L'inceneritore - Film (1984)

L'inceneritore
Media utenti
MMJ Davinotti jr
Anno: 1984
Genere: commedia (colore)
Note: Aka "L'inceneritore - 1000 e non + 1000"; "L'inceneritore - Mille e non più mille". Il film è stato proiettato per la prima volta alla Mostra di Venezia il 28 agosto 1984.

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Singolare "thriller" d'ambientazione padovana che nasce come tale per trasformarsi invece quasi subito nel ritratto strampalato d'una vita di campagna che ricorda l'Avati bucolico più fuori controllo e in parte certe digressioni cittiane. Abbondante l'uso del dialetto veneto, disinvoltamente alternato in molti dialoghi allo spagnolo della bella Fedora (Delli Colli) quasi a suggerire la ben nota somiglianza fonetica tra le due "lingue". E' lei la proprietaria di una tenuta di campagna dalla quale si gode la lontana vista della chiesa di Padova e dell'inceneritore del titolo (la cui centralità è quantomeno dubbia). In apertura la voce narrante...Leggi tutto sembra voler addebitare ai cupi fumi di quest'ultimo le vaghe responsabilità di una strana epidemia che circola in città mentre invece, lo si capisce un minuto dopo, i tanti decessi sono il risultato degli incessanti delitti compiuti da un killer che lascia come segno distintivo un anello con appese le proverbiali tre scimmiette (non vedo, non parlo, non sento). La prima sequenza in cui vediamo questa sorta di Jack lo squartatore accoltellare una delle sue tante vittime è montata e musicata seguendo lo stile dei nostri thriller Anni Settanta e promette bene (azzeccatissima la colonna sonora di Richard Benson); perché allora deviare immediatamente sulle disavventure degli occupanti del sopracitato casolare dando l'avvio a un film tanto schizofrenicamente slegato nelle sue parti? Al di là di qualche momento azzeccato e di un paio di follie che davvero viene da ricondurre ai tempi della mazurka avatiana (Bucci, ingobbito, a metà tra il medico e lo stregone che conduce esperimenti sulle galline, un nonno alle prese con due nipoti incestuosi e altri personaggi bislacchi), la qualità complessiva latita alquanto. Certo, il grottesco qui immerso tra l'erba, l'ignoranza, la semplicità e la superstizione trova spunti talvolta originali, ma è troppo poco per appassionarsi a vicende che lasciano il tempo che trovano, spesso diluite senza motivo, alternate poi a puntate notturne in città tra giovani che vi si aggirano in abiti dark e trucco vampiresco. Finisce che gli sparuti omicidi del killer, ripresi alternando l'azione delittuosa a primi piani di statue sacre, si trasformano in semplice riempitivo, dal momento che la gran parte delle scene, di tutt'altro tenore, è ambientata in campagna. E anche per questo non si capisce proprio dove il film voglia andare a parare; almeno fino agli ultimi sei minuti che d'improvviso, senza una vera ragione, si aprono su splendidi scenari di una Padova “postatomica”, devastata dagli scontri e dagli incendi, che risulta difficile legare a quanto visto fin lì: commentate da musiche che sembrano uscite dalle partiture horror di Bixio/Frizzi/Tempera sono sequenze prive di dialoghi e di grande forza immaginifica, che stupiscono per cura realizzativa ed efficacia visiva, veleno atmosferico in coda a un film bizzarro, incatalogabile, in più momenti semidilettantescamente sperimentale o post-decamerotico, in altri indecifrabile scheggia impazzita che si nasconde all'ombra di un caotico blob fitto di richiami regionali (si sentono a lungo "La fameja dei Gobon", "Me compare Giacometo"...) e goffe figure strapaesane.

Chiudi
TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/03/11 DAL BENEMERITO CARLETTO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/03/20
Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Panza 21/03/20 18:27 - 1842 commenti

I gusti di Panza

Scombinato e senza una coerente struttura narrativa, però dotato di una forza tutta sua nell'inserire una serie di scene talvolta grossolanamente umoristiche, talvolta rinvianti al giallo, talvolta ostensorie di un'umanità stramba e sregolata. C'è la voglia del regista alle prese con l'opera prima e quindi vengono stipate in un'unica pellicola troppe cose senza badare troppo allo sviluppo della trama, tanto che l'incredibile finale compare tra capo e collo. Ottima la colonna sonora di Richard Benson. D'impatto il montaggio delle scene degli omicidi.

