La struttura, pregi e difetti del colossale successo firmato Sam Raimi, c'erano già tutti in DARKMAN, il film che (dopo LA CASA) aveva rilanciato il talento virtuosistico di un regista che ha firmato alcune tra le più stupefacenti sequenze d'azione dei giorni nostri. Basta vedere SPIDER-MAN per averne la conferma: la cura e l'inventiva profusa in ognuno dei fotogrammi che compongono le scene più spettacolari ha dell'incredibile. Un lavoro eccezionale, a suo modo unico. In questo senso Raimi si è rivelato la scelta più giusta per dare forma al celebre supereroe Marvel: una concezione del cinema...Leggi tutto ingenua, giocosa, che non eccelle nella messa in scena puntando invece su ingredienti più semplici, quelli amati dal folto pubblico giovane, che a sontuose coreografie preferisce l'immediatezza e la linearità. Se così nulla si può rimproverare a Raimi nell'uso corretto di effetti digitali eccellenti che accompagnano i voli acrobatici di Spider-man tra i grattacieli di New York (cassata per motivi di convenienza la famosa scena girata sulle Torri Gemelle), molto invece va detto sulla sua modestia nel dirigere le scene più “terra-terra”: benché possa disporre (ma la scelta è merito suo) del Bravo Tobey Maguire, non riesce a dare il giusto spessore ai personaggi, che appaiono spenti quanto ingombranti, terribilmente banali nelle caratterizzazioni (la bella Kirsten Dunst non convince proprio). Willem Dafoe, battezzato cattivo per l'ennesima volta, ricopre il ruolo con professionalità, ma le scene che lo vedono protagonista (non nei panni di Goblin, lì almeno gli FX lo salvano) sembrano posticce, malamente innestate in un tessuto dalle maglie larghe che l’azione e le splendide musiche devono rattoppare troppo spesso.
La mia opinione su Spiderman è la stessa che ho su molti film ispirati dai fumetti: molte volte si cerca di dare a questi film una ricercata ed esasperata patina di realismo che non ha ragion d'essere (i fumetti sono opere di pura fantasia). Cosi, nelle sequenza semi-scientifiche, si rallentano i ritmi e si finisce con l'annoiare lo spettatore. Ma il fim è comunque carino. A volte divertente, altre un pò noioso. Il primo tempo è sicuramente migliore.
Spider-man lo possiamo considerare tranquillamente un kolossal, ormai il cinema americano si è buttato a capofitto sopra i supereroi dei fumetti e continua a sfornare nuove pellicole e sequel. Il bravo regista Raimi fornisce ottime sequenze d'azione e il film nella sua prima parte è piuttosto avvincente. Con il secondo tempo si comincia un pò a cadere di tono e si procede più faticosamente. Non sono convinto che la pellicola rispecchi fedelmente il fumetto: qualche grossa differenza salta all'occhio.
Ciò che colpisce di più di Spiderman è la curata realizzazione e gli spettacolari effetti speciali. Buon esempio di come tradurre sullo schermo un fumetto, con il direttore del Daily Planet che può essere usato da manuale su come un personaggio dei fumetti deve essere portato al cinema. E' alla fine un film di trama semplice e con personaggi poco "scavati", ma che ha un grande pregio: garantisce quello che promette. Non si rivolge ai palati fini (per i quali è meglio Darkman) ma piuttosto a bambini e ragazzi. Bravo Maguire. Valido.
Le genesi di Spiderman - che vede la trasformazione di uno sfigatello qualunque nel supereroe, grazie alla puntura di un ragnetto ipervitaminizzato - è ben realizzata, così come la fase della scoperta dei suoi nuovi poteri (e il loro inopportuno abuso). C'è un po' di ironia nel film di Raimi, laddove ci si aspetterebbe ritmo; o meglio, gli svolazzi tra i palazzi funzionano benone, ma le fasi di stanca sono parecchie. Dafoe pare sprecato con la maschera e James "Dean" Franco un po' inutile.
MEMORABILE: Il bacio tra l'Uomo Ragno e Mary Jane, il "loro bacio".
