La solita commedia - Inferno - Film (2015)

La solita commedia - Inferno
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Già nel secondo capitolo della loro avventura cinematografica "i due soliti idioti" avevano mostrato di voler rompere gli schemi, di azzardare una via diversa tracciata in una strana dimensione sospesa tra il surreale, la denuncia alla stessa stupidità alla quale molti li riconducono e la volgarità del politicamente scorretto ad ogni costo: non gli era andata bene e il film sembrava solo una sconclusionata sarabanda di sketch male appiccicati. Qui Biggio e Mandelli affinano le armi della loro critica al sociale mescolandola a un'inedita ripresa del capolavoro dantesco un po' in ottica VISITATORI...Leggi tutto (il confronto tra l'uomo del passato e la società contemporanea): non la solita commedia quindi, ma paradossalmente l'esatto contrario. Un'opera complessa, ambiziosa, con una certa attenzione filologica che rischia di finire seppellita dalla patina triviale che avvolge tutto. Non saranno infatti in pochi gli “scandalizzati”, quelli che troveranno il film inaccettabile, indecente, squallidamente blasfemo e via dicendo. C'è invece una cura inattesa dietro alla bizzarra sceneggiatura, costruita sì ancora una volta a sketch ma finalmente ben calibrata, raramente abbandonata al caso come sembrava nel film precedente. I personaggi che lasciano il segno non mancano, a partire da un Padreterno alcolizzato, rabbioso e seduto alla sua scrivania tra post-it e appuntamenti telefonici fissati tutti alle 11.30 (tanto lui è ubiquo...). Seguendo uno schema tipicamente loro, Biggio e Mandelli interpretano truccati nei modi più disparati quasi tutti i personaggi principali dando bella prova di un camaleontismo premiante. La storia prevede che l'Alighieri (Mandelli) venga rispedito sulla Terra per informarsi e relazionare Dio sui peccatori moderni (hacker, stalker e via dicendo) cui Minosse, giù all'Inferno, non riesce più ad assegnare un posto nei gironi classici. Dopo il contatto con un neo-Virgilio (Biggio) poco convinto che arriva a presentare Dante come disabile per poter parcheggiare l'auto senza relativo permesso, l'avventura comincia, sottolineata da qualche terzina in rima creata per l'occasione storpiando quelle originali e incontrando nuovi gironi infernali molto "terreni" (il supermarket, il bar alle otto...) nonché peccatori ben precisi (il "tiratore di pacchi", il "prevaricatore di file"...). La struttura è insomma ancora quella a sketch, montati però con gusto e tempi comici consapevoli (anche se talvolta ci si dilunga troppo, come nel caso degli sbirri alle prese con la macchinetta delle bibite), una bella dose di idee azzeccate (“A catuta tassola”), una recitazione più "misurata" che in passato e una qualità registica superiore. I bersagli possono anche essere ovvi (la dipendenza da smartphone, l'amore per il "brutto" ad ogni costo), ma è il centrarli con le gag giuste a rendere efficace la denuncia e abbondanti le risate. Così, arrivati al terzo film, Biggio e Mandelli concretizzano la loro voglia di emergere attraverso un linguaggio nuovo e l'evasione dagli schemi stantii della nostra commedia, riprendendo le trovate migliori della loro serie tv per riadattarle alla bizzarra forma del film. Poi si sa, chi tanto osa tanto rischia... e infatti il botteghino li ha affossati.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/03/15 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 6/04/15
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Puppigallo 21/03/15 01:07 - 5274 commenti

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La classica allegra cinecavolata, irriverente, scorretta, con buone gag (purtroppo, per chi ha visto la serie, non proprio nuove) alternate a sciocchezze, comunque abbastanza sopportabili (se non altro, i protagonisti si impegnano a dare vita ai loro personaggi, come sempre tra l'assurdo e il demente). Vengono prese di mira le brutture del nostro tempo, colpendo soprattutto la tecnologia (quella più superflua; c'è anche un omaggio a Trainspotting) e la dipendenza da essa, che finisce per rimbambire, tra un selfie, uno scaricamento e una password. Consigliabile no, ma c'è sicuramente di peggio.
MEMORABILE: Minosse in difficoltà con i nuovi peccatori "Lo stalker dove lo metto!?"; Il cacciavite; L'iracondo; Gesù con borsa della palestra "Papà, vado a judo"

Gabrius79 31/01/16 01:19 - 1427 commenti

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Un film a tratti ambizioso e non troppo riuscito dove la coppia Biggio e Mandelli si destreggia al meglio delle loro possibilità grazie alle loro trasformazioni in molti personaggi. Qualche sketch passabile, alcuni momenti "politicamente scorretti" e diversi bersagli mancati. Si apprezzano gli sforzi.

Piero68 7/03/16 09:58 - 2957 commenti

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E' sicuramente da apprezzare lo sforzo della coppia nel voler proporre un nuovo linguaggio cercando di uscire dai soliti cliché. Cosa che in parte gli riesce pure. In parte però, perché spesso Biggio e Mandelli cadono vittime di loro stessi e dei loro personaggi più abusati vanificando spesso gli sforzi profusi. Un inizio che dire blasfemo è usare un eufemismo (Dio che fuma, beve whisky e dà "pillole") che in parte può anche disturbare (e io non sono un credente) e qualche gag azzeccata il bilancio di questa pellicola non proprio irresistile.

Nando 11/03/16 15:42 - 3814 commenti

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Clamoroso flop al botteghino per una pellicola che con la scusa di Dante cerca di evidenziare i nuovi difetti degli italiani in chiave grottesca, sguaiata e decisamente blasfema. Sinceramente non si ride mai, a parte qualche timido sorriso sparso e il macchiettismo risulta troppo esasperato. Inizio terrificante con la scena al ristorante e triste clone con la scena nel putrido gabinetto.

Pinhead80 18/08/16 12:26 - 4759 commenti

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Tolta la parte molto blasfema poco simpatica che non fa proprio ridere, il film comincia a convincere proprio quando si torna con "i piedi per terra". Lì il duo comico comincia a ingranare proponendo maschere e personaggi senza soluzione di continuità che riprendono in parte alcune macchiette già conosciute ne I soliti idioti. Si prende in giro l'eccessivo accanimento nei confronti della tecnologia e di tutto ciò che in generale isola e abbrutisce. Un altro spaccato dell'Italia che fa male.
MEMORABILE: L'iroso del bar.

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