Carletto 29/02/20 17:21 - 4 commenti

I gusti di Carletto

Un assassino compie i suoi omicidi lasciando sul posto un amuleto a forma di tre scimmiette. Attorno all'esilissima trama gialla si muovono una schiera di personaggi improbabili in una serie di situazioni grottesche ancora più improbabili. Finale in una Padova postapocalittica in cui gli uomini sono come sacchi di spazzatura di carne dati alle fiamme e investiti. Uno di quei film sperimentali con velleità autoriali girato più per compiacere il regista che il pubblico. Se si sta al gioco, omunque, a tratti ci si diverte anche.
MEMORABILE: Fratello e sorella incestuosi ma "solo oralmente"; La madre di Bucci che stende il bucato fuori dall'immondo tugurio ingioiellata.

Deepred89 7/03/20 23:50 - 3708 commenti

I gusti di Deepred89

Bizzarria ottantiana che, con un cast sorprendente visto il tenore dell'opera, miscela a zero budget le influenze più disparate: Ratataplan, Argento, Cruising, Nando Cicero, John Carpenter, I guerrieri della notte, La morte ha fatto l'uovo. Tra omicidi, allegre fattorie, incesti e locali notturni, sequenze totalmente sconnesse si susseguono senza soluzione di continuità mentre lo spettatore, esauritasi la curiosità iniziale, boccheggia stremato. Musiche gobliniane di Richard Benson. Le tre scimmiette vengono da un romanzo di Mignon G. Eberhart.
MEMORABILE: La danza dei polli; Il folle finalone da proto-Joan Lui.

Herrkinski 8/03/20 15:36 - 8117 commenti

I gusti di Herrkinski

Lavoro sperimentale indeciso tra l'omaggio al cinemabis dei '70 e il film d'autore con ambizioni, risulta nel complesso un reperto quantomeno singolare; mischia di tutto, dal giallo argentiano alla commedia scorreggiona fino a un finale apocalittico che pare totalmente slegato dal resto e risulta la cosa più riuscita, almeno a livello di montaggio ed estetica. Nel mezzo, scene da commediaccia ambientate in campagna alternate ad altre urbane, tra club gay e strani personaggi dark. Compare Richard Benson, che firma pure una ost piuttosto riuscita.
MEMORABILE: Le galline "danzanti"; Bucci con una crisi di diarrea interminabile; Il finale nella Padova apocalittica.

Markus 9/03/20 11:26 - 3690 commenti

I gusti di Markus

Curioso apocalittico noir d'ambientazione padovana che del surrealismo fa il suo perno. Un'opera prima relegata alla quasi invisibilità. In un film tanto stralunato e di non facile comprensione Flavio Bucci ci sguazza: in lui c'è la follia di un personaggio che pare calzargli a pennello. La pellicola è però nel suo insieme imperfetta, spesso tediosa, non riuscendo quasi mai a coinvolgere appieno. Si salvano qua e là alcuni momenti (il ballo delle galline è il momento cult) che però di certo non bastano per renderla risoluta.

Fauno 11/03/20 01:01 - 2212 commenti

I gusti di Fauno

Ok, è girato a Padova e l'inquadratura di certi scorci o di statue simboliche può intrigare, ma il film? Un'accozzaglia, un guazzabuglio di scene più contorte che stravaganti; tante situazioni sconnesse fra loro che ogni tanto si accavallano o vengono appiccicate con la colla da figurine salvo poi scollarsi e distanzarsi abissalmente, tanto da creare neanche un collage ma solo della carta straccia. L'emblema delle tre scimmie è il top della cultura, ma qui ne basterebbe una sola gigantesca per dire quanto l'intera opera sia stata realizzata grossolanamente.
MEMORABILE: Le inquadrature dei cadaveri dei giovani che drammatizzano quelle de I cannibali della Cavani, ma questo film a confronto è nulla; L'erede di Carlo V.

