Ma non era Christine, la macchina infernale? Misteri dei titolisti italiani che così, visto che sono entrambi film tratti da Stephen King, rischiano di creare pure confusione tra gli appassionati. The mangler (in italiano la traduzione sarebbe “il màngano”) è un enorme macchina stiratrice gestita dal perfido Gartley (Robert Englund truccato, tanto per cambiare, alla Freddy Krueger) il quale, nella sua lavanderia industriale Blue Ribbon (una sorta di fabbrica tessile), sfrutta giovane manodopera senza pietà. Quando una vecchia finisce stritolata sanguinosamente dalla macchina arriva a indagare in lavanderia il cinico...Leggi tutto e isterico Johnny Hunton (Ted Levine, bravo e intenso) che, aiutato dal cognato mezzo hippie convinto che si tratti di possessione demoniaca, esorcizzerà dapprima un frigorifero e poi la tremenda macchina, con grossi spargimenti di sangue (pesantemente censurati nella prima versione video e in tv). Tobe Hooper si riavvicina allo scrittore del Maine molti anni dopo il buon LE NOTTI DI SALEM, solo che qui a disposizione c'è un misero raccontino e la sceneggiatura di certo non brilla. Così Hooper fa quel che può sfruttando a dovere il discreto budget a disposizione e dando dignità a una storia che, a leggere il soggetto, sembra ridicola e tipicamente trash. Invece ci sono una fotografia iperrealistica dai toni caldi e rossastri molto curata, scenografie molto buone, un cast nel complesso più che accettabile e una cattiveria di fondo che ci dimostra quanto Hooper fosse ai bei tempi un regista dalle idee chiare e meno conformista rispetto alla desolante media americana. Certo, le storie di esorcismi e possessioni a buon mercato oggi fan ridere, se non supportate da sceneggiature credibili e THE MANGLER non è certo un'eccezione, ma almeno qualche buona spruzzata di splatter torna a far capolino.
Si tratta di un horror piuttosto insolito: Robert Englund (qui vecchio e zoppo, oltre che scorbutico) è il titolare di una stireria dove all'interno vi è una macchina gigantesca per lo stiraggio dei vestiti, e tale oggetto è posseduto da una forza malefica che, approfittando degli operai disattenti, compie mutilazioni agli arti superiori. Detto questo il film si lascia vedere, però certo non coinvolge più di tanto.
Altra prova in cui Hooper dimostra di conoscere bene i meccanismi dell'horror, aggiungendovi la sua consueta personalità ed ironia, non lesinando spunti di denuncia sociale, peraltro attualissimi. Bravissimo Robert Englund, icona horror anni 80 e 90: satanico, pazzo, bizzoso, deforme, sfigurato, dimostra di non aver nulla da invidiare ai vari Peter Cushing e Christopher Lee. Esilarante il maldestro esorcismo del mangano.
Meno brutto di quanto si dice, anzi. D'accordo che la base di partenza (un racconto di Stephen King) non sia granché, ma Hooper riesce comunque a ricamarci sopra una vicenda inquietante il giusto, ben coadiuvato da ottime scenografie e da un discreto cast (Englund è perfetto nei panni del satanico "datore di lavoro"). Affatto scemo il sottofondo "sociale".
Non si può non chiederci su che piano poggiarci per commentare un film simile. Su di un livello puramente orrorifico credo non si possa che definirlo una boiata, un trash tipico degli 80's. Se la nostra valutazione si incastona in una prospettiva socio-lavorativa, allora il film è decisamente pungente e non così idiota come può apparire. Resta il fatto che, tecnicamente parlando, siamo nell' horror e il film vale molto poco.
Discreto horror che si segnala per uno stile sporco, malsano e cattivo tipico dei film come si facevano una volta e come già allora (quasi 15 anni fa) già non se ne facevano più. La storia non è il massimo ma Hooper non ha ancora perso la mano e non è ancora arrivato alla frutta come gli accadrà in seguito. Più confezione che contenuto, ma rispetto a quello che il regista farà poi non credo ci si possa lamentare troppo.