E’ un buon film, con una prima metà superiore, nonostante non ci siano eclatanti scene d’azione. E’ infatti molto interessante la graduale presa di coscienza del protagonista, che scopre i suoi poteri poco alla volta (la vista, l’udito, le ragnatele, i polpastrtelli). Bella la camminata sul muro, come anche i lanci di prova delle ragnatele e gli schizzi del costume. La seconda parte resta piuttosto godibile soprattutto grazie a Willem Dafoe e alla sua interpretazione di Goblin Verde (il primo attacco, la visita notturna alla nonna di Peter). Riuscito.
Non sono un grande appassionato di film tratti da fumetti; anche se con gli effetti speciali odierni si riescono ad ottenere prodotti migliori (e di molto) rispetto ai primi tentativi di trasposizione, mi sembra che un fumetto perda parecchio nell'essere portato su grande schermo. Detto questo, Spiderman comunque non è un brutto film, anche se il ritmo ha fasi altalenanti. Sam Raimi ha diretto opere di ben altro pregio e si spera che in futuro riesca a tornare a quei livelli. Solo per appassionati del genere.
Dopo alcuni disastrosi tentativi di portarlo sullo schermo, la mitologia di uno dei più celebrati fumetti della controcultura americana trova in Raimi il suo ideale realizzatore. Pur gravato da una certa "pesantezza" dovuta alla necessità di spiegarne le origini, Spiderman è il perfetto manifesto dell'universo Marvel, quello dei supereroi con superproblemi, personaggi comuni che riescono a gestire a fatica il loro essere in qualche modo dei diversi. Tutto questo è illustrato dalla sceneggiatura del film che si avvale di ottimi effetti speciali.
Peccato. Sarà la freddezza che comunica l'ormai acquisita perfezione tecnologica? Sarà il protagonista un po' gnocco (è vero, anche Peter Parker lo era o meglio odveva sembrarlo, ma... )? Sarà che dafoeè una bella grinta, ma non quella giusta per la ghignante follia di Goblin? Che sarà? Nun se sa. Però si rimane appunto un po' così: col naso in aria, la bocca aperta per la realizzazione, ma nemmeno il minimo subbuglio nel cuore, nella testa, nelle viscere. Ma allora che cinema è?
Film carino che tenta di seguire il motto "ad un grande potere corrispondono grandi responsabilità" senza riuscirci in pieno, dato che ad un certo punto sempre di blockbuster si tratta. Bravini gli attori, meglio Dafoe. Peccato per la scena tagliata delle Torri, ricordo che il trailer sono riuscita a vederlo al cinema (maggio o fine agosto 2001); eh sì, la sequenza era magnifica e avrebbe fatto un po' di differenza...
Primo capitolo dedicato ad uno dei personaggi fumettistici più famosi di sempre. La realizzazione è perfetta grazie ad un budget elevatissimo ed alla mano di un regista discreto e comunque superiore alla media che cerca, infatti, di nobilitare il film con qualche riflessione un po' più personale che stupisce in film del genere. Peccato che non ci riesca e che dietro tanta perfezione formale ci sia, da un punto di vista emozionale, il nulla assoluto. A dimostrazione che i miliardi non bastano per fare un gran film.
Studente morso da un ragno scopre di avere super-poteri. Dal celebre fumetto un film di successo, ben girato ma soprattutto ben impostato: non solo effetti speciali e scene spettacolari (belle), ma anche una riflessione psicologica (sia pure superficiale) che cerca di umanizzare e modernizzare il supereroe mostrandone la sofferta genesi e i continui ripensamenti. Tobey Maguire è giusto nella parte; Willem Dafoe, pur bravo, vuole strafare e diventa stucchevole.
Trasportare anche il mitico ragno in celluloide non è impresa da poco (anche se non è il primo film con attori in carne e ossa dedicato al personaggio culto creato da Stan Lee). Il risultato però è abbastanza modesto: più che accettabile Maguire nel ruolo di Peter Parker, ottimo Dafoe goblin (con la storia presa dai fumetti originali), discreto suo figlio Norman. Vedibile e i fan del fumetto non ne saranno troppo delusi.
Dopo anni d'indecisioni e rinvii, nel giugno 2002 comparve, finalmente, al cinema "Spider-man". Star dei fumetti Marvel e di numerose serie di cartoni animati (fra cui cito quella del 1967 e quella solitaria del 1981), l'Uomo Ragno trovò un volto nell'attore emergente Tobey Maguire. Sono lontani i tempi de L'Uomo Ragno del 1977, televisivo e senza effetti speciali, e si vede. A dirigere il tutto, quel Sam Raimi de La Casa e di Darkman, rispettoso nelle origini e negli scontri con Goblin.
MEMORABILE: La celeberrima frase: da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Grande spiegamento di forze per l’adattamento cinematografico del fumetto di Spiderman, affidato ad un regista di sicuro talento e con grande padronanza dei movimenti di macchina a tutta velocità ed interpretato da un buon cast di attori. Il risultato su di un piano visivo è ineccepibile, merito anche degli ottimi effetti speciali utilizzati nelle scene d’azione. Il film però non coinvolge più di tanto, probabilmente a causa del poco approfondimento dei personaggi, al contrario di quanto ad esempio fatto e bene da Christopher Nolan con Batman.
Grazie alle potenti tecnologie applicate al cinema dei giorni nostri, finalmente l'Uomo Ragno può svolazzare anche sui nostri grandi e piccoli schermi. Finchè porta la maschera, sia lui che il suo arcinemico Goblin, tutto bene: la resa è ottima. Quando però si passa alle parti in borghese del film il tutto scade, poco o tanto. Peter e sua zia May sono giusto accettabili, Osborn father & son anche, il direttore Jameson invece per fortuna è ottimo. Il vero anello debole è però M.J.: a parte il colore dei capelli, col fumetto c'entra gran poco.
Bisogna separare il film dal marketing che lo ha preceduto. Quando uscì Spider-man, infatti, sembrava che la civiltà occidentale avesse toccato un nuovo apice. Inevitabilmente il film è stato sopravvalutato, ma rimane pur sempre un prodotto più che discreto, con ottimi effetti speciali ed un cast niente male. Maguire è abbastanza in parte, Dafoe e la Harris donano spessore ai loro personaggi, ma nessuno batte Simmons nella parte del direttore Jameson. Da vedere per prepararsi al secondo capitolo, decisamente migliore.
MEMORABILE: Jameson che giudica le foto di Peter: "Questa fa schifo, idem, idem... megaschifo! Ti do 200 dollari."
Il film che ricalca le gesta del supereroe Spider man, risulta essere godibile per la sua intera durata. Gli effetti speciali sono ben curati e la storia risulta essere avvincente, anche se un po' troppo scontata. Ovviamente il finale lascia ad intendere a delle estensioni del film che non tarderanno ad arrivare negli anni successivi. Forse la scelta di Tobey Maguire nel ruolo di Spider man non è azzeccatissima. Defoe nel ruolo del Goblin, invece, merita.
La chiave per comprendere l’operazione Spider-man nella filmografia di Raimi è Darkman: se quest’ultimo (mutante artificiale) è l’amalgama primordiale di identità plurime capace di sussumere, nella furia vendicativa, le pulsioni ferine e irrazionali, Spider-man (mutante genetico, reale) ne rappresenta l’evoluzione morale che, alienando da sé il male, crea il suo nemico ontologico (Goblin). I due finali riecheggiano: «Io sono Darkman!» è premessa a «Io sono Spider-man!». Raimi piega il suo stile all’estetica dei comics, e ne esce rafforzato: un’alchimia formale seconda solo al Batman burtoniano.
Chi appartiene alla mia generazione, ed ha formato il proprio immaginario sui fumetti Marvel prima maniera, non può non apprezzare lo sforzo di Raimi per riprodurre lo spirito di quelle pagine, nella grafica e nei contenuti, fino alla scelta degli attori. A me è sembrato di vedere sullo schermo le tavole di Steve Ditko e - nonostante qualche licenza - la storia e i personaggi sono conformi alle aspettative di un vecchio appassionato. Emozionante, anche per gli stupefacenti effetti visuali.
Dopo vani tentativi di riportare un meraviglioso fumetto sul piccolo schermo, il film Spider-man è riuscito abbastanza bene anche con l'aiuto di buonissimi effetti speciali. Nulla di strabiliante, ma nel complesso risulta buono, con una regia sufficientemente diretta da Sam Raimi.
Dando via al nuovo filone dei film sui supereroi, Raimi fa rivivere la storia del giovane timido studente morso da un ragno, con l'aiuto di un bravo Tobey Maguire e del malvagio Green Goblin interpretato da Defoe. Le sequenze di azione sono ovviamente splendide, non ci saremmo aspettato altro, le interazioni tra i personaggi invece un po' meno stupefacenti e abbastanza clichè. Peccato perché con una sceneggiatura un po' più robusta si sarebbe potuto fare molto bene. Difatti, non a caso, Kirsten Dunst rimane mero eye candy. Godibile.
