Il sentore di "inaccettabile vaccata" lo si subodorava da km di distanza, ma per arrivare a uno scempio simile ce ne vuole... E dire che la trama poteva avere un sottotesto nemmeno peregrino: cellulari che hanno la facoltà di ridurti a un automa incapace di intendere e volere; peccato che la sceneggiatura sia quanto di più scombiccherato si sia visto negli ultimi anni e che gli attori, alcuni dei quali di un certo richiamo, diano il peggio di loro stessi. Ciliegina sulla rancida torta il delirante finale. Da evitare con certosina metodicità.
L'abuso del cellulare provoca il cancro? rende scemi? Fuocherello: qui si ipotizza che trasformi gli umani in zombi privi di volontà propria... Dopo l'horror alberghiero 1408, torna il trio Cusack-Jackson-King, con quest'ultimo non solo fornitore di trama ma anche sceneggiatore. C'è da preoccuparsi, visto che il re è un mediocre adattatore di se stesso, ed infatti il film spreca uno spunto di buone potenzialità per uno sviluppo banale e/o confuso, sciatto sotto tutti i punti di vista. Se Jackson può almeno contare sulla faccia interessante, Cusack neppure su quella. Film insignificante e noioso
MEMORABILE: il finale ciondolo, nel senso letterale del termine
Ho gradito questo adattamento da King. La confezione è rozza e in più punti la trama appare un po' lasciata al caso, ma proprio per questo ho trovato ricreata la stessa grottesca concezione dell'orrore del libro originale. Inoltre il ritmo è svelto, con un inizio di pura follia e un finale amaro e migliore di quello originale. Cusack è nato per interpretare questi ruoli, Jackson ha la solita classe, insieme i due funzionano e molto. Qualche discreto effetto gore qui e là, dialoghi a volte un po' scadenti, ma l'ho trovato godibile.
Ormai l'horror (specie quello di fine stagione) non riserva grandi sorprese: ne è la riprova questo film, dove viene demonizzato il cellulare che ormai nella realtà (e non solo) ha letteralmente rapito la vita delle persone. Chi telefona muore e i sopravvissuti sono davvero pochi. La suspence c'è, l'horror pure e l'attenzione dello spettatore viene tenuta alta per quasi tutto il film. Il problema è appunto quel "quasi", perché verso la fine il tutto pare franare in modo netto: peccato, con qualche idea in più sarebbe stato davvero valido.
MEMORABILE: Le terribili sequenze iniziali dell'aeroporto, con il panico più totale.
Lo spunto iniziale è anche buono e con una critica intelligente dietro, sebbene ricordi molto L'ombra dello scorpione; a conti fatti invece ci troviamo davanti a un film decisamente scombinato e poco coinvolgente, con attori che sembrano capitati lì solo per guadagnarsi la pagnotta e un adattamento che presenta non poche lacune. Si sa che King non ha troppa dimestichezza col cinema e questo nuovo prodotto non fa che confermarlo.
Come scomodare Cusack e Sam Jackson per girare una puntata di The walking dead. Sì, ok, non sono morti che camminano ma il senso è quello e i mezzi utilizzati sono addirittura inferiori. I telepazzi sono infatti creature piuttosto romeriane, mentre la scena che colpisce di più è decisamente l'auto che passa sui corpi (peccato averla già vista in Hotel Rwanda, anche se in un contesto ben più drammatico). I dialoghi non riservano guizzi segnalabili, regia e fotografia adatte al genere. Non è terribile come si dice ma si dimentica in fretta.
MEMORABILE: L'immenso falò notturno dei telepazzi cosparsi di benzina.
Lunga vita a King, ma basta con le sceneggiature: oltre a strapazzare il libro, imperano una pessima scrittura fatta di dialoghi inconcepibili; come collante una fretta e una approssimazione sorprendente, a tratti persino una gratuita ironia senza utilità. Tentatissimo dal pallino solitario, mi rincuoro a mente fredda con quel qualcosina che funziona (qualche assalto dei telepazzi, il falò al campo sportivo), ma lo scoramento è e resta parecchio. Regia, Cusack (con capigliatura orripilante) e Jackson vanno di puro mestiere. Disfatto.
Peccato perché i primi dieci minuti erano ottimi; purtroppo il resto del film è banale e mal girato. Il finale è poi inguardabile, con il racconto che devia dal testo originale. Qualche rimando a The walking dead e a L'invasione degli ultracorpi con i telepazzi che gracchiano a bocca spalancata, catatonici. Primo premio all'assalto più banale e telefonato di tutti i film di genere con la moglie chiusa in soffitta. Pietoso. Protagonisti in palla solo senza dialogo.
MEMORABILE: Il falò nel campo sportivo e i primi minuti del film nell'areoporto.