Tratto dal racconto di Stephen King intitolato "Il compressore" e infilato nella antologia "A volte ritornano", The Mangler celebra il ritorno di Tobe Hooper in cabina di regia e il Nostro non confeziona nemmeno un brutto film. Rimane il progetto alla base a essere sballato, ovvero cercare di trarre full length movies da poche manciate di una storia che serve appunto da riempitivo. Robert Englund che non veste i panni del Visitor o di Freddy Kruger fa sempre un certo effetto. Film senza infamia né lode che si lascia guardare.
Associamo a questo film una parola: noia. Già la trama è deboluccia (una stiratrice malefica?), gli attori poi non sono esattamente eccellenti (si salva appena Englund) e Tobe Hooper non sembra al massimo. L'ambientazione poi (una fabbrica americana gestita da un isterico con operai brutti, sporchi e cattivi) dà quel senso di noia che durerà per tutto il film.
Ormai conto sulle dita i film che mi sono piaciuti tratti da King, e questo sicuramente non rientra fra i miei preferiti. Certo la storia ("Il compressore") non è stata cambiata di molto, solo arricchita in quanto troppo breve, ma quello che manca è un ritmo decente; anche la tensione è ai minimi livelli e mi sono annoiato presto. Englund mi piace come attore, ma qui è solo una macchietta, Levine sbraita e basta, gli altri sono insignificanti. Un poco meglio gli ultimi 30', ma è comunque un film mediocre. Hooper lo considero sempre meno un maestro.
Nonostante il soggetto non sia da "urlo" (pur scritto da uno come Stephen King), il film non mi è risultato del tutto indigesto. Ted Levine interpreta un investigatore simpatico e rozzo. Hooper ha fatto sicuramente di meglio, ma il film non è da buttare completamente...
La raccolta di racconti brevi "A volte ritornano" di King è stata ormai saccheggiata a più non posso, specialmente tra gli anni '80 e '90, al fine di realizzarne adattamenti cinematografici spesso mediocri; non fa eccezione questo lavoro di Hooper, che pur mettendo in scena qualche velleità sociale, scade quasi subito nel simil-trash. A salvarlo dal disastro completo ci sono solo le buone scene splatter, le scenografie (molto curate e sulfuree) e il buon Englund. Il resto è una boiata demenziale, con interpreti insopportabili (Levine su tutti).
Dell'anestetizzato Hooper degli anni 90, questo horror tratto dal solito raccontino di Stephen King è quello che si avvicina di più alla "poetica" visionario/horror del grande regista texano. Un'atmosfera putrida e umidiccia resta appiccicata addosso per tutto il film, il Gartley di Englund non sfigura con i precedenti mostri umani hooperiani, dai Sawyer di TCM sino al Judd di Quel motel vicino alla palude, con cui Gartley ha più di una cosa in comune (il mostruoso mangano al posto del coccodrillo). Non memorabile, ma chi è fan di Toby gradirà.
MEMORABILE: L'apparizione del viscido e "mostruoso" Gartley; le operaie triturate dal mangano infernale (ahimè cut nella vhs Medusa).
Un'enorme macchina stiratrice semina morte in una lavanderia industriale. Con una narrazione malsana e venata da colori plumbei che trasmettono inquietudine, il regista narra questa vicenda che poteva essere liquidata in pochi minuti, le situazioni tendono al ripetitivo nonostante il cast sia sufficientemente ispirato.
Uno degli ultimi begli horror anni ’90 prima della deriva (vedi Scream e i suoi cloni). Un gotico di provincia tipico di Stephen King, diretto da Tobe Hooper col giusto piglio visionario e tocchi splatter al momento giusto. Resta impresso nella memoria il finale pessimista alla John Carpenter (cfr Il Seme della Follia): inutile lottare, il Male ha sempre l’ultima parola…
MEMORABILE: "...è posseduta dallo spirito di un vampiro? Gli infiliamo due spicchi d'aglio su per il culo..."
