Una storia molto ben scritta (dallo specialista Steven Bochco assieme a Dean Hargrove partendo da un soggetto di Robert Specht) per una puntata che, probabilmente a causa di una regia (di Alf Kjellin) piuttosto spenta rischia di raccogliere meno di quanto meriterebbe. Pur durando solo la canonica ora e dieci infatti, riesce a introdurre più di un personaggio secondario e sempre tratteggiandolo con poche sapide caratterizzazioni. E’ così per il figlio (Robert Walker jr.) del principale sospettato, per la moglie (Jessica Walter) della vittima (Lew Ayres), per un meccanico e perfino per il piccolo ragazzino che si occupa del robot servito all’assassino per costruirsi un alibi. Indizi raccolti con...Leggi tutto sagacia, un paio di trovate geniali e anche due brevi simpatici interventi di Cane, il bassethound di Colombo. Se c’è un difetto (oltre alla staticità dell’insieme, con pochi esterni e una messa in scena modesta) sta semmai nella conclusione, con il tenente costretto a non agire col massimo della correttezza come gli capita quando l’avversario è troppo intelligente per lasciarsi prendere con le tecniche tradizionali. Divertenti gli intermezzi con il registratorino portatile che ha sostituito il notes (“mi perdevo sempre la matita”), così come quelli col ragazzino genialoide. Peter Falk sembra tuttavia più stanco e distratto del solito. Non certo imbalsamato come gli capiterà nella puntata dell’ULTIMO SALUTO AL COMMODORO ma nemmeno al massimo. Ciononostante l’episodio, pur non memorabile, si lascia ampiamente vedere offrendo un’ottima dimostrazione dell’estrema validità della formula anche quando non si è al top.
Il prof uccide per coprire il figlio mediocre che ha plagiato le ricerche di un defunto attribuendosene i meriti. Peccato per una certa sonnolenza che sembra affliggere il tenente fin dalle prime battute, ma il finale incandescente ce lo mostra più spietato del consueto. Si lascia molto spazio al suo cane senza nome (“Lo chiamiamo 'Ehi', 'Cane' o fischiamo. Comunque non fa differenza, tanto lui non viene”) e si incontrano sufficienti personaggi da rendere gustosa l'indagine. Psicologicamente ben resa la figura del figlio, qualche dubbio sulla messa in scena falsificata dell'omicidio.
MEMORABILE: Steven: “Non ha l'aspetto di un cane poliziotto”, Colombo: “Non lo è, è il cane 'di' un poliziotto, e ti assicuro che fa una bella differenza”.
Episodio che non offre molti guizzi di genio se non per il finale con Colombo che apparentemente pare prendere una cantonata. Molto più interessante invece il contesto della vicenda, che ha un vago sapore fantascientifico; l'omicidio infatti avviene in un istituto scientifico ove vengono messi a punto war games, il tutto coadiuvato da un robottone tipicamente da sci-fi anni 50! Interessante anche la correlazione che l'episodio fa sul lavoro dello scienziato e quello del detective: tutti e due devono dimostrare le proprie teorie per convalidarle.
Piacevole pre-Colombo. Il tenente compare col cane, espulso da un centro per l’addestramento (demoralizzava gli altri alunni). Discreto ritmo, un Colombo piuttosto serio (stretta di tenaglia al robot a parte) e un assassino quasi di legno (essendo un serio scienziato, ci può stare). Questo però penalizza un po’ i duetti, ma l’indagine resta interessante. Non male il baby genio (trova un amico al cane del tenente). Segnalo: “Gli amori di Frankenstein”, la descrizione del cadavere “E’ una poltiglia”. Finale pipato, più che pepato. Buono.
Puntata abbastanza originale, sia per il soggetto dei piccoli e grandi geni (tema che sarà poi ripreso nella più memorabile Prova d’intelligenza), sia per la tattica del tenente nell’arrivare all’epilogo della vicenda. Certo mancano scontri epici tra Colombo e l’assassino, ma questo è giustificato dalla presenza di sotto-trame e personaggi secondari più numerosi del solito. Piacevole, nel complesso.