Zombi hi-tech in questo film tratto da un romanzo di King. Ma l'ottimo potenziale viene malamente rovinato dallo stesso King che, nonostante ne curi la sceneggiatura, non solo modifica il finale ma dissemina madornali plot-hole per tutto il film tanto da renderlo frammentario e senza nemmeno una visione d'insieme esaustiva. Il low-budget poi non fa che diminuire ancora di più il valore del prodotto, visti gli scarsissimi effetti e la quasi totale mancanza di riprese in esterno. Regia e montaggio scarsi con un Cusack a tratti imbarazzante.
Dove una volta erano i simboli del consumismo o la televisione a decerebrare le persone, ora giustamente l'idea originale di King attualizza (qualche anno fa, ora si parlerebbe dei social) la peste della mente prendendo di mira la mania "cellulare". Partenza quindi interessante ma svolgimento assai deludente. Fiera del già visto tra i classici romeriani, 28 giorni dopo e il più recente The walking dead. Protagonisti poco ispirati, tra i quali gigioneggia l'ormai gommoso John Cusack. Trascurabile.
Un segnale giunge attraverso i cellulari alle menti delle persone trasformandole in bestie assassine. Ottima l'idea di partenza (da un romanzo di King, che qui sceneggia pure) e molto bravi gli interpreti, con Samuel L. Jackson in testa. Purtroppo col passare dei minuti la noia si fa sentire, i dialoghi diventano pesanti e si arriva al finale arrancando. Non male ma si poteva fare di più.
Un potente virus che si trasmette tramite cellulare fa impazzire le persone trasformandole in un branco di zombi pronti a infettare il prossimo. Le cose migliori le vediamo all'inizio (la scena dell'aeroporto) e alla fine (il finale è di quelli da non perdere); in mezzo però non c'è molto se non la buona idea di partenza. Sembra impossibile non riuscire a cavar fuori qualcosa di meglio dalle pagine del re dell'horror, ma spesso e volentieri è così (nonostante qui King curi in prima persona la sceneggiatura).
Si parte con alcune passeggere scalze in attesa dei controlli in aeroporto, si odono gli altoparlanti gracchiare di un ritardo dei voli a causa del maltempo e poi... bamm, ecco che tutti impazziscono. Dal Maestro Stephen King una riduzione che ha un incipit dinamico, spaventevole ma che, dal momento in cui Cusack esce dall'aerostazione di Boston, perde di ritmo. Non che risulti noioso, ma che mostri una minor dose di inventiva, quello sì. Cell è uno zombi-movie con qualche eco fantascientifica e una critica al sistema tecnologico. Only fan.
MEMORABILE: La schiera di "camminanti" in marcia, compatti e rumorosi.
Ennesimo adattamento cinematografico andato a male di un'opera di King (che pure è direttamente coinvolto). Parte bene ma col passare dei minuti tende a peggiorare, a diventare quasi sterile e noioso fino a una conclusione che pare quasi raffazzonata. Peccato perché gli spunti interessanti, nonostante tutto, c'erano. Cusack è comunque uno di quegli attori simpatici a cui concediamo quasi tutto, Jackson è sempre di livello, ma la trama è troppo in linea con uno dei tanti e scialbi zombie-movie attuali.
Stare sempre col telefono in mano è una brutta abitudine, oltre che dannosa, e in questo film ti trasforma anche in un famelico zombi. Il film di Tod Williams non è malaccio, nel senso che ha diversi pregi e altrettanti difetti; da un lato il ritmo è sempre molto veloce e serrato, non ci sono tempi morti e le scene splatter non mancano, dall'altro però si hanno un finale buttato là e i soliti cliché del genere. Si fa vedere ma anche dimenticare piuttosto in fretta.
Voleva essere la dimostrazione estrema delle conseguenze di un uso inappropriato del cellulare. Si rivela, invece, un film assolutamente privo di sostanza che devia il percorso principale a favore di un’ostinata ricerca personale del personaggio interpretato da Cusack. Non brilla nemmeno la regia, permettendo a dialoghi e situazioni scontate e ritrite di prendere il sopravvento. Soltanto qualche barlume illumina sul finire il buio pesto grazie a una sequenza che ruba l’occhio. Resta, al di là di tutto, un qualcosa di inutile ed evitabile.
Tratto dal romanzo omonimo di Stephen King. Al netto delle differenze con il libro, il film tutto sommato convince e crea quel giusto mix fra suspense e tensione. Benché non ci siano scene che facciano saltare dalla sedia, è diretto discretamente. John Cusack e Samuel L. Jackson di nuovo insieme dopo 1408, col primo che sembra, purtroppo, non adatto al ruolo affidatogli.
Terribilmente povero sia nella confezione che nei cointenuti. Dopo un incipit interessaante ma anche già troppo esagerato per risultare portatore di sincera tensione, la storia si trascina stancamente lungo percorsi già visti e con dialoghi e situazioni da serie B. Non sono di grande apporto i due attori più famosi; anzi, si può dire che ormai Cusack accetti serenamente la sua pensione anticipata. Gli stessi effetti non impressionano, forse il finale regala qualcosa ma anche lì si nota una strana voglia di concludere il tutto. E noi ringraziamo.
D’improvviso tutte le persone che parlano al cellulare si trasformano in assatanati iperviolenti assalendo chi è rimasto immune. Un uomo qualunque cerca di ritrovare la sua famiglia con dei compagni di viaggio. Schematico e abbondantemente già visto zombie-movie nella prima parte (ma perlomeno ci vengono risparmiate scene truculente), nella seconda migliora un po'co quando finalmente si avverte la mano di Stephen King (autore del racconto e co-sceneggiatore) e prende il sopravvento le componenti mistero e incubo. Cusack irritante e bolso; cosa ci fa qui Jackson?
King misoneista, King come Ludd: la tecnologia è il male la morte il nemico la nientificazione delle menti il buio di un'epoca la fine di tutto. Per ribadirlo finché la cosa non esce da occhi e orecchie, quale migliore sotterfugio del ricicciare i Tommyknockers a ridosso dei complottismi da 5G? Allarma nei credits la sovrintendenza produttiva di quel Gens reo di apocalissi crioessicate e Cusack e Jackson, abbonati al re, si adeguano come possono. Si sospira che dato il materiale d'abbrivio non si poteva far di meglio e resta grande il rimpianto per il mancato rimaneggiamento di Roth.
MEMORABILE: Incipit aeroportuale; Ring my bell; Trance girotondina attorno al ripetitore alla Midnight express.
John Cusack HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
magari verrò presto smentito, ma credo sia un film che può attrarre solo stroncature, dato che fa capo a quello che è a memoria di biblioteca il peggior king di sempre. pensare di elevarlo al quadrato seguendo la via pedissequa anziché renderne perfettibili gli errori e i vuoti (del resto innumerevoli) è davvero un suicidio annunciato.
Schramm ebbe a dire: magari verrò presto smentito, ma credo sia un film che può attrarre solo stroncature, dato che fa capo a quello che è a memoria di biblioteca il peggior king di sempre. pensare di elevarlo al quadrato seguendo la via pedissequa anziché renderne perfettibili gli errori e i vuoti (del resto innumerevoli) è davvero un suicidio annunciato. Se rimane in palinsesto anche la prossima settimana cercherò di vederlo al cinema...
DiscussioneRaremirko • 20/07/16 23:28 Call center Davinotti - 3863 interventi
King stesso non possiede il cellulare, come Dylan Dog!
Anche io, lo ammetto, vivo con il cellulare rapporti conflittuali...
penso di essere uno dei rari a non volerne minimamente sapere di smartphones e tablet. vado avanti con una ciabattina da nemmeno 30 euro di circa 8 anni fa. ma a prescindere dall'essere pro o contro le nuove tecnologie, il libro di king resta la sua opera più limitata.
DiscussioneDaniela • 22/07/16 07:42 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Ho letto che King ha scritto per la sceneggiatura un finale molto diverso da quello del romanzo, in quanto quest'ultimo aveva ricevuto molte critiche.
Non so come sia quello letterario, ma quello cinematografico è proprio ciondolo, moscio come il resto del film.
Schramm, se ti va di vedere qualcosa di kinghiano, anche se il soggetto non è tratto da King, segnati per i tempi migliori la miniserie Strange Things. Lo spirito del re è più presente qui che negli ultimi film da lui sceneggiati (questo e l'altrettanto modesto Good Marriage) ed anche che nella serie tratta dal suo romanzo sui viaggi nel tempo.
danyta il finale letterario di cell è proprio il minore dei suoi problemi strutturali-narrativi-stilistici. è proprio tutto il resto che è franato, sprofondato. a parte un incipit davvero ottimo che lasciava sperare grandi cose. non so quando arriveranno sti benedetti tempi migliori, ma terrò caro il consiglio per la vecchiaia. ;)
DiscussioneRaremirko • 23/07/16 20:56 Call center Davinotti - 3863 interventi
Schramm ebbe a dire: penso di essere uno dei rari a non volerne minimamente sapere di smartphones e tablet. vado avanti con una ciabattina da nemmeno 30 euro di circa 8 anni fa.
Amche io sono così.
Il libro di King ce l'ho ma ancora non l'ho letto; per farci su un film un minimo di successo deve pur averlo avuto, però.
DiscussioneDaniela • 24/07/16 11:54 Gran Burattinaio - 5937 interventi
King conta su una zoccolo duro di fan disposti a leggere tutto quel che pubblica, ma pare proprio, a giudicare dalle recensioni, che Cell non sia da annoversarsi fra le sue cose migliori. In particolare, il finale del romanzo è stato oggetto di critiche, per cui King ha pensato di modificarlo in sede di sceneggiatura del film.
Quando al film stesso, in origine doveva dirigerlo Eli Roth, chissà cosa sarebbe venuto fuori, magari qualcosa di meno spossato...