Il monster-movie di Tobe Hooper, sudaticcio e lurido, con il suo sferragliante mangano che si nutre del sangue degli umili. Lo scenario è dickensiano, l'atmosfera fradicia di dolore e morte. Due evidenti limiti: l'amico spiritualista (personaggio strumentale e piatto) non dà verosimiglianza alla complicità virile, e l'ingresso dell'irrazionale nell'indagine è abborracciato; ma era arduo adattare le poche pagine di King. Englund, tarato dall'abiezione, è da applausi. La sequenza dell'esorcismo semplicemente folle. La spettacolare discesa nel baratro è l'anima visionaria di Tobe Hooper.
Visto nella versione uncut è parecchio splatter e può risuscire "disturbante" ma anche "divertente" e ci guadagna in tensione. Bella prova di Robert Englund. Il macchinone per stirare è un'idea originale ed è messo in scena molto bene, nella sua realzzazione scenografica, come il resto della fabrica, e i risvolti della trama sono interessanti. Atmosfera notturna magica con qualche tocco visionario (e da cartone animato), con la fotografia dai toni caldi tipica di molti film di Hopper.
Buon horror in chiave un po' gotica diretto da un vecchio volpone come Tobe Hooper. La maestria del regista si vede ed Englund, come sempre, è perfetto nei panni del diabolico e malvagio industriale che deve adempiere al suo patto.. Non un capolavoro, ma la trama è originale (racconto tratto da Stephen King). Bella la rappresentazione del lavoro in fabbrica con questa asciugatrice divora vergini...
Quasi un horror anticapitalista, in cui il mostro da abbattere è un mangano che mutila e divora i poveri impiegati di una stireria gestita dal perfido Englund. Lo stile sporco da B-movie, tipico di Hooper, crea un'atmosfera abbastanza laida che ben si adatta al contesto di miseria sociale e personale. Detto questo, però, non rimane molto: la tensione è al minimo e la trama è stiracchiata, un difetto prevedibile dato che il racconto di King da cui è stato tratto era decisamente breve. In ogni caso, vale una visione.
Ingiustamente sottovalutato, l'horror di Hooper tratto da un breve racconto di King è invece uno di quei titoli che andrebbero riguardati con occhio meno prevenuto. L'atmosfera umida, notturna e sudaticcia, unita al fascino maligno e dai macroscopici toni metaforici della gigantesca stiratrice, conferiscono all'opera un tono malsano e inzuppato di sangue che lascia poco spazio al politicamente corretto. Englund come sempre straborda e gigioneggia ne ruolo dell'abietto Gartley. Alla larga dall'edizione televisiva, pesantemente cut.
MEMORABILE: Englund piegato come un lenzuolo dal Mangler; L'esorcismo.
Le premesse "politiche" ci sono tutte: il potere demoniaco del denaro che esige sacrifici umani per perpetuare se stesso. Tale meritorio sottofondo, perfettamente settantiano, è però svolto con faciloneria, tra una lungaggine e l'altra. Il carattere di Englund vuol essere grottesco e è solo forzato; quello di Levine, risaputo, indulge nella grossolanità. Apprezzabile, tuttavia, lo sberleffo finale.
Il film si trascina a fatica e nonostante le belle ambientazioni fumose, la fotografia dai richiami settantiani e una certa padronanza registica/autoriale, la noia prende il sopravvento e fa affondare il tutto. Se poi ci aggiungiamo 30 minuti di troppo (per allungare un racconto che giá sulla carta convinceva poco) e l'eccessiva (quanto fastidiosa) pantomima degli attori ci avviciniamo inesorabilmente alla catastrofe.