Oltre ad essere furbo e ruffiano nel presentare in modo accattivante un abile mix di bella trama ed effetti speciali molto ben fatti, il film ha, quasi paradossalmente, il suo lato educativo ed umano, andando oltre i temi fumettistici del supereroe e presentando un protagonista pieno di complessi e debolezze (nel quale molti si possono identificare) che trova riscatto nella comparsa di poteri straordinari che lo limitano nei sentimenti. Gradevole anche la colonna sonora che, insieme agli effetti speciali, dà al film un aspetto spettacolare. ***
Sam Raimi ridà vita alla saga dell'Uomo Ragno in un film che finalmente può rendere giustiza agli spettacolari svolazzi di Spidey fra i grattacieli newyorkesi. Le scene d'azione sono infatti ottime, quello che manca è la volontà di rendere un po' "seri" i personaggi e approfondirne le rispettive piscologie riducendo il film a un prodotto con momenti notevoli (il bacio a testa in giù, il combattimento di wrestling) ma in definitiva un po' superficiale ed incapace di coinvolgere fino in fondo. Comunque non male, nel complesso.
Confezionato davvero magistralmente, Spiderman si fa apprezzare per la bellezza estetica e per i pirotecnici effetti speciali, ma se si scava in profondità il film risulta eccessivamente asettico. Inoltre la maggior parte dei dialoghi, soprattutto nelle fasi concitate della pellicola, sono farciti di banalità. Comunque si può vedere. Mediocre.
Atroce e terribile bambinata di un ex regista di culto svenduto a Hollywod. Sciapo, infantile, noiosissimo e inutile. Un'enorme pagliacciata, coadiuvata con effetti speciali in CG davvero baracconeschi. Il Goblin di Dafoe sembra un cattivo uscito dai Power rangers, personaggi sciapi, sceneggiatura scritta da un decenne ubriaco. Tra incontri di wrestling degni di Smack Down, schermagliette amorose da quattro soldi e finale da galera, si celebra un ridicolo filmetto che potrebbe essere sponsorizzato da Bim Bum Bam. Decisamente inguardabile.
MEMORABILE: La Durst con la camicetta bagnata, almeno si vedono due tettine da sturbo, il resto vietato ai maggiori di 10 anni!
Film di culto, che ha lanciato la moda dei "comic-movie" e ha fatto conoscere il poliedrico Raimi ad un pubblico più vasto di quello di nicchia degli amanti dell'horror. Esteticamente sublime, miscela sapientemente le tipiche tematiche care al genere supereroistico con le riflessioni sul mondo adolescenziale. Attori eccellenti (il migliore probabilmente è J. K. Simmons), ottima ambientazione, regia sicura. Da vedere più di una volta.
MEMORABILE: Peter Parker schiva i colpi del bullo e lo stende con un solo pugno.
Dopo aver provato molti generi, Raimi approda al fumettistico e ha il grande pregio di aprire definitivamente la strada sul grande schermo ai supereroi della Marvel. Cast abbastanza azzeccato e buoni effetti ne fanno un film godibile. Chi da giovane (come me) ha amato Spider-man sui vecchi fumetti, non può non apprezzarne la quasi totale aderenza in questo film. La sceneggiatura infatti, che è un pout-pourri di alcuni albi della serie L'Uomo Ragno-Edizione Corno, cerca di non snaturare l'essenza principale del personaggio.
Stan Lee può correre a docciarsi di Don Perignon e il pubblico trincare con lui alla piena salute di un Raimi che vivifica fastosamente il suo supereroe di punta facendo della spettacolo esercitazioni di artiglieria pesante che mandano anima iridi cervelletto muscolo cardiaco nella nebulosa di Orione e trasformano vene e arterie in bottiglie di coca-cola agitata. Un ispirato e appassionato cast da combattimento (su tutti un Dafoe prestigioso e il sempre inarrivabile Simmons) completa il fragoroso incanto. MARVELlous!!
Bella trasposizione del fumetto dell' "uomo ragno" sul grande schermo. Raimi ci regala un film carico di adrenalina e riesce a sviluppare discretamente la personalità del giovane e timido Parker. Ottima l'interpretazione del cattivo Dafoe e graziosa la giovane e talentuosa Kirsten Dunst. Effetti speciali degni delle gesta del supereroe. Gustoso.
