Uno dei grandi capolavori comico-demenziali di Woody Allen, all'epoca ancora lontano dalla commedia più “impegnata” con la quale conquisterà definitivamente la critica internazionale. BANANAS è il manifesto di un modo di fare cinema che troverà, qualche anno dopo, nel trio Zucker/Abrahams/Zucker la sua espressione compiuta. Basta solo vedere quanti siano i punti di collegamento tra BANANAS e il rivoluzionario RIDERE PER RIDERE (primo film del trio, pur se diretto da Landis): i notiziari folli, le gag sullo sfondo, le facce stranite dei commentatori tv, la parodia dei processi americani e, non ultimo, l’inserimento arbitrario di...Leggi tutto finti spot pubblicitari (epocale, in BANANAS, quello delle sigarette ”New Testament”, consigliate dal prete durante una comunione: “Le fumo io, le fuma... Lui”). Ma il genio di Woody Allen resta comunque unico: la parodia dei continui golpe sudamericani è non solo ben ideata ma intelligente, mai facilona, a conferma di un talento comico fuori dal comune. Le gag entrate nella storia non si contano (pensate a quella dell'acquisto in tabaccheria della rivista porno, tanto per fare un esempio) e a questo punto si può anche perdonare qualche passaggio a vuoto (soprattutto durante l'addestramento militare). Allen dimostra di saper gestire con originalità pure le parentesi romantiche (con Louise Lasser facinorosa sinistroide sessantottina), scadendo un po' solo nel finale, con l'amplesso tra i due protagonisti raccontato come la telecronaca di un incontro di boxe. Una nota di merito anche per l'ottimo doppiaggio italiano (Oreste Lionello è già l'alter ego nostrano di Allen, pronto a dare il via a un sodalizio storico), capace di cogliere le sottigliezze dei dialoghi che Woody conduce col suo inimitabile stile. Stallone è il teppista in metropolitana.
Non cala mai dall’inizio alla fine. Una mitragliata di gag e battute (le riviste porno; lo studio sui neri; sulla metro con Stallone; le assurde regole dell’ultimo dittatore; gli uomini di “Castrado”; i mille panini a portar via;;l’operetta come tortura, l’orchestra senza strumenti; lo sterco prezioso “Il paese dà quello che ha”). E questo è solo un assaggio. Si rivedrebbe all’infinito, anche solo per studiare il campionario di espressioni e movenze di Woody, un vero fenomeno. Stupendo.
Film appartenente alla prima fase di Woody Allen, quella fatta di un umorismo più diretto e spontaneo e meno "intelettuale". Il film è veramente divertente e le gag che passeranno alla storia non si contano. Veramente esilaranti le finte pubblicità, soprattutto quella delle sigarette "New testament". Sicuramente nella pellicola ci sono alti e bassi e le battute non sono tutte riuscitissime, però globalmente l'opera risulta veramente godibile. A mio parere uno degli Allen migliori.
Nonostante alcune rozzezze ed alcune soluzioni troppo naïf, è uno dei film di (e con) Woody Allen che si ricordano con più piacere. La mia scena culto è la rapina che i guerriglieri svolgono ai danni di un locale, per procurarsi le provviste, cui segue la lunga teoria di inservienti che, scortata dai rivoltosi, sale verso il covo, in montagna, stracarica di panini...
MEMORABILE: Oltre a quella già citata, la proclamazione della lingua ufficiale di Bananas...
Geniale. Precursore del genere parodia/demenziale, ispiratore di innumerevoli film a venire, si permette non solo di ironizzare in modo irriverente sulle nostre insicurezze e luoghi comuni, ma anche di sparare freddamente sul sociale e sul politico. Memorabile la maggior parte delle battute (“Questa volta lavoreremo per o contro la CIA”? “Il governo stavolta non vuole sbagliare: metà di voi saranno per, l’altra metà contro”), irresistibile la vulnerabilità di Woody Allen. Imprescindibile.
Ottima prova registica ed interpretativa di Allen che, soprattutto nella prima parte, sceglie uno stile a tratti fumettistico e riconducibile a certo cinema muto. Innumerevoli le gag memorabili; presenti citazioni da La corazzata Potemkin e Tempi moderni. Non manca l'intento politico e sociale (il sensazionalismo televisivo).
