Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: Melodramma camorristico-popolano inusitatamente al di fuori sia dei canoni "romantici" del noir urbano sia di quelli "concreti" del neorealismo criminoso bassofondistico. Di ritorno dal western, Squitieri impugna anche qui il modello statunitense - da Le Roy al coevo Coppola - e lo adatta senza alcuna scrupolosità sociologica al contesto delinquenziale partenopeo. Più che uomini d'onore napoletani i protagonisti sembrano gangster americani anni '30 e Pellegrin ha tutta la pettoruta "cazzimma" di un Al Capone da manuale. Freddo, inerte, di maniera: uno Squitieri acerbo che non trasmette emozioni.
MEMORABILE: Testi che scazzotta come una marionetta impedita...
Gestarsh99: Tecnicamente parlando, in questa seconda avventura giraldiana Corbucci si defila abbastanza dal tenore prettamente poliziesco del primo capitolo, amplificando sia il volume delle scurrilità verbali che la sostanza dei siparietti da barzelletta. Calma piatta invece per ciò che concerne il copione, con la solita banda di ladruncoli di borgata che si inguaia sfruculiando il potentone a stelle e strisce di stanza in Italia. Piccola apparizione per Bombolo, che dal terzo episodio in poi diverrà presenza comica fissa destinata a incassare improperi, manrovesci e pedate nel didietro dal compagnone Milian.
MEMORABILE: "Ah cammeriè, arriva 'sta pizza?"; Bombolo costretto a rimangiarsi a tavola il "prodotto" del suo sfregio domiciliare...
B. Legnani: Follìa pura. Film peplum trasformato in western poco prima dell'inizio della lavorazione. La mescolanza crea effetti risibili, ma la stessa parte western lascia basiti. Molte cose accadono senza che lo spettatore le veda (le raccontano i personaggi, come nella tragedia greca...) e molte di quelle che vede o sente sono pazzesche, come il croupier che parla in francese con i cowboy o i discendenti degli Inca (fuggiti in America del Nord...) che parlano spagnolo. Boido appare spettrale e non spiccica manco una sillaba. Davvero indescrivibile.
Galbo: Piacevole commedia il cui protagonista, credendo di avere una malattia incurabile, cerca di farsi detestare dalla moglie. Il film è ben diretto da Norman Jewison, regista versatile che si dimostra a suo agio anche nel genere brillante. I due protagonisti (a cui si aggiunge anche il bravo Tony Randall) simpatici e affiatatie, danno vita a gag divertenti. Da vedere.
Il Gobbo: Aiutato da mastro Bava, che regala al film un aspetto visuale stupefacente (e, dicono i maligni, gira molte sequenze mentre il regista fa la pennichella), Pietro Francisci salva il cinema italiano dalla bancarotta in arrivo e avvia la fase più bella e rimpianta della sua storia. Classicissimo, seminale, ovviamente disinvolto (diciamo) nella rivisitazione della mitologia. Steve Reeves sarà il miglior muscolone, forse anche per il fascino del capostipite. Fondamentale.
Galbo: Qualche anno prima de Il giustiziere della notte, il granitico Charles Bronson (sempre diretto da Michael Winner) interpreta un altro "revenge movie" sebbene in un contesto nettamente differente come un western. Siamo tuttavia lontani dall'epicità del western classico e Chato è un film "sporco", carico di violenza e di rabbia derivante dalla frustrazione del protagonista, ingiustamente braccato. Molto godibile, è un film che lascia il segno grazie anche alla brillante prova del suo protagonista.
Rambo90: Fantascienza notevole, che sebbene parta da uno spunto abusato (il problema delle nascite ricorda 2013 - La fortezza) riesce a svilupparlo con la giusta dose di tensione e inventiva. La Rapace dà prova della sua bravura moltiplicandosi in sette parti diverse, cambia parrucche e look ma anche la sua espressività riesce a farci capire le diverse personalità. Dafoe e Close appaiono poco, ma sono le facce giuste per i ruoli. Un po' di azione (discreta) ma soprattutto una bella sceneggiatura, con colpi di scena riusciti.
Galbo: Tornato in patria, il regista olandese realizza uno dei film migliori della sua carriera. Black book è sia film bellico e noir (le sequenze della strage sulla zattera sono impeccabili e forti emotivamente) che thriller, con tanto di agghiacciante e spietato finale. Ottima la scelta di adoperare attori non conosciuti al grande pubblico internazionale, particolare che aumenta il coinvolgimento emotivo portato dal film. Ottima scenggiatura e bella regia. Tra i migliori film di genere degli ultimi anni.
Galbo: Remake italiano del più riuscito film americano Ricomincio da capo, E' già ieri è tuttavia una commedia garbata anche se non fa gridare al capolavoro. Sfruttando intreccio e sopratutto l'idea di partenza del film di Harold Ramis, il regista Giulio Manfredonia va abbastanza sul sicuro anche se senza la personalità del collega americano e dirige un ispirato Antonio Albanese anche se la vera sorpresa del film è Fabio De Luigi.
