Dipendente dai farmaci e aiutata da una domestica, Claire attraversa una grave depressione dopo un terribile incidente automobilistico. Una trama certamente poco originale, che mette al centro una donna in pieno decadimento psico fisico. Il regista Barnz tuttavia non indugia nel patetico fornendo una narrazione sobria e poco "spettacolare", coadiuvato dall'eccellente prova della Aniston che si rivela una buona interprete drammatica. Bella interpretazione anche dell'attrice messicana Adriana Barraza, già vista in Babel di Iñárritu. Un buon film.
Da una parte si apprezza la volontà di non ricorrere a scene melodrammatiche e di rapportare tutto il narrato alla sofferenza di una Aniston capace di una prova significativa. Dall'altra questo concentrarsi su di lei diventa anche un limite del film e certe atmosfere, certe problematiche, risultano prevedibili o bisognose di sbocchi che non si concretizzano.
La Aniston si misura sorprendentemente, ed egregiamente, con un ruolo fortemente drammatico, quello di una donna vittima di un incidente che le ha lasciato terribili cicatrici fisiche e morali. Il film di Daniel Barnz è però convincente solo in parte, per l'incapacità di elaborare appieno il dramma della donna, limitandosi a una descrizione ripetitiva delle sue allucinazioni e dei suoi pensieri suicidi. Le parti più apprezzabili sono quelle del rapporto con la governante messicana.
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