Scuola di Ladri non era un film bellissimo, ma aveva il pregio di avere tra i protagonisti Lino Banfi, il quale attraverso le sue grandi doti espressive, di improvvisatore e caratterista comico di rango riusciva a trasmettere sempre una certa forza al film (almeno quando compariva lui). Purtroppo questi viene arrestato (così dicono i due fratelli Villaggio e Boldi per giustificare la sua assenza dal cast) e il seguito non ha la stessa verve del precedente. E così ecco una operazione di Neri Parenti che ricicla clamorosamente varie scene fantozziane.
Benché riciclando qua e là alcuni elementi del primo Scuola di Ladri (inevitabilmente, direi), questo film è nettamente più divertente. I due attori ci credono di più e interagiscono meglio, rispetto al primo (dove andavano tutti per conto loro). Il film ha regia e colonna sonora (di B. Zambrini) migliori e una parte sulla nave in crociera molto avventurosa e buffa. Il bello è che stavolta riusciranno a prendersi la rivincita sul diabolico zio.
Inevitabile, dopo il buon successo di pubblico, il seguito. Scompare il personaggio di Banfi e rimangono quelli di Villaggio e Boldi e il film così si poggia sopratutto sulle spalle dei due comici. Anche perché la storia, bene o male, è sempre quella, con lo zio che si rifà vivo per arruolare i due rimasti in un altro colpo. Parenti in regia fa quello che può per mantenere la vicenda su ritmi accettabili. Ma su cinque gag due vanno a segno mentre tre vanno a vuoto. Comunque la Guerin è splendida; Salerno magnifico e i due mattatori irresistibili.
Insomma. Già il primo capitolo non mi aveva fatto impazzire... Decisamente non si sentiva il bisogno di farne un secondo. Gli attori si impegnano ma il ritmo cala paurosamente e le situazioni comiche si abbassano. Discreta la confezione. Per fan dei tre comici protagonisti.
Troppo usurato Villaggio costretto alla milionesima fantozzata con imbarazzanti riciclaggi di scene, troppo solo Boldi per reggere il peso di un film comico dove Salerno ci mette il mestiere, la maliziosa Guerin il fisico (mostrato spesso, per sopperire ai gravi limiti del film) e Neri Parenti ci mette una confezione accettabile, con qualche svolazzo eighties di colonna sonora. Non è peggio dello scialbo primo capitolo, vale la pena aggiungerlo.
Quando gli attori interpretano un film ben costruito si ride, quando si ingaggia dei comici e si spera che "facciano il film", salta fuori quella che in gergo tecnico si chiama "inaccettabile vaccata" e quindi "un pallino solo" secondo il Vangelo Davinottiano.. Concedo il punto esclamativo per una scena con Florence Guerin, che tutti i sani etero ricorderanno e che a 14-15 anni mi aveva causato emicrania e mancamenti per tre giorni. Mediocre.
Fuori Banfi, rimangono Boldi e Villaggio sfruttati dallo zio Salerno; la storia questa volta si basa su un unico grande colpo; il divertimento però non si attenua, sono tanti quelli in cui la risata scatta spontanea e il finale (seppure simile a quello del capitolo precedente) non è scontato, ma anzi presenta una piacevole sorpresa. Bellissima la Guerin, affiatati i due protagonisti.
Secondo e decisamente perdibile seguito di un film già non esaltante. Qui non c'è nemmeno più Banfi che dei tre era parso il più in forma. Un soggetto-sceneggiatura così approssimativo poteva essere salvato solo dalla verve comica dei protagonisti, qui invece assolutamente assente: Villaggio è bollito come non mai (clamorosi i suoi ripescaggi dai "Fantozzi"), Boldi opaco; alla fine a convincere è solo Salerno. Fiacco prevedibilissimo anche il finale... Davvero un film non memorabile.
Seconda parte della storia dei cugini ladri e dello zio maestro del crimine, con cast leggermente modificato. La fine del primo capitolo era già un degno finale della storia che, forse, non andava più ripresa, perché con il trio di ladri Villaggio-Banfi-Boldi ridotto ad un duo (Banfi diede, infatti, forfait) il divertimento diminuisce. Rimangono Enrico Maria Salerno, che stavolta fa lo zio cieco con tanto di cane pastore, e il prorompente fascino sexy di Florence Guerin, ma è troppo poco. "Max Cipollino" e "Fantozzi" non bastano a far ridere.
MEMORABILE: La Guerin si spoglia nuda davanti a Villaggio, Boldi e Salerno. I primi due si eccitano, il terzo finge indifferenza perché fa il cieco.