Uno dei due fantapolitici alleniani, solo che questo non è poi tanto fanta, e anzi si intristisce a rivederlo oggi e a constatare la tenacia di certi miti imbecilli. Qui Allen spara ad alzo zero e per non sbagliare, come da battuta del film, colpisce tutti e si leva il pensiero. L'enunciazione delle "nuove regole" andrebbe proiettata obbligatoriamente all'inizio di ogni legislatura a parlamentari, ministri, consiglieri regionali e funzionari degli uffici legislativi, come antidoto (inefficace) contro la stupidità sempre in agguato. Esilarante
Tra i capolavori del grande regista americano. Gag e battute a raffica, ritmo indiavolato e prestazioni eccellenti da un cast di alto livello. Allen scatenato mattatore e con un divertente cameo di Sylverster Stallone. Da ricordare: Le riviste porno; la rissa sulla metropolitana; i commentatori tv all'inizio e alla fine; l'arruolamento nelle fila dei ribelli; l'incontro con il dittatore.
Commedia fantapolitica scritta e diretta da un giovane ma già cinematograficamente efficace Woody Allen. Il film ha perso in parte la carica di satira socio-politica che aveva all'epoca della sua realizzazione, anche perché realizzato in modo piuttosto manicheo, ma si lascia ancora apprezzare per la sequela di gag (non tutte comunque egualmente riuscite ed altrettanto divertenti) che hanno in comune uno stile quasi da cartoon o da cinema muto.
Uno dei suoi film più divertenti. Ancora rozzo nella forma, si riscatta con una sequela di scene e battute memorabili, rivelando in pieno il talento comico del suo autore: tutta la parte ambientata nel Bananas è strepitosa, ma forse la scena migliore è quella del processo con Allen legato ed imbavagliato che riesce comunque a far confessare una testimone che dichiarava il falso! Notevole anche lo spot delle sigarette New Testament, che forse oggi passarebbe in censura con qualche difficoltà in più. Da vedere e rivedere quando si è tristi.
MEMORABILE: La fila di quelli che devono farsi fucilare, col numerino in mano come dal salumiere...
Statunitense nella repubblica di Bananas partecipa alla rivoluzione. Allen rinnova la grande lezione dei fratelli Marx e del muto, mettendo a segno una raffica di battute e gag sempre più surreali. La storia è senza capo né coda e il film è palesemente a low budget (e con evidenti lacune tecniche), ma è proprio l'inesauribile comicità del protagonista a rendere omogeneo ed efficace il lavoro, mettendo al centro dell'opera uno dei personaggi più ridicolmente imbarazzanti del cinema. Davvero notevole: non solo da vedere, ma anche da rivedere.
Pur non essendo un fan del demenziale, riconosco genialità a questo film: nel florilegio di idee, anzitutto. Il film è grezzo, con qualche forzatura, qualche caduta e una trama che pare talvolta un pretesto; ma il numero delle gag di grande qualità è davvero alto. E, oltre alla comicità più immediata e spontanea, Allen inizia a imbastire quello che sarà il suo stile (mi riferisco al nonsense ironico-amaro nei duetti con Louise Lasser). In ogni caso un'opera antologica, da vedere almeno una volta.
MEMORABILE: Estraggo a caso: gli intenti legislativi del nuovo dittatore, il popolo che consegna sterco di cavallo, la "spesa" dei rivoluzionari.
Divertente commedia demenziale, piuttosto caotica e confusionaria nella storia ma dotata di un ritmo inarrestabile e di una confezione un po' grezza ma decisamente spassosa. Gag e battute a volontà; non tutte riescono alla perfezione ma il gioco nel complesso (anche grazie alla breve durata) regge bene fino alla fine. Scatenatissimo Woody Allen, che si rifà in molte scene alle comiche del muto. Simpatica la colonna sonora. Breve comparsa di Sylvester Stallone, al suo terzo ruolo dopo Italian Stallion e "Fuga senza scampo". Non male.
