L’iberico Leon Klimovsky dirige un malriuscito mix tra poliziottesco e thriller argentiano ambientandolo in una Milano "fantasma". Al di là di tre o quattro riprese magari pure di repertorio, infatti (il Duomo, la Galleria, i Navigli, il luna park delle Varesine, la Questura), siamo quasi sempre in interni. E quando si passa agli esterni si tratta perlopiù di riprese ravvicinate di portoni e giardini probabilmente di Madrid. Considerato che le musiche sono riciclate dagli horror di Bava, abbiamo un quadro di imbarazzante povertà che si ravvisa chiaramente anche nella sceneggiatura. Paul Naschy fa lo sbirro dai modi bruschi, sigaro in bocca, camicia e baffetto, e...Leggi tutto si ritrova a indagare su di un killer nerovestito ma dai calzoni rossi (!) e gli abiti firmati (!!). Questo già dice molto della ridicolaggine di alcune trovate, ma anche la scarsa recitazione del cast e un montaggio assai confuso e approssimativo contribuiscono a confermare l'impressione di un thriller raffazzonato che piazza un po' di sangue a casaccio (asciate a volontà, ma fuori campo) e qualche improbabile sospetto per confondere le acque. A voler sorridere si può dire che questo killer "ispiri" IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI, con le sue libellule lasciate sul corpo delle viltime, ma anch'esse (benché nel film si sostenga il contrario) sono realizzate grossolanamente. Inutile.
Paul Naschy interpreta un ispettore che indaga sui feroci delitti di un maniaco moralista (stile Tenebre) che elimina la cosidetta feccia della società: prostitute, drogati, la lista dei sospetti (e dei cadaveri) si allungherà con un gruppo di ricconi amici dell'ispettore (necrofili, travestiti traditori, etc.). Klimovsky dirige un buon giallo in stile argentiano (a Milano!!!) e può contare sulla presenza della Erika nazionale, un discreto tema musicale e delitti abbastanza feroci per l'epoca. Riuscito.
Al centro delle azioni di morte, condotte con delirante taglio rituale da un fanatico omicida, stanno prostitute, drogati e paraninfi. Il tutto si svolge nella cornice di una Milano surreale e allucinata, parecchio simile a certi lavori di Argento prima maniera e altri gialli derivativi: l'assassino, ad esempio, lascia sui corpi delle vittime una libellula (similmente a quanto avviene in Sette orchidee macchiate di rosso). Insolito thriller scritto da Paul Naschy e diretto con buon mestiere dal veterano León Klimovsky, delimitato - a mò di omaggio - in Italia.
Un po' fuorviante il titolo poliziottesco, mentre quello originale si inserisce giustamente nel filone del thriller animalesco. Che si tratti di un film spagnolo ambientato in Italia tuttavia non è evidente solo dalla banalità della Milano d'epoca (limitata a pochi scorci di prammatica), ma dai poliziotti che (verso il finale) arrivano su una Giulia dei Carabinieri! Godibile e con qualche buono spunto, ma un colpevole sarebbe valso l'altro. La Blanc è purtroppo castigata nel ruolo pudico della moglie del commissario. Discrete musichette.
Giallo spagnolo di imitazione argentiana, con qualche tocco poliziesco. Il tutto è piuttosto godibile, ma il film risente di una confezione tutt'altro che eccelsa e di una mancanza di idee che col passare dei minuti diventa sempre più evidente. Qualche tocco di nudo (edulcorato nella versione spagnola ma sopravvissuto in quella italiana) e sangue (effetti pessimi), tanto per alzare il tasso di exploitation. Cast ordinario, con Naschy e la Blanc sopra gli altri, ma senza eccellere. Musiche riciclate. Modesto (in tutti i sensi) ma guardabile.
Giallo spagnolo che copia palesemente da Argento e soci (vi è anche il particolare rivelatore) e che risente di una confezione non troppo professionale; inoltre gli omicidi sono impostati male e generano pochissimi brividi. "Gustoso" il cast, con Paul Naschy nel ruolo del commissario di polizia e la rossa Erika Blanc. Vedibile, ma al tempo stesso dimenticabile.
Giallo spagnolo di matrice argentiana, confuso e sconclusionato. I delitti sono molti e sanguinari ma tutti fuori campo (espediente irritante mostrare sempre e solo gli schizzi di sangue sul muro o la sagoma del killer che colpisce con l'ascia o con la spada) e la scoperta del killer risibile (il famoso particolare rivelatore che sfugge inizialmente ad uno dei protagonisti stavolta è forzatissimo). Paul Naschy nei panni del commissario è simpatico e si lancia anche in una scazzottata degna di Piedone, bellissima la Blanc. Il resto è noia.
MEMORABILE: L'omicidio delle due donne addormentate a colpi di ascia.