MEMORABILE: Il momento in cui il tenente è in difficoltà e dice di aver bisogno della moglie per rinfrescarsi le idee.
Buon episodio, con un ottimo Josè Ferrer, che però ha come unica pecca quella di proporre un finale poco convincente (far confessare l'omicida tramite usando una sorta di trappola). Tema musicale adatto, omicidio ben costruito, buone le scenografie. Dyanne Turley è incredibilmente accreditata.
Episodio meno riuscito di altri, nonostante la gradevole ambientazione. La minore resa è determinata da un finale in cui il tenente Colombo riesce ad avere la meglio rispetto al suo antagonista non grazie alla sua superiore intelligenza ma mediante un espediente per costringerlo a confessare, sfruttando i suoi sentimenti e l'amore per il figlio. Il robottino che compare nell'episodio è una replica rimpicciolita di quello presente ne Il pianeta proibito.
Episodio in genere poco amato (anche dai fan più accaniti) soprattutto per la presenza di un Colombo insolitamente brusco e poco spiritoso. Ma nel complesso la storia è ben strutturata e l'indagine (più ostica che mai, sebbene il tenente individui subito il sospettato) lascia poco spazio a intermezzi di svago. Davvero troppo fortunoso il ritrovamento di un elemento chiave: la pipa. Fedele al tono dell'intero episodio, Colombo, per chiudere l'indagine, si mostra quasi spietato.
Interessante l'omicidio, meno le indagini. L'episodio si apre con uno sketch all'addestramento canino dopo l'espulsione di Cane, unico momento divertente perché poi la puntata si fa piuttosto seria. Colombo individua già da subito la sua preda, è un freddo scienziato che per proteggere il figlio (e in parte se stesso) si è macchiato di un omicidio. Colombo e Ferrer non regaleranno dei duetti imperdibili e il primo si mostrerà alquanto duro. Non fra i migliori, ma si guarda volentieri.
Il mondo dei robot e dell'elettronica di quel tempo fa da cornice a un episodio un filo meno incisivo del solito, ma non certo brutto. Il sapere, l'intelligenza e le attese di un padre nei confronti di un figlio sono il meccanismo che fa scaturire l’omicidio e, in parte, sono anche la forza della puntata, che in taluni punti sa anche essere avvincente; peccato, invece, per altre scene più vuote e un Colombo un po' spento.
Volendo cominciare dal finale, qui si dimostra che il fumo fa male... Bell'episodio, uno dei migliori grazie a un finale in cui la colpevolezza viene sì ottenuta tramite trappolone ma ben congegnato, sfruttando l'unica debolezza psicologica dell'assassino. In più il tenente si prende una rivincita intellettuale mostrando al professore il (valido) motivo per cui lo aveva sospettato già 10 minuti dopo essere stato sul luogo del delitto. Per il resto si ironizza sul nascente mondo elettronico, i cani, i sistemi di difesa, i premi scientifici...
MEMORABILE: Grazie, lo terrò (il sigaro) per un'occasione speciale (e infatti, alla fine...).
Episodio che si guarda volentieri nonostante non rientri tra i migliori. La trama è ottima e già la parte iniziale risulta interessante, ma quel che non convince del tutto è la prova dell'assassino, troppo freddo e distante (quasi disinteressato) rispetto alle indagini del tenente. Nel complesso un buon episodio, con un finale degno. Promosso.
Un episodio azzeccato ma un po' sottovalutato. Ferrer interpreta la parte di un assassino glaciale e risulta credibile. Il piano delittuoso è ben studiato, l'indagine interessante e anche il movente regge; peccato per un Colombo decisamente serio, il quale penalizza i duetti con un assassino già glaciale di suo. Non si riscontrano molti intermezzi comici e l'episodio risulta interamente incentrato sull'indagine. Il finale, seppur si tratti di una trappola psicologica, è convincente.