Non c'è più Banfi e nonostante Boldi e Villaggio siano affiatati (anni dopo Ricci gli sceglierà per condurre "Striscia la notizia"), Lino era l'unico dei tre che sapeva dettare i tempi comici in maniera diversa e la sua mancanza si sente eccome, per tutta la durata della pellicola; al suo posto però arriva Florence Guerin, che artisticamente non sopperisce alla mancanza di Lino ma almeno contribuisce a farci rifare gli occhi con la sua bellezza anni '80. Salerno meno incisivo che nel primo episodio, che di gran lunga rimane superiore a questo.
MEMORABILE: La Guerin in body e tacchi a spillo sulla nave.
Orfani di Lino Banfi, a Villaggio e a Boldi non resta che sguazzare in una sceneggiatura miserabile, cercando di utilizzare tutte quelle che sono le tipiche gag dei loro film. A confronto il primo capitolo è un capolavoro. Tutto è scontato e prevedibile. Alla fine lo si guarda, ma c'è rammarico nel vedere la pochezza dei contenuti. Si salva qualche scena e basta.
MEMORABILE: Villaggio e Boldi alle prese con la zuppa di spinaci.
Il primo capitolo era un buon esempio di commedia all'italiana degli anni '80 ed aveva il pregio di unire tre bravi comici più un ottimo attore (Salerno); l'inevitabile sequel perde per strada Banfi lasciando sulle spalle di Villagio & Boldi tutte le responsabilità comiche. Purtroppo l'attore pugliese pare fosse il perfetto ago della bilancia tra gli altri due; qui invece Villaggio fantozzeggia e Boldi boldeggia, con prevedibili (in tutti i sensi) risultati. Persino Salerno stavolta sembra annoiato e ci mette il minimo impegno. Mediocre.
Seguito ancor più scalcinato del primo capitolo. Le situazioni sono sempre più riciclate e ripetitive e stavolta dal terzetto manca Banfi. Salerno è simpatico, Boldi e Villaggio se la cavano bene (ci mancherebbe) ma è davvero difficile ridere con gag e film di tal fatta.
Diciamo la verità chiamando le cose con il loro nome: questo è un film mediocre. Perchè quando è tutto sconclusionato persino un interprete di valore assoluto come Salerno non può fare miracoli. Lo stesso discorso vale per le curve mozzafiato di Florence Guerin (Dio la benedica!) o per la performance di Boldi, nettamente superiore a quella di Villaggio; anzi, in questo film, come nel precedente, Villaggio è sempre stato l'anello debole e forse sarebbe dovuto essere sostituito lui e non Banfi, che si era ben comportato. Poche le idee intriganti. **
L'assenza di Lino Banfi pesa non poco per far decollare il film. Boldi riesce a strappare qualche risata in più e le scene più divertenti si contano sulle dita. Neanche le grazie di Florence Guerin entusiasmano più di tanto, mentre Salerno è più defilato rispetto al primo film.
MEMORABILE: In aeroporto Egisto inciampa tra i carrelli e sbatte contro una lastra di vetro; Il recupero della chiave, finita nella zuppa di spinaci.
Sequel piuttosto ridanciano (qui manca Banfi), ma le gag sono spesso riciclate da altri film di Villaggio e quindi alcune risate sono spesso scontate. La parte migliore del film è senza dubbio quella a bordo della nave da crociera. Bravo Enrico Maria Salerno.
Senza Banfi (che si dice abbia rifiutato il film), questo sequel girato un anno dopo perde sicuramente qualcosa anche se, come si vedrà, la storia andrà avanti lo stesso (Amalio viene solo nominato). Idealmente prende il suo posto la sexy starlette Florence Guerin, che ovviamente mostra il suo corpo in due scene intriganti (nella sauna e in casa di Aliprando, quando lei si presenta con le sole mutandine e i tacchi per verificare la cecità dello zio). Anche qui la critica è stata impietosa, ma secondo me vale quanto il primo.
Dopo una godibile prima uscita i tre ladri, diventati qui due, tornano a colpire sotto lo "sguardo" vigile dello zio e ombreggiati dalla sfolgorante Florence Guerìn. La trama sostituisce al gradevole addestramento del primo episodio la costruzione di un furto in stile colpo gobbo e procede mantenendosi su livelli di divertimento tutto sommato accettabili. La Guerìn dà un paio di sculettamenti (must degli anni 80) e poco più. Regia piatta ma non peggio rispetto a molte altre pellicole di genere del periodo.
