Bert I. Gordon, regista/effettista che nel cinema dedicato agli animali ingigantiti e incattiviti troverà il filone in cui specializzarsi (suoi il classico minore IL CIBO DEGLI DEI e L’IMPERO DELLE TERMITI GIGANTI), propone con THE SPIDER una sorta di mix tra KING KONG (il mostro viene catturato e portato in città dove, una volta risvegliatosi, combinerà disastri) e ASSALTO ALLA TERRA (originariamente vive in una grotta, dove...Leggi tutto tornerà e verrà combattuto), senza aggiungere nulla di nuovo. La caratterizzazione dei personaggi è grossolana, la sceneggiatura appena abbozzata ed è presto chiaro che la spettacolarità del film si basa esclusivamente sui discreti (per l'epoca) effetti speciali. Il ragno ha infatti un movimento fluido ed è, nonostante le gigantesche proporzioni (peraltro variabili: quando è esposto nel museo non è certo grande quanto poi si vede mentre distrugge le case), abbastanza credibile. Non allo stesso modo le ragnatele che produce o in cui la coppia protagonista cade all'inizio, che hanno tutto l'aspetto di grosse reti per pescatori. Insomma, un monster movie Anni Cinquanta che più prevedibile non si può, privo di veri colpi di scena, assolutamente non terrorizzante ma che in fondo, forse, può anche accontentare i meno esigenti appassionati del genere. In ogni caso gli effetti speciali si limitano alla creazione del ragnone, non ad altro: i suoi terribili “colpi di zampa” che hanno il potere di uccidere si risolvono assai male, dal punto di vista della spettacolarità. Il regista pare molto interessato a mostrare l'interno delle famose grotte di Carlsbad, nel New Mexico, in cui i due si perdono inutilmente.
Sulla scia del meritato successo di Tarantola, dopo qualche anno esce questo film - oggi piuttosto dimenticato - che non si discosta molto dall'originale e che per questo paga il prezzo della poco originalità. In ogni caso “La vendetta del ragno nero” è un film che fa parte dell’ossatura degli eco-vengeance che di lì a poco genererà molti titoli anche di tipo “ragnesco” come questo.
Filmetto minore ma interessante, perché mette insieme in maniera efficace vari topoi del cinema dell'epoca: la fantascienza, gli animali giganti (nella fattispecie un ragno, come nel precedente Tarantola), i teen-agers (come in Invasori dall'altro mondo e come farà l'anno dopo Fluido mortale), il rock'n'roll (in una sequenza, il ragno apparentemente ucciso viene risvegliato proprio da alcuni giovani che suonano un brano rock!). Distribuito da noi un po' tardi, nel 1962, quindi dopo Fluido mortale...
Tenendo conto dell'età, questo antesignano dei "beast movies" riesce ancora ad intrattenere e a non risultare troppo anacronistico, rimarcando spesso il concetto dell'umanità gelosa della propria supremazia su ogni specie vivente. Sul profilo tecnico, la post produzione mostra sfx decisamente validi per l'epoca oltre a suggestivi scenari (le grotte) echeggianti certe atmosfere del filone gotico. Imperdonabili, invece, alcune sviste imbarazzanti e una sceneggiatura troppo elementare. Un buon vecchio e disimpegnato horror in bianco e nero.
Ragnone nero, portato fuori dalla sua caverna a forza di insetticida, devasta la città. Sorvolando sulla sceneggiatura sbrigativa, sulle incongruenze, sui dialoghi pietosi e sulla recitazione terribile, rimane ben poco. Rimangono soprattutto alcuni momenti di un certo effetto nelle scene più spettacolari: la devastazione in strada dopo il passaggio dell'insettone e qualche bella ripresa nelle straordinarie Carlsbad Caverns. Buffa l'idea che il mostro si risvegli appena sente il rock'n'roll. Sul resto, meglio far calare il silenzio.
Le pellicole possono invecchiare male, ma questa era già nata malissimo. Fin dalle "geniali" deduzioni e ovvietà dei due piccioncini sul luogo dell'incidente, si capisce che il film non potrà andare oltre il pietoso; e quando compare il mega ragno (vero, ovviamente ingrandito) con la raucedine, le ultime, minime speranze di assistere a un qualcosa di quasi decente sfumano per sempre. I dialoghi sono tra il pietoso e il noioso, l'azione è centellinata e ci sono troppe scene inutili e chiaramente tappabuchi, visto che le idee latitano. Da piegarsi la di lei caduta nella rete.
