Secondo dei quattro episodi liberamente ispirati ai racconti di Edgar Allan Poe diretti da Daniele D'Anza per la Rai. Come sempre capita per Poe, non ci si ferma alla fonte primaria ("Ligeia") ma si attinge anche dalla "Casa Usher", da "Morella" e altro. Ciò che ne esce ricorda comunque soprattutto il REBECCA di Hitchcock, con Robert Usher (Umberto Orsini) che sposa in seconde nozze la giovane Morella (Silvia Dionisio) per dimenticare la morte della prima moglie Ligeia (Dagmar Lassander), diva del muto colpita dal clamoroso tonfo del suo primo film sonoro. L'ambientazione nella casa degli Usher...Leggi tutto (la vicenda è vissuta in flashback da Roderick Usher, interpretato da Philippe Leroy) dà spazio alle belle scenografie, mentre le delicate musiche dei Pooh (in realtà solo Roby Facchinetti e Dody Battaglia), con ampio uso di sintetizzatori, fanno da sfondo a una vicenda sviluppata correttamente e ben resa da un convincente Umberto Orsini. Morella non deve entrare nelle sale dedicate a Ligeia di cui il marito è gelosissimo, ma non riuscirà a farne a meno. Lo spirito della prima. moglie aleggia in una casa di campagna che diventa sempre più spettrale. Inevitabilmente un po' datato (ma nemmeno troppo), il telefilm si lascia vedere facendoci apprezzare la notevole messa in scena (soprattutto considerando che si tratta di un prodotto televisivo) e la buona vena di Daniele D'Anza, uno dei più fedeli e apprezzati registi legati alla televisione di stato.
Secondo episodio della serie ispirata ai racconti fantastici di Poe con la costante di Leroy nel ruolo di Usher: questa volta entrano in scena Ligeia e Morella in un contesto ricollegabile a Freda e, tramite questo, al basilare Hitchcock. Non del tutto avvincente, può comunque contare su un ottimo Orsini e sulle eleganti scenografie in cui l'antico sapore gotico si congiunge con il moderno. L'anno dopo la Dionisio ripeterà una parte simile in Murder obsession.
Rivisitazione con ingegnoso espediente di partenza, fra Viale del tramonto e Cantando sotto la pioggia. Ben girato, ambientato e interpretato, complessivamente funziona. Certo solo il paranormale può giustificare la preferenza per il fantasma della già appesantita Lassander rispetto alla Dionisio in carne e ossa, ma se no dove sarebbe il decadentismo? Orrore aggiuntivo, fra i ballerini del party iniziale c'è Sergio Japino.
Pur saccheggiando diversi racconti di Poe, il secondo episodio della serie avrebbe
potuto intitolarsi "Rebecca for ever", tanti sono gli echi del capolavoro hitchcokiano. Ciononostante il risultato è buono, con delle discrete atmosfere, delle belle prove attoriali ed una confezione di livello
Bell'episodio della serie televisiva "Racconti fantastici" ispirata sì ai racconti di Allan Poe, ma con diversi riferimenti a Hitchcock. A colpire positivamente, oltre all'attenta regia e all'ottima interpretazione generale, sono anche la suggestiva ambientazione e la scenografia, oltre al quasi costante effetto gotico. L'atmosfera non è invero particolarmente eccitante, ma è ugualmente molto gradevole. Umberto Orsini è ottimo, così come la splendida Silvia Dionisio. Belle le musiche dei Pooh.
L'espediente del flashback ci porta a rivivere un antico avvenimento, ormai sepolto nel passato, avvenuto in casa Usher: si viene dunque catapultati sul finire degli anni ’20 con riferimenti ai racconti "Morella" e "Ligeia". Bravo Orsini ma anche le starlette Lassander e Dionisio sono un bel vedere. L'atmosfera decadente e spettrale si fa via via sempre più malinconica grazie anche alle efficaci musiche create dal minimoog dei Pooh. Insomma, dopo il primo folgorante episodio la serie prosegue su un buon livello.
MEMORABILE: La chiave gettata nel pozzo da Robert Usher negli anni '20 e da Roderick Usher negli anni '70.
Secondo episodio di questa breve serie, bella quanto la celebre Sette storie per non dormire. Nello specifico si guarda molto, oltre che a Poe (Ligeia), anche a Hitchcock. A mio parere il migliore dei quattro episodi grazie a Orsini e alla Dionisio. Considerando anche il racconto a cui s'ispira, una delle più belle e tragiche storie d'amore mai scritte. Menzione per le musiche dei Pooh.
Inferiore al primo episodio, ma di notevole interesse. Purtroppo Leroy si vede poco, essendo solo narratore della tetra rappresentazione di Morella/Ligeia. Ottimo Orsini, ma è il cast femminile a essere da sturbo: il trio Lassander-Dionisio-Zinny è superbo. Affascinante la Lassander con parrucca bionda, inquietante e avvelenatrice presenza dall'oltretomba, la Dionisio povera vittima e la rebecchiana Zinny-cameriera. Non tutto convince, ma scene come quelle nell'antro "fotografico" della Lassander o il suicidio iniziale lasciano il segno.
MEMORABILE: L'ultima grande interpretazione della Lassander nel prologo; L'incidente in barca; La Zinny che dice: "Ligeia è ancora la padrona di questa casa".
Secondo capitolo della saga misterica che ha come centro propulsivo una solitaria dimora abitata da un ancor più solitario proprietario. I flashback riportano a un'epoca precedente al Grande Gatsby, con una storia che ricorda più Rebecca, la prima moglie" che Poe. Risplende le presenza di Umberto Orsini, mentre Dagmar Lassander e Silvia Dionisio rappresentano la componente erotico-corporea del racconto. Non del tutto logico e sequenziale, il film continua a lasciarsi dietro una sua bava di innegabile fascino.
D'Anza continua la sperimentazione col suo pot-pourri poesco e innesta su tale tronco contorto alcuni facili elementi hitchcockiani (la governante incombente di Rebecca, la medicina fatale in primo piano da Il sospetto): il risultato è altalenante e, tirate le somme, deludente. L'ottima idea di una Ligeia vittima del sound cinema, a esempio, sarebbe sulla carta affascinante se non si perdesse nelle more di un enfatico melodramma che coinvolge, poi, anche il personaggio della Dionisio: caratteri troppo deboli per reggere l'urto drammatico. Sempre impeccabile Orsini.
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CuriositàZender • 14/11/07 18:11 Capo scrivano - 48952 interventi
Lo splendido strumentale con cui si aprono gli episodi è scritto da Battaglia e Facchinetti e suonato dai Pooh: un inedito uscito anche in singolo con il titolo di "Fantastic fly" (retro "Odissey").