Bubobubo 14/03/20 17:36 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

Se qualcuno volesse imbarcarsi nell'impossibile impresa di sintetizzare in poche parole quest'incredibile opera prima, dovrebbe forse incasellarla in una mai attestata via di mezzo tra il Ferreri tardo sessantiano, l'Augusto Tretti di Alcool e certo cinema bis di denuncia che più bis non si può. Indefinibile e pertanto imperdibile: non si tratta senso strictu di un "bel" film, ma di un'operetta così stramba e peculiare che, se non altro per curiosità, merita una visione. Forse un po' gratuito (e ingiustificato) il finale postapocalittico.
MEMORABILE: Le galline in stop motion che ballano "Me compare Giacometo"; La saggezza popolare dei contadini applicata al sesso; Omicidio in Prato della Valle.

Marcolino1 14/03/20 19:33 - 553 commenti

I gusti di Marcolino1

Il genocidio dell'umana stirpe entra di soppiatto ed esplode a effetto. Ma il tutto viene inglobato nel demenziale, che poi non è così cacofonico (i guerrieri della notte en travesti e omosex e il mondo contadino ridotto a un microcosmo vizioso), sfociante nel demente-puerile (Bucci che gioca con l'Igor melbrooksiano, Fedora, gli animali che paiono sgusciati dal cinema dell'Europa dell'est anni '70-'80). Apocalittico autoannientamento da non prendere sul serio. O forse sì, poiché le tre scimmie (non vedo non sento non parlo) siamo noi, indifferenti.

Didda23 17/03/20 18:04 - 2426 commenti

I gusti di Didda23

Un'opera molto particolare e per certi versi suggestiva che mischia senza troppo criterio commedia, giallo e post-apocalittico. Una visione perlopiù pesante per la mancanza di abilità nel raccordare le varie situazioni a discapito purtroppo del senso generale. Si apprezza - comunque - la bontà di talune situazioni (vedasi il bel finale padovano), mentre altre paiono completamente avulse dal contesto (i dark travestiti e le scene notturne). Bravo Bucci a dare vita a uno dei personaggi più singolari visti su celluloide. Bizzarro, ma degno di essere visto.
MEMORABILE: Il primo omicidio che faceva supporre di assistere a un giallo; La danza delle galline; Bucci alle prese con il mal di pancia.

B. Legnani 29/03/20 15:50 - 5533 commenti

I gusti di B. Legnani

Terrificante opera prima, il cui ipotetico sperimentalismo è prevalentemente figlio del caos. Recitazione o carente o volutamente calcata (come nel peggiore Avati, senza averne, ovviamente, il talento), siparietti casuali (come i due che discorrono, entrambi mussolineggiando), grottesco che non colpisce (i cartelli per Moscow), umorismo fallace (le Brigate Rosse...), parti noiosamente lente (il bagno a tre), spunto giallo e gran finale dissonanti con tutto il resto, personaggi che spariscono (ma che fine ha fatto la nobile?). Triplice idioma (italiano, veneto, spagnolo) inutile e fastidioso.
MEMORABILE: La cucina di Bucci, con fuoco acceso e animali, ricorda i dipinti di Gian Domenico Valentino: sapremo mai se si tratta di puro caso?

Alexandra Delli Colli HA RECITATO ANCHE IN...

Spazio vuotoLocandina Zombi holocaustSpazio vuotoLocandina Lo squartatore di New YorkSpazio vuotoLocandina Fratelli d'ItaliaSpazio vuotoLocandina Il fascino sottile del peccato

Buiomega71 5/04/20 12:38 - 2912 commenti

I gusti di Buiomega71

Terribile nella messa in scena (agghiacciante il ballo delle galline), zeppo di dialoghi deliranti e con battutacce ciceriane terrificanti. Esperimento filmico che va oltre l'incomprensibile, che butta nello sciagurato calderone i gay di Cruising, argentate buttate lì (Dario è citato pure dalla Di Benedetto nel massacro alla Compleanno di sangue), sperimentazioni frankensteiane e stevensoniane nel "Morpho" di Bucci fino a un finale che sta tra l'anarchia distruttiva di Jubilee e la chiusa apocalittica di Dèmoni. Atmosfere foscamente e squallidamente bucoliche. Indecifrabile.
MEMORABILE: La Delli Colli che tratta i suoi amanti come dei bebè; La fuga boschiva della Di Benedetto e l'antro contadino alla Casa dalle finestre che ridono.

