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Tutti i commenti e le recensioni di Fuga dal paradiso

TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/02/12 DAL BENEMERITO KANON
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Kanon 10/02/12 18:44 - 604 commenti

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E che se scoppia l'atomica ci si debba ridurre a vivere come i talponi, è un leitmotiv che sta in top five da decadi e decadi; repetita iuvant - sed stufant, aggiungo io – avran pensato dalla regia. Si prosegue col già visto dei soliti noti, che non ci stanno a viver come peudofauna e vogliono scoprire quante cose al mondo esterno si posson fare. Pasculli vorrebbe mandarci a memoria ben più d'una cosa, ma pare che aspetti sempre la prossima scena (che non ci sarà) per farcelo capire. Film che comincia dal nulla e finisce in un gran sbadiglio.

Daidae 30/12/12 02:23 - 3382 commenti

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Interessante e atipico postatomico. Il cast se la cava bene, compresi i due giovani protagonisti. Qualche piccola confusione qua e là, ma un film interessante che difficilmente annoia. Una nota di merito per le ambientazioni: squallide, sporche, fumose, quasi realistiche. Da riscoprire.

Rufus68 23/07/19 21:46 - 4007 commenti

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Post-apocalittico in cui si danno convegno decine di post-apocalittici ben più famosi (o famigerati: lo schema è quello del Clarke de "La città e le stelle"). La storia è debole e si indebolisce col passare dei minuti; a sorprendere in positivo la capacità del regista di simulare e rendere credibile una desolata distopia con i pochi mezzi a disposizione (le milizie cammellate con lanciafiamme). Anche le interpretazioni dei giovani protagonisti non stonano. Poca roba, seppur gradevole.

B. Legnani 11/09/22 12:09 - 5699 commenti

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“Non ce la faccio più” dice la Clément a venti minuti dalla fine. “Neppure io” potrà dire anche lo spettatore. Strambo post-atomico Italo-Franco-Tedesco, con un cast notevole, sproporzionato verso l’alto rispetto al prodotto in cui opera. Un livido grigio contraddistingue ogni ambientazione. Interpretazioni decorose, Castel e Bonacelli in ruoli folli, interesse che, anziché crescere, scema via via. C’è Visentin, il giudice istruttore sessuomane in Montalbano. Scopiazzature varie: Guerre stellari, Indiana Jones, Zombi... Per chi si contenta...

Herrkinski 11/09/22 14:51 - 8873 commenti

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Tardo post-atomico di produzione Rai che, se da un lato dimostra una confezione migliore della media dei sottoprodotti italiani simili, dall'altro ne dimentica l'effetto eversivo dirigendosi verso il cinema per ragazzi (discreti i due giovani protagonisti), lasciando quindi da parte qualunque violenza grafica. Non male comunque la messinscena; tanti nomi noti nel cast, ma per la maggior parte della durata il film si muove su ritmi dilatati, immerso in un grigiore stucchevole, tra citazioni dal cinema avventuroso e sci-fi americano e un clima da fiction tv che non coinvolge mai.
MEMORABILE: Le milizie col lanciafiamme.

Markus 13/09/22 12:16 - 3787 commenti

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Ettore Pasculli tenta la via del “post-atomico” e ha la possibilità di farlo con un cast d’attori e tecnico di buon livello; persino con un budget che rende quest’opera italiana all'altezza - per i canoni del 1990 - del cinema americano, ma la vicenda - che prevede la fuga di due teenager nati e cresciuti nelle viscere della terra - non è affatto coinvolgente. L’opera, forse concepita per un pubblico giovane, risulta eccessivamente tediosa, mal scritta e con pochi momenti trascinanti. La vera impresa è, per lo spettatore, quella di resistere… al sonno.

Reeves 20/06/24 12:08 - 3218 commenti

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Negli anni Ottanta la paura del disastro atomico ha ispirato molti film americani che hanno raccontano storie impostate sullo spettacolo e l'avventura. Ettore Pasculli, avendo a disposizione un ottimo cast, mette insieme una vicenda che vorrebbe avere implicazioni sociali e intellettuali (due ragazzi che devono vivere sotto terra per le radiazioni, un gruppo militare che dà la caccia ad alcuni sopravvissuti) ma che risulta noiosa e piuttosto esile.

Buiomega71 23/08/24 00:37 - 3162 commenti

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C'è del talento visivo in Pasculli (gli enormi schermi virtuali dove comunicano i due ragazzi), che prende di mezzo Anderson e Lucas, passando per Lynch, le scenografie gilliamiane, i simpatici robot paraspielberghiani (Golem) e i soldati a cammello dell'impero. Post atomico ambizioso, con budget elevato, che non dimentica i trascorsi martiniani e castellariani (i cenciosi sopravvissuti bruciati vivi con il lanciafiamme) e che rappresenta l'apocalisse avvenuta (citta distrutte, carcasse di auto, putridume) come pochi nel filone. Peccato per la moraletta favolistica di fondo.
MEMORABILE: Le due gladiatrici sospese a mezz'aria alla Gwendoline; I genitori di Teo dati alle fiamme; La Cupisti crudele soldatessa; Quel che resta del market.

