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La nostra recensione di Bad trip

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Una di quelle operazioni curiose a metà tra il film e la candid camera, un’impostazione singolare che BORAT, con un primo capitolo ineguagliabile, rese per un breve periodo celebre. In questo caso il livello non può naturalmente essere il medesimo, benché si spinga comunque sul pedale della volgarità in più occasioni per spiazzare le ignare (?) vittime che reagiscono con (falso?) stupore di fronte a situazioni paradossali e folli. E’ solo un gioco organizzato per farci credere che siano autentiche candid camera quando invece è tutto organizzato per fingere che lo siano? Diciamo che a noi conviene...Leggi tutto in ogni caso credere che lo siano, perché è ovvio che in questo caso il gusto aumenta.

A fronte di tutto ciò è poi difficile incastrare le diverse scene “candid” in una storia perché questa, chiaramente strutturata come un normale film e quindi “recitata”, fa a pugni, concettualmente, col resto, creando inevitabile confusione in chi guarda. Sono raccordi per forza di cose pretestuosi, che hanno l’unica utilità di dare una forma filmica al tutto. La trama si fa quindi semplicissima e si basa sostanzialmente su un’unica idea: Chris Carey (André), che passa da un lavoro all’altro senza un futuro, incontra casualmente Maria Li (Conlin), una sua ex compagna di scuola di cui era al tempo innamorato, e sogna di poterci uscire (si noti come anche i sogni siano costituiti da diverse scene “candid” unite tra loro). La approccia in un locale dove lui prepara bibite salutari lasciando di stucco gli astanti per la spudoratezza con cui le si propone, ma lei risponde che è lì in Florida solo di passaggio perché lavora in una galleria d’arte di New York. Gli lascia un bigliettino accompagnato dal formale invito a raggiungerla; non può immaginare che Carey, insieme all’amico di sempre Bud Malone (Howery), non perderà un secondo.

I due ragazzi prenderanno l’auto rosa della sorella (Haddish) di quest’ultimo – al momento detenuta, ma proprio in quegli istanti sta mettendo in atto il suo piano di evasione – e partiranno per la Grande Mela inseguiti a distanza dalla sorella, che non ci metterà molto a capire chi le abbia fregato la macchina. Inizieranno il loro classico viaggio “on the road” con tappe nelle quali mettere in atto le loro disastrose gag (si spinge soprattutto in quella col vomito al bar e allo zoo con un falso gorilla).

Si ride? Bisogna ammettere che più d’una volta l’effetto destabilizzante funziona. Non tanto per le reazioni di chi viene ripreso affinché mostri tutto il proprio sbigottimento (in questo la regia di Kitao Sakurai fatica a ottenere un vero effetto comico: solo di rado le espressioni risultano divertenti come si sperava), quanto per le trovate escogitate, in alcuni casi realmente spassose fin dall’inizio. Per questo le fasi legate al film recitato, in cui le battute in sceneggiatura lasciano piuttosto a desiderare (soprattutto quando di mezzo c’è la sorella), spezzano il ritmo.

In definitiva, per quanto BAD TRIP possa far sorridere e divertire, l’effetto saturazione si fa presto sentire lasciando spazio alla noia (non a caso la durata non raggiunge nemmeno l’ora e mezzo). Si procede reiterando senza gran fantasia lo stesso schema e ci vuole sempre qualcosa in più, per poter ridere. Il finale scatenato con omaggio al WHITE CHICKS dei fratelli Wayans regge abbastanza e precede i titoli di coda, in cui vediamo la troupe che entra in scena e svela ai partecipanti - ignari delle “candid camera” - di esser stati ripresi: una carrellata veloce che ci ricorda quanto abbiamo visto e testimonia (ma solo in teoria) l’autenticità degli scherzi.

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Tutti i commenti e le recensioni di Bad trip

TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/04/21 DAL BENEMERITO SISKA80 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/09/24
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Siska80 11/04/21 11:35 - 5224 commenti

I gusti di Siska80

Passabile commedia girata in stile candid camera, ossia con uno stuolo di comparse che reagisce in maniera palesemente falsa alle disavventure on the road dei due protagonisti (il doppiaggio italiano, fintissimo, in tal senso coglie bene l'intento registico). Non mancano i momenti divertenti e surreali secondo l'uso nipponico ma, purtroppo, nemmeno quelli di pessimo gusto (lo stupro misto a più riprese allo zoo è davvero disgustosamente provocatorio), il ritmo abbastanza sostenuto, gli attori principali simpatici anche se non al di sopra della sufficienza.
MEMORABILE: Il tubo aspira vestiti; I sogni alquanto singolari di Chris.

Pinhead80 24/04/21 15:59 - 5495 commenti

I gusti di Pinhead80

Il folle viaggio on the road lungo gli USA per andare a trovare la donna della propria vita non è certo una novità, così come non rappresenta una novità l'espediente delle candid camera su cui costruire la storia. Come qualità siamo lontani dalla comicità di Borat, anche se qualche risata di grana grossa scaturisce dallo spettatore. Per farlo però gli autori spingono pesantemente sull'acceleratore della volgarità (la scena dello zoo e quella del bar su tutte). Questo lo rende un prodotto accattivante per un pubblico giovane ma eccessivo per uno adulto che si aspetta altro.

Fabbiu 13/05/24 22:38 - 2202 commenti

I gusti di Fabbiu

L'umorismo della shock-comedy di Eric André è trasposta in questo ambiguo lungometraggio in cui il nostro, accompagnato da Lil Rel Howery (altro comico della stand-up comedy americana), sorprende ignare vittime che finiscono per essere comparse di momenti disastrosi o imbarazzanti. La trama, per far funzionare un'operazione simile, è al minimo sindacale. In qualche momento si ride perché tutto sommato riesce nell'intento di distrarre e divertire e alcune gag sono ben congegnate. Non siamo però ai livelli ben più alti di Borat o di operazioni simili; ricorda piuttosto Jackass.
MEMORABILE: I due mentori del protagonista (l'uomo sulla panchina, il militare in uno stand).

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