Note: Aka "Venere nuda". Tratto da "Venere in pelliccia", di Leopold Masoch. Il film è composto da "Venere in pelliccia" più venti minuti di cornice processuale girati da Paolo Heusch.
Film costruito con le scene di Venere in pelliccia (bocciato dalla censura tricolore) e altre (istruttoria e fasi processuali) girate appositamente da Huesch per questa edizione, destinata al mercato italiano, richiamando solo il protagonista maschile e la Kasche. Purtroppo si nota fin troppo che è un film Frankenstein, con palesi assurdità (processo in Italia per fatti chiaramente avvenuti in Spagna). Antonelli bellissima, anche se con dentatura non perfetta. Dal massacro della censura si salvano un paio di spunti interessanti, ma il film resta debolissimo.
Versione rimontata di "Venere in pelliccia", film del '69 bloccato dalla censura italiana: davvero niente male. Rispetto alla versione originale c'è molto meno sesso e un finale diverso (ma migliore), ma la nuova struttura a flashback rende il film curioso e intrigante. Laura Antonelli comunque è indimenticabile e, nonostante la presenza di qualche punto morto e un protagonista non proprio memorabile, la confezione è ottima, con buona regìa, bella fotografia e musiche spassosissime.
Dopo la visione dell'originale non si può che incattivire verso questo rimaneggiamento, malgrado rimangano Laura Antonelli e un certo clima malsano. Ma il trait d'union processuale con cast ultra-trash (Venantini insostenibile hippy, Furia e Paul Muller) e le musichette disco, indegne della precdente prova dei Reverberi, sono irredimibili. Un delitto, riscattato in parte dal recupero della versione primigenia. Un pallino e tre quarti, con un pizzico d'indulgenza per chi veda prima (o solo) questa versione.
L’estenuante esercitazione sado-maso della versione orginale del '68, nel '75 si converte in più ordinario dramma erotico-giudiziario a finale tragico (ma almeno così lo sventurato Vallée si fa furbo!), ferma restando una Laura Antonelli biondissima e ninfomane. La parte di ambientazione lacustre è intervallata dalle sequenze aggiunte del processo, che ricostruiscono la vicenda scremandola degli aspetti più scabrosi e violenti. In tribunale compaiono Furia, Muller, Venantini e la Horowitz. Al solito ottime le cangianti ed appropriate musiche di Reverberi.
MEMORABILE: La testimonianza di Venantini, in tenuta hippy e doppiato in esilarante bolognese.
Questo è un superfilm che non mi stancherò mai di rivedere. Andiamo a raffica nella sua hit parade... Venantini che recita con l'accento bolognese meglio di Gassmann; il protagonista non psicopatico ma debole e mite fino al prossenetismo; le deliranti fantasie di un'Antonelli stupenda e abominevole allo stesso tempo; la scena integrale del fatto di sangue, da annali del cinema; nessuno degli attori che fa cilecca. Mi è parso di esserci anch'io. Massimo, hai fatto un capolavoro!!!
MEMORABILE: Tutto, ma su tutti il racconto della testimone chiave...
Laura Antonelli al suo massimo: bella, intrigante, perversa e crudele. Dallamano dirige con stile la vicenda dell'amante sottomesso e disposto a tutto per non perderla. Niente di così scandaloso né, in verità, di straordinario. Vedibile, ma nulla di più.
Pellicola dalla storia e dai contenuti particolari: due versioni differenti causa censura, titolo e anno di uscita modificati, qualche parallelo con un contemporaneo lavoro di Jess Franco. Elementare in alcuni passaggi e forse criticabile come insieme (complice il rimontaggio), offre però godibilissimi accenti romantico-sexy grazie alla Antonelli e al complesso rapporto tra lei e il protagonista. Meritevole anche la "scena del crimine" che si rivela nel finale.
Visionata la versione italiana censurata, con processo e finale violento. Comunque il film è morboso e neanche poco, nelle immagini e nel linguaggio (patinato ma esplicito). Girato con grande mano, presenta la mitica e qui biondissima Laura, bella come non mai, seducente ed alcune volte patetica nella sua ricerca continua della felicità (che ovviamente non trova). La villa delle orge, qui poco visibili, è adatta al sostanzioso avanzo di sesso che deve per forza trovare luogo di espressione. Le due donne ed il vizioso drogato, sono il complemento ideale.
Un capolavoro. Titolo essenziale per gli amanti del cinema bis e non solo. Laura Antonelli nella sua migliore interpretazione: bellissima e spietata, convincente anche il buon Duval, da citare Renate Kasche rossa cameriera lesbica. Gli ultimi 10 minuti (soprattutto il violento flashback rivelatore) sono superbi. La seconda versione risulta molto inquietante e sporca (anche grazie alle stupende musiche), più della prima nonostante essa sia più generosa nelle scene di nudo. Indispensabile.
MEMORABILE: La scena col pittore che nella seconda versione assume un notevole senso di marciume; Il flashback finale in bianco e nero; Stracult Muller e Venantini.
Non quel capolavoro di cui parlano molti in rete e nei siti specializzati, ma comunque un ottimo film. La parte del leone la fa ovviamente la Antonelli, che non per niente fu il sogno erotico degli italiani per molto tempo. Bel film che con la storia del processo aggiunto e nonostante la censura, risulta intrigante e erotico. Da vedere.
