George Jefferson è un nero che ce l'ha fatta: soldi, bella casa in quartiere-bene, figlio al college. Ma la mentalità è rimasta speculare all'ex-vicino bianco Archie: piena di pregiudizi! Così mal sopporta il matrimonio del figlio con una ragazza di padre bianco e mamma nera ("le zebre"), il vicino inglese; litiga furiosamente con la mitica colf Florence... insomma un mito lo spin-off di Arcibaldo, di cui i Jefferson erano i vicini, grazie alla verve di tutti e all'ottimo doppiaggio italiano (Enzo Garinei su tutti). Epocale.
MEMORABILE: Sigla: "Well we're movin'on up, to the east side, to a deluxe apartment in the sky. Movin' on up, to the east side we finally got a piece of the pie!"
Ilarità oltre le stelle per la sit-com più salace, scoppiettante e scatenata di sempre, epopea dello Zio Paperone di Queens avido avaro e razzista, fiancheggiato e controbilanciato dalla saggezza della moglie Louise, dalla linguacciuta e tagliente Florence, e da un vicino di casa che porta ventate d'umorismo inglese, cui viene puntualmente sbattuta la porta in faccia. I risultati sono da cedimento della vescica, e destinati a restare perennemente ineguagliati nella storia delle sit-com.
È stata veramente una grande sit-com che ha accompagnato le famiglie italiane durante l'ora di pranzo o cena (passò alle 19,30 su canale 5 e fu poi replicata in seguito alle 12. 30 sullo stesso canale negli anni '80). Il prodotto ha sfondato grazie alla caratterizzazione di soli due personaggi, il pirotecnico Sherman Hemsley (George) e la fenomenale Marla Gibbs (Florence la colf), tutto il resto è di contorno. Dalla moglie calma e posata, ovvero il contrario del marito, ai vicini. Che tempi!!!
L'acido, burbero e super taccagno George Jefferson è uno dei personaggi più riusciti delle serie TV. Ma non gli è da meno anche la domestica Flo, se possibile ancora più pungente e velenosa del protagonista. La moglie, invece, fa spesso da ago della bilancia, limitando gli eccessi del marito (anche se, a volte, sbotta pure lei, l'unica comunque, veramente in grado di tenere a bada George). Spiritoso, con spumeggianti botta e risposta, cala un po' alla distanza (fisiologico, quando gli episodi sono così tanti), ma resta notevole e da vedere.
Grandioso. Ancora divertente a distanza di 30 anni, questo telefilm girava interamente attorno al protagonista George, con le sue continue liti con la moglie, i vicini (la coppia interrazziale!) e chiunque si presentasse al suo cospetto. Ben scritto e ben recitato (per gli standard delle sit-com di quel periodo) è uno di quei telefilm che avrà sempre un suo seguito. Ancora oggi mi è impossibile passare davanti ad una lavanderia senza pensare ai Jefferson.
Il top della sit-com in versione ‘black’: il burbero, maschilista, avido e razzista George(Hemsley), la moglie tollerante e mediatrice Louise detta Wizzie (Sanford) e la domestica Florence (la faccia straordinaria della Gibbs), impegnati in pungenti, irresistibili battibecchi tra loro e con i personaggi di contorno, per lo più i vicini di casa, ma anche la terribile mamma Jefferson (talis mater, talis filius). Scatenatissima la sigla iniziale cantata da Ja’Net DuBois. Comicità stellare, merito anche dell’ottimo doppiaggio italiano.
Uno dei pochissimi telefilm che ricordo da quand'ero poco più di un bambino! I Jefferson hanno segnato un'epoca per la loro grande ironia e comicità. Uno specchio dell'America della seconda metà degli anni '70 visto dalla prospettiva di una famiglia di colore, il cui capofamiglia ha fatto strada con una catena di lavanderie. Io impazzivo per Florence, la cameriera che aveva un ruolo fondamentale all'interno della stessa famiglia. La madre di George, sempre in contrasto con la nuora e col debole per i cocktails. Tom ed Elen, i vicini... Si guarda con gusto!
MEMORABILE: Louise ed Elen vengono arrestate e in cella la prima canta una canzone con voce quasi baritonale. Ho riso per giorni!
Con i Jefferson si è riusciti a combinare l'umorismo graffiante (spesso giocato su loro stessi e sulla razza) con la bravura mimica degli interpreti, a cominciare da Hemsley. Memorabili i duetti tra lui e la governante che non gliene faceva passare una. Confezione spartana ma ruspante e una soprendente capacità di durare a lungo sempre divertendo.
