Un validissimo film molto particolare, in stile Il seme dell'uomo, anche questo apocalittico. Il regista immagina la civiltà umana sopraffatta dalla propria volontà di potere. Affascinante e subdolo, non ha una vera e propria trama, ma rappresenta, attraverso i suoi personaggi, un affresco visionario notevole.
Non c'è propriamente la fine del maschio in questo apologo stranito, ma il declino dell'intera società moderna. Non a caso troviamo King Kong ai piedi delle Twin Towers, relazioni alterate (le donne stuprano l'uomo, che poi fa l'amore con un'anziana e prende uno scimpanzé come figlio) e un museo delle cere della decadente Roma imperiale nel cuore della capitale del nuovo impero decadente, New York. Un senso amaro di sconfitta serpeggia ovunque, ben incarnato dal perdente perfetto: l'anarchico suicida (un grande Mastroianni).
L’addio al maschio è il crollo della civiltà occidentale, destinata ad implodere sotto il peso di contraddizioni e precarietà per poi (forse) ritrovare la propria natura originaria dopo un fuoco palinegentico. Il pessimismo apocalittico e visionario di Ferreri si fa più cupo e angosciante in conseguenza di una diegesi a scatti, un poderoso apparato allegorico che appaia storia antica/contemporanea e cristianesimo, il senso di attanagliante solitudine sprigionato da una New York plumbea e desertica e la figura dell’anarchico malaticcio e nevrotico di Mastroianni. Antropologico.
MEMORABILE: Lo stupro del maschio; Depardieu che parla attraverso il fischietto; lo scontro tra Depardieu e Coco nel museo delle cere; l’incendio.
Bello come un quadro astratto, il film di Ferreri andrebbe più visto che decifrato, contemplato che raccontato. Alcune immagini e dialoghi di Gerard Depardieu (perfettamente doppiato da Michele Placido) restano vive nella memoria, anche dopo molto tempo, forti di una quotidianità disarmante. Il naufragio di una società alla deriva sul finire degli anni '70 trova salvataggio nelle semplici gesta di un bambino nuovo, nell'ultima scena.
Un po' discontinuo e (forse) per questo non particolarmente coinvolgente, ma pieno di belle cose, dall'ambientazione in una New York futuristica ad alcuni tocchi magistrali nelle scenografie di Ferretti (il King Kong sulla spiaggia, gli interni della casa di Depardieu) passando per una protagonista stupenda (la pornoattrice Abigail Clayton, purtroppo pochissimo sfruttata dal cinema mainstream) e una bella fotografia. Ok Depardieu (meno il suo doppiaggio), poco incisivo Mastroianni. Finale banale, ma ottimo tutto ciò che lo precede. Discreto.
MEMORABILE: Un imprevisto, piccolo shock: la fulminea apparizione di uno dei personaggi sbranato dai topi.
Amaro e pessimista apologo ferreriano dai tratti grotteschi e surreali: la fine del maschio è forse la fine di qualcosa di più grande, magari addirittura dell'intera civiltà. Difficile da raccontare ma con diversi momenti riusciti che forse presi separatamente valgono più del loro insieme. Molto belle le scenografie di Dante Ferretti. Discutibile, ma forse funzionale al narrato, la scelta di far doppiare Depardieu (bravo) a Michele Placido. Notevoli anche le prove di Mastroianni e la bellezza della Clayton. Un Ferreri "minore" ma di buon valore.
"Libera la mente" è un'operazione mecessaria prima della visione del film, che all'epoca fece parlare non poco individuando in Ferreri uno scandalizzatore e un irriverente a tutti i costi. Si tratta di un'opera interessante, metaforica che, forse, anticipava allora i tempi di oggi in cui la prrecisa identità del "maschio" appare giunta alla sua crisi e disperdersi in un'infinità di rivoli. Provocatorio piacevolmente, con una punta di surrealismo, ha un suo peso sociologico. Soggettivo, non per tutti.
Trama non lineare che mette in scena una certa confusione sessuale ed emotiva. Ferreri fa trattare scimpanzé come bambini, gli uomini scampano le responsabilità e le donne stuprano per capire cosa si prova. Sullo sfondo New York è irreale tra la distesa di sabbia e i grattacieli. Felliniano e decadente lo scimmione gigante. Conclusione amara. Il gesticolare alla francese di Depardieu non gli giova alla recitazione, Mastroianni ha qualcosa in più.
MEMORABILE: La piccola scimmia trovata sulla spiaggia; Alla anagrafe; Il suicidio; I topi in casa.
Un po' blando un po' solenne, comunque da ricordare: non c'è messaggio ma volontà estetica, forse unico oggetto storico rimasto. Ferreri è in gran forma - quindi superpessimista - e crea il deserto a NY, città simbolo dell'apocalisse, dove scimmie e Sapiens fanno comunella mentre Eva pilota il mondo. Che lo scettro sia nelle mani delle donne ne dà conto l'intero cinema ferreriano e qui il sovvertimento è plastico nello stupro al maschio ormai tonto, che di fronte alle responsabilità va a fuoco (o annega come Benigni in Chiedo asilo). In mezzo lo sbuffo d'anarchia di Mastroianni.
