Rosso Istanbul - Film (2017)

Rosso Istanbul
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Titolo originale: Istanbul Kirmizisi
Anno: 2017
Genere: drammatico (colore)
Note: E non "Rosso Istambul". Il film è ispirato all'omonimo romanzo scritto dallo stesso Özpetek e pubblicato nel 2013.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/03/17 DAL BENEMERITO MINITINA80
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Minitina80 6/03/17 18:45 - 2984 commenti

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Il limite più grande è l’estrema lentezza con la quale Özpetek imbavaglia la sua ultima fatica. In alcuni frangenti è davvero estenuante e la speranza che da un momento all’altro succeda qualcosa che spezzi la monotonia diventa ben presto una necessità impellente. È un film drammatico abbastanza inconsistente, incapace di suscitare interesse a causa di una storia insipida, narrata male e con dei protagonisti imbolsiti verso i quali è difficile provare empatia. Inutile cercare messaggi tra le righe che possano giustificarlo, tanta è la noia.

Macbeth55 7/03/17 18:50 - 34 commenti

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Sconcertante l'immobilità di idee che questo film manifesta, dove il filo logico si riavvolge di continuo in un disordine drammaturgico che porta lo spettatore a un imbarazzante conto alla rovescia. In alcune scene si ha addirittura la sensazione di déjà vu, per non parlare addirittura di plagio (il nuotare inteso come catarsi è copyright morettiano!), con un cast guidato verso la non espressione di sentimenti già di per sé confusi e, quando un minimo di coerenza affiora, estremamente banali. Si salvano solo Istambul e il fonico.

Myvincent 9/03/17 22:21 - 3743 commenti

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Un uomo torna dopo vent'anni nella sua Istanbul per riscoprire soprattutto se stesso e ricominciare da dove sembrava scappato. Ferzan Ozpetek cambia registro e si scopre riflessivo, indagando sulle "ragioni" dell'amore, mettendo in scena personaggi intercambiabili; perché in fondo non c'è molta differenza fra realtà, finzione, letteratura. Sullo sfondo il dramma dei profughi in una città così cambiata eppure così uguale a se stessa. Premiato il suo sforzo complessivo per non rischiare di ripetersi troppo.
MEMORABILE: Il Bosforo, vero "occhio del ciclone" dell'intera storia...

Ryo 16/03/17 02:41 - 2169 commenti

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Ozpetek, con questo ultima pellicola, cambia radicalmente stile e modo di raccontare la sua storia. Il film risulta di un'elevata introspezione e di lentezza esagerata. I personaggi sono sicuramente profondi, ma le loro storie non destano un'interesse tale da tenere viva la voglia di arrivare a sapere la fine (se non fosse per il mistero del regista scomparso a inizio film, di cui è lecito chiedersi dove sia finito, come e perché).

Nancy 18/03/17 16:39 - 774 commenti

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Tratto da un suo romanzo, Ozpetek ricerca un'autorialità forzata partendo da una storia in tutto simile all'Avventura di Antonioni. Ma certo manca di finezza sentimentale per poter costruire un film che si basi solo su sguardi e belle immagini. In questo senso, tecnicamente, è di sicuro il miglior Ozpetek mai visto: fotografa una Istanbul magica; ottimo anche il suono e indovinati certi movimenti di macchina, ma è l'incisività di una sceneggiatura coerente da far interpretare degnamente agli attori a mancare profondamente. Peccato.

Ira72 25/06/17 18:08 - 1313 commenti

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Ozpetek si è sempre distinto per la scelta delle ambientazioni, degli arredi e delle colonne sonore. Anche qui non si smentisce e la sua firma è forte e chiara. Entriamo così vorticosamente nella sua Istanbul e l'amore patriottico si respira profondamente per l'intera durata del film. C'è poesia anche in questo lavoro, più lento e introspettivo, meno commerciale e ruffiano. Forse Deniz nel Bosforo si è perso per sempre, ma Oran, cercandolo, ritrova se stesso, conciliandosi con un passato doloroso. Meno orpelli e frasi a effetto avrebbero giovato.

Lucius 28/06/17 00:41 - 3015 commenti

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Il tentativo di Ozpetek di fare il salto di qualita s'impantana in una regia attorcigliata su se stessa. Arrivato alla maturità, non supera la prova d'esame: una sceneggiatura intensa da un lato, un montaggio catatonico dall'altro, che rende la pellicola lenta e a tratti estenuante. Non un disastro come Un giorno perfetto (gli spunti interessanti ci sono e non son pochi), ma il film non può assolutamente dirsi riuscito. Troppe lungaggini e frasi a effetto che sembrano prese dai Baci Perugina.

Galbo 5/04/18 05:50 - 12398 commenti

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Esempio di opera che compiace verosimilmente più il suo autore che il pubblico, o almeno gran parte di esso. Ferzan Ozpetek autore di un cinema spesso di grande suggestione, sbaglia il film ambientato nel suo paese. Rosso Istanbul è un’opera pretenziosa, criptica in modo ingiustificato che non sfrutta adeguatamente (giusto qualche veduta suggestiva) un’ambientazione che poteva costituire un plus importante. Per il resto, la storia ha pochi spunti interessanti e il ritmo langue. Banale.

Siska80 21/03/21 16:59 - 3802 commenti

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Da salvare gli stupendi paesaggi turchi, i movimenti della mdp particolarmente fantasiosi (vedasi l'affascinante sequenza del party ripresa dall'esterno di un grattacielo), l'atmosfera a tratti onirica e la bravura del cast (in primis di Halit Ergenç). Per il resto, il film delude parecchio le aspettative, prospettando inizialmente un intreccio in stile Avati (uno scrittore svanisce improvvisamente nel nulla e tutti sembrano complottare contro il protagonista, il quale cerca disperatamente di ritrovarlo), andando invece incontro a un finale alquanto insipido.

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  • Discussione Raremirko • 30/03/21 20:24
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Film ben fatto ma diseguale e criptico, complice buchi di script; facce anonime ma molta sincerità nel descrivere un paese al quale, evidentemente, il regista è legato.
    Film molto, troppo, personale, ma vedibile.

    D'accordo con gli altri utenti.
  • Discussione Lucius • 31/03/21 12:10
    Scrivano - 9051 interventi
    Se ha buchi di script  (ed è  vero) non può dirsi ben fatto...
  • Discussione Raremirko • 3/04/21 21:54
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Lucius ebbe a dire:
    Se ha buchi di script  (ed è  vero) non può dirsi ben fatto...

    Intendevo per lo più tecnicamente e visivamente.