Tra le poche serie televisive degli anni '70 dedicate ad una famiglia di colore, I Jefferson fanno parte della piccola storia della tv. Grandissimo successo anche in Italia per le brevi ma divertentissime storie di George, titolare di una lavanderia e uomo di grande successo nel suo campo, della moglie Louise e della simpaticissima cameriera Florence. Episodi caratterizzati da simpatiche gag (specie nelle prime stagioni) e dialoghi taglienti e ottimamente scritti.
Irresistibile sit-com coniugale in cui i due protagonisti George e Louise si beccano tra loro sulla punta di dialoghi taglienti e semplicemente perfetti per far scatenare la risata. Il valore aggiunto è che si tratta di una famiglia di colore, una vera primizia per la tv americana, soprattutto in un contesto come quello della serie tv comica e medioborghese. I protagonisti Sherman Hemsley e Isabel Sanford sono una vera forza della natura, ma è Marla Gibbs (la domestica sarcastica Florence) a far esplodere il pubblico nelle risate più grasse.
Una delle migliori sit com che abbia mia visto e che a dire il vero mi manca da morire. Non ci si annoia mai e i personaggi sono ben equilibrati così come le storie, belle da seguire. Ora non ci sono più sit com del genere: invece di far compagnia o far sorridere sono solo delle vere e proprie delusioni.
Se ci ripenso, sicuramente la prima cosa che mi torna in mente è lo sguardo eternamente scettico e spesso impietoso con cui la cameriera Florence osserva i vezzi da parvenu di George. Florence è un bel carattere di cameriera impertinente, una Colombina di Manhattan. George è veramente tenero, sbruffone dal cuore d'oro, certe volte si agita come De Funes. Non può che interagire con la pacata moglie Louise, che riesce sempre a tirare fuori il suo lato migliore... Un grande esempio di divertimento intelligente.
MEMORABILE: L'imbarazzante madre di George, motore primo di molte situazione comiche.
Tra i pochi telefilm di quegli anni a risultare ancora oggi molto divertente. Merito di personaggi ben scritti e sopratutto di un cast da paura. Hemsley è un George Jefferson da applausi a scena aperta, anche grazie all'ottimo doppiaggio di Enzo Garinei; Isabel Sanford è una spalla perfetta. Cosi come la domestica Florence, ben interpretata dalla bravissima Marla Gibbs. Ottimi anche gli altri, comunque. Bella la canzone dei titoli di testa.
MEMORABILE: Gli scontri verbali di George e Florence; mr. Bentley; mamma Jefferson; i Willis.
La blaxploitation veniva sdoganata in tv, non più come circuito autoreferenziale ma destinata anche (o addirittura principalmente) a un pubblico di bianchi. Lo spunto ("movin' up to the East side") sembra uguale a tanti, in realtà distante anni luce da prodotti analoghi come Arnold o i Robinson: perché il propietario di lavanderie George Jefferson non è un marito e cittadino modello; è un arricchito ignorante, ma perché non dovrebbe avere il diritto di esserlo? George è il simbolo di una possibilità di riscatto sociale che i neri della sua generazione hanno conosciuto per primi.
MEMORABILE: La stupenda sigla: "We finally got a piece of the pie"... complimenti George, ce l'hai fatta!
Commisurata agli anni che ha, è la serie meno invecchiata di sempre! Argomentazione fresca e moderna (per il 1975), per la prima volta il Nero diventa capitalista, anticipando così grandi cambiamenti. Hemsley esplosivo trova nella grandissima Florence (Marla Gibbs) la sua spalla preferita; una menzione per Paul Benedict nei panni del vicino scemotto, spesso preso a porte in faccia da George! Anche il resto del cast non è male: bravissima la Sanford, la mamma bevitrice di George e la coppia zebrata (lei è la mamma del grande Lenny Kravitz). Evergreen!
MEMORABILE: La Profezia di Florence nella prima puntata: "Andando avanti così avremo un Presidente nero!" 33 anni dopo arrivò Obama!; George vs Florence!
Semplicemente una pietra miliare. Delle tantissime serie trasmesse e ritrasmesse in Italia questa le batte tutte. Dinamica, intelligente, acuta, spiritosa. Affronta tematiche all'epoca scottanti, tuttavia attuali, con sapiente e sprezzante umorismo. Il cast è eccezionale, il doppiaggio italiano impeccabilmente azzeccato. Peccato che sia stata interrotta dopo tante stagioni. La si rivede con gran piacere, anche a distanza di molti anni. Assolutamente da conoscere, specie dalle nuove generazioni.
