Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Daniela: Paesano immigrato in Canada sposa per procura connazionale ma la malasorte, aiutata da un'infida contessa, trama per spezzare il loro legame: mentre lui viene insidiato come il casto Giuseppe, lei deve affrontare l'onta del disonore, il carcere, il ripudio... A fronte ad un tale diluvio di disgrazie d'appendice, sorge spontaneo il sorriso ma anche il rispetto nei confronti del Sirk nostrano, certo meno stiloso nel gestire il racconto e più conformista riguardo i contenuti, ma ugualmente impudico nell'affrontare i temi sentimentali, mettendo a nudo il cuore dei suoi rustici protagonisti.
B. Legnani: Filmettino assai mediocre, che regge in qualche modo per tre quarti d'ora, ma poi cala verticalmente. Il pavido personaggio di Raimondo Vianello regge meglio di quello sbarazzino di Walter Chiari (truffatorelli che subentrano nella rivalità tra due famiglie in cui cognomi risuonano come "Milan" e "Inter"), ma resta la sensazione di qualcosa fatto molto in fretta e qua e là tirato per le lunghe per raggiungere un metraggio decente.
B. Legnani: Terribile. Che le trame dei musicarelli siano pretestuose è notorio, ma qui si supera il limite della decenza. I due snodi principali sono folli: Al Bano molla la moglie senza manco farla parlare e poi ci ripensa perché glielo dice un bimbo d'otto anni. A peggiorare la situazione il protagonista, fra i due eventi, va a chiedere scusa al mare per averlo abbandonato. Nino Taranto bravissimo, Panelli con un ruolo micidiale, Terzo e Cannavale serviti in modo indegno dal copione. Lino Banfi fa un minuto e vale più dei due protagonisti messi insieme.
MEMORABILE: Il peggio del peggio (l'inguardabile dell'inguardabile) è la storia d'amore fra Popoff e la Elmi.
Galbo: Discreto film di Ettore Scola ambientato negli anni del fascismo e delle leggi razziali di cui fa le spese uno dei protagonisti del film. Il film rifugge però l'affresco storico, occupandosi del microcosmo di un quartiere e della vita che brulica in esso e questo è forse un pregio e al tempo stesso il limite dell'opera, in quanto la sceneggiatura dà la sensazione del "respiro corto", di non riuscire mai ad affrontare con la giusta forza temi importanti. Il film risulta comunque piuttosto gradevole e ben interpretato da tutto il cast.
Daniela: Anche se non c'è certezza sull'identità della Maja desnuda, il film abbraccia la tesi più popolare identificandola con la duchessa d'Alba, amante (presunta) di Goya, e su questo assunto imbastisce un melodramma fotoromanzesco che non rende merito alla figura dell'artista: attore che raramente ha trovato ruoli adatti al suo talento, Franciosa qui rischia di scadere nella filodrammatica mentre la prova di Gardner, non sorretta da una sceneggiatura adeguata, ne sfrutta soprattutto la sontuosa bellezza. Di pregio invece la ricostruzione ambientale, esaltata dalla fotografia di Rotunno.
Gestarsh99: Girolami e Vitali daccapo assieme per il lancio di un "nuovo" personaggio studiato ad hoc per sobbarcarsi schermicamente l'eredità comico-romanesca di un Pierino in profonda crisi d'identità, prosciugato nel morale dalla pipinara di emuli-vampiro rovesciatasi in sala agli inizi dell'82. Tanto carismatico e ingagliardito l'uno, quanto rattristante e perennemente randellato quest'altro: un cialtronello trasteverino dedito a guasconate fallenti degne di Er più e Rugantino. La voglia di riscossa e divertimento è costantemente castrata dai paliatoni e dai fiaschi sonori incamerati dal protagonista.
MEMORABILE: Il sor Augusto rivolto a Giggi: "Me dispiace, a Giggè, ma la zampogna mia sòna n'artra musica, tiè!" e giù un pernacchione fragoroso.
B. Legnani: Curiosa opera. Film da una piecè teatrale che parla di teatro e che spesso vi è ambientata. Ovviamente Gassman è perfetto nell'interpretazione dell'attore scespiriano che gigioneggia, ma il film ha in questo il suo limite. Quando manca l'istrionismo del protagonista, non si vede l'ora che il tutto acceleri per riportare Gassman in primissima linea. Non convincentissime la Ferrero e la Rossi Drago. La cantante è - non accreditata! - una magnetica Valentina Cortese. C'è il grande Cesco Baseggio.
Siska80: Questo film conferma il detto (qualora ce ne fosse bisogno) secondo il quale l'abito non fa il monaco: da una parte c'è infatti un'avventuriera additata da tutti che però ha un cuore d'oro, dall'altra una signorina dall'aria gentile che in realtà è perfida e calcolatrice. Buoni il cast, i costumi, le scenografie e l'intreccio; il finale è affrettato e poco verosimile, ma talvolta è bello illudersi che alla fine sia sempre il bene a trionfare.