Schramm 28/03/22 17:29 - 3495 commenti

I gusti di Schramm

Ecothriller egotrip apocalypso. Un deep impact tra Tretti Polselli Pastore Proia Vani via Argento e Fellini, un mosaico bizantino di refusi, la più ingovernabile vacatio legis che il cinema italiano abbia mai conosciuto, la narratologia in pieno stato d'eccezione, un triangolo delle Bermuda di ogni forma margine ed equilibrio e proprio perciò generante senso, in un esperanto di spagnolo russo veneto inglese e partenopeo: mandibole sgretolate dalle risa, al fruitore pare d'aver fatto i suffumigi in una tinozza di Ipomoea violacea. Rammarico dei più enormi che Pier si sia arenato qui.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione B. Legnani • 16/03/22 21:51
    Pianificazione e progetti - 14969 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Schramm ebbe a dire:
    finito adesso sto finimondo di film. la monarchia del delirio. pentapalla pieno e secco.

    a conti fatti e aguzzando il più possibile la vista tra una selva di risate e l'altra, neanch'io ho identificato la agren. a questo punto, considerata la foto di scena soprastante (dove secondo me è lei, è molto simile a come la si vede nel coevo sogni mostruosamente proibiti), ritengo assai probabile che fosse presente nel primo cut, disconosciuto e rimontato dal regista. andrebbe chiesto a qualcuno che prese parte al film, ma vattelapesca.

    Pentapalla??? Dopo tutto quello che hai scritto qui???
    essì. quando la prosa filmica è così sesquipedalmente degenerata e ho bisogno di una bombola d'ossigeno per riavermi dalle risate fino alla bronchite asmatica, per me sono orgasmi multipli. non è una novità.

    Hai ragione. Lo avevi già spiegato.
    Per me l'umorismo involontario - come già detto - è solo un difetto. Imperdonabile, nella valutazione.
  • Discussione Schramm • 16/03/22 22:03
    Scrivano - 7694 interventi
    non è solo questione di umorismo, ma proprio di verticale spiazzamento logico, di portata psicotronica iperuranica da ufopedia. sono quei casi in cui gli handicap diventano superpoteri e questo film è un ballo excelsior di guasti collassi buchi neri cortocircuiti alogie... impossibile non adorarlo.
  • Discussione Zender • 17/03/22 08:34
    Capo scrivano - 47799 interventi
    Schramm, va bene tutto ma pentapalla solo perché ti fa ridere è un voto ancor più involontariamente ridicolo del film però. Capisco che per te possa essere comico quanto vuoi, ma cinque palle son riservate ai capolavori, non a una cosa per la quale (oltretutto dovrai stare attento a quel che scrivi mantenendo sempre il rispetto del film e di chi l'ha fatto e lo sai) hai riso per motivi diversi da quelli per cui è stata realizzata.
    Ultima modifica: 17/03/22 09:29 da Zender
  • Discussione Panza • 17/03/22 11:15
    Contratto a progetto - 5198 interventi
    Il giornalista autore dell'approfondimento sul film ritiene che la presenza della Agren si tratti di un errore anche se non mi ha dato la certezza al 100%.
  • Discussione Schramm • 17/03/22 11:37
    Scrivano - 7694 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Schramm, va bene tutto ma pentapalla solo perché ti fa ridere è un voto ancor più involontariamente ridicolo del film però. Capisco che per te possa essere comico quanto vuoi, ma cinque palle son riservate ai capolavori, non a una cosa per la quale (oltretutto dovrai stare attento a quel che scrivi mantenendo sempre il rispetto del film e di chi l'ha fatto e lo sai) hai riso per motivi diversi da quelli per cui è stata realizzata.
    Ho già (ri)spiegato per l'ennesima che la "comicità" è solo un aspetto fondativo del pentapalla e peraltro nemmeno il più identificativo e trainante. È stato così per una ventina d'altri casi almeno, da polselli alla turchia, non vedo perché alzarmi il cartellino giallo in questo/adesso, dato che non si può propriamente parlare neanche di "stroncatura solarizzata" - poco più sopra ho parlato di adorazione, no? Da me come ben sai dovresti se mai temere maggiormente un monopalla.

    Riprendiamoci i nostri motti: de pallibus non disputandum est. Altrimenti scritto: per tutti i motivi fin qui messi sul piatto, per me questo film è un capolavoro. Di cinema altro ma pur sempre capolavoro. Se poi questi motivi per cui lo qualifico tale vengono avvertiti come ancor più involontariamente ridicoli del film stesso, non so che farci. pazienza. ci può stare. zero rancore. anzi bello, rimarca la diversità. di più: il ridicolo è anche uno dei motivi cui si deve andare incontro con fierezza se si ha una passione. libertà e cittadinanza a tutte le interpretazioni.

