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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E’ un Benigni stralunato e insolitamente pacato, quello diretto da Marco Ferreri. Un Benigni che lascia meno spazio all'improvvisazione e soprattutto contiene i suoi tipici sfoghi anarchici. Prigioniero di un personaggio giocoforza allegro e tollerante (il maestro d'asilo), il nostro comico più istintivo dimostra tutto il suo candore confondendosi meravigliosamente nella microsocietà che dirige. Non c'è spazio per la volgarità del toscanaccio irriverente, in CHIEDO ASILO, ma smorzando così i toni Benigni perde purtroppo gran parte della sua carica naturale, finendo per ripetere le stesse cose all'infinito. Il più grande difetto di Ferreri, e cioè l'incapacità di imporre un ritmo accettabile...Leggi tutto alle sue produzioni, danneggia anche CHIEDO ASILO, trasformando quella che poteva essere una disincantata analisi del mondo pre-preadolescenziale in un noioso e lento apologo sull'innocenza infantile, peraltro ulteriormente danneggiato dall’ingombrante colonna sonora che spesso sovrasta le flebili voci dei protagonisti. La sceneggiatura, oltretutto, non brilla certo per originalità o spigliatezza, per cui l'unica risorsa del film resta Benigni, il quale non potendo sfogarsi non riesce nemmeno a far ridere, limitandosi a provocare nello spettatore sentimenti vicini alla tenerezza o qualche timido sorriso. Ferreri gioca molto sui visi dei bambini, sulla loro innata spontaneità nel tentativo di cercare a ogni costo la “poesia”. Su un terreno così gioca facile, ma il risultato è un pastrocchio poco riuscito che rischia di convincere solo gli estimatori del regista, già avvezzi a operazioni del genere. Superfluo.

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Pigro 28/07/09 08:56 - 9956 commenti

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L'idea è bella. Attraverso la bizzarria di un maestro d'asilo Ferreri concepisce un apologo sulla diversità come chiave di libertà. Quindi un film anche politico: diversi e bambini (spontanei e sregolati) sono termometro e salvezza per un'Italia sfasciata. Ma il finale drammaticamente ambiguo lascia in sospeso la risposta se sia fede nel futuro o pessimismo per il presente. Peccato che la realizzazione sia pessima: sceneggiatura improvvisata, noia permanente a parte qualche guizzo, piattezza dei personaggi, scandaloso doppiaggio della Laffin.

Stefania 3/06/10 02:26 - 1599 commenti

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E' un lunare Pierrot, Benigni in questo film, maschera insolita per il suo temperamento incandescente, ma questo potrebbe anche essere un pregio. E' la storia a non convincere: l'utopia un po' stucchevole di salvare i ragazzini dal mondo, dato quasi per scontato che sia impossibile salvare il mondo attraverso i ragazzini. Vuole raccontare una favola sull'infanzia, Ferreri, e scivola nell'elegia, sacrificando irriverenza, estro e reale inquietudine, adattandosi ad un linguaggio un po' dimesso, un po' facilmente retorico. Non certo una gran cosa.

Cotola 7/08/12 23:58 - 9350 commenti

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Un po' troppo bistrattato questo discreto apologo-fiaba scritto da Ferreri e Brach. Lo si può accusare di cercare l'effetto facile facendo leva sui bambini e di voler essere a tutti i costi poetico. Critiche comprensibili per un film che ha in ogni caso un suo perchè e che presenta alcuni momenti abbastanza divertenti e riusciti. Non male Benigni con la sua comicità stralunata. I ritmi non sono altissimi, ma non è cosa essenziale per film di questo tipo. Non male dopotutto, ma avrebbe potuto essere meglio.