In questo secondo "Scuola di ladri" sparisce Banfi e rimangono Boldi e Villaggio. Il risultato è lo stesso: una commedia senza infamia e senza lode con alcuni momenti divertenti (su tutti le scene "in crociera") e altri scontati e superflui. Sempre bravo Enrico Maria Salerno in una parte in cui è altamente sprecato. Bella la Guerin. Confermo i due pallini del primo film.
Se il primo capitolo era passabile, questo è decisamente sottotono. Senza Lino Banfi si perde molto. Boldi e Villaggio cercano di sollevare il film senza successo. Ci si trascina stancamente con sketch già visti. Qualche spruzzata di comicità comunque c'è e il comico milanese forse è meglio che nel precedente lungometraggio. Convincente invece Enrico Maria Salerno.
Uno dei miei comici preferiti. Belle musiche, alcune gag molto divertenti e la figura femminile del cast (una stupenda Florence Guèrin) di gran lunga superiore a quella precedente. Il cast è ottimo, il film frizzante e tipicamente 80's. Unica pecca: diverse scene della motonave sono riciclate senza pudore dalla parte finale di Fantozzi contro tutti.
Non si discosta molto dal suo predecessore; il soggetto è praticamente identico e quasi sembra un remake mascherato. Tuttavia si attesta un pelo al di sopra perché in alcuni frangenti è più compatto e meglio strutturato, anche se non di molto. Da quando la scena si sposta sulla nave da crociera funziona discretamente riuscendo a stare nei tempi giusti. Boldi e Villaggio non fanno rimpiangere eccessivamente l’assenza di Banfi, ma parte del merito è di Salerno, a cui una commedia del genere va decisamente stretta.
Orfani di Banfi “In Argentina a rubar l’argenteria” i due cugini riescono nuovamente a incappare nelle mire di zio Aliprando, e già questi due passaggi dovrebbero far capire molto. A film del genere non è chiesta troppa coerenza però qui si esagera. Salerno ora non vedente arruola per un nuovo colpo il resto della truppa a cui si aggiunge la Guerin figlia di Banfi, per l’appunto, ma tutta la simpatia del film precedente è andata persa. Non si chiedeva la luna, ma un minimo di convinzione in più quella sì.
Scarsissimo sequel di un numero 1 già non irresistibile, di cui riprende pedissequamente la struttura con la variante di Enrico Maria Salerno cieco anziché paralitico. Si nota l'assenza di Banfi, perché purtroppo Boldi e Villaggio risultano una coppia comica mal amalgamata e la maggior parte degli sketch viene dal repertorio fantozziano più consunto (il tiro al piattello, i bocconi masticati di nascosto...). Tremenda la Guérin.
MEMORABILE: Le gaffe di Villaggio con lo zio cieco ("Chiudere un occhio", "Avere un occhio di riguardo", "Fidarsi ciecamente").
Leggermente meglio dell'originale grazie a un grandissimo Salerno e ad alcuni lazzi di Boldi; al contrario Villaggio ripete troppo se stesso (già in fase di stanca). Si ride abbastanza, anche se le scene sono riciclate (vedi la barca) da altri film. Strizzatina d'occhio agli adolescenti del periodo la presenza della Guérin (mozzafiato, come non dar ragione a Egisto e Dalmazio). Passatempo.
MEMORABILE: Boldi cacciato dal manicomio e il tentativo della Guérin di accertarsi della cecità di Salerno.
Con Banfi assente perché impegnato sul set di Belli freschi, manca anche l'unica componente appena positiva del primo capitolo. E allora si naufraga completamente: Villaggio ripete sé stesso allo sfinimento (mezzo film di gag per la paura del cane!), Boldi non ha la personalità per imporrsi e il film è un continuo riciclo di slapstick visto e stravisto. Parenti ci aggiunge una regia pigra, colonna sonora pessima.
Commedia demenziale di livello non malvagio, in cui l’uscita dal cast di Banfi - il punto di forza del trio nel primo capitolo - porta paradossalmente a rafforzare la coesione del duo Boldi-Villaggio, portando a momenti, seppur stravisti, comicamente riuscitissimi. Soggetto ancor più basico che nel numero 1, che rispetto al passato snellisce la prima parte ma dimentica per strada un’idea (il vomito nel sacco dei soldi) che poteva lasciar scaturire un colpo di scena ben più efficace di quello effettivamente messo in scena. Ottimo Salerno.
L'assenza di Banfi, l'unico in grado nel primo capitolo di strappare qualche sorriso, pesa in questo sequel come un macigno. La sceneggiatura tanto per cambiare ricicla tutto il riciclabile mentre Villaggio e Boldi rifanno per l'ennesima volta la solita maschera (con il secondo più in forma del primo) mentre Salerno, l'unico davvero in grado di scavalcare il copione, non sembra crederci più di tanto e si limita al minimo sindacale. La Guerin ci mette il fisico e poco altro. Un secondo capitolo che si poteva risparmiare, di cui avrebbero sentito la mancanza solo i cassieri dei cinema.
