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La nostra recensione di The Fabelmans

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ce lo dice lo stesso Spielberg prima che il film cominci, in una curiosa introduzione: è il suo lavoro più personale, in cui ha cercato di trasmettere tutta la magia del cinema attraverso la medesima fascinazione che sperimentò fin dal primo spettacolo su grande schermo al quale ebbe modo di assistere e che l'ha spinto a diventare uno dei maggiori e più universalmente apprezzati rappresentanti della settima arte. Già l'incipit chiarisce con poche, esemplari sequenze tratte dal PIU' GRANDE SPETTACOLO DEL MONDO l'impatto che può avere il cinema sugli spettatori più...Leggi tutto giovani: il piccolo Sam Fabelman (Zoryan) rimane colpito a tal punto dalla scena in cui un'auto si scontra drammaticamente con un treno che il desiderio di ricrearla in casa usando modellini in scala regalatigli da papà diventa un'ossessione. E' mamma (Williams) a dargli però in mano la prima cinepresa per permettergli di riprendere e rivivere infinite volte quello scontro micidiale.

Ce n'è abbastanza per l'imprinting definitivo, che porterà Sam (ovvero Spielberg stesso, in un facile gioco d'immedesimazione a quanto si dice molto vicino alla realtà) a trasformare velocemente un semplice hobby in una passione travolgente. Poi ci sono i problemi vissuti in famiglia, un rapporto un po' sospetto (rivelato proprio da alcune riprese di Sam realizzate durante una vacanza) tra mamma e lo "zio Benny" (Rogen), il miglior amico di papà (Dano). E ancora la difficile integrazione nella scuola in California dove i Fabelman si trasferiscono da Phoenix per seguire il nuovo lavoro del padre, la prima fidanzata... E' la quotidianità di chi non ha una vita poi così differente dalle altre ma in cui l'amore per il cinema, per un certo periodo accantonato, in un secondo tempo si rifarà vivo e pulsante più che in precedenza.

Seguendo i ricordi d'infanzia e di adolescenza (il racconto si chiude nel momento in cui Sam viene assunto alla CBS per dirigere il suo primo episodio televisivo e parla con John Ford, qui interpretato da David Lynch!), Spielberg racconta se stesso cercando di far comprendere a tutti quali fossero le condizioni che gli permisero di sviluppare il suo riconosciuto talento; senza eccedere in virtuosismi ma mantenendo ovviamente un alto profilo registico, appoggiandosi a una recitazione di primo livello e innestando qualche simpatico tocco ironico che naturalmente non guasta (evidente ad esempio nelle scene in cui comincia a frequentare la sua prima fidanzata).

Tutto concorre a farci passare indenni le due ore e mezza di durata che, a dire il vero, potevano essere facilmente accorciate senza perderci. Anzi, alcune parentesi non aggiungono granché (l'incontro con lo zio Boris/Hirsch, le scene in casa con la scimmietta) e vengono oltremodo diluite dando l'impressione di funzionare soprattutto in funzione di autoanalisi, per Spielberg. La potenza di alcuni passaggi è indubbia, l'armonia che conferisce preziosa omogeneità al racconto è patrimonio di un regista che conosce il cinema come pochi e nell'autenticità del rapporto tra Dano (straordinario nel trasmettere l'ordinarietà del suo personaggio) e la Williams si legge tutta la capacità di Spielberg di cogliere nella semplicità delle emozioni la loro intima forza. Eppure, in mezzo a tanta qualità, manca in troppe fasi proprio la promessa magia, quella che il regista ha saputo regalarci nei suoi lavori più noti (LO SQUALO, INCONTRI, E.T., ma anche il sottovalutato A.I.) e che qui resta alla finestra. Fa capolino una certa freddezza, l'assenza di un qualche scatto in avanti che avrebbe potuto rendere il film indimenticabile. Fortunatamente l'ottimo cast (anche Rogen centra bene il ruolo) e la mano ferma in regia permettono di gustarsi buona parte del film senza rischiare la noia.