Pinhead80 6/04/13 13:24 - 5200 commenti

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Nonostante la quasi assenza di una scenggiatura lineare Benigni se la cava egregiamente nel ruolo di maestro d'asilo. Ogni tanto esagera nella sua originalità (quando lascia i bambini soli a girare nella fabbrica dove lavorano i genitori), ma lo fa in buona fede. Sì, anche gli uomini possono insegnare nella scuola dell'infanzia e questo film (al di là di qualche licenza artistica) è la dimostrazione di quanto sia necessaria la figura paterna per i bambini. Meglio le scene girate dentro la scuola che quelle girate all'esterno.

B. Legnani 12/08/15 00:02 - 5618 commenti

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Sconcertante. Noto anche per non essere certo il film migliore di Ferreri, è in effetti una grande delusione. Ferreri rinunzia e essere Ferreri e dirige un film che non prende, che annoia, che è pure mal recitato (con gente presa chissà dove, ma anche la Laffin lascia basiti, non solo per il doppiaggio osceno). Né carne, né pesce. Benigni qua e là è il Benigni migliore, ma sono gocce nel mare. Inutile Monni. Davvero brutto.

Il ferrini 22/05/16 18:50 - 2544 commenti

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Chi si avvicina a questa pellicola attendendosi il Benigni di Berlinguer o di Tu mi turbi resterà senza dubbio spiazzato: qui è l'attore a essere al servizio del film e non il contrario. Ferreri è un regista che divide il pubblico in maniera netta e quest'opera non fa eccezione. Ebbi la fortuna di parlarne personalmente con il Monni, che a sedere in un bar mi rifece la scena iniziale delle sigarette. Da vero poeta qual era Carlo, apprezzava molto Chiedo Asilo e ne serbava un vivido ricordo. Dopo 40 anni la sua bellezza è intatta.
MEMORABILE: Il Monni che decide di dedicarsi al "problema degli Aztechi".

Alex1988 2/12/17 18:36 - 728 commenti

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Lo strano duo Benigni-Ferreri dà luogo a un film insolito, anche per quanto riguarda la carriera di entrambi: il primo meno chiassoso del consueto, il secondo meno caustico e incline alla favola. E, una volta arrivati ai titoli di coda, si lascia il film perplessi. Ferreri, anche stavolta, non rinuncia a chiudere il film con una fuga, tipica dei protagonisti dei suoi film. Nulla di eccelso.

Zampanò 4/01/21 18:55 - 386 commenti

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Compendio d'acquerellata poesia in cui Ferreri svela il suo lato pedagogico senza fare pedagogia. Vede giusto nell'affidare a Benigni, dinoccolato tra Arlecchino e Charlot, l'ardua missione di regredire all'infanzia. La sfortunata Laffin asseconda questa forma lirica con la non-recitazione, parca di parole, pregna di corpo e ciglia sognanti che mette al mondo un bellissimo mistero. Scimmiesco e bonario Carlo Monni, fiabesco l'allampanato Luca Levi. Rivoluzionari tutti i bambini dell'asilo. Finale cosmico.
MEMORABILE: Goldrake Ufo Robot salutato dai bambini; L'asinello a scuola; Il colloquio alla Digos col poster del Che.

Paulaster 6/02/23 18:28 - 4708 commenti

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Maestro d'infanzia aspetta un figlio dalla madre di un alunno. Ferreri snatura il suo lato grottesco (lasciando però tinte cupe) e fa predominare lo spontaneo mondo dei bambini. Benigni è adatto per il ruolo per via del suo lato fanciullesco e cerca di contenersi negli istrionismi; Monni sembra uscire da un film dei Coen. L’irruzione della polizia è concepita male (compreso il ritratto di Che Guevara alla parete) e la vacanza in Sardegna senza genitori appare fantascienza. Pessimi la presa diretta e pure il doppiaggio di alcuni.
MEMORABILE: La fabbrica è pericolosa per i bambini ma non per i lavoratori; Benigni alla fisarmonica; I girini; Il bambino incriminato.

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  • Curiosità Buiomega71 • 31/05/17 19:31
    Consigliere - 26702 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Cinemania", giovedì 27 novembre 1986) di Chiedo asilo: