano, e lo dimostrano anche quando interpretano i due amici decerebrati capaci di comunicare solo a colpi di "minchia", "figa" e "porco dighel": il grado zero del dialogo cinematografico; talmente insistito e paradossale da rasentare il surreale ottendendo il voluto effetto comico. A dispetto della semplicità terrificante della proposta, e anzi proprio per quello, sono forse le figure più genuinamente divertenti del lotto. Sicuramente più della ricca coppia che al circolo del tennis si lamenta perché non viene invitata alle feste degli amici. Il motivo? A differenza degli altri non hanno figli, e per questo lei (Mandelli) ordina a lui (Biggio) di far funzionare meglio il suo organo maschile perché non è possibile andare avanti senza poter condurre una soddisfacente vita mondana come tutte le altre coppie.
Anche peggio vanno Fabio e Fabio, i due omosessuali che si sono persi di vista dopo che uno ha lasciato l'altro sull'altare tuffandosi in mare e scomparendo. Toccherà contattare un programma televisivo per farli reincontrare, all'interno del quale la conduttrice (Delogu) lascerà spazio a un Fabio (Biggio) disperato. Ultimo personaggio è il giovane metallaro (Mandelli) che, per risolvere i problemi della nonna - con cui vive – acquista regolarmente il gratta e vinci "Nababbo per sempre" sognando il primo premio. Gli va bene, ma dovrà ritirare la vincita alle poste dove l'aspetta la sua nemesi, l'impiegata che sa dire solo "Diiica" e poco più (Biggio). Si richiama qui un po' il Pasquale Ametrano di BIANCO, ROSSO E VERDONE, ma in questo caso troppe risate mancano al'appello.
I cinque episodi si sfiorano senza mai intrecciarsi, ma rispetto al folgorante esordio e al modesto sequel non ci viene offerto nulla di più: si varia sul tema agganciando qualche tema d'attualità (gli ecovandali, l'assistente virtuale che diventa Patrixia con la voce di Sabina Ferilli, la fecondazione assistita e via dicendo), ma le idee sono modeste; l'effetto, non più dirompente come un tempo, lascia trasparire di conseguenza tutta la gratuità del linguaggio programmaticamente volgare in cui si concentrano quasi per intero i consueti attacchi al politically correct. Qualche idea discreta stiracchiata esageratamente (la richiesta di un piacere all'amico per curare il figlio in tempi ragionevoli), personaggi faticosamente resi protagonisti di episodi mai brillanti (Fabio e Fabio o la coppia senza figli), una concessione poco riuscita alla muta rassegnazione d'altri tempi (il metallaro all'ufficio postale), Ruggero e Gianluca che giustamente si guadagnano gli spazi più ampi e i due poveri idioti che si esprimono sempre con le stesse quattro esclamazioni volgari in quelli che restano i momenti più autenticamente “di rottura” rispetto alla norma. Poca cosa, in definitiva, con una regia di rado fluida, gag piuttosto modeste ma un certo coraggio nel portare in scena una comicità ancora orgogliosamente “diversa”, che per molti continuerà a a risultare irricevibile nella sua totale immersione in una volgarità usata spudoratamente come mezzo quasi irrinunciabile per strappare la risata.
Non si capisce molto il senso di questo tardivo terzo capitolo, soprattutto perché in effetti non aggiunge molto a quanto già visto in precedenza e che nel secondo capitolo mostrò davvero la corda. Episodi con personaggi e maschere che ben conosciamo tra i quali spicca per divertimento quello dei tamarri meneghini, tanto da chiedersi che cosa ne sarebbe uscito se fosse stato realizzato - con coraggio - un intero film con gli sproloqui di questo fantastico duo: probabilmente uno culto trash di rara follia che avrebbe avuto più logica di questa pellicola solo a tratti divertente.
Terzo demenziale capitolo dei "Soliti Idioti" guadagna punti rispetto al secondo, che fu assai fiacco. Certo non si può gridare al miracolo, ma il film riesce a strappare qualche risata spesso in concomitanza di battute più colorite grazie ai De Ceglie padre e figlio (che hanno il maggior minutaggio) e ai due tamarri col loro linguaggio con termini ripetuti in loop. Debole la coppia di marito e moglie tennisti, debolissima la parte dei due omosessuali. Camei di Corsi, della Delogu e di Gue Pequeno (questi ultimi due non proprio memorabili). Abbastanza ritmato.
Ritornano ancora una volta sul grande schermo I soliti idioti, che dopo tanti anni di assenza decidono di regalare al loro pubblico ancora qualche sketch tutto sommato abbastanza divertente. Non c'è una vera e propria sceneggiatura lineare come invece è capitato in passato, ma piuttosto si segue quello che è lo schema tipico delle puntate della serie tv, con i personaggi che vivono le loro storie parallele incrociandosi solo casualmente. Il risultato finale non aggiunge niente di nuovo a quanto già visto in precedenza e l'operazione sembra essere un semplice e puro amarcord.
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DiscussioneXtron • 2/09/24 18:38 Servizio caffè - 2229 interventi
Sul sito di skytg24 ho letto questo: "Recita nel film anche una vecchia conoscenza di Mandelli e Biggio: Federico Russo. Conduttore radiofonico e televisivo, spesso collabora con i due comici. In questo film interpreta la parte del poliziotto. Federico Russo è uno dei personaggi storici di Radio Deejay. Dal 1º giugno 2020 conduce insieme a Nikki il programma Summer Camp, su Radio Deejay"
Sul sito di skytg24 ho letto questo: "Recita nel film anche una vecchia conoscenza di Mandelli e Biggio: Federico Russo. Conduttore radiofonico e televisivo, spesso collabora con i due comici. In questo film interpreta la parte del poliziotto. Federico Russo è uno dei personaggi storici di Radio Deejay. Dal 1º giugno 2020 conduce insieme a Nikki il programma Summer Camp, su Radio Deejay"
Ho preso un dettaglio del fotogramma dove compare
Foto imdb del Federico Russo amico di Mandelli
Questo, invece, è l'altro Federico Russo, quello che abbiamo in faccioteca
DiscussioneXtron • 3/09/24 16:36 Servizio caffè - 2229 interventi
E' il Federico Russo non presente nel db dei volti, anche perchè aveva già partecipato negli sketch dei "soliti idioti" su MTV