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Tutti i commenti e le recensioni di The Fabelmans

TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/12/22 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/12/22
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Herrkinski 14/12/22 03:02 - 8703 commenti

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I Fabelmans altro non sono che gli Spielberg, in questo mix tra biopic e racconto formativo del regista, dall'infanzia fino alla maggiore età; traslochi da uno Stato all'altro, drammi familiari, i primi amori, la scuola, le prime regie in super 8, tutto filtrato attraverso l'occhio della cinepresa e l'amore per il cinema che ha accompagnato Spielberg fin dall'infanzia. Momenti toccanti e personali, altri più scanzonati, altri riflessivi, in quel che - si dice - sia una ricostruzione molto fedele della realtà; confezione ineccepibile, cast ben scelto, due ore e mezza che volano via.
MEMORABILE: David Lynch come John Ford.

Capannelle 25/12/22 12:32 - 4561 commenti

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Biografia accurata e sentita da parte di Spielberg che non edulcora né indulge in troppe spettacolarizzazioni nel raccontare le turbolenze familiari e di contesto scolastico che accompagnarono la sua giovinezza. Il personaggio della mamma repressa è centrale nel canalizzare il pathos del film mentre le scene legate agli esperimenti filmici o al primo amore sono sì curiose ma rimangono più ordinarie. Ambientazioni e cast notevoli (Dano e Williams su tutti), durata che scorre bene, rimane un senso di curiosità non appagata dovendo interrompere il tutto con l'incontro con Ford.

Markus 30/12/22 10:08 - 3760 commenti

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Il regista si apre al pubblico e ci racconta, attraverso questa ricostruzione filmica, la sua ascesa nel cinema. I traslochi per questioni lavorative del padre, il rapporto appassionato con la madre artista non capìta e via discorrendo. Al netto d'una mezz'ora di troppo - che avrebbe sveltito l'opera senza inficiare sul significato - un film empatico/emozionale ben recitato. Eccessivamente autoreferenziale, ma trattandosi di Steven Spielberg e non di Nando Cicero - salvo scoprire più appassionante quest'ultimo - siamo in grado di convenire tutti di soprassedere.
MEMORABILE: Chloe East: la bellezza d'una moderna Brooke Shield.

Vivinile 4/01/23 18:22 - 1 commenti

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Dopo la programmazione di sala si potrebbe distribuire questo prodotto per finestre successive frammentandolo in una miniserie. Negli anni successivi si continuerebbe la saga "Fabelmans" snocciolando i racconti cinematografici del regista differenziando ancora il formato (film/miniserie) a seconda del canale (sala/piattaforme). La suggestione permetterebbe di sperare in un sequel (che è sembrato anche un po' promesso, nello studio di Ford) e spiegherebbe inoltre perché tanta ridondanza in alcune scene, le quali se frammentate in più episodi girerebbero meglio.

Xamini 4/01/23 23:34 - 1294 commenti

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Il fil rouge è quello della cinepresa, di questa passione smodata per la settima arte, che si accende dagli occhi di un ragazzino, in una sala del '52 ove proiettano Il più grande spettacolo del mondo. Ma è la storia della giovinezza di Spielberg e del modo in cui la sua aspirazione prende vita, intrecciandoci di giorno in giorno, di anno in anno, con le sue sofferenze, le sue gioie, i suoi shock e le tribolazioni del suo nutrito nucleo familiare. È un racconto dolce, scritto con amore e riconoscenza al proprio passato, magari senza eccessivi slanci ma onesto e apprezzabile.
MEMORABILE: Il segreto smarcherato attraverso l'occhio della telecamera; Il misurato Dano e l'istrionica Williams (la danza al campeggio); Il cameo di Lynch.

Rambo90 8/01/23 01:43 - 7995 commenti

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Raccontandoci il suo sogno Spielberg torna nella sua forma migliore, restituendoci la magia per il cinema attraverso i suoi occhi e quelli della sua famiglia, in fondo normale seppur con alcuni segreti sotterranei che ne minano le fondamenta. Le oltre due ore scorrono via benissimo grazie alla buona prova del cast (perfetto il protagonista), alla meticolosa ricostruzione d'epoca (fantastici i filmini in 16mm ricreati) e in generale a un'opera in cui si avverte il cuore messo in campo. Molti momenti toccanti e finale da non perdere.

