Buon thriller vecchio stile, ambientato nell'ambiente del Gran Guignol. Un sadico assassino colpisce svuotando di tutto il sangue le proprie vittime: è un vampiro ? Il direttore degli spettacoli sanguinari (Lee)? Un detective amante della prima donna dello spettacolo indaga. Anche se i delitti sono feroci non vi è sangue, ma molta (ed ottima) atmosfera. La soluzione finale è eccellente e inaspettata. Da vedere, un bel "horror" vecchio stile.
Parigi: si celebra l'anniversario di fondazione del noto Teatro del Grand Guignol. Il regista Philippe Darvas (Christopher Lee) rappresenta una serie di spettacoli sanguinolenti, tra i quali uno a base di vampirismo. Nel frattempo un killer fora le gole delle ragazze e le priva del sangue. Il movente dello psicopatico (o meglio psicopatica) è riposto in una drammatica storia di "sopravvivenza". Al di là dell'ambientazione, il sangue non appare mai e la storia si sviluppa sul registro whodunit, rapendo, sino all'inatteso finale, l'attenzione dello spettatore sul "chi e perché l'ha fatto".
Discreto thriller ben diretto dal bravo Gallu, con almeno due o tre scene notevoli, un buon ritmo e un discreto reparto attoriale. Christopher Lee ha poco spazio ma quello che ha lo sfrutta molto bene. Per il resto ordinaria amministrazione, compreso il colpo di scena finale.
Pellicola abbastanza simpatica e divertente grazie ad una storia discreta, impreziosita da un colpo di scena piuttosto riuscito. Molto curata, come spesso accade in questi film, la confezione ed in particolare le belle scenografie. Gigionesca ma gustosa la prova di Lee.
Si svolge nel più bel teatro immaginabile: il Grand Guignol, teatro dell'orrore e della morte! E' tutto un work in progress, ci sono illlusionisti e fattucchiere, musiche e danze tribali, giocolieri con lame di Toledo! E il direttore artistico è un sospetto vampiro! In ambientazione bohemien, le atmosfere morbose e febbrili di un horror gotico, e la compattezza e il rigore di un giallo tradizionale. Due coppie antitetiche: Darvas e Nicole e l'ispettore con la fidanzata attrice, due diversi linguaggi, due diverse chiavi di lettura per un sanguinoso mistero. Buono!
MEMORABILE: Le lezioni di recitazione di Darvas. Il pre-finale sul palcoscenico.
Solo a nominarlo il Grand Guignol evoca istantaneamente una foresta di stereotipi, figuriamoci a farne la cornice di una storia fra giallo e horror. Décor giusto, coloracci belli saturi, inquadrature opportunamente sghembe alla bisogna: funziona quasi tutto. Per appassionati, si capisce. Lee è in scena per meno di un terzo del film ma si divora il resto della combriccola, che pure annovera valorosi teatranti.
Gli spettacoli macabri e realistici del Grand Guignol e un Technicolor rutilante e pittorico intagliano la cornice perfetta per un whodunit in bilico tra il thriller italiano – c’è pure un assassino nerovestito e incappellato – e i classici del gotico anglosassone a sfondo vampiresco, avvalendosi della partecipazione dell’icona Christopher Lee e di figure femminili acconce (Goldoni, Till). La tenuta del ritmo non è ottimale, ma l’epilogo irrompe con un coup de théâtre indimenticabile nella sua spettacolarità: come il Grand Guignol impone.
Horror-giallo di matrice anglosassone, con un magnetico e minaccioso Christopher Lee negli anni d'oro della sua carriera. Fotografia gotico-pop, piena di buio, ombre e colori saturissimi. La vicenda si svolge nell'ambiente teatrale, con personaggi ambigui e istrionici, storie di suggestioni ipnotiche e misteriosi omicidi. Inizialmente suggestiona, la faccenda è interessante e i personaggi sono profondi e credibili, ma ben presto il ritmo si perde e c'è qualche incongruenza. Il finale però è degno dell'attesa.
Questo affascinante horror si avvale di una componente gialla vecchio stile che rende la trama intrigante e paurosa, fino alla fine. Ambientazione riuscita e ottima interpretazione di Christopher Lee, diabolico (ma alla fine innocente) più che mai; anche i comprimari contribuiscono. Brividi da palcoscenico...
C'è un assassino vampiro e naturalmente Christopher Lee è il maggiore indiziato; certo la sua uscita di scena prematura lascia un vuoto nella pellicola che comunque procede, grazie a una trama divertente (seppur non risolta al meglio). Buone la fotografia e le scenografie in un film che deve qualcosa a Sei donne per l'assassino e che per certi versi anticipa in alcune suggestioni Inferno di Argento.