MEMORABILE: Al duecentesimo "Papa!!!", si stacca un'enorme stalattite, che purtroppo manca la ragazza; L'improponibile scheletro seduto; Il padre rinsecchito.
Il caro vecchio bis americano degli anni '50... Va ovviamente preso con un minimo di tolleranza, l'età si sente tutta e la realizzazione non è esente da pecche (ma se no che bis sarebbe?) sebbene il ragnone la sua figura la faccia. Nel generale grigiore un'idea azzeccata nella scena del risveglio al museo: la cattiva musica (ri)genera mostri.
Un enorme ragno se ne sta tranquillo nella sua suggestiva grotta; talvota cattura qualche essere umano e lo divora; ucciso col DDT risorge e si scapriccia in devastazioni. Riassunta così l'idea da cinema bis potrebbe funzionare, ma già dopo cinque minuti ci si deve armare di buona disposizione al quadrato per seguire questa mezza sciocchezza satura di segmenti dilettanteschi e poco sopportabili. Si salva l'artigianato degli effetti speciali, che più o meno è nel solco della regola d'arte dell'epoca (sembra la motivazione di tutto l'ambaradan).
Un'enorme tarantola pelosa vive dentro una caverna gigantesca da cui, improvvisamente, decide (da un giorno all'altro!) di uscire per mietere vittime innocenti. B-movie dove evidenti sono i segni dell'improvvisazione registica, non ultimi la scelta degli attori con la loro recitazione a dir poco imbarazzante. Si salva solo la presentazione coi titoli iniziali. Fate voi...
Atroce. Non c'è niente che funzioni (e come potrebbe?) e le uniche notazioni di rilievo sono due: la nostra bonomia di fronte a tanto candore (il ragnone risvegliato dal rock) e l'apprendere che gli aracnidi hanno i muscoli. La provincia americana devastata ha, tuttavia, un qualche fascino, inspiegabile razionalmente. Solo per cultori della science-fiction più naïf.
La vendetta è quella di un ragnone spinto fuori dalla sua tana a forza di insetticida. Tutto qui? Sì. Fantascienza d'altri tempi ed a bassissimo costo con (pochi) effetti speciali particolarmente artigianali e con una scarsa capacità di appassionare e, francamente, pure di divertire se non in rarissimi casi. Situazioni a volte già viste, dialoghi non un granché ed una sceneggiatura quindi insoddisfacente. Forse solo per gli amanti del genere: ho detto forse.
Bert I. Gordon firma una specie di Tarantola di Jack Arnold in versione ridotta (si fa per dire), fra personaggi piatti e antipatici (la neo-vedova che non versa una lacrima e invita la figlia disperata a fare i compiti), intermezzi musicali rock and roll come i teen-movie del periodo ed effetti speciali che spaziano dal rudimentale (la zampona pelosa, le sovrimpressioni) al dignitoso (le camminate del ragnone per le vie cittadine). Divertenti le auto-citazioni (i poster dei film di Gordon al cinema) e il gusto per il raccapricciante (i cadaveri prosciugati). Modesto ma vedibile.
MEMORABILE: Le belle sequenze ambientate nelle grotte; La ragnatela; I versi della tarantola; Il ragno si sveglia dalla sua finta morte terrorizzando i teenager.
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La Sinister Film (Cecchi Gori) prosegue il suo percorso rilanciando in DVD classici misconosciuti del genere fanta-horror.
Questo sarà disponibile a decorrere dal 17 novembre.
Il titolo originale è "Earth vs. the Spider". Si vede nei titoli di testa ed è confermato anche qui: http://www.imdb.com/title/tt0051570/ "The Spider" va messo come "aka".
DiscussioneZender • 10/04/10 11:09 Capo scrivano - 48848 interventi
Ok, corretto, grazie.
DiscussioneZender • 13/07/10 15:36 Capo scrivano - 48848 interventi
Più che meglio è necessario, proprio. Grazie R.f.e., corretto. Al tempo copiavo a mano i cast dai dizionari vari, purtroppo, e Imdb nemmeno era ancora nato...
La frase che ti fa subito capire come sarà il film Il ragazzotto incontra la ragazzotta, che non lo riconosce. Allora lui se ne esce con questo "gioiello", merito suppongo dei nostri doppiatori: "Ma come, non ti ricordi? Sono il nababbo con la memoria da Pico della Mirandola".
CuriositàFaggi • 26/04/17 12:07 Call center Davinotti - 433 interventi
Uno dei personaggi (l'amico della protagonista) lavora per un cinema. In questo fotogramma si vede la locandina di I giganti invadono la terra, dello stesso regista e precedente di un anno.