Il primo dei "Racconti fantastici" porta in scena, come faranno in seguito tutti i successivi, più di un'idea tratta dai lavori di Edgar Allan Poe secondo quella che è poi sempre stata un'abitudine del cinema. Il grande scrittore americano, che ha sempre preferito raccogliere la sua arte in racconti piuttosto che in romanzi (peccato, perché "Lo Scarabeo d'oro", ad esempio, è un vero capolavoro), si è ritrovato a fornire infiniti spunti all'horror su grande e piccolo schermo, ma spesso mescolati insieme con scarso costrutto.
Anche in questo caso si recupera l'immaginario di Poe cercando suggestioni soprattutto nel rievocarne...Leggi tutto più opere, e così la casa degli Usher (che è qui villa Giovanelli, futura "casa stregata" anche nell'omonimo film con Pozzetto) funge solo da ambientazione, e il proprietario Roderick Usher (Leroy) rispecchia in questo caso piuttosto il pittore protagonista del "Ritratto ovale", che in passato dipinse la splendida moglie (Omaggio) togliendole i colori e la vita per trasferirli nel suo quadro. Nella sua magione, dopo un misterioso viaggio in auto persi nella nebbia, giungono un giudice (Moschin) e con lui un giovane (Mezzogiorno) da consegnare alla giustizia. Usher offre loro ospitalità e un letto, ma già a cena, vedendo come il giudice osservi il dipinto di un vascello nella tempesta, comincia ad aprirsi raccontando l'avventura che sappiamo essere in realtà tale e quale quella che Poe narra in "Manoscritto trovato in una bottiglia", lungo resoconto di un naufragio e di un galeone abitato da una sorta di equipaggio fantasma. Non bastasse questo, nell'ultima parte il giovane reo si fa confesso agganciandosi nientemeno che al "Cuore rivelatore", uno dei più noti lavori di Poe, ideale per un crescendo drammatico che ci condurrà a un finale tutto da interpretare.
La miniserie dice già tutto in questo primo episodio in realtà, anche se dei quattro non è il migliore. Fondamentali, per la relativa riuscita, le musiche dei Pooh (strumentali firmati tutti dal solo Facchinetti), con un tema al pianoforte altamente evocativo ed effettato che ritroveremo in ogni episodio. L'ottima recitazione è invece garantita soprattutto da Gastone Moschin, con Vittorio Mezzogiorno che lo assiste ritagliandosi un paio di bei monologhi (quello del "Cuore rivelatore" in particolare) e Philippe Leroy (doppiato) a fare il meditabondo padrone di casa.
Piccole parti per Maria Rosaria Omaggio ed Erika Blanc al bancone di un bar dove Mezzogiorno passa in cerca di un meccanico. Si cerca di instillare in chi guarda il terrore ma naturalmente non è facile, e il risultato si limita in fondo a far parlare lungamente tra loro i protagonisti o a muoverli lenti tra le stanze in cui scorgono il ritratto della moglie di Roderick mentre monta un'atmosfera lugubre e carica di mistero. Poi però ben poco succede e tutto resta in potenza, con Poe che viene utilizzato più che altro a livello di suggestione e una storia di fatto costruita quasi sul nulla...
Un manto di nebbia costringe un giudice al seguito di un assassino nei pressi di casa Usher. Trovata ospitalità, in una notte di inattese confessioni si compiono i destini dei due viaggiatori, costretti da una forza innaturale ad essere condannati chi con la morte, chi con l'angoscia generata da una coscienza che reclama vendetta. Finale chiuso, circolarmente, tra la nebbia. Ispirato al Cuore Rivelatore di Poe e, tangenzialmente, al Ritratto di Dorian Gray l'episodio che inaugura la serie di Racconti Fantastici si mantiene su alti livelli, con dialoghi curati ed interpretazioni sentite.
Episodio d'apertura della serie "Racconti fantastici". Tra le pareti della sinistra magione Usher si intrecciano le trame di altri due celeberrimi racconti di Poe, cioè "Il ritratto ovale" e "Il cuore rivelatore". La regia di D'Anza - ideatore insieme a Biagio Proietti e nome garanzia della fiction soprannaturale di un tempo - sa come tradurre il senso di mistero in ambientazione e dialoghi; il cast è di alto livello e i Pooh provvedono a musiche per loro insolite, a metà tra Alan Parsons project e i migliori compositori italiani di colonne sonore.