Sorta di polemica sociale sulla condizione dei lavoratori nelle fabbriche, questa pellicola ha il grande pregio di contenere uno spirito malsano e trash tipicamente Hooper. Le atmosfere sono forse il dettaglio migliore dell'intero lavoro, insieme alla prova di Englund e riescono a sorreggere l'impianto totale, che per il resto è un po' troppo lento e vuoto. Qui non siamo a lottare per l'Oscar ma perlomeno si tratta di un buon b-movie.
Trovando già un'apparecchio odioso l'umile ferro da stiro, ben disposta a credere che in una enorme macchina stiratrice si possa celare un demone. Peccato che il film sia un mezzo disastro a causa di una sceneggiatura stiracchiata e personaggi ridicoli come quello del poliziotto isterico e del cognato esorcista dilettante, poveri di quell'ironia che salva il padrone protervo interpretato da Englund. Mentre l'umorismo involontario impazza, vien da rammaricarsi per lo spreco della bella ambientazione: la lavanderia, fuligginosa e densa di vapori, sembra uscita da un testo dickensiano.
MEMORABILE: La parte iniziale con le lavandaie attorno alla macchina; L'esorcismo; La fuga lungo le scale a chiocciola; La "ripiegatura".
Hooper mette le mani a un racconto che presenta alcune analogie, almeno a livello di impostazione, con il ben più noto "Christine" dello stesso King. Le atmosfere, però, sono torbide e putride, tipiche degli horror di seconda fascia di quel periodo, deviando nell’ultima parte verso un delirio collettivo che nell’horror può comunque trovare la sua ragion d’essere. Non manca qualche critica allo sfruttamento dei lavoratori, ma è offuscata dal sangue che scorre copioso e dall’esorcismo, più unico che raro, di una stiratrice industriale.
Una enorme stiratrice industriale pare posseduta da un demone per la sete di sangue che miete continuamente vittime. King come al solito fa vibrare la sua fantasia con l'intento sotteso di polemizzare sul modello di vita occidentale e consumistico. Il racconto ha fasi di stanca e dà il suo meglio nelle fasi iniziale e finale. A volte un po' troppo bozzettistico e questo nuoce alle atmosfere horror.
Il soggetto, tratto da King, non è malvagio e, nelle mani di un geniale visionario come Carpenter, poteva diventare un ottimo film. Hooper ne tira fuori un pastrocchio, che trasmette angoscia solo nelle scene iniziali (con i primi attacchi della macchina infernale). Ben presto l'operazione mostra tutti i suoi limiti e bisogna combattere con la noia per concludere la visione. I personaggi sono inconsistenti, gli attori fuori parte, i dialoghi artificiosi. Englund ha ormai fatto un cliché di sé stesso, ma Levine è assai peggio.
L'ennesima trasposizione cinematografica di un racconto di Stephen King non riesce a convincere del tutto. Non è però la sceneggiatura a zoppicare, ma una regia poco convinta del grande Tobe Hooper, che qui compie un mezzo passo falso. Le atmosfere sono malsane e la recitazione di Robert Englund eccellente, ma altrettanto non si può dire della performance di Ted Levine, lontano anni luce dal Jame Gumb che lo ha reso immortale. La sensazione è che si doveva osare di più aggiungendo maggior cattiveria ad alcune situazioni. Quasi inesistenti i momenti di puro terrore.
Dispositivo (la macchina stiratrice) infernale, ovvero un demone in una lavanderia industriale, con seguaci. Gli avamposti dei neri abissi possono trovarsi ovunque - dove meno te lo aspetti (o quasi) lì è il proteiforme maligno a sguazzarci. Dispositivo (qui si intenda filmico) decisamente stralunato; frizzante nella tetraggine. Quasi un oggetto concettuale - nei meandri dell'horror fanno eco suggestioni disparate; e alcuni passaggi emanano odori da commedia nera. La capacità d'intrattenimento regge senza conflitti.