Il connubio tra il Grand Guignol e i delitti era destinato a funzionare in partenza e infatti il punto di forza di questo thriller vecchia maniera non risiede tanto nella trama (che comunque riserva un colpo di scena discretamente azzeccato e un bel finale), ma nel sapiente utilizzo dei colori (degno del miglior Mario Bava) e nello splendore delle scenografie. Si poteva mostrare qualcosa in più, ma il risultato è ugualmente gradevole e anche il cast (nonostante Christopher Lee appaia meno del previsto) fa pienamente il suo dovere.
Ben fatto, con buoni attori. L'atmosfera del teatro Guignol è evocata con sobrietà, ma a dare la marcia in più è la definizione dei personaggi, tutti credibili. Fra questi spicca, ovviamente, Christopher Lee: il suo Darvas, infatti, arrogante e vanesio, dal volto crudele e nobile, risucchiato dall'amore per l'arte, costituisce la marcia in più che giustifica la visione. Di spessore anche il finale che soccorre qualche momento di stanca.
Il celebre teatro parigino del Grand Guignol fa da sfondo a questo giallo di impianto classico che nello stesso tempo anticipa molti degli elementi tipici del thriller italiano degli anni successivi. La trama è improbabilissima, per non dire assurda, ma la confezione è visivamente molto curata, soprattutto nelle scene delle rappresentazioni teatrali. Il punto di forza è ovviamente un mefistofelico Christopher Lee che sembra avere tutte le carte in regola per essere l'assassino ma che cade egli stesso vittima della follia dormiente che ha risvegliato. Bene le due interpreti femminili.
MEMORABILE: Il balletto vodoo finale con l'assassino nascosto nel teatro.
Deliziosi i forti colori che primeggiano in questa bella pellicola. Il rosso si staglia nella storia e non è solo un fatto di sangue. Non serve mostrare la violenza, perché l’orrore verrà da sé, una volta che la vicenda sarà svolta e la spiegazione giungerà nella sua terribile certezza. Si cerca il colpevole, ma forse alla fine una sorpresa dimostrerà quanto le colpe possano essere condivise. Ben diretto e recitato, ricco d’atmosfera e, anche se scandito da un ritmo non certamente esaltante, risulta assolutamente non invecchiato e meritevole di visione.
MEMORABILE: L'anello ipnotico; Il terribile finale.
Christopher Lee si muove mefistofelico in questo giallo-thriller di buona fattura che riesce nel mai semplice obiettivo di intrattenere con gusto. Si troveranno l'evocazione del Grand Guignol, del vampirismo e del sacro fuoco dell'arte. I personaggi si muovono a loro agio e la vicenda scorre con precisione di genere sino al finale azzeccato. Notevole la superficie cromatica; ricercatezza nelle inquadrature; appropriata la musica. Film perfetto per le ore notturne.
Un film ben realizzato per l'epoca, scenografico, meritevole per i colori accesi (eppur spenti!) che spaziano in tutti i toni possibili del porpora, perdendosi nello scuro più assoluto. Suggestivo. Però. L'insieme appare quantomai datato, il che sarebbe normale se non fosse per tante pellicole coetanee che reggono maggiormente il confronto. Curioso l'alibi del vampirismo, ma è tutto molto soft, forse anche troppo. Pare più uno sdolcinato melodramma che un thriller degno di nota, anche per certe interpretazioni eccessive, come usava ai tempi. Consigliato ai nostalgici romantici...
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DiscussioneZender • 30/08/08 15:45 Capo scrivano - 48959 interventi
E grazie anche a Ciavazzaro. E' sempre un piacere poter tornare a discutere con voi.
Disponibile :-)
Formato video 2,35:1 Anamorfico
Formato audio 2.0 Stereo Dolby Digital: Italiano Inglese
Sottotitoli Italiano
Spot radiofonici
Introduzione di Luigi Cozzi
Intervista con Christopher Lee
Trailers
Galleria fotografica http://www.dvd-store.it/DVD/DVD-Video/ID-28338/Il-Teatro-della-Morte.aspx
Dai, sì, che meraviglia! Io ho comprato il dvd proprio per quella copertina pazzesca! La locandina che c'è adesso è troppo sofisticata, ombrosa, grigiastra... bella, ma non rende l'idea di questo film abbacinante di colori, eccessivo... almeno, io lo vedo così! :)