MEMORABILE: "Fenesta ca lucive" sulla scena dell'impiccagione.
Forse la scelta di dare il ruolo femminile più importante a una attrice porno (una Clayton bellissima e decisamente brava) non è casuale, perché il crollo della civiltà dell'uomo è prettamente il crollo del maschio. Si salvicchia, finché può, solo chi ha lo sguardo egoistico e rivolto ai fasti del passato. Ferreri qui conta su un cast perfetto, immerge i suoi personaggi nel grottesco con più misura rispetto a consueto, ha una livida New York di sfondo che è perfetta, dato l'assunto. Visto in edizione di 91', cosa che forse garantisce compattezza rispetto alle versioni più complete.
MEMORABILE: Impossibile, per più motivi, non indicare la Clayton e... la scimmietta.
Apocalittico e visionario capolavoro ferreriano capace di vivisezionare la condizione dell'uomo in una società definitivamente estinta ed implosa su sé stessa: Lafayette, Luigi e il proprietario del museo delle cere rappresentano perfettamente tali distanze siderali dai ruoli tradizionalmente predefiniti per l'uomo, e ognuno di loro ne fuggirà in modalità diversa, ma sarà anche la società più remota e archetipica (vedi King Kong defunto e l'incendio dei busti classici) a risultare crollata e sepolta. Donne e bambini si dimostreranno l'unico apparente bagliore di speranza. Sublime.
MEMORABILE: La superba interpretazione di Mastroianni; Una New York nebulosa e metafisica; Morte dello scimpanzè; Il ritrovamento di King Kong esanime; Lo stupro.
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DiscussioneGugly • 25/10/12 22:49 Archivista in seconda - 4712 interventi
Ma Depardieu nell'edizione italiana è doppiato da Michele Placido!! Strana sensazione all'ascolto....
Ecco, ad esempio questo film non sono mai riuscito a vederlo... com'è? ti è piaciuto?
DiscussioneGugly • 26/10/12 19:01 Archivista in seconda - 4712 interventi
A dire la verità, ad ora mi sono fermata ai primi quindici minuti, poi l'ora tarda e la stanchezza mi hanno fatto desistere
A breve comunque conto di vederlo tutto.
Il dvd edito dalla General Video dura 1:30:12, mentre l'edizione in lingua inglese si ferma a 1:48:32.
Il dvd italiano risulta però non soltanto cut (anche se non nelle scene erotiche) ma anche rimontato rispetto all'altra edizione, con alcune sequenze (es: Deperdieu e la scimmia alle prese con la statua di Cleopatra) spostate.
Visto nell'edizione dv ITA, di poco superiore ai 90'. Sto recuperando i Ferreri mancanti (molti). Ho trovato terribile IL SEME DELL'UOMO, discreto NON TOCCARE LA DONNA BIANCA, bello questo CIAO MASCHIO. Come dice Deepred, la protagonista femminile (bellissima e, francamente, assai brava), lavorava nel porno. Viene da chiedersi se il suo inserimento nel cast è stato casuale (magari Ferreri manco lo sapeva) o se si tratta di un voluto rafforzamento della superiorità della donna sull'uomo.
L'inserimento di Abigail Clayton, attiva nel cinema per adulti, fu casuale? Ecco la risposta dell'interessata.
In una intervista pubblicata nel Novembre 2024, Abigail Clayton spiega come è avvenuta la cosa. La Clayton è mancata poco dopo aver concesso l'intervista (probabilmente nel 2021, come dice IMDb).
"Come hai ottenuto quella parte?" "E' stato John Leslie. Era stato contattato da un agente di New York [...]e mi hanno messo in contatto con loro." "Sai se stavano cercando proprio un'attrice che avesse esperienza in film per adulti?" "Mi è stato detto che stavano cercando qualcuno che sapesse recitare e che fosse a suo agio nel togliersi i vestiti... perché nel film era cosa frequente. [...]. Non sono sicura se sapessero di me o no. Forse lo sapevano."
"Cosa ricordi della lavorazione?” "Beh, era completamente diverso da tutti i miei lavori cinematografici precedenti. Era un film grande e serio. [...]. Ci sono voluti mesi per realizzarlo e la squadra di italiani venuta a New York era enorme. Non avevo mai fatto parte di niente del genere". Fonte: The Rialto Report
CuriositàApoffaldin • 17/02/25 19:40 Pulizia ai piani - 263 interventi
IL TITOLO ORIGINALE E LA VECCHIA STAZIONE
Il film avrebbe dovuto intitolarsi Ciao scimmia mapoi Ferreri ci ripensò.
"Ciao scimmia voleva dire Ciao maschio, in quanto la scimmia è progenitrice dell'uomo: allora ho pensato che tanto valeva dire chiaramente Ciaomaschio".
L'appartamento di LaFayette-Depardieu è nello stabile che "un tempo lontano" era stato di proprietà dell'American Express efungeva da stazionedei cavalli che percorrevano la tratta New York-Los Angeles.
Lo scimmione del film era stato fatto in Italia e poi trasportato in America con un container.
FONTE: Angelo Falvo, Marco Ferreri gioca con KingKong, in Corriere d'informazione, 21 febbraio 1978, pag.15.