Cotola 12/01/23 23:29 - 9512 commenti

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Il film più personale del regista, parola dello stesso Spielberg, si rivela però ben poco personale perché, tutto sommato, abbastanza usuale e simile a tante pellicole di questo tipo. Ovviamente è ben diretto, ci mancherebbe, tutto il cast fa la sua figura, ma nulla più. In particolare a mancare è la magia, tranne nell'emozionante ultima scena, e anche il vero romanticismo visto che voleva essere una lettera d'amore alla settima arte. Buono, ma per nulla eccezionale.
MEMORABILE: L'incontro finale.

Caesars 1/03/23 09:56 - 3985 commenti

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Parziale delusione. Non che sia un brutto film, tutt'altro, ma ciò che colpisce è la (parziale) assenza di quella "magia" che il cinema sa infondere e che Spielberg ci ha trasmesso in altre occasioni in modo assai più significativo. Sembra più un prodotto indirizzato allo stesso regista, a scopo autoanalitico, che al pubblico. Detto ciò, non si possono comunque ignorare le buone prove attoriali, alcune situazioni riuscite e divertenti e una regia di buon spessore. Però da Spielberg che racconta la nascita della sua passione per il cinema ci si attendeva qualcosa di più...

Paulaster 9/03/23 19:02 - 4876 commenti

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Giovane ragazzo ebreo ha la passione per il cinema. Film in cui lo stesso Spielberg attinge dalle memorie personali e racconta la nascita della sua vocazione. Proprio i momenti in cui la piccola cinepresa è protagonista sono quelli più emotivamente coinvolgenti e che trasmettono la magia della pellicola. Quando la trama riguarda le questioni familiari, i bulletti a scuola e la fidanzatina, servono solo come riempitivo. Dano non è male all’inizio, Rogen non apporta nessuna sfumatura.
MEMORABILE: Il filmino dello scontro ferroviario; Il filmino scolastico in spiaggia; L’incontro con Ford sul tema dell’orizzonte.

Daniela 14/03/23 13:55 - 13271 commenti

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Non è il capolavoro del regista e anzi non può neppure annoverarsi tra i suoi film più belli ed emozionanti, tuttavia è il più personale e non si può non restare ammirati dal coraggio con cui Spielberg ha girato un biopic su se stesso a partire dalla folgorazione infantile fino all'inizio della carriera cinematografica, ponendo al centro della narrazione la sua famiglia e in particolare il rapporto squilibrato tra il padre, brav'uomo fin troppo razionale, e la madre artista depressa. Opera forse troppo pacata per risultare davvero coinvolgente, ma ben diretta e ben interpretata.

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Thedude94 12/05/23 00:07 - 1174 commenti

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Steven Spielberg è il cinema, e ormai arrivato a una certa età ha avuto bisogno di un film che raccontasse come è nata la sua passione per la settima arte; lo fa in maniera dolce e meravigliosa, con quest'opera intima e personale che tratta gli anni della sua giovinezza romanzandoli al punto giusto e mettendo quella dose di genialità e bravura che in lui sono innate. La fotografia è eccezionale, così come le scenografie che ben mostrano gli anni '60. Una lode particolare all'ottimo cast, che vede Dano e la Williams forse nelle migliori prove della carriera. Chapeau.

Puppigallo 12/05/23 16:57 - 5479 commenti

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Difficile trovare qualcuno che ce la racconti come Spielberg; e qui si nota ancora maggiormente il suo innato talento, perché pur non essendoci nulla di particolarmente nuovo o eclatante nel già vasto panorama filmico-biografico, con un protagonista singolare in una situazione familiare instabile (la madre), lo si segue comunque grazie alla capacità del narratore dietro la cinepresa, più che a ciò che effettivamente succede. Certo, sarebbe stato più interessante assistere al suo percorso registico, ma l'averne proposto l'adolescenza ne ha comunque mostrato la genesi.
MEMORABILE: Nota l'arteria che non pulsa più; "Sei un idiota antisemita e anche stronzo"; "Se la linea dell'orizzonte è a metà schermo è una merda noiosa".