L'arcinoto supereroe in una moderna versione in cui gli effetti speciali si miscelano con l'azione e un lieve sentimentalismo. Discreta la riflessione sull'utilizzo corretto dei poteri. Maguire, inizialmente dipinto come un nerd, è appropriato nella parte mentre Defoe, nonostante il mestiere, appare troppo gigionesco. La Dunst fa tappezzeria di alto livello. Discreto.
Basandosi su uno dei personaggi più famosi della Marvel Sam Raimi ha diretto un film divertente e abbastanza coinvolgente, con attori, eccetto la Kirsten Dunst, bravi (Willem Dafoe su tutti). Fra le pecche forse la durata. Una trasposizione nel complesso riuscita bene.
Ricordo la forte emozione della prima visione: finalmente, grazie alle nuove tecnologie, si poteva vedere l’Uomo Ragno con un bel costume e penzolante da un grattacielo all’altro in modo verosimile, oltre a Peter Parker con una degna faccia da fesso. Sepolto l’orribile precedente del 1978! Pur differenziandosi in alcuni punti dal fumetto, il film ne rispetta lo spirito, riuscendo a essere godibile anche per chi fosse a digiuno delle storie di carta. E come il vino buono, rosso, col tempo migliora nelle visioni successive. Excelsior!
MEMORABILE: Il bacio con M. J., appeso alla ragnatela, senza scoprire del tutto la maschera.
L'unico cine-fumetto che ho guardato con piacere e non con rabbia, nell'era post-Burton's Batman. Raimi mette sicuramente a disposizione la sua cifra stilistica per il supereroe più credibile tra i più famosi (soprattutto perché è mascherato e irriconoscibile, mentre Batman e Superman sono in gran parte visibili e riconoscibili... misteri dei fumetti). Tanta ironia "raimiana" (la scena della mano pare presa pari pari dall'Armata) e un gran cast rendono il film piacevole.
Devo essere sincero: all'epoca non apprezzai molto il film per alcune scelte che non rispettavano il fumetto (vedi le ragnatele che non si devono più ricaricare, il nome Spiderman invece che Uomo Ragno...). Rivisto oggi però questo film ha il merito di aver modernizzato il personaggio senza stravolgerne l'essenza. Tobey Maguire è perfetto come Peter Parker (e si farà rimpiangere quando sarà sostituito) e alcune scene sono ormai da culto (il bacio alla rovescia). Finale patetico, peccato.
MEMORABILE: Alcuni fotogrammi del film tratti da L'aldilà di Lucio Fulci.
Uno dei migliori film supereroistici mai realizzati. Raimi riesce nell'impresa di dare spessore al protagonista non limitandosi a curare solo la parte spettacolare ma facendolo anche le psicologie e i drammi interiori dei personaggi. Il ritmo è veloce, i dialoghi ben strutturati e sono davvero poche le cose fuori posto. Ottimo il cast: Maguire è perfetto per la parte, Dafoe un villain con i fiocchi. Apprezzabili anche i momenti d'ironia, che richiamano alla mente alcuni analoghi sketch del vecchio Superman di Donner.
Stupisce come solo agli inizi degli anni duemila sia stato realizzato un film su uno dei più celebri supereroi della Marvel Comics. Ci riesce e bene Sam Raimi che, seppur costretto a utilizzare una consistente dose di effetti computerizzati, confeziona uno Spiderman credibile e coinvolgente. Il suo merito è quello di valorizzare il contrasto tra il ragazzo timido e tormentato e l'eroe deciso e sicuro, una sorta di Hyde-Jeckyll newyorchese. Fotografia patinata ma non noiosa. Incantevole (in rosso) la Dunst, bravi Franco e Dafoe.
MEMORABILE: Il bacio sotto la pioggia tra Spiderman (a testa in giù) e Mary Jane.
Non perdoneremo mai a Raimi di aver eliminato i lancia-ragnatela (con relative cartucce nella cintura) ma per il resto il personaggio è rispettato e Tobey Maguire incarna davvero un perfetto Peter Parker. Anche Willem Dafoe è autore di una prova eccellente: memorabile la scena di fronte allo specchio. Gli effetti speciali sono di grande effetto, le scene d'azione hanno un montaggio frenetico e coinvolgente grazie alle musiche di Danny Elfman. Nel suo genere è davvero un film ottimamente realizzato.