Visto nella versione casta spagnola, è un mediocre giallo falsamente ambientato a Milano. Non è comunque male da seguire e la colonna sonora, seppur riciciclata, fa il suo discreto effetto. Molto bella la Blanc (peccato non aver visto la versione più spinta...). Sinceramente pensavo che il colpevole fosse un altro...
Divertentissimo nella sua follia, girato a Madrid spacciata per Milano malgrado l'inesorabile ispanismo delle facce specie maschili (con accortezza però nel commissariato hanno appeso una foto di Leone!), sgangheratissimo dal punto di vista narrativo eppure con dei guizzi, naif nell'appropriarsi delle musiche di Sei donne per l'assassino e Reazione a catena attaccate con lo sputo. Josè Canalejas drag queen poi è il massimo. Sempre magnifica Erikona nostra. Sorprendentemente godibile.
Giallo/poliziesco teoricamente ambientato a Milano ma che di italico ha solo la bellezza di Erika Blanc e qualche esterno della città piazzato più o meno a caso. Qualche buono spunto, ma anche una certa improvvisazione e una sceneggiatura che più si va avanti e più mostra la corda. Malgrado i morti non si contino, di sangue ne scorre veramente pochissimo. Il colpevole l'ho mancato in pieno, ma avrebbe potuto essere tranquillamente estratto a sorte. Chi ama il genere farà meglio a riscoprire i prodotti nostrani... Due pallini.
Locations milanesissime per una produzioncina all-spanish, in cui paella-thriller e giustiziere-movie fanno sinergicamente comunella aprendo le danze al fatidico corteo di ammazzamenti a fil di lama. Titolo entomologico, modus occidendi, vestiario del killer e orrendo castigo finale rinviano servilmente all'inderogabile trilogia argentiana; la ost invece asporta e riusa alcuni brani di Cipriani e Rustichelli presenti nei baviani Sei donne per l'assassino e Reazione a catena. E Naschy presta fiaccamente la sua corpacciuta complessione al ruolo di ispettoraccio dalla pistola facile. Preteribile.
MEMORABILE: II prologo col sanguinosissimo (e grezzissimo) massacro a colpi di sciabola del giovane tossicodipendente...
Titolo originale zoofilo (“Una libellula per ciascun morto”), una coppia che indaga, le soggettive, il particolare rivelatore, il modus operandi e la cruenta fine dell’assassino: Klimovsky ripassa con cura i contorni del giallo del primo Argento e vi inserisce elementi polizieschi, ma quando si tratta di dar vita alla materia gli mancano completamente la tensione e l’orchestrazione thrilling. Difficile spacciare per Milano una città (Madrid) con così tante facce spagnole doc come Naschy, Aranda, Calvo e Canalejas.
MEMORABILE: Naschy con perenne sigaro in bocca; la fine dell’assassino-moralizzatore.
Per l'esposizione della cosiddetta "Milano da bere" non ha quasi rivali; per il resto la trama è corretta, farcita dai soliti festini con orge e prossenetismi vari; i costumi sono all'altezza, mentre i difetti stanno nella la goffaggine fantasmagorica degli omicidi, che andrebbero meglio per un'opera teatrale che per il grande schermo... Naschy non è certo a livello di grandissimi attori come Rey o De Mendoza, ma in tutte le coproduzioni italo-iberiche e non nelle quali l'ho visto non ha mai sfigurato. Ottimo il feticismo della libellula. Buon film.
MEMORABILE: Il portiere e la portinaia del condominio-stamberga dell'artigiano sono da palmares per i modi animaleschi...
Sembra più una telenovela spagnola che un giallo-poliziesco all'italiana (...dovremmo trovarci a Milano e ce lo confermano facce tipiche e auto del luogo come una Oldsmobile in versione ambualanza), girata in povertà e recitata in maniera triste e svogliata. I tanti omicidi si riducono a qualche schizzo di sangue qua e là, ed è assente ogni tipo di suspense o tensione. Impacciato e terribilmente noioso. Da evitare.
Klimovsky si affida agli stilemi argentiani ormai consolidati per questo giallo italo-spagnolo. Il risultato è modesto, se rapportato ai migliori titoli del filone e certe scelte sortiscono un involontario effetto comico, ma gli amanti del genere possono comunque apprezzare: vi si ritrovano Naschy, attore-feticcio del regista, Erika Blanc, splendida come al solito e un nutrito numero di omicidi, talvolta piuttosto cruenti. Decisamente migliore il titolo zoofilo originale, mentre la traduzione italiana fa pensare a un poliziottesco.
Il titolo originale ammicca ad Argento mentre quello italiano lo inserisce nel poliziottesco e in effetti nel film troviamo ambedue i filoni con una netta preponderanza del primo. Purtroppo non risulta convincente né come thriller, ridotto a una successione meccanica e ripetitiva di delitti senza la minima tensione, né come poliziesco che non ci risparmia le più viete convenzionalità del genere. Teoricamente ambientato a Milano ma in realtà girato quasi tutto a Madrid, offre un Naschy con i baffetti fuori dai suoi ruoli consueti mentre la Blanc allieta la vista con più di un nudo.