Anarchia visiva e narrativa pura. Allen anticipa di parecchi anni il boom di quel filone parodistico/demenziale che furoreggerà con i vari Zucker, Abrahams, Wayans e compagnia bella. Il film è divertente, con trovate a volte geniali, a volte un po' meno. Da segnalare il dialogo di "rottura" tra il personaggio di Allen e la fidanzata: esilarante. Resta un film difficile da analizzare per il semplice fatto che numerose trovate sono state riprese poi dai succitati autori. Ottimo, comunque. ****
Prendendo le mosse sia dalla Guerra lampo dei fratelli Marx sia dal Grande dittatore di Chaplin, ecco un sunto demenziale del pensiero politico di Allen, tra gag puramente comiche e tante battute ficcanti, un film veloce e a tratti surreale dove fantapolitica e commedia vanno a braccetto fino all'imprevedibile finale...
Woody Allen prima maniera, sempre con la fissa del sesso e dell'aspetto fisico (che peraltro non riuscirà a smettere mai completamente, diventerà solo più raffinato). Visto oggi si possono cogliere le prese in giro sia dei sistemi democratici, con la tv che invade tutto, i servizi segreti e i processi, sia le dittature e le conseguenti rivoluzioni e i vari sostenitori, più o meno coscienti. Questi gli aspetti più riusciti e coraggiosi del film, per la parte comica, tutto è basato su Allen, che qualcuna l'azzecca, ma tante ne sbaglia. Datato.
Esile film di un Allen reduce dal grande successo di Prendi i soldi e scappa, che non rinuncia alla formula sketch; infatti unisce varie scenette comiche su un'ossatura fantapolitica leggera leggera, quanto basta per tenere insieme il tutto. Siamo ancora lontani dai capolavori, ma anche dalla freschezza dell'esordio.
Ancora libero dalle pesantezze autoriali e dalla compulsiva produzione filmica alla quale ci ha poi abituati, il Woody Allen di Bananas è in pieno stato di grazia. Il film è fresco, dimnamico e godibilissimo, l'ironia è tagliente ma scanzonata ed alcune situazioni memorabili (quanto costa Orgasmo?). Tra i film Alleniani imperdibili della prima ora.
Gioiello di comicità demenziale firmato da un Allen prima maniera, scatenato come inteprete ma ancora acerbo come regista. Seppure il ritmo sia discontinuo, le gag da ricordare si sprecano, divise fra alcune puramente splapstick e altre surreali, supportate da dialoghi quasi sempre brillanti. Manca un buon cast di comprimari, ma qui si focalizza quasi tutto sul protagonista quindi si sorvola. Simpatica la canzone in colonna sonora e buona la satira sulla tv. Comparsata del giovane Stallone.
Seconda opera di Allen, che rimane attaccato alla vincente formula della commedia. Questa volta dirige inserendo scene più demenziali rispetto al suo film precedente, rendendolo forse di più difficile fruizione. Rimane comunque abbastanza divertente, con diverse idee interessanti. Woody nuovamente perfettamente a suo agio anche come attore oltre che regista, nonostante il personaggio sia caratterizzato diversamente dai suoi soliti standard.
Apprezzabile commedia in cui le gag, a tratti esilaranti, la fanno da padrone. Ritmata e divertente, una pellicola che presenta già gli sprazzi luminosi dell’Allen più perspicace ed intellettuale, ironico e schietto. Trovate simpaticissime come quella dell’incontro di “boxe” sotto le coperte, l’acuto nervosismo con cui si finisce per mordere e spaccare un bicchiere; e come non ricordare le citazioni a Tempi moderni e La corazzata Potemkin. Oramai un po’ superato negli intenti, ma molto piacevole.
Il film più riuscito della prima maniera Alleniana. Il periodo in cui Woody dispensava gag talentuose a ritmo che definir indiavolato è poco (forse l'aggettivo "ormonale" renderebbe più l'idea). La ormai sedimentata struttura a sketch è perfettamente oliata, ma a strabiliare ancor oggi è la resistenza al tempo di situazioni demenziali solitamente soggette a forte usura: il tema parapolitico d'altra parte ben si addiceva al folletto di Manhattan. Un'autentica gemma anarchica "marxiana" che fila a velocità supersonica, tanto da lasciar perfin storditi.