Rambo90: Fumettone d'avventura d'altri tempi, che conserva però ancora un certo ritmo (soprattutto nella prima parte, la migliore) e può contare sulla regia salda di Wellman che in fatto di costruzione della vicenda ci sapeva fare. Wayne è particolarmente gigioneggiante qui, parla da solo e fa molte battute sopperendo col carisma a una sceneggiatura non sempre interessante. Buona l'alchimia con la Bacall (che infatti sarà scelta come partner per il suo addio al cinema) e spettacolare il bombardamento finale da parte dei cinesi comunisti. Godibile.
B. Legnani: Sorprendente ed originale. Con la progettazione della rapina in banca (che richiama un altro personaggio di Volonté) il film prende una piega inaspettata, che lo schiude ad una seconda parte in virtù della quale si evita la trappola del temuto manicheismo, si avvince l'attenzione dello spettatore e ci si avvia verso un'affascinante resa dei conti. Il contesto e il potere rendono "cattivi" i "candidi": questo il messaggio principale, cui se ne affiancano altri, da riferire ad altri personaggi, fra i quali l'ottimo Berger. Ben diretto, ben recitato, ben fotografato (tinte pastello, con dominio del marrone chiaro). Frequente l'uso dell'ellissi narrativa.
MEMORABILE: La voce fuori campo di Volonté lega la progettazione alla realizzazione del "colpo".
Pessoa: Uno dei capolavori di Verdone, con una storia originale e uno script scoppiettante che si avvale del determinante apporto dell'improvvisazione di grandi caratteristi come Brega e Infanti. La Giorgi dà il meglio di sé in un ruolo importante mentre Verdone gigioneggia di sguardi e smorfie che strappano sempre una risata. Contorno di livello le canzoni di Dalla, che è anche il deus ex machina della vicenda e la musica degli Stadio. Uno dei picchi più alti di un periodo magico del cinema comico italiano, purtroppo mai più tornato. Necessario!
MEMORABILE: Brega: "E st'olive 'e senti, queste so' greche, aho! (...) so' bone, come so'? Dì la verità?!" Verdone biascicando terrorizzato: "So' greche!".
Daniela: Giovane vedova di guerra si trasferisce in una piccola cittadina della costa con l'intenzione di trasformare un edificio abbandonato in una libreria... Confezione curata, cast di pregio, bei paesaggi di Suffolk, una trama fatta apposta per edificare lo spirito e muovere a commozione: il risultato, in barba ai numerosi riconoscimenti ottenuti, è un film che sguazza nella carineria, accentuata dall'insopportabile voce off e da uno stile shabby chic studiato a tavolino (vedere l'interno perfetto della libreria). La stucchevolezza prevale sui pregi formali.
Saintgifts: Nei western le tracce sono sempre state elementi importanti e gli specialisti per eccellenza, nel trovarle e seguirle, i pellerossa. Qui, fin dall'incipit, le tracce sono trovate e analizzate come meglio non saprebbero fare moderni investigatori, dal protagonista Tab Hunter che scopre in un batter d'occhio chi ha ucciso suo fratello a tradimento. Una giovane Natalie Wood, unica donna del film, interpreta bene la parte di una meticcia battagliera e coraggiosa. Western classico, ma con alcune trovate che lo rendono interessante e piacevole.
Galbo: "Classicone" hollywoodiano diretto da Zinnemann (per alcuni è il suo miglior film), coglie un punto di passaggio cruciale della storia americana, quello che precede l'entrata in guerra. L'abilità principale del regista è quello di mescolare abilmente le storie e di dare il giusto peso ai personaggi. Ne deriva un melodramma forse datato (la famosa e "scandalosa" scena del bacio in spiaggia fa sorridere) ma ancora di grande impatto. Molto efficace la prova degli attori con particolare riferimento a Montgomery Clift e Burt Lancaster.
Galbo: Lungometraggio animato in forma di musical, realizzato con tecnica digitale e diretto da George Miller, regista poliedrico in grado di passare dalla saga fantascientifica di Interceptor alla favola moderna del maialino Babe. Il film ha come protagonisti dei pinguini che vivono nei desolati paesaggi polari ma è un inno alla gioia di vivere e un apologo sulla ricchezza della diversità e contro ogni forma di emarginazione. Realizzato con tecnica all' avanguardia con risultati eccellenti, si caratterizza per una colonna sonora di ottimo livello.
Rambo90: Nonostante la regia di Goldstein sia davvero mediocre e le gag spesso già viste, la bravura di Leslie Nielsen riesce a rendere allegro il film, soprattutto quando lui è in scena (strappa più di una risata). Simpatico anche Greggio, in un ruolo di contorno ma abbastanza presente e azzeccato il finale con i tre tenori e il sosia di Clinton sdoppiato in due parti. Vedibile.