Dai fumetti di Stan Lee e Steve Ditko direttamente sul grande schermo le avventure del nerd Peter Parker, che a causa del morso di un ragno si trasforma nel supereroe Spiderman. Grazie ai prodigi della computer grafica finalmente gli spettatori possono assistere alle prodezze dell'Uomo Ragno che sfreccia tra i grattacieli e vola su cieli digitali. Raimi però non dimentica la lezione del "supereroe con superproblemi" donando al film anche toni sofferti e malinconici. Buono il cast, soprattutto il mefistofelico Willem Dafoe.
Non deve essere stato facile portare su schermo un’icona dei fumetti come l’Uomo Ragno. Raimi, pur non realizzando un capolavoro assoluto, se la cava e realizza un film dignitoso adottando diverse scelte che hanno ripagato il rischio. La scelta di un volto comune come Maguire ne è l’esempio perfetto, anche se un Defoe in quelle condizioni offusca chiunque intralci il suo cammino. Nella visione d’insieme si nota un equilibrio generale delle diverse componenti, un ritmo sostenuto e l’assenza di vere e proprie battute d’arresto.
MEMORABILE: Da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Solo agli inizi del duemila Hollywood ha capito che Spiderman poteva essere uno script di successo e così Raimi ha confezionato un film molto calzante rispetto al fumetto della Marvel e con attori perfettamente credibili. La parte del leone la fa sicuramente McGuire che, sebbene in possesso di un'unica espressione, ben si presta a dare il volto all'eroe newyorkese e al suo sfigato alter ego. Ottimi comunque anche gli altri attori, tra cui spiccano un perfido Dafoe e una sensuale Durnst. Effetti speciali computerizzati di prim'ordine.
Spettacolare produzione americana diretta da un Sam Raimi dall'inconfondibile stile visionario e umoristico, i cui eccessi stanno però sempre dietro l'angolo (la sequenza inverosimile di Peter alle prese col vassoio a scuola ne è un esempio lampante). Rimarchevoli gli effetti speciali, buoni cast, scenografie, ritmo, azione, intreccio (compreso il finale aperto, che per varie ragioni non poteva essere differente).
MEMORABILE: Il bacio a testa in giù sotto la pioggia.
L'universo Marvel ritorna sul grande schermo e benché un po' tutta la produzione super-eroistica successiva non abbia tradito troppe aspettative, la trilogia di Raimi resta la migliore iconografia ragnesca ancora oggi. Se si è stati avidi fruitori dell'Editoriale Corno, difficile negarlo. Fluido, fedele, con Maguire che sembra uscito da un fumetto degli anni del synthpop, l'epopea del tessiragnatele al suo esordio 2.0 in sala: esalta. Peccato che si sia giunti, dopo enne remake, a farne uno spettacolo insipido affidato a interpreti non qui all'altezza. Da un grande potere...
MEMORABILE: Il risveglio dopo il morso; Il bacio a testa in giù; Il Folletto Verde che irrompe a casa della Zia May obbligandola a pregare; Lo scontro finale.
Tra i film di supereroi è uno dei più riusciti. Sam Raimi riesce a rendere il personaggio con grande maestria, anche perché per tutta la prima parte si ha un discreto approfondimento dei personaggi e una buona sottotrama. Spettacolari le parti d'azione, ma come sempre accade l'eccessivo uso di effetti speciali e finzione tende a rovinare il film. Non è però una baracconata come altri film di questo tipo. C'è qualcosa di più, compresi alcuni insegnamenti. Buono il cast. Consigliato agli appassionati, ma un'occhiata va bene anche per i profani.
Il talentuoso Raimi porta il ragno sullo schermo strizzando l'occhio al mondo teen pur propinandoci una pellicola estremamente edibile. I protagonisti tengono bene la scena; soprattutto Maguire, pur con una sparring partner che fatica a entrare in gioco. Dall'altro lato abbiamo un villain e mezzo (Dafoe/Franco) che a loro volta non hanno l'appeal di un antagonista di Batman, ma comunque finiscono per non sfigurare. Forse si poteva approfondire ancor di più l'introspezione dei personaggi, ma è innegabile che questo Spider-man, a distanza di anni, ancora si possa considerare piacevole.