MEMORABILE: Vostro onore mi oppongo: questo processo è una parodia, è la parodia di un'impostura, di una beffa, di un'impostura di due parodie di una beffa!
Forse Bananas potrebbe lasciare spiazzato chi è abituato al Woody Allen battutista brillante e arguto: lo humour è infatti tutto calibrato su toni slapstick e surreali, che si rifanno evidentemente al cinema muto. Il regista newyorkese mette tantissima carne al fuoco, col risultato che non di rado c'è più fumo che arrosto: non tutte le gag vanno a segno e il film riesce a ingranare solo dopo la prima mezz'ora. Apprezzabili le riflessioni su politica e media, anche se appena abbozzate. Non è perfetto, ma alla fine si ride!
MEMORABILE: "Gli americani non ci riconoscono, i comunisti neanche e l'unico disposto a riconoscerci è stato arrestato ieri per reati morali"; Il discorso al popolo.
Probabilmente all'epoca della sua uscita aveva ben altro valore, però visto oggi va pesantemente retrocesso a "semplice buon film" grottesco, fra l'altro non sempre divertente. I momenti riusciti sono quelli piu legati all'umorismo tipico di Allen, mentre i vari siparietti slapstick-cartooneschi ricordano i momenti meno divertenti dei Monty Python o addirittura la comicità da duo Villaggio-Pozzetto. Salvato dalle gag da antologia, il resto è ormai troppo datato.
Un ottimo comico demenziale firmato da un giovane Woody Allen, abile nel rappresentare a modo suo la satira dei moti rivoluzionari susseguitisi nel Sud America. La pellicola è costruita intorno a una serie infinita di gag (al bar; durante l'addestramento; il ritorno negli Usa con una barba che più finta non si può...) grazie alle quali si ride in diverse occasioni. Fondamentale nel suo genere e quindi davvero notevole!
Strepitoso Allen primissima maniera che tira fuori uno dei punti più alti della sua cinematografia e della comicità sul grande schermo. Difficile trovare in questo film qualcosa che non funzioni e, nonostante il regista stesso sia ancora agli inizi, il film risulta godibilissimo dall'inizio alla fine, senza cadute di stile o di ritmo. Molte le gag memorabili, esattamente come il film stesso.
Commedia dal sapore fantapolitico solo apparentemente disimpegnata per il tono vivace che Allen le impone. Colpisce per le innumerevoli trovate geniali attraverso le quali plasma uno stile personale ancora non molto sofisticato, ma già in grado di andare a segno. La satira nella semplicità con cui ci viene proposta è feroce e Allen ne ha veramente per tutti. Per mezzo di essa distrugge la mendacità del sistema rivoluzionario dei paesi dell’America Latina, senza dimenticare però quella parte di America più a nord di essa. Un piccolo cult.
MEMORABILE: Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra!
Un Woody ancora acerbo per i miei gusti, perché se da un lato si riscontrano una marea di idee e di battute riuscite, dall'altro si avverte la mancanza di un costrutto generale in grado di legare e amalgamare bene questa esplosione di creatività. Si dà ampio spazio a una comicità legata molto al muto e all'importanza della mimica facciale, caratteristiche che di norma non mi divertono. Rimane la genialità di talune situazioni e di certi dialoghi, ma nel complesso la reputo un'opera minore del regista. Stallone perfetto per la piccola parte.
MEMORABILE: Stallone in metropolitana; La barba finta; Al market a fare provviste.
Collaudatore di prodotti industriali si invaghisce di una oppositrice dei regimi e diverrà capo della rivoluzione in uno Stato del Sudamerica. Prima parte in cui l’estro e le battute di Allen contraddistinguono il suo stile (stavolta un filo acerbo), mentre la fase a Bananas ricalca la pochade (con omaggi a Eisenstein e Groucho Marx). Meno importanza alla storia per poter andare a ruota libera colpendo qua e là la politica americana, il consumismo e la liberazione sessuale.
MEMORABILE: "Io amo il colera!"; I genitori come chirurghi in sala operatoria; "Hai visto una mia lastra?"; Castrado.