Signori, giù il cappello! Ce ne voleva di coraggio negli anni '70 per costruire una serie TV imperniata sulle vicende di una famiglia di colore che per di più era anche benestante (non scordiamo che pochi anni prima era stata prodotta Sanford & son, con un protagonista nero ma povero, fannullone e bugiardo). Questa serie invece merita tutto il plauso anche per aver toccato il tema dei matrimoni misti. George Jefferson è quanto di più arrogante ci sia, ma i suoi duetti con la moglie, la cameriera e tutti gli altri sono esilaranti. ****1/2
MEMORABILE: Le battutine reciproche fra George e Florence; Gli assurdi racconti di famiglia del Sig. Bentley; Il portiere che venderebbe la madre per una mancia.
Ovviamente il livello non è sempre uguale, ma è una serie di notevole interesse, che arreca cospicuo divertimento (***½). Isabel Sanford e Sherman Hemsley sono adorabili e la percentuale di battute azzeccate è sorprendente. Il resto del cast è decisamente inferiore, forse anche per la meno accurata descrizione dei personaggi. Da citare l'ottimo doppiaggio italiano.
Pungentissimo, caustico, tagliente e iracondo: questo è George, il protagonista assieme alla paziente moglie Louise di una sitcom che ha fatto epoca. Lontano dalla leggerezza rassicurante dei Robinson (che comunque erano ancora al di là da venire) e infrangendo ogni tipo di pregiudizio razziale, viene messa in mostra una famiglia all-black di successo alle prese con i problemi di tutti i giorni che diventano spunto per siparietti comici di rara efficacia. Non un solo interprete fuori posto.
MEMORABILE: Le smorfie di George quando viene contrariato e le conseguenti espressioni di compatimento della domestica.
La miglior sit-com americana di sempre, batte tutte le altre per qualità e umorismo. Sherman Hemsley è perfetto nei panni di George, personaggio freddo e burbero ma dotato a suo modo di sentimenti chebsi manifestano in diverse occasioni. Formidabili le litigate con la cameriera Florence e la rivalitá mai sopita con i Willis, i vicini di casa (la famiglia caffèlatte, come lui li definisce). Ottima la prova di tutto il cast. Formidabile.
Fra cameriere nullafacenti e vicini di casa che diventano suoceri, si consumano le "tragedie" giornaliere di George Jefferson, lavandaio di Harlem arricchito, ottimanente impersonato da Sherman Hamsley. Si ride per i litigi fra George e Louise, ma anche per le stravaganze dell'inglese Bentley e del portiere che chiede le mance. Per essere una serie comica si toccano diversi argomenti interessanti come il razzismo, perché i vicini di casa, i Willis, sono lui bianco e lei nera. Spin-off del serial Arcibaldo che, da noi, supera l'originale.
Forse con Happy days il miglior prodotto della televisione americana degli ultimi 50 anni. Le risate sono assicurate e l'ottimo feeling rodato negli anni dai protagonisti rende I Jefferson un vero e proprio cult. Mai volgare e con molte parentesi "sociali" che hanno fatto riflettere americani e non sui valori e sui problemi della società americana di quel tempo. Florence e Bentley i personaggi che preferisco, ma la sceneggiatura perfetta accompagna tutti gli interpreti alle soglie della perfezione. Con molta nostalgia!
Potentissimo a 360 gradi: si ride e si guarda l'America anni 70, quella "che spacca". E poi il carattere di lui, un "mito" non così politicamente corretto. E' un "ameriKano" e si vede, abbraccia bene i "valori" di quella società, anche attraverso l'ironia complessiva, al di là del tempo e della situazione sociale. E si vola per un decennio sempre nella grande America, sempre loro, sempre grandissimi. Incredibile come ancora li si possa (ri)vedere e ci si possa emozionare. Sarà lo spettacolo o i ricordi? Probabilmente entrambi.
Celebre sit-com che a metà degli anni 70 ebbe il merito di portare le intolleranze razziali in prima serata in un prodotto commerciale per famiglie. Più graffiante dei suoi blandi successori (I Robinson, Arnold, Willy), grazie alla cattiveria del protagonista maschile George, ricco imprenditore di colore che non ha dimenticato i propri trascorsi nel ghetto. Col passare del tempo ha perso mordente ma resta una serie cha ha saputo trattare con ironia e intelligenza tematiche importanti (minoranze etniche, riscatto sociale, i matrimoni misti).
MEMORABILE: I battibecchi tra George e la coppia mista dei Willis; Le freddure dell'inglese Bentley; Il portiere sempre alla ricerca di mance.
Le risate e gli applausi finti sono superflui, in questa superlativa serie che infila una gag dopo l'altra e che ha come vero protagonista mr George, un nero arricchito il cui unico passatempo è mostrarsi razzista nei confronti del vicino di casa Tom, umiliare il portinaio idiota e battibeccare con l'insofferente cameriera Florence (suo alter ego al femminile). Ottima regia, bel cast, simpatici personaggi che sono ormai entrati nell'immaginario collettivo, trame piacevoli. Giù il cappello.
MEMORABILE: Le porte in faccia sbattute da George a Bentley, che appare sempre sulla soglia sorridendo con la faccia da scemo.
Dopo l'alba grezza di Sanford & son, prima dello zenit di pubblico che preludeva però anche al tramonto al saccarosio de I Robinson, la sit com "nera" più ruvidamente e genuinamente comica, pervasa da un icastico sense of humor, capace di mettere alla berlina e ribaltare luoghi comuni oggi ostaggio del politically correct non meno che di un razzismo endemico. Invecchiata sì ma con naturalezza fisiologica. L'iracondo, a tratti dickensiano George, la tenera, talora coscientemente ipocrita filantropia di Wizzy, la indolente e fiera invidia sociale di Flo ancora ci parlano. Movin'on up!
MEMORABILE: Willis e Bentley.
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Io non ci credetti all'inizio anni fa quando lessi che tra Hemsley e la Sanford c'erano ben 21 anni di differenza, ma è davvero così! Evidentemente lui dimostrava 10 anni in più e lei 10 in meno.
Anche Roxie Rocker è deceduta a causa di un tumore, nel 1995
Dice Dengus:
Anche Paul Benedict (Mr.Bentley) ci ha lasciati qualche anno fa, cosi' anche l'attore che che interpreta Willis.
Ah, ecco l'ormai famosissima profezia di Florence!!!
Qualcuno conosce la sigla finale del telefilm? La stavo cercando oggi pomeriggio ma non sono riuscito a trovare nulla... era solo musica jazz senza parole.
Anche Franklin Cover (Tom Willis nella serie) è morto nel 2006 per complicazioni respiratorie dovute a polmonite.
fonte: wikipedia
*Sia Isabel Sanford (Wizzy) che Mike Evans (il figlio Lionel) sono purtroppo entrambi recentemente scomparsi, la Sanford per arresto cardiaco ed Evans per tumore alla gola.
DiscussioneZender • 3/07/14 18:05 Capo scrivano - 48839 interventi
Sì, i deceduti li lasciamo in generale.
HomevideoRocchiola • 26/06/19 09:24 Call center Davinotti - 1318 interventi
Non mi pare sia mai uscito in DVD sul mercato italiano. C'è un cofanetto americano della Shout Factory con la serie completa ma ovviamente privo di audio italiano.
Mike Evans ("Lionel") abbandonò lo show dopo la prima stagione; al suo posto venne scritturato Damon Evans (nessuna parentela), che interpretò il ruolo di Lionel fino alla quarta stagione.
Mike Evans e Berlinda Tolbert ritornarono nel cast nel 1980, e il personaggio della Tolbert, Jenny, venne reinserito nella serie come incinta di una figlia di nome Jessica. Tuttavia Mike Evans apparve soltanto per un'altra stagione, insieme alla Tolbert, per poi scomparire nuovamente.
I personaggi di Lionel e Jenny furono eliminati dalla serie con la motivazione dell'insorgere tra i due di "problemi coniugali", e la storia del loro rapporto venne sviluppata in un episodio speciale in due parti nell'ottava stagione.
L'ottava stagione di I Jefferson fu la prima sitcom di colore in svariati anni (sin dai tempi di Sanford and Son) a raggiungere negli Stati Uniti la terza posizione in classifica tra le trasmissioni più seguite dell'anno. Nel 1982 Evans riapparve a sorpresa nella serie in un episodio della nona stagione, per poi fare le sue ultime due apparizioni durante due puntate dell'undicesima e ultima stagione del telefilm. Berlinda Tolbert divenne ospite speciale abituale per tutto il resto della serie.