    Ultima modifica: 17/03/22 11:58 da Schramm
  • Discussione Zender • 17/03/22 14:27
    Capo scrivano - 47799 interventi
    Ovviamente non disputandum est lo sappiamo e sempre sarà, ma qui la cosa è diversa. Il punto è che deve esistere una corrispondenza tra commento e pallino. Non è questione di rancore, è che se tu metti 5 palle per un motivo che non è riconoducibile alla qualità ma alla non qualità è diverso. Perché se io mettessi 5 pallini a un film di cui scrivessi peste e corna non è che poi potrei dire de pallibus non disputandum est, ne converrai.
  • Discussione Schramm • 17/03/22 14:33
    Scrivano - 7694 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ovviamente non disputandum est lo sappiamo e sempre sarà, ma qui la cosa è diversa. Il punto è che deve esistere una corrispondenza tra commento e pallino. Non è questione di rancore, è che se tu metti 5 palle per un motivo che non è riconoducibile alla qualità ma alla non qualità è diverso. Perché se io mettessi 5 pallini a un film di cui scrivessi peste e corna non è che poi potrei dire de pallibus non disputandum est, ne converrai.
    devo ripetermi: l'insieme dei motivi sopra esposti lungo le risposte date a buono bastano (e ce n'è di sopravanzo) a farne, a mio gusto intendimento e percezione, tanto di capolavoro. il che equivale, volere o volare, a cinque palle.
    per quanto spettatorialmente (e a livello di digestione critica, a caldo come a freddo) mi compete è e resta pentapalla, e la corrispondenza è né più né meno quella che c'è sempre stata in tutti gli altri casi. in questo non ci vedo proprio alcunché di diverso rispetto a un (sparo nella mischia) ippolito, tretti, a un polselli, a un proia o a un inanc. se ci fosse effettiva discrasia tra quanto scritto e quanto valutato (parole negative e sprezzanti, un'impietosa stroncatura, a fronte di un 110 e lode), capirei. così proprio no, non ci vedo chissà quale disfunzione logica e anzi si dovrebbe essere solo contenti che si sopraeleva il (giudizio complessivo del) film da una discreta infilata di monopalla, o da tiepidi promoveatur ut amoveatur.
    il commento deve essere personale? ebbene, lo è. scaturisce da un gradimento divertimento spiazzamento personale. e in quanto tale si può essere poi concordi, discordi, scandalizzati, divertiti. tutte possibilità valide e accettate. va benissimo anche trovare ridicolissima (o peggio) la cosa, non mi offendo. ma se si iniziano a censurare a priori (stiamo parlando di un commento non ancora immesso e nemmeno abbozzato nel mio pc) anche i personali gradimenti e annessi criteri percettivi, beh, abbiamo davvero finito.

    Ultima modifica: 17/03/22 14:53 da Schramm
  • Discussione Zender • 17/03/22 14:37
    Capo scrivano - 47799 interventi
    Vabbè va, parlare col muro dà più soddisfazione in pratica. Uno cerca di farti capire una cosa e tiri fuori la censura... Finiamola qui che è meglio dai.
  • Discussione Schramm • 17/03/22 16:07
    Scrivano - 7694 interventi
    tornando alla agren, anche lello spontini ne esclude la presenza in ambedue le versioni.

    literaliter: Francamente lo ritengo poco credibile. Janet Agren all'epoca era un'attrice affermata da almeno quindici anni. Certo, il cast annovera Flavio Bucci, ma è difficile pensare che un esordiente che con molta fatica si è fatto produrre un film poi vada ad eliminare nel montaggio un'attrice che può portargli grancassa mediatica. Più verosimilmente sono portato a credere che qualcuno avesse notato la somiglianza della figurante con la Agren così come la hai notata tu e qualcun'altro ci abbia in seguito creduto al punto da inserire il suo nome nel cast.

    attendo risposta anche dalla figlia, che forse ne sa quel tot in più. vediamo che dice.
  • Homevideo Buiomega71 • 16/09/23 14:13
    Consigliere - 25997 interventi
    Annunciato in blu ray per la Oblivion