Horror americano poco più che amatoriale, confezionato con una certa attenzione per la fotografia ma incapace di uscire da un déjà vu imbarazzante. Si comincia subito con un tema musicale letteralmente rubato al “Suspiria” dei Goblin per proseguire plagiando (con variazioni minime) “The Maggots” di Simon Boswell (da PHENOMENA), “Inferno” di Keith Emerson e altri. L'influenza argentiana è fortissima anche nelle immagini, con un omicidio che riprende (senza averne la capacità) quello di Glauco Mauri in PROFONDO ROSSO, una mano guantata nera e altre amenità. La storia è sempre...Leggi tutto quella (tipicamente americana) del gruppo di giovani che arriva nella casa maledetta dove cominciano ad accadere strani fatti (le finestre e le porte si blindano d'improvviso, dalla doccia esce sangue...) e dove ben presto si apre il massacro. Che però questa volta è più contenuto: il regista sembra voler puntare maggiormente sulle atmosfere, relegando le scene splatter in secondo piano. La vicenda è raccontata in flashback dalla classica sopravvissuta, investita da un’auto come da prassi e confinata in ospedale sotto metri di bende. E’ lei l'autrice degli inquietanti ritratti che hanno fatto infuriare il Kolobos, un mezzo zombi semicalvo dalla forza erculea. Attori che tentano in ogni modo di distinguersi dai colleghi protagonisti dei vari VENERDI’ 13 senza riuscirvi, effetti speciali fatti in casa, abuso di stereotipi per un horror che ci si può dimenticare in fretta senza remore, noioso e nemmeno divertente.
Tre ragazzi, due ragazze, una casa isolata: apparentemente, dunque, una serata spensierata e divertente. Ma appena messo piede nella magione una botola s'apre ed ospita una fanciulla nelle profondità di una trappola tagliente. Sarà la prima, delle agonie, ad essere filmata in uno spettacolo che contempla occhi perforati, bagni d'acido corrosivo, eviscerazioni e denti spaccati sui rubinetti (Argento è citato anche nella sound track). D'altronde, dall'etimologia greca, apprendiamo che Kolobos significa mutilato. Si decidessero a sdoganare anche da noi questi dignitosi film indipendenti.
Chi troppo cita, scimmiotta a vuoto: avoja ad affastellare barkerismi, rubare l’argenteria, mixare survival-game e slasher (mentre l’horror riflesso dal piccolo schermo fa le treccine a quello a noi diretto dal grande), indossare la mascherina di Fulcinella al calar della quale è subito twist(ed mind): velino è lo scarto tra buona volontà e sprovvedutezza, ingenuità e maniera, afflato visionirico e scardinamento di ogni vite logica che rende gassoso e derisibile il totale. Che oggidì è sì uno yogurt scaduto, ma l’occhio di riguardo a quanto manderà in sawllucchero la generazione dopo glielo si deve.
Troppi padri putativi possono creare un film deforme, ma è lieta novella se si figlia un horror. Almeno quando il dna è italico, come negli occhi (rossi) di papà Argento o nelle musiche, la cui metà dei ricavi dovrebbe andare ai Goblin. Giovano meno gli influssi consanguinei, come quelli fantasmatici delle lame-rotanti, della casa dalle porte invasate o dei telefonini senza PIN. Kolobos è un film che s'immola al genere, nonostante le videointerviste alla Clerks, nonostante si rifiuti di leggere la scritta che apporrei sulla scrivania di ogni sceneggiatore: metacinema-no-grazie, io non posso entrare.
Un'accozzaglia di disorientate scopiazzature (non certo omaggi, c’è una bella differenza...) che non mostra nemmeno l’ombra di un disegno coeso e precipita in una lampante insoddisfazione: non basta stavolta lo splatter, non ci sono né mezzi né capacità per poter spacciare un boogeyman bolso e quattro vittime sacrificali (peraltro assai mediocri nell'interpretazione) per meta-cinema visionario e citazionista. I Goblin potrebbero anche far partire una denuncia per plagio. La mano, almeno, sembra sul cuore e non sul portafoglio.
Piccolo slasher dai marcati toni umoristici, talvolta divertente, talaltra imbarazzante (gag dozzinali, caricature in carne e ossa nei panni dei protagonisti), ultracitazionista (plagi musicali diorigineargentiana, frullati delittuosi che spaziano da Comunione con delitti a Jolly killer), alquanto violento (l'unico freno all'escalation gore resta la modestia degli SFX) e sorprendentemente intuitivo (fra meta-voyeurismo à la My little eye, trappole in stile Saw e un twist finale dalla fortunata progenie, meglio non sottovalutare il team di sceneggiatori). Scomposto ma recuperabile.
MEMORABILE: Le seghe circolari sparate a mo' di frisbee mortali; L'occhio infilzato nel corno di cervo, fra Zombi 2 e Natale di sangue; I cadaveri "addobbati".
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Piccola produzione indipendente che meriterebbe d'essere distribuita (almeno in home video) anche da noi.
Non foss'altro per via della referenzialità che gli autori mostrano nei confronti del nostro Dario Argento: oltre alle citazioni esplicite (i denti fracassati contro un lavandino rimandano a Profondo Rosso) anche la colonna sonora richiama le note di Suspiria e Inferno.
Quanto alla messa in scena, pur essendo di fronte ad un low budget, risalta la cura della fotografia e l'imponente dose di violenza, mai frenata ed in grado di azzerare almeno 20 film di Wes Craven messi assieme.
Per gli amanti dello splatter basterà aggiungere solo il significato del titolo, di origine greca: "mutilato"....
DiscussioneZender • 17/02/09 10:25 Capo scrivano - 49277 interventi
Io lo cercai al tempo e mi ritrovai per le mani un horror deludentissimo (fotografia a parte).
Per quanto riguarda il tema iniziale noto che anche il Davinotti vi si soffermò, dicendo:
"tema musicale letteralmente rubato al Suspiria dei Goblin e che prosegue plagiando (con variazioni minime) "The maggots" di Simon Boswell (da Phenomena), "Inferno" di Emerson e altri.
Onore alla Mediafilm che, Horror in the attic a parte, ha ben pensato di diffondere in DVD, opportunamente tradotto in italiano (per l'occasione il titolo diventa Kolobos - Trappola infernale), questo coraggioso film indipendente raccogliendo, inconsciamente, il nostro suggerimento.
Il formato video è un 4:3 (ma tale è d'origine) e l'audio italiano dolby 5.1.
Qualità del riversamento più che accettabile considerato che si tratta della versione UNCUT.
Vano extra il solo trailer, ma va benissimo anche così.
Dal 2 luglio lo trovate disponibile solo per il noleggio.