Episodio ordinario, con inizio e sviluppi, limitatamente al laboratorio, da film di dozzinale fantascienza tipico di quegli anni e forse anche qualcuno indietro, così come l'accenno al "mondo libero" e ai giochi di guerra sempre e comunque giustificati da un attacco da parte dei "cattivi". A parte questo, si nota un intreccio non ben studiato e sviluppato in modo tale da non convincere nemmeno gli attori (a parte il cane). Finale insipido, pollice verso.
MEMORABILE: "Anche un cane deve avere un'attività, magari un'abbaiatina ogni tanto".
Fatica parecchio il direttore di cervelloni ad accettare l'idea che suo figlio non lo sia e che la sua celebrità sia dovuta invece a un plagio, peraltro scoperto dal professore. Questi verrà così eliminato in maniera non particolarmente originale. Un po' scarico come episodio. Non brilla l'assassino e non eccelle il movente. Anche Colombo è un po' sottotono e non ci regala tutte le gaffe e impacciataggini (vere o presunte) a cui siamo normalmente abituati. Torna il cane però.
Un buon episodio che si fa ricordare più per i comprimari (il bambino prodigio, il meccanico, la moglie dell'assassinato) che per il protagonsita. Una buona ambientazione (un laboratorio di ricerca) per una puntata scritta diligentemente soprattutto nella seconda parte, perché il pre-Colombo non offre una costruzione del delitto memorabile. Non brillantissimo il finale, con consueto trappolone facilmente intuibile. Discreti i momenti comici, soprattutto quelli con protagonista il cane.
MEMORABILE: Il robot che fa passeggiare il cane; I sigari cubani; Il lucido delle scarpe sulla porta.
Episodio non particolarmente esaltante, probabilmente poco dinamico, in cui le stesse figure secondarie (il figlio dell'assassino, movente dello stesso) non brillano in modo particolare. Si lascia tuttavia ricordare per l'interazione del tenente con un ragazzino prodigio e la sua creatura, un robot, che si incarica addirittura di portare a spasso il cane.
La voglia di proteggere il figlio sarà il movente sia dell'omicidio iniziale che della confessione finale: per essere a capo di una "fabbrica di cervelli" l'assassino commette un po' troppi errori e Colombo dal canto suo lo incastra più da sbirro che da investigatore (quando mai si era visto il tenente arrestare un innocente per smuovere le acque?). Al di là del giallo in compenso la puntata regala un paio di momenti indimenticabili grazie alla presenza dei personaggi più decorativi (il cane, il robot, il bambino prodigio).
MEMORABILE: Il cane di Colombo espulso da un centro di addestramento perché "demoralizza gli altri allievi".
Tra gli episodi peggiori, per nulla coinvolgente ed emozionante. La trama, che si svolge sempre nello stesso luogo, è quasi surreale, procede a sequenze con scarsa concatenazione senza creare suspense. La comparsa e l'agire dell'automa hanno del ridicolo. Colombo più che investigare con acume si limita a cercare tracce. La conclusione non poteva che essere alquanto deludente.
Episodio particolarmente leggero, in cui abbondano le parentesi umoristiche ed eccentriche (dalle numerose apparizioni del mitico Cane al cameo di Robby il Robot de Il pianeta proibito, che addirittura verrà coinvolto nei piani dell'assassino). Quasi di conseguenza, le macchinazioni delittuose di José Ferrer sembrano meno elaborate del solito (particolarmente maldestri i tentativi di inscenare una rapina) e pure l'escamotage di Colombo per smascherarlo risulta piuttosto semplice, portando a una confessione in tempi troppo brevi. A ogni modo la simpatia dell'insieme non si discute.
MEMORABILE: L'investimento del professore; Cane non vuole restare solo; Il bambino prodigio; Robby il Robot porta Cane a spasso; L'arresto del figlio di Ferrer.