Tarabas: Utilizzando un personaggio di fantasia, il film racconta con buona efficacia drammatica il difficoltoso lavoro di istruzione del primo vero processo tedesco al nazismo, il celebre processo di Francoforte contro il personale di servizio a Auschwitz. Forse non ci sono picchi recitativi (a parte Voss nel ruolo del "vero" Fritz Bauer) o scelte registiche particolarmente notevoli, ma la narrazione piana e sobria è funzionale al contesto. Un film utile e giusto, ben realizzato, da vedere insieme a Lo Stato contro Fritz Bauer, suo ideale pendant storico.
Galbo: Meno bello del secondo episodio del "capitano" ma un passo avanti rispetto al secondo degli Avengers. In questo Civil war i personaggi assumono uno "spessore" di tutto rispetto e si assiste a qualche "new entry" di valore, in primis quella dell'uomo pantera, con la bella scena dell'inseguimento. Ancora da mettere a fuoco il personaggio di Spider man che interagisce poco con gli altri ma ha decisamente un buon potenziale. Il limite del film è la lunghezza eccessiva che diluisce la tensione.
Galbo: Diretta da Apatow e sceneggiata dalla protagonista Schumer, una commedia su una figura di donna libera e anticonvenzionale le cui idee vengono messe in discussione da un incontro amoroso. Al di là della caratterizzazione della protagonista, la vicenda è abbastanza prevedibile e risultano "posticci" sia il tutto sommato repentino cambiamento del personaggio che il finale all'insegna del buonismo. Più riusciti i ritratti di alcuni personaggi secondari come quelli interpretati da Tilda Swinton e Brie Larson.
Gestarsh99: La chiave metodologica per decrittare sin dalle fasi iniziali il tracciato tortuoso ma appagante che andrà sviluppandosi nelle pliche thriller di questo appassionante fanta-horror è senza dubbio Hidden, dei fratelli Duffer: un buon punto di partenza, per quanti vi si approcceranno con diligente predisposizione all'attesa, sinapsi neuronali guizzanti e occhio clinico settato al moviolone. Progettato e costruito sull'ambivalente equivocità fra psicosi e realtà e sull'indiscernibile natura benigna/maligna delle figure in scena, un film opzionalmente leggibile anche a livello metaforico.
MEMORABILE: Il primo incontro fra la piccola protagonista "evasa" (la brava e credibile Lexy Kolker) e l'anziano conducente dell'ambiguo camioncino dei gelati.
Herrkinski: Strepitoso mix tra poliziesco e giallo/thriller che nulla ha da invidiare ai più blasonati esempi Usa dei 70s; il livello è molto alto, ricordando il cinema di Don Siegel (su tutti il primo Callaghan, anche nel tratteggio delle figure del pazzo assassino e del duro poliziotto). Straordinarie le molte sequenze d'azione, girate benissimo e con un Belmondo veramente atletico; contro ogni previsione funziona anche l'idea di unire due storie parallele (quella del bandito e del serial-killer) e l'intero cast offre belle prove, con un buon doppiaggio italiano. Assolutamente da recuperare!
MEMORABILE: L'inseguimento sui tetti; Sul tetto della metro; L'intervento dall'elicottero; L'occhio di vetro.
Buiomega71: Gagliarda la Gagliardo, che gira questo afoso "thriller" metropolitano in una Roma livida e poco ospitale. "Banana Republic" di Dalla/De Gregori rimbomba come un mantra e la regista passa dal femminismo a scampoli delle BR, ai tuguri degli immigrati, alle feste notturne delle ville vip (dove fa capolino pure Mauro Bolognini), a una Betti che delira di sosia e a una scena di passione febbrile tra una Boisson che corre come Lola per metà film e un Fantastichini non poco ambiguo. Finale all'aeroporto quasi depalmiano. Gagliardo personalissima, narratrice poco convenzionale.
MEMORABILE: Rovistando nella borsa di Myriam; La ruota a terra; Nella balera estiva sul lungo Tevere; Fantastichini strappa i vestiti di dosso alla Boisson.
Ronax: Per il definitivo addio al cinema, la bellissima Rosalba Neri non poteva scegliere di peggio che questa insulsissima commediola pseudo-erotica diretta da un ormai esausto Bianchi Montero e interpretata dall'altrettanto stanco Francesco Mulè, costretto a vestire i tristissimi panni di un attempato satiro che si aggira sugli autobus facendo la mano morta. Rozzo ed elementare da qualunque angolo lo si guardi, ha il solo curioso merito di essere uno dei pochissimi film italiani, o probabilmente l'unico, interamente ambientato a Trento e dintorni.