Ritrovatosi per caso a militare tra le fila dei rivoluzionari in un piccolo stato latino-americano, un americano imbranato e ipocondriaco si ritrova ad avere un ruolo importante nella caduta del dittatore locale... Pur non raggiungendo le vette del precedente Prendi i soldi e scappa, una satira scatenata con forse troppi bersagli (la politica di destra e di sinistra, il potere che fa perdere la testa, l'automazione, i costumi sessuali ed i mezzi di informazione) ma con momenti irresistibili che fanno perdonare qualche caduta di gusto. Imperdibile Woody barbuto in versione castrista.
Frizzantissimo film comico del geniale Woody Allen, che qui mescola gag da fasti del muto a una cura dei dialoghi che sarà poi tipica del suo cinema. Si ride moltissimo e il film è un grande successo, nonostante spesse volte si rimanga invece in imbarazzo di fronte a freddure che creano disagio o a un umorismo ormai invecchiato. La rappresentazione dissacrante della rivoluzione sudamericana, ma ancor di più del modo in cui gli statunitensi la vedono attraverso il mondo distorto della tv, crea una pura commedia che non si prende mai davvero sul serio. Altalenante ma più che buono.
MEMORABILE: "Adoro le religioni orientali. Metafisiche e ridondanti. Infruttuosamente pedanti."; La CIA che combatte sia per che contro i ribelli.
Una sonora pernacchia anarchica alla rivoluzione cubana con non solo momenti puramente comici esaltanti ma anche con una critica spietata all'impostazione di vita americano. Allen se la prende praticamente con tutto: televisione, religione, mode per la guerra in Vietnam (i famosi hippie) e concede allo spettatore una sequela di situazioni veramente spiazzanti. Comico-demenziale ma anche perversamente allineato sulla postazione di critica al Potere, in qualsiasi forma esso possa presentarsi; che può andare dall'aula di un tribunale per finire nelle sale di potere di uno Stato.
MEMORABILE: "Filtro all' incenso, fuma New Testament. Le fumo io, le fuma Lui."
Uno dei film migliori in assoluto di Woody Allen, un grande sunto della sua straordinaria capacità di creare comicità surreale, forse seconda solamente a quella di Groucho Marx. I numerosi errori di montaggio e un vago rallentamento nella parte centrale non rovinano un film estremamente divertente e intelligente, dietro al quale si cela una geniale parodia di tutte le rivoluzioni/dittature nel mondo. Molto scorrevole, si trovano tra le migliori gag del regista newyorchese, su tutte la scena dell'interprete. Cinema intelligente che ormai non si fa più. Da vedere assolutamente.
Forse uno degli Allen più comici e slapstick, questo di inizio carriera cinematografica, che ben ci porta dentro la scrittura e i turbamenti di un uomo che vuole far ridere attraverso gag sia intellettuali che a tratti becere. La storia del protagonista non segue un filo molto logico e tutto il film si basa su fraintendimenti, finti colpi di scena e situazioni sentimentali divertenti e ingannevoli. Non male per essere una delle prime opere di un regista che ha nel suo marchio di fabbrica l'ironia d un certo gusto per la satira sociale (che qui trova forse la sua massima espressione).
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CuriositàCangaceiro • 3/04/09 19:52 Call center Davinotti - 739 interventi
Stallone disse di essersi presentato assieme a un amico anch'egli attore al cospetto di Allen per ottenere la parte del delinquente.Il timidissimo Woody,senza quasi guardarli li rifiutò dicendo loro che erano troppo giovani e per questo non impaurivano nessuno.A quel punto i due scesero in strada,comprarono della vasellina e dopo essersela spalmata in faccia passarono alla fermata della metropolitana sporcandosi il viso di caligine.Toranti nello studio del regista entrarono con prepotenza chiedendo ancora il ruolo.Un intimorito Woody allora rispose:"Ok,va bene,la parte è vostra..."
(FONTE CONVERSAZIONE DI STALLONE A SKY).
Dice Woody Allen: E' stato uno dei più grossi e piacevoli shock della mia carriera quando, al mio secondo film, "Bananas", alcuni italiani mi dissero: "Eravamo con Vittorio De Sica la notte scorsa; aveva già visto il tuo film Bananas e ci ha trascinato a vederlo una seconda volta perchè lo trovava molto divertente". In quel momento pensai che era fatta, che ormai nulla poteva fermarmi!