Bella puntata dall’ambientazione quasi fantascientifica, in cui Colombo si muove con molta seriosità e mostrandosi addirittura spietato nel mettere in piedi il tranello che incastra l’assassino, a sua volta interpretato da un algido José Ferrer; i due non danno vita a duetti memorabili, ma l’indagine è stuzzicante e sono ben delineate le figure secondarie: il figlio dell’omicida, il bambino prodigio e soprattutto la moglie della vittima (un’ottima Jessica Walter). Sempre gradita la presenza del cane, a cui si devono gli unici momenti di alleggerimento.
Uccide un chimico per salvare la reputazione del figlio simulando una rapina finita male. Al contrario di quanto sostiene Colombo (secondo cui l'omicida ha una mente superiore) il colpevole non fa che inanellare una serie di errori grossolani (complice la fretta e la non premeditazione); il debole epilogo con relativa messinscena, inoltre, contribuisce a confermare la scarsa consistenza del soggetto (l'ambientazione nel campo della ricerca scientifica avrebbe meritato sviluppi migliori). L'atmosfera da thriller, la musica disturbante e la bravura del cast lo promuovono comunque.
MEMORABILE: La striscia di lucido sulla porta; Il sigaro; La formula dell'eroina; MM7 e il piccolo genio.
Un professore scopre che il figlio ha plagiato un'importante scoperta scientifica e viene messo spalle al muro da un suo collega. Dovrà eliminarlo per insabbiare la vicenda. Questa volta l'antagonista del Tenente Colombo è un bravo José Ferrer che con la sua spiccata intelligenza porterà il nostro protagonista al limite, tanto che dovrà veramente inventarsi una grossa trappola per poterlo incastrare. Rispetto ad altri episodi il ritmo è più compassato ma si dà maggiore spazio ai personaggi secondari e al cane, che non vuole saperne di essere addestrato. Il livello è sempre buono.
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Anche troppo,un assassino più spietato avrebbe fatto condannare allegramente il figlio (vedi un Jack Cassidy o un Robert Culp).
DiscussioneAle nkf • 25/10/10 13:24 Contatti col mondo - 14031 interventi
E' vero! Qui abbiamo un Ferrer che nonostante si macchi di un omicidio, poco si avvicina alla classica mentalità dell'assassino spietato (vedi adesso nel processo Scazzi).
Il piccolo genio si chiama (più o meno?) come il precoce regista del primo episodio della Serie. Lo dice il meccanico al minuto 42:08: "Si chiama Steven Spelberg!" (così almeno viene pronunciato, anche nella versione originale).
Confermato dal bambino, subito dopo, quando il Tenente entra nel "suo" laboratorio: dice che preferisce essere chiamato "solo" Steve!
In questo episodio il nostro caro tenente, adattandosi al tema dell'episodio, registra su nastro tutti gli appunti sulle domande da fare. Lo segnala anche il Davinotti nel papiro: "Divertenti gli intermezzi con il registratorino portatile che ha sostituito il notes (“mi perdevo sempre la matita”):
*Corrado Gaipa: José Ferrer *Benita Martini: Jessica Walter *Roberto Villa: Lew Ayres *Sergio Di Giulio: Robert Walker *Riccardo Rossi: Lee Montgomery *Renato Cortesi: Art Batanides *Claudio Capone: Lou Wagner *Vittorio Congia: Charles Macaulay *Gianni Bonagura: John Zaremba *Diego Reggente: William Bryant *Luciano Melani: Jefferson Kibbee
Nella puntata in mio possesso (non ricordo esattamente il minutaggio) c'è una sorta di "buco" nel doppiaggio....per circa 40/45 secondi si sentono Falk e Ferrer recitare nella loro lingua madre, dopodiché riprende il normale doppiaggio in italiano.
Come segnalato da Imdb Steven Bochco and Dean Hargrove, autori del soggetto, rendono omaggio a Steven Spielberg, il quale nel 1971 ha diretto l'episodio intitolato Un giallo da manuale: il personaggio del piccolo genio inventore si chiama infatti Stephen Spelberg!