Enzus79 12/05/23 21:32 - 3224 commenti

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E anche Steven Spielberg entra nella cerchia di registi che si autoreferenziano. Storia della sua infanzia, ma anche un omaggio al cinema. Non annoia, ma evidentemente poteva durare un po' meno. Paul Dano e Michelle Williams sopra le righe. Coinvolgenti le musiche di John Williams. Difficile, ma non impossibile, che abbia una tendenza, nel giudizio, al rialzo.

Il ferrini 15/05/23 00:30 - 2674 commenti

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Non è dato sapere quanto ci sia di reale, così come in Sorrentino, ma di certo è un'opera molto personale ed emozionante. Meno aneddotica rispetto ai Radio days di Allen, ne riprende però in parte lo spirito, di chi vuole raccontare se stesso ma anche un'epoca. Esteticamente ineccepibile, attori magistralmente diretti; a tratti doloroso (e lo zio "pazzo" lo preannuncia strizzando forte le gote al protagonista) ma anche colmo d'amore per il cinema. Tutti i personaggi hanno profondità, inclusi i compagni di scuola e poi un finale davvero memorabile. Un altro grande film.

Galbo 4/06/23 07:57 - 12641 commenti

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Se non è l'opera migliore di Spielberg, è certamente il suo film più sincero, quello in cui mette in ballo il suo amore per il cinema ma anche una storia familiare complessa realizzando uno spaccato di cinema verità, filtrato da una grande sensibilità artistica. Una ricostruzione ambientale eccellente, che ci porta dentro gli anni '60 e '70 di una società americana in evoluzione ma ancora profondamente razzista e una felicissima scelta di cast che comprende attori giovani e veterani tutti in stato di grazia, con una prima parte meravigliosa e una seconda ampiamente soddisfacente.

Giùan 8/08/23 17:29 - 4925 commenti

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Spielberg non si sottrae all'ennesimo personale coming of age cinematografico ma lo fa compenetrando, da più grande intrattenitore del mondo, intimo e universale, "vizi" familiari e pubbliche virtù della settima arte, dipingendo il consueto quadro così preciso da rischiare il "pittato". Bastano però un paio di intuizioni per sollevare l'adescamento dello storytelling nel cielo stellato dell'affabulazione: i fari notturni che illuminano la Williams, il ralenti che trasfigura il bullo da college... e non bastasse: lo sliding doors finale con Lynch travestito da Ford (o viceversa?).
MEMORABILE: Il più grande spettacolo del mondo; Il triangolo Paul Dano, Michelle Williams, Seth Rogen.

Anthonyvm 25/02/24 01:21 - 6495 commenti

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Spielberg e il cinema, Spielberg e la sua famiglia: una dedica personale e sentita ai primi amori di un grande regista, trattata con la sensibilità e il senso della meraviglia che da sempre contraddistingue i suoi migliori titoli. Si riscontra a lungo andare una certa disparità fra le due parti, col complesso rapporto fra il giovane Sammy/Steven e la madre (una Michelle Williams in forma smagliante) che finisce per eclissare quello fra il ragazzo e la macchina da presa; ne è un segno l'inappagata curiosità con cui ci lascia il finale, a mo' di "finto" cliffhanger. Comunque valido.
MEMORABILE: L'incontro con lo zio circense; Il corto di guerra; Il primo bacio con la ragazza cristiana; Spiazzando il bullo con l'arte della regia; Ford-Lynch.

Deepred89 29/07/24 00:04 - 3864 commenti

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Commedia cinefila dai forti spunti autobiografici, che per i primi due quarti - appassionati, autentici - resta perfettamente sospesa tra un ritratto d'infanzia un po' sognante alla Flipped e problematiche adulte narrate senza paura dei sentimentalismi. Il segmento californiano vede però cadute di stile (i bulli da teen movie) e di gusto (la battute interreligiose) che, insieme ad alcuni eccessi, smorzano il precedente entusiasmo. Confezione notevole, mentre Williams e Dano ben difendono, con un'espressività genuina e mai eccessiva, due personaggi a rischio caricatura.
MEMORABILE: La scena finale è creata a hoc per risultare memorabile e, va ammesso, ci riesce.
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