Piuttosto ritmato ma comunque scadente: gag e battute sono riciclate senza ritegno (polpette, tiro al piattello, "si fidi ciecamente" e via discorrendo) con Villaggio e Boldi che rifanno stancamente loro stessi (anche se il secondo è più frizzante). Si risolleva in parte per la parte sulla nave da crociera con i nostri alle prese con il nostromo Puppo, per la professionalità di Salerno (che avrebbe meritato ben altro film) e per l'avvenenza della Guerin. Parenti dirige senza guizzi una pellicola veramente povera di fantasia.
MEMORABILE: La zuppa di spinaci; Susanna che cerca di fare tornare la visita allo zio cieco; Il calco della chiave.
Sull'onda del successo del primo fortunato capitolo è parso giusto catapultare parte della vicenda su una vera nave da crociera come mero espediente per fornire uno stuzzicante teatro farsesco. Il trio si fa duo: Boldi e Villaggio perdono Banfi (impegnato ne Il commissario Lo Gatto) senza che il risultato troppo ne risenta, viste le basse peculiarità dell'opera. Il film assume una comicità più surreale ma sempre di grezzo livello, pur strappando allo spettatore un sano svago. Riconfermato Salerno (meno convincente rispetto al film capostipite) e la Guérin ruba il posto alla Scoppa.
L'assenza di Banfi si fa sentire e non poco, ma il film è coeso e la coppia Boldi/Villaggio funziona bene reggendo la baracca, coadiuvati dal solito perfetto Salerno e da una conturbante Guérin, donna di una bellezza soffocante. Peccato che il grosso degli spunti narrativi siano già visti (la parte dello yatch è un tragico autoplagio di Parenti). Azzecato il finale, in colonna sonora brilla "Blue Velvet".
MEMORABILE: Il camera look finale; La Guérin.
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Altro esempio di gag riciclata dalla premiata ditta Parenti-Villaggio: la scena nella quale Villaggio, lanciandosi con una liana, va a sbattere contro un furgone nascosto dietro una tenda era già stata proposta, 5 anni prima, in Sogni mostruosamente proibiti.
CuriositàZender • 19/05/15 19:27 Capo scrivano - 47893 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
Le scene ambientate sulla nave sono state girate a bordo della Eugenio Costa,allora di proprietà
della Costa Crociere.La nave,costruita nel 1966,era inizialmente un transatlantico,poi riconvertito per l'uso crocieristico nella seconda metà degli anni Ottanta:rimase per anni l'ammiraglia della flotta della compagnia italiana e fu demolita nel 2005.Il film fu girato proprio durante il periodo di ristrutturazione del 1987.
Tarabas scrive "Boldi che corteggia Florence al grido "ho una casa con 6 stanze, 6 porte, 6 finestre, 6 un figone". Vale mezzo punto, così si arriva al minimo legale. "
Ma questa è una scena del primo film con Boldi che corteggia la Scoppa al Drive-in
DiscussioneZender • 11/01/19 07:36 Capo scrivano - 47893 interventi
Ok, spostiamo qui allora il commento, visto che a parte quello (che quindi appartiene all'altro film) il resto è trama praticamente.
Dopo la sola presa nel primo episodio, due dei tre aspiranti ladri (Banfi si è giustamente dato) ci ricascano e riaprono la collaborazione con lo zio manigoldo. Seguito identico al primo, anche qui una sola cartuccia notevole (a parte la sostituzione Banfi-Guerin): Boldi che corteggia Florence al grido "ho una casa con 6 stanze, 6 porte, 6 finestre, 6 un figone". Vale mezzo punto, così si arriva al minimo legale. Sipario.
Nella famosa scena del "tangone", Dalmazio (Villaggio) accenna al brano di Carlos Gardel "Adios Muchachos". Cita infatti testualmente il verso "Adiós muchachos, compañeros de mi vida".
Motorship ebbe a dire: La canzone dei titoli di testa e che compare solo strumentale nel film, è stata mai pubblicata?
Lo chiedo perchè nel primo episodio, c'erano molte canzoni pubblicate, tra cui quella finale.
Ricordo che nel primo c'era "Easy Lady", ma non mi dimentico affatto "Run to me" di Tracy Spencer, tra l'altro hit famossissima di quell'anno li (1986).
"Easy Lady"di Spagna la si sente in "Yuppies 2" e non in "Scuola di ladri"