Carol (Tushingham) non è una bella ragazza: tramite l'agenzia matrimoniale gestita da Lewis (Ballista) incontra l'emigrato sardo Gavino (Aldo Maccione) in cerca di moglie al solo fine d'ottenere cittadinanza americana. L'uomo non parla una parola d'inglese (e neanche d'italiano, solo dialetto!) e viene sposato da Carol per compassione. Interessante commedia (la tenga presente chi ce l'ha con gli extracomunitari "onesti" in cerca di asilo perpetuo nel nostro Paese) che parte lentamente per poi decollare grazie a caratteristi d'alto calibro quali Ballista e Maccione.
Commediola con l'aguzza Tushingham (bravissima) assoluta protagonista, che attraversa il film con i suoi occhioni perplessi e spauriti. La pellicola parte piano, frammentata com'è da una serie di episodi che non "fanno film"; acquisisce un po' di compattezza nella parte conclusiva. Resta un prodotto grazioso, qua e là noioso, cui si può concedere la stretta sufficienza: **.
MEMORABILE: Gavino Pudduddu nel portafoglio tiene, enigmaticamente per la moglie, la foto di una pecora.
Piccola commedia italiana (più che all'italiana) ambientata a New York: si può tranquillamente dire che lascia il tempo che trova. Inizio enfatico-grottesco, prosieguo che va migliorando (grazie alle buone prove di certi caratteristi); ma l'andamento d'insieme e gli esiti restano discutibili. La protagonista (una non-bella-quasi-stagionata, fornita di un eccentrico guardaroba) è costantemente sopra le righe (il doppiaggio non la aiuta), la cosa è voluta ma... Oggetto che riesce a farsi seguire solo come solito documento cinematico.
Se l'inizio della pellicola parte da una buona idea e fornisce alcuni spunti veramente azzeccati (da non perdere la voce narrante di Nando Gazzolo), presto ci si butta a capofitto nella noia più assoluta. Dal divertente incontro al ristorante tra Aldo Maccione e Rita Tushingham si va verso una spirale di sbadigli difficilmente frenabili. Una commedia così poteva essere senz'altro più divertente, ma la sceneggiatura è stata veramente maltrattata.
L'emigrante italiano che vede nella trasferta estera chissà quale Eldorado era già chiodo fisso della poetica polidoriana, ma il vero spunto antropologicamente interessante (ad ampi balzi, beninteso) sta nel primo grottesco quarto filmico, scandito dal sondaggismo pre-algoritmico delle app-dating. Per il resto, il sesso zufolerà anche (a mezzo decibel: sempre periferico e appena accennato), mai però quanto si bofonchia in sala per una commedia che mai riesce nell'impresa di portare all'insù gli angoli della bocca di chi la guarda, neanche psicoretrocedendo alla zeitgeist early 70's.
Gian Luigi Polidoro HA DIRETTO ANCHE...
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Se non sbaglio, quando la protagonista è nella vacanza per cuori solitari, per televisione si vede un film italiano. Appaiono Senta Berger e (direi) Ezio Marano. Non trovo film, però, con entrambi nel cast.
B. Legnani ebbe a dire: Se non sbaglio, quando la protagonista è nella vacanza per cuori solitari, per televisione si vede un film italiano. Appaiono Senta Berger e (direi) Ezio Marano. Non trovo film, però, con entrambi nel cast.
Bruno Cremer, in effetti vagamente somigliante a Marano.
Il film è L'amante dell'Orsa Maggiore (1971).