Sempre difficile trarre un film da un racconto breve (nello specifico "Il compressore" di Stephen King). Quest'opera infatti, sebbene si siano trovate buone idee per allungare la trama (l'approfondimento di Gartley e il "contratto" col demonio), ha troppi elementi involontariamente umoristici (l'amico esperto di esoterismo, l'incontro notturno fra Levine e la macchina, l'esorcismo...) per potersi dire riuscita. Un peccato, perché l'atmosfera fumosa e malsana della lavanderia è effettivamente riuscita e inquietante, e Englund fa abbastanza bene la parte del cattivo. Discreto Levine.
MEMORABILE: L'operaia "mangiata" dal macchinario; Levine che si spara alla giacca per liberarsi dal mangano (sfilatela, no?!); L'amico tagliato in due.
Hooper spazza l’empatia emotiva e sparge qua e là pezzi del suo cinema; il risultato è un film brutale, delirante ma coeso. La potenza del gore e la bellezza fumosa degli scenari restano impressi. La metafora sul capitalismo, invece, è mal gestita e pretestuosa. Nota dolentissima per il cast che - Englund a parte - si rivela esageratamente atteggiato e palesemente televisivo.
Film horror del 1995, nonostante la presenza di Robert Englund non convince appieno (eufemismo). La storia poteva essere originale e intrigante (una macchina stiratrice che uccide le persone) e invece diventa veramente quasi tutto scontato. I personaggi sono spesso macchiette (il doppiaggio, specie per Englund, fa il suo) e il ridicolo viene spesso a galla (perché le operaie non si vedono più?). Troppa macelleria di bassa lega. Le emozioni ci sono ma il tutto appare scontato. Merita certo una visione ma senza ragionarci troppo su.
MEMORABILE: L'omicidio della signora anziana da parte della macchina.
La classe operaia va all'inferno? "The Mangler" è uno dei migliori film del regista di Austin e uno degli ultimi colpi di coda dell'horror (davvero) politico che maestri come Hooper, Craven, Romero, Cohen, sapevano creare. Hooper, adattando un racconto di King, mette in scena un'allegoria feroce sul mondo industriale al soldo del capitale, senza rinunciare all'ironia che lo ha sempre contraddistinto. Un horror notturno, atroce (in tal senso andrebbe recuperata a versione unrated) e velatamente elegiaco, animato dall'enfatica direzione attoriale tipica di Hooper. Da recuperare.
MEMORABILE: "C'è un po' di me in quella macchina... e un po' di quella macchina in me." (William Gartley)
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Anche secondo me è un film da rivalutare. Comunque io il dvd Medusa ce l'ho e posso assicurarvi che la versione passata da noi in sala è la stessa del dvd. Se poi esiste una versione "unrated" ben venga anche perchè nei film di questo genere è lo splatter che fa la differenza.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Notte horror", martedì 22 agosto 1998) di The mangler - La macchina infernale:
Confermo che il box Stephen King Midnight Factory contiene la versione unrated: le sequenze splatter sono in effetti impressionanti e il film ci guadagna notevolmente.
HomevideoZender • 31/10/22 15:59 Capo scrivano - 49230 interventi
Puoi fare un esempio di una scena integrale che differenzia la versione UNRATED da quella CUT, Rebis (magari col minuto all'incirca)?
Avevo postato più sopra un link con tutte le differenze tra le due versioni e il minutaggio. Fammi sapere se può bastare, altrimenti farò qualche esempio. Sicuramente il primo omicidio, quello della vecchia operaia, è quello più devastante...
HomevideoZender • 31/10/22 16:06 Capo scrivano - 49230 interventi
Ah no scusami, non avevo cliccato. Se mi dici che corrisponde al bluray non serve altro, grazie. Cioè se si vedono tutte le scene mostrate nel link intendo dire.