Con saggia umiltà D'Anza e Proietti affrontano i sacri testi alla larga, evitando confronti imbarazzanti e preferendo la rivisitazione allusiva. Ne viene fuori un centone di Edgar Allan con cura dell'atmosfera più che dell'effettaccio, a metà strada fra lo sceneggiato old fashioned e la fiction più "cinematografica". Qualche letterarietà di troppo nei dialoghi, ma si può perdonare, meno scusabile invece il cartello Fernet Branca che di colpo annienta l'ambiguità dell'ambientazione ripiombandoci da Poe a Pejo.
Libero e riuscito adattamento dei celebri racconti di Poe, a mio avviso una delle migliori serie mai girate per qualità globale del prodotto. In questo caso, a onor del vero, più che "La caduta di casa Usher" si citano "Il cuore rivelatore" e "Il ritratto ovale", ma il risultato, grazie all'ottimo cast e alla bravura di D'Anza, è superiore alla media, almeno in questo primo episodio.
MEMORABILE: La ricostruzione del ritratto; "Non mi accorgevo che la sua vita fluiva via".
Ottimo inizio per un grande sceneggiato che punta soprattutto su dialoghi “teatrali” e molto curati e su atmosfere gotiche e decadenti, creando tensione e suspense senza ricorrere praticamente quasi mai agli effetti speciali: una scelta stilistica indubbiamente vincente per un'opera affascinante, colta e raffinata, supportata da un cast semplicemente spettacolare. Ottimi Leroy e soprattutto Moschin, inquieto Mezzogiorno. Si pesca nell'opera di Poe spaziando da "Una discesa nel Maelstrom" a "Il cuore rivelatore" e "Il ritratto ovale".
MEMORABILE: La nebbia che avvolge l'auto con a bordo il giudice e il ragazzo; Il ritratto della moglie di Usher.
Primo episodio della serie ispirata ai racconti di Poe, presenta un'atmosfera unica, inquietante come non mai. Tutto, a partire dalla tetra magione di Usher, passando per lo sperduto piccolo autogrill e finendo nella strada nebbiosa, fa respirare un'aria di morte e di tensione costante. Il male sembra sempre essere in agguato e per i suoi protagonisti non vi è speranza di salvezza. Cast superbo a partire da Leroy padrone di casa e la ben assortita coppia Moschin/giudice-Mezzogiorno/assassino; ottimo anche il cast femminile. Bellissimo.
MEMORABILE: Le brevi partecipazioni della Blanc (inquietante e vizioso personaggio) e della Omaggio, che riesce a lasciare il segno solo apparendo senza parlare.
Liberamente ispirati ai terrificanti racconti di Poe, quattro episodi di presa misterica, ognuno dei quali ricco della presenza di attori teatrali o del piccolo schermo. In questo primo vengono introdotti gli elementi narrativi e non che poi si chiuderanno nell'ultimo, seguendo un filo logico orientato verso l'esoterico. C'è una villa old style in cui si muove senza pace l'ultimo discendente della casata Usher, dove afferisce, avvolta dalla più fitta nebbia, una strana coppia di una vittima col suo carnefice. Di innegabile fascino narrativo.
Il personaggio Usher viene sfruttato per coinvolgere (o evocare) altri classici di Poe, da "Il cuore rivelatore" a "Il ritratto ovale", ma l'operazione riesce solo in parte poiché i segmenti non si amalgamano in un fluire armonioso (e alcune declamazioni risultano leggermente artificiose). Apprezzabile è, invece, l'influsso di Dürrenmatt (la locanda, il giudice e l'assassino) in grado di immettere un senso di precarietà alla vicenda (il tema della giustizia). Bravo Moschin e sorprendente la colonna sonora dei Pooh.
Maria Rosaria Omaggio HA RECITATO ANCHE IN...
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Mi è capitata tra le mani una cassetta nella quale ho registrato questo episodio, l'unico che non è nel database davinottico.
Tempo di vederlo e verrà schedato definitivamente.
Completo i dati del cast, perché nel film compaiono anche Maria Rosaria Omaggio (la moglie di Roderick) ed Erika Blanc (la barista dell'autogrill).
La durata dell'episodio supera abbondantemente i 60 minuti (65 per l'esattezza).
DiscussioneZender • 17/11/08 23:54 Capo scrivano - 48844 interventi
Finzi ebbe a dire: Come mai non è in database davinottico? Curioso... Chi lo sa? (a Zender) Non ne ho idea: io so solo che il Davinotti era abbastanza incazzato del fatto di non averlo potuto commentare e di non averlo rintracciato. per fortuna che c'è Provvidenza Undying (adesso completo il cast, a proposito)!