ALLE ORE 23:00 su Rai Movie
Nota bene: Director's cut integrale restaurata del film di Michael Cimino.
Minitina80: È un’esperienza sensoriale in cui immergersi e perdersi senza prestare attenzione all’orologio. Il respiro è dell’opera di grande portata, fatta di paesaggi immensi, testimoni di sequenze costruite con grande perizia e meticolosità in cui Cimino ricorda quanto l’America sia stata costruita sul sangue e il sogno non è valso per tutti allo stesso modo. Rappresenta un modo di concepire il cinema viscerale e totalitario, ormai irriproducibile. Il talento di chi lo ha realizzato è palese e non si può negare il fascino che è capace di esercitare.
Buiomega71: Forse il capolavoro assoluto di Lynch, che reinventa il pulp 4 anni prima di Tarantino. Un folle e delirante viaggio on the road, con madri streghe, fatine buone, pestaggi, vomito, splatter e fuco vivo che brucia sullo schermo. Restano Dafoe con i denti marci, la Rossellini bionda, musica a palla, teste sfondate o decollate. Una fiaba nerissima, che porta Lynch al massimo della sua espressività artistica (insieme a Velluto blu - col quale ha molte affinità - è assolutamente il suo capolavoro). Più volte imitato e mai eguagliato. Vivido e furente.
MEMORABILE: Sheryl Fenn che dopo un incidente cerca il suo rossetto con la testa sfondata; la sanguinosa rapina; il vomito della Dern; la fatina di Sheryl Lee.
Homesick: Quattro imputate dinanzi al tribunale di un insolito decamerotico “giudiziario” tratto dai “Ragionamenti” di Pietro l’Aretino. Il segmento migliore è “4 mogli”, con i cenni femministi di una Benussi che esorta le amiche a vendicarsi dei mariti adulteri; gli altri tre non si discostano dai soliti intrallazzi previsti dal genere (servette, padroni, consorti gelosi, suore, frati e vescovi). Ricchissimo il comparto starlets, peraltro assai incline a concedersi allegramente da tergo...
MEMORABILE: La Lindt mentre “risorge”, nuda, dal pozzo.
Daniela: Donner si cimenta nell'impresa difficile di dirigere il remake di una serie tv amatissima negli USA, tentando di replicarne il clima scanzonato ed affidandosi molto al glamour mascalzone di Gibson, che però funziona meglio quando fa il Mad-Mel o il cop fuori di testa, affiancato da Foster, talentuosa ma qui fuori ruolo, mentre appare a suo agio la vecchia volpe Garner (!), protagonista delle prime tre stagioni del serial. Nell'intrigatissima trama, alcuni snodi truffaldini sono simpatici ma nel complesso il parodia ha il fiato corto e la lunga durata fa affiorare la noia.
Caesars: Indubbiamente Moulin Rouge è una festa per gli occhi e per le orecchie, il ritmo è forsennato (pure troppo) e l'idea di utilizzare canzoni moderne in una vicenda che si svolge a fine '800 è simpatica. Il film affascina e diverte, ma questo vale solo per la prima parte; poi si scontra con la pochezza della trama, che non è altro che il solito melodramma senza originalità. Lo stupore provato ad inizio film si tramuta in noia e l'incantesimo finisce. Ottima la Kidman, un po' pesce lesso McGregor.
Fauno: Film notevolissimo, che fa molto riflettere. La Tiffin come sempre ha una carica eccezionale, ma anche Gazzolo, nel ruolo di un collaboratore ministeriale che si lascia traviare alla vita hippy, fa la sua figura. Il tutto fa anche capire come l'ideologia hippy, basata su un modo di vivere senza orari e impostato solo sulla creatività più libera da vincoli, sia stata dapprima messa al bando, in quanto amorale e in seguito utilizzata nei suoi fini, per creare prodotti in grado di condizionare e di entrare nella vita di tutti noi...
Daniela: La cortigiana Maria si destreggia fra il leale centurione Gaio Marcello e l'infido Anan, membro del Sinedrio in combutta con il bandito Barabba, fino a quando Gesù le fa il miracolo di resuscitare il fratello Lazzaro.. Non diversamente da quello che accadeva nei tanti biblici nel periodo, Bragaglia attinge liberamente dai testi sacri per confezionare un melodrammone edificante, in barba a qualsiasi scrupolo filologico. Il risultato non è del tutto privo di attrattive grazie alla fotografia sgargiante e alla bellezza di De Carlo, ma risulta comunque pesante, trionfo di retorica: un mattone.
Cotola: Nuovo film, vecchi difetti. Come nella sua prima opera Viva la muerte Arrabal infarcisce la pellicola, seppure in misura minore, di stanchi e triti simbolismi, risultando spesso stucchevole. In più qui c'è l'aggravante
di una violenza ed una volgarità gratuita che spesso sfociano in una blasfemia che francamente può disturbare anche chi, come il sottoscritto, non è quel che si dice un
baciapile. Più lineare del passato da un punto di vista narrativo ma comunque difficilmente digeribile per i motivi esposti. Errare è umano, perseverare...