MEMORABILE: Le auto con le targhe Milano palesemente finte.
Pellicola di Naschy e Klimovsky che mescola il genere giallo con il poliziesco di stampo soprattutto italiano. Paul Naschy interpreta infatti un poliziotto di ferro messo a indagare su un tipico assassino seriale di quelli dal sapore gotico che ricorda i migliori thriller italo iberici. L'ambientazione milanese riesce a funzionare, malgrado il film sia una produzione abbastanza scarsa, con una trama che arranca e la colonna sonora riciclata dai film di Mario Bava. Tutto sommato ci si diverte e alla fine l'identità dell'assassino è alquanto inaspettata.
Perchè non tradurre il titolo letteralmente, che oltre a seguire la tradizione argentiana suonava anche bene ed era coerente con la trama? Di poliziottesco ci sono solo le indagini del commissario di Naschy, un personaggio alla John Saxon ma meno convincente, attorniato da belle presenze femminili tra cui la Blanc. L'intreccio giallo è mediocre, con qualche omicidio sanguinoso ma perlopiù fuori campo e dai pessimi SPFX; anche montaggio e uso delle musiche (a tratti riciclate) sono discutibili e le location milanesi risicate, inserite nel tentativo d'ingraziarsi il pubblico italiano.
MEMORABILE: Il primo omicidio; La testa recapitata a casa; Il finale; Il tema di Ecologia del delitto inserito fuori luogo sotto un dialogo casalingo.
Controbattuta iberica al cinema di Argento (si noti il titolo animalesco, perso nella traduzione italiana), che mescola in una fittizia Milano borghese violenza proto-slasher (l'assassino armato di accetta con giacca e sgargianti pantaloni rossi) coi motivi tipici del poliziesco, fra sottotrame malavitose e occasionali sparatorie. Lo script non è dei più interessanti, la suspense poco consistente; restano la brutalità degli omicidi (sebbene quasi sempre off-screen) e qualche bellezza muliebre senza veli. Naschy se la cava meglio in veste di uomo d'azione che come acuto investigatore.
MEMORABILE: Il delitto con la spada; L'ombrello con punta retrattile; L'agguato della banda nazista; L'assurda fuga del criminale travestito sulle montagne russe.
Lo “stile” è quello dei fumetti trash anni 70. Fotografato con colori pastello, mediocri dal punto di vista estetico ma funzionali per il già citato “stile”, è un prodotto adatto esclusivamente agli appassionati del genere. Sangue "al pomodoro”, effetti pratici scadenti, nudi assolutamente gratuiti e una atmosfera rozza che ammorba implacabilmente la pellicola. La vicenda è abbastanza risibile, anche se può risultare alquanto divertente per i predisposti a questo tipo di cinema. Incredibile la scelta delle location farlocche: basta guardare le targhe posticce per capire l’inganno!
MEMORABILE: Lei, che aspetta nuda nella bara; Lui va da solo al magazzino e prende un sacco di botte.
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Icaroblu ebbe a dire: Gestarsh99 ebbe a dire: Rivedendolo dopo tanto tempo mi sono accorto che nel film vengono riciclati alcuni pezzi di Cipriani e Rustichelli che fan parte delle soundtrack di Sei donne per l'assassino (il brano che accompagna la perquisizione nell'alloggio del sarto suicida Erminio) e Reazione a catena (udibile per radio mentre Naschy spignatta ai fornelli):
Per Gest: strano tu non abbia notato o puntualizzato una scena che mi ha fatto spataccare dal ridere e che ho messo come scena clou, anche se i personaggi sono infimi. FAUNO.
Ma anche la moglie a dar lo straccio stando a chinino? Il movimento dell'impecoramento totale era nitido, ma il rutto è stato quasi a livello di Fantozzi, solo che quest'ultimo aveva dello scalognato che controvoglia aveva bevuto come un buco, mentre quello del portinaio era proprio mirato. Come scena è straordinaria, anche perchè è isolata dal resto del film. FAUNO.
E' uscita finalmente un edizione degna di questo film, in blu-ray, presente nel cofanetto The Paul Naschy Collection II, edito dalla Shout Factory. Ovviamente niente audio italiano.
Uscitona !!! Speriamo sia finalmente la versione italiana d'epoca con i titoli originali. Anche per vedere se in Italia arrivò la versione nuda o quella vestita (mi pare di ricordare la nuda).
Ciao mitico Ciavaz! Si, l'uscita è piuttosto gustosa, ma - opinione personale - non credo che la Sinister utilizzi un qualche telecinema della versione italiana, ma, più facilmente, si appoggerà al video del blu-ray Shout Factory. Felice di essere smentito..
Ho deciso infine di fare da "cavia". Fortunatamente il master proposto (in questo ottimo dvd) è quello della versione internazionale: i nudi sono integrali, titoli di testa in inglese, durata effettiva 1:25:10.