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DiscussioneGreymouser • 16/07/11 19:14 Call center Davinotti - 561 interventi
Chi, come me (purtroppo), è abbastanza vecchio da aver letto gli albi dell'Uomo ragno, fin dal loro apparire, potrà forse concordare che il film di Raimi rappresenta un lavoro eccellente, perchè riesce a cogliere molto bene lo spirito del fumetto e tutti i relativi personaggi. A cominciare da un Maguire che è un perfetto Peter Parker, bamboccione e complessato come Stan Lee lo ha a suo tempo concepito. Perfetti anche gli zii di Peter, e l'editore Jonah Jameson. Unica variante Mary Jane (una deliziosa Kirsten Dunst) al posto di Gwen Stacy.
Credo quindi che Raimi abbia fatto la scelta della maggior fedeltà possibile al modello fumettistico. Se qualcuno voleva un altra cosa, è un altro discorso, ma non si può negare che il regista abbia fatto un lavoro filologicamente corretto rispetto al personaggio e al suo mondo. Guardando il film, ho quasi visto animarsi, a tratti, le tavole di Steve Ditko, e questo mi sembra il risultato più probante.
Ovviamente, tutto questo vale per il primo film, e per il secondo forse ancor migliore (con un grande dottor Octopus). Il terzo, infatti, rappresenta una caduta inaspettata e dolorosa per Raimi, che smarrisce tempi e bussola, mettendo capo ad un prodotto tanto sontuoso e rutilante quanto artificioso e noioso.
Greymouser ebbe a dire: Chi, come me (purtroppo), è abbastanza vecchio da aver letto gli albi dell'Uomo ragno, fin dal loro apparire, potrà forse concordare che il film di Raimi rappresenta un lavoro eccellente, perchè riesce a cogliere molto bene lo spirito del fumetto e tutti i relativi personaggi. A cominciare da un Maguire che è un perfetto Peter Parker, bamboccione e complessato come Stan Lee lo ha a suo tempo concepito. Perfetti anche gli zii di Peter, e l'editore Jonah Jameson. Unica variante Mary Jane (una deliziosa Kirsten Dunst) al posto di Gwen Stacy.
Credo quindi che Raimi abbia fatto la scelta della maggior fedeltà possibile al modello fumettistico. Se qualcuno voleva un altra cosa, è un altro discorso, ma non si può negare che il regista abbia fatto un lavoro filologicamente corretto rispetto al personaggio e al suo mondo. Guardando il film, ho quasi visto animarsi, a tratti, le tavole di Steve Ditko, e questo mi sembra il risultato più probante.
Ovviamente, tutto questo vale per il primo film, e per il secondo forse ancor migliore (con un grande dottor Octopus). Il terzo, infatti, rappresenta una caduta inaspettata e dolorosa per Raimi, che smarrisce tempi e bussola, mettendo capo ad un prodotto tanto sontuoso e rutilante quanto artificioso e noioso.
La colpa del brutto terzo capitolo la si deve ai produttori, che volevano troppi personaggi e troppi cattivi, Risultato? Una mattonata di 2 ore e 20 minuti, che ha comunque incassato bene, dove le uniche cose che si salvavano erano la morale finale della storia (la miglior vendetta è il perdono) e l'ironia alla Raimi.
Zender ebbe a dire: Ahah, ma che t'ha fatto, povero Spider-man Buio? Arrivare al punto di piangere a dirotto poi :) A me inizialmente aveva deluso, vero, però poi a ripensarci non son riuscito come dicevo a trovarci un altro Raimi rispetto a quello di altri film precedenti. Sarà, come dicevo, che io Darkman già non l'avevo granché apprezzato quindi ero parecchio duisilluso...
Un altro Raimi, certo, svenduto alla causa dei blockbusteroni alla playstation. Che tristezza, che amarezza... :(
Buiomega71 ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Ahah, ma che t'ha fatto, povero Spider-man Buio? Arrivare al punto di piangere a dirotto poi :) A me inizialmente aveva deluso, vero, però poi a ripensarci non son riuscito come dicevo a trovarci un altro Raimi rispetto a quello di altri film precedenti. Sarà, come dicevo, che io Darkman già non l'avevo granché apprezzato quindi ero parecchio duisilluso...