Inevitabile il confronto con la versione originale: la cornice "processuale" non giova alla fluidità del racconto e ne banalizza il senso: il masochismo del protagonista è qui meno cerebrale, quindi meno morboso, inoltre nell'originale il mood era a tratti quasi onirico, da fantasy erotico, nebuloso il confine tra immaginazione e realtà, mentre qui ci sono troppi... riscontri oggettivi! Finale melodrammatico, noiosamente risolutorio, meglio quello dell'originale: assolutorio! Non un brutto film, ma si nota lo sforzo di rassicurare i censori, risultando... accomodante!
MEMORABILE: I testimoni al processo: il campeggiatore bolognese e la signora pettegola, che risate! Il flash back del delitto, la furia selvaggia dell'Antonelli.
Visto alcuni mesi dopo l'originale del 1968, è un film che lascia il tempo che trova. L'inizio è anche promettente, ma poi inevitabilmente i confronti con l'originale non fanno che rendere l'opera poco riuscita stravolgendo il tutto e rendendola poco riuscita. Finale scontato.
Quando la censura ottiene il contrario di quello che si prefigge. Nella versione "castigata" si è aumentata la morbosità: tutti voglione vedere tutti vogliono sapere (il compagno di cella, gli avvocati, i giudici, le cameriere... tutti guardoni e falsi moralisti). Costruito naturalmente sul corpo della Antonelli e sulla sua capacità di apparire dolce, casta e assatanata di sesso allo stesso tempo; ma è l'unica nota di merito di questo lavoro...
Anche se può sembrare cosa non facile bisognerebbe visionare il film senza cercare di fare il paragone con Venere in pelliccia, per carpirne la personalità. La Antonelli, beh... mai visto un'attrice interpretare una ninfomane con tanta eleganza e classe; l'impronta è quello di un giallo morboso, non solo nei dialoghi. Nonostante lo sforzo della produzione di togliere gli elementi scabrosi presenti nella versione originale, restano immutati l'eleganza, la perversione, il vouyerismo. Poco sfruttata la location della villa. Perverso.
Film travagliato girato da Massimo Dallamano nel '69 e rieditato sei anni dopo con una nuova parte processuale. Laura Antonelli è la ninfomane e libertina Wanda. Rivive nei flashback in tutta la sua bellezza accanto all'amante/schiavo Régis Vallée. Questa versione rimaneggiata punta di più sul thriller ma resta un dramma erotico a tinte forti imperdibile per gli amanti della divina Laura.
MEMORABILE: L'orgia nella villa e il tragico epilogo.
L'originale aveva la sua - seppur discutibile - ragione d'essere nelle ripetute performance sessuali della Antonelli e nel patetismo esilarante del personaggio di Vallée (memorabili i suoi dialoghi off-screen), ma in fin dei conti si salvava per la psichedelica mezz'ora finale; questo rimontaggio, epurato di molte scene "scabrose", guadagna in ritmo ma finisce per annoiare ugualmente, se non di più; se infatti i dialoghi vengono migliorati e Vallée non passa per un fesso, il lato trash così latita e la parte finale non vale quella del prototipo.
Non male l'idea di rielaborare il materiale del film del 1969 per aggirarne gli ostacoli censori. Ne è uscita una pellicola di diversa impostazione a causa dell'introduzione delle parti processuali. Anche se l'alterazione del montaggio lo fa sembrare un altro film, è comunque un'operazione interessante se si ha la possibilità del confronto con la pellicola originale, rispetto alla quale è un po' più noioso, meno erotico e a tratti più teso.
Al netto delle avversità censorie (quindi produttive) - e pur affascinati dai movimenti di macchina di Dallamano, dal fulgore di Laura Antonelli, dai bei colori e dalla notevole musica - il film, purtroppo, è crivellato da difetti. La cornice processuale è più un mero espediente per rieditare l'oggetto che un efficace valore formale (o, più semplicemente, narrativo). Va anche detto che l'ascendenza da Masoch appare se non campata in aria almeno superficiale. Ma come resistere all'attrazione dell'aura d'epoca? Impossibile; e la visione scorre.
Censuratissimo, tagliatissimo in quegli anni e poi "ricostruito" alla meno peggio, il film resta in ogni caso un prodotto da poco dedicato soprattutto ai guardoni impenitenti. La storia è quella di una fanciulla di pochi scrupoli e di un uomo soggiogato da un rapporto perverso e alla fine mortifero. Laura Antonelli, bambola sfruttata al massimo dopo il successo di Malizia, qui non brilla per avvenenza, mentre sa far soffrire un aitante Régis Vallée, alias Rex Duval. Insomma, più un pasticcio che altro.
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DiscussioneRaremirko • 4/11/12 15:56 Call center Davinotti - 3863 interventi
Se c'eran scene giudiziarie allora ho visto automaticamente quella del 1975?
Perchè in quella del 1969 non c'erano?
L'ho visto ieri su Italia 53...
DiscussioneRaremirko • 4/11/12 15:57 Call center Davinotti - 3863 interventi
Avrei forse a dispozione anche una, credo del 1969, che si chiama Venus in furs
Vedo che tra i registi figura anche (n.c.) Paolo Heusch. Nella scheda Imdb non è indicato (ma per i film italiani non è che sia attendibile al 100%), siamo però sicuri della cosa?
Caesars ebbe a dire: Vedo che tra i registi figura anche (n.c.) Paolo Heusch. Nella scheda Imdb non è indicato (ma per i film italiani non è che sia attendibile al 100%), siamo però sicuri della cosa?
Heusch girò le parti processuali nella versione rimaneggiata VENERE IN PELLICCIA ( è scritto pure nelle note della scheda)
Prima di domandare mi ero letto tutto quanto scritto qui in Discussione Generale, ma non ho pensato a guardare in altre discussioni e (grave lacuna da parte mia) nelle note. Chiedo venia.