Un altro Raimi, certo, svenduto alla causa dei blockbusteroni alla playstation. Che tristezza, che amarezza... :(
Consolati con un fatto: l'anno prossimo esce il reboot dei tre film di Sam Raimi, diretti da Marc Webb. E, dalle foto che si vedono, il clima è assai diverso, anche se sarà un film in 3D. Abbi fede!
Greymouser ebbe a dire: Chi, come me (purtroppo), è abbastanza vecchio da aver letto gli albi dell'Uomo ragno, fin dal loro apparire, potrà forse concordare che il film di Raimi rappresenta un lavoro eccellente, perchè riesce a cogliere molto bene lo spirito del fumetto e tutti i relativi personaggi. A cominciare da un Maguire che è un perfetto Peter Parker, bamboccione e complessato come Stan Lee lo ha a suo tempo concepito. Perfetti anche gli zii di Peter, e l'editore Jonah Jameson. Unica variante Mary Jane (una deliziosa Kirsten Dunst) al posto di Gwen Stacy.
Credo quindi che Raimi abbia fatto la scelta della maggior fedeltà possibile al modello fumettistico. Se qualcuno voleva un altra cosa, è un altro discorso, ma non si può negare che il regista abbia fatto un lavoro filologicamente corretto rispetto al personaggio e al suo mondo. Guardando il film, ho quasi visto animarsi, a tratti, le tavole di Steve Ditko, e questo mi sembra il risultato più probante.
Ovviamente, tutto questo vale per il primo film, e per il secondo forse ancor migliore (con un grande dottor Octopus). Il terzo, infatti, rappresenta una caduta inaspettata e dolorosa per Raimi, che smarrisce tempi e bussola, mettendo capo ad un prodotto tanto sontuoso e rutilante quanto artificioso e noioso.
sottoscrivo ogni rigo. visto il film ieri e fossi stato Stan Lee mi sarei fatto la doccia di champagne. ma anche da Schramm, devo dire che mi ha reso le vene una bottiglia di cocacola agitata.
c'è solo una cosa che non mi torna e non mi è andata granché giù, e mi rivolgo soprattutto ai marvelomani più avveduti: forse ricordo male (sono pur sempre passate tre decadi) ma nel fumetto MJ non veniva uccisa da Goblin, che in seguito poi provò a ritentare il colpo basso con Gwen (...o forse era riuscito a uccidere Gwen?)?
Se sì, davvero una pessima caduta di buonismo...ad ogni buon conto, un film che rivedrei senza soluzione di continuità altre 10 volte...
DiscussioneGreymouser • 25/05/12 19:01 Call center Davinotti - 561 interventi
Schramm ebbe a dire: c'è solo una cosa che non mi torna e non mi è andata granché giù, e mi rivolgo soprattutto ai marvelomani più avveduti: forse ricordo male (sono pur sempre passate tre decadi) ma nel fumetto MJ non veniva uccisa da Goblin, che in seguito poi provò a ritentare il colpo basso con Gwen (...o forse era riuscito a uccidere Gwen?)?
Se sì, davvero una pessima caduta di buonismo...ad ogni buon conto, un film che rivedrei senza soluzione di continuità altre 10 volte...
Nella saga Marvel, Goblin uccide Gwen Stacy facendola precipitare nel vuoto. L'Uomo ragno tenta di salvarla afferrandola al volo, ma il contraccolpo le spezza il collo.
Mary Jane per un po' viene persa di vista, ma negli anni più recenti - lo so di striscio, perchè ovviamente ho perso contatto con i fumetti, ahimè - mi pare che sposi il nostro Peter.
Eh sì, io sono stato un marvelomane veramente incorreggibile :)
questo spiega perché ricordavo MJ morire precipitando assieme alla tramvia...
e ora mi sovviene anche che fu il figlio di Goblin a far credere a Parker che Gwen fosse ancora viva. grazie.
Sam Raimi ha omaggiato il film di Fulci nel suo Spider-Man, diretto nel 2002, inserendo alcune brevi immagini tratte dalla sequenza dell'attacco delle tarantole a Michele Mirabella nella sequenza dell'incubo che fa Peter Parker dopo essere stato morso da un ragno. I fotogrammi riguardano due inquadrature del ventre di una tarantola vista attraverso la pupilla e un dettaglio dell'occhio di Mirabella
Notevole curiosità, non ci avrei mai pensato e manco me ne ero accorto durante il film (probabilmente causa noia e irritazione amplificata all'apoteosi)