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  • Discussione B. Legnani • 30/08/15 12:50
    Pianificazione e progetti - 15287 interventi
    Zender, tutti i crediti DANIELA GIORDANO, da questo film in poi, andrebbero attribuiti a DANIELA GIORDANO (II), come già fatto in alcuni casi.
    Caso di omonimia.
  • Discussione Zender • 30/08/15 13:05
    Capo scrivano - 49316 interventi
    Come risposi qualche tempo fa a Lucius l'ominimia resta tale; se abbiamo fatto così con Daniela Giordano andrà modificato.
    Ultima modifica: 30/08/15 13:09 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 23/08/24 10:36
    Consigliere - 27516 interventi
    Rassegna estiva:
    Postatomica-L'estate italiana del dopobomba
     

    Il talento visionario di Pasculli è notevole (si notano le cure che mette per gli aspetti scenografici futuristici) così come la sua passione per il cinema di SF, che prende di mezzo La fuga di Logan, il Lucas di L'uomo che fuggì dal futuro (ma anche di Guerre stellari), passando per la tecnologia retrò del Dune lynchiano a quella strampalata e cupamente buffonesca del Terry Gilliam di Brazil, con aggiunta di simpatici robottini paraspielberghiani (Golem) e soldati che si muovono su cammelli adibiti a surreali motociclette debitori de L'impero colpisce ancora.

    Post atomico ambizioso , con budget piuttosto elevato (dietro c'è mamma Rai e la moglie di Adriano Celentano), impreziosito dalla curata e suggestiva fotografia di Alfio Contini, che inizia magnificamente come un fanta dispotico che sembra uscito dagli anni 70 (La fuga di Logan, appunto) tra schermi video giganti/ologrammatici dove comunicano i due ragazzi innamorati, un'elite che vivie negli agi e scontri tra gladiatrici a mezz'aria che sembrano uscite da Gwendoline.

    Uno dei pochi film di fantascienza italici che potrebbe rivaleggiare con le produzioni americane , per la cura scenografica, i costumi e l'ottimo cast (Bonacelli a capo di una cenciosa masnada di sopravissuti dove c'è pure un Lou Castel completamente fuori di testa che si comporta come il Salvatore del Nome della rosa), il respiro internazionale e sopratutto nella rappresentazione della distruzione totale del post nuke fuori dall'esclusività dei sotterranei, tra distese desertiche e desolate, città completamente in rovina costellate da ruderi dove soffia il vento e scampoli di cenere radioattiva, carcasse di automobili, arrugginiti convogli ferroviari, quel che resta di un supermercato dai riverberi romeriani, il medievale rifugio degli ultimi scampoli di un'umanità costretta a vivere come topi di fogna, che ha pochi rivali nel filone post apocalisse tricolore.

    Visti i tempi (gli anni 90 dominati dalla televisione) la proverbiale  ferocia e violenza del sottogenere è mitigata (anche se un paio di momenti colgono nel segno: Barbara Cupisti-poi leader crudele della milizia-a seno nudo cosparsa di sangue, rea di aver ucciso i suoi genitori e mamma e papà di Teo dati alle fiamme sotto gli occhi del figlio, che vede la scena tramite un monitor portatile. E c'è pure una svolta nel cannibalismo-nei dialoghi- visto che gli animali sono scomparsi dalla faccia della terra-tranne un cagnolino- e i pochi superstiti che vivono all'esterno sono costretti a cibarsi dei loro simili come il soylent green insegna ), ma Pasculli , nonostante questo, non dimentica i trascorsi martiniani e castellariani con la comunità di straccioni alla Omega man bruciati vivi a colpi di lanciafiamme.

    Viscidissimo il sottoposto di Giovanni Visentin e ottimo Horst Buchholz come spietato e disilluso comandante delle milizie a cavallo del cammello.

    Stucchevole e ingenua la storiella d'amore tra i due ragazzi (ma Ines Sastre era bellissima) e purtroppo la moraletta favolistica di fondo (il vecchio che narra al bambino, sulla spiaggia, le imprese di Beatrice e Teo) ne annacqua un pò gli intenti, compromettendone la totale riuscita.

    Ma tecnicamente e visivamente affascina, narrativamente non cede il passo alla noia e rimane uno degli ultimi veri baluardi (forse fuori tempo massimo) del nostrano dopobomba e forse, uno dei film di fantascienza più interessanti prodotti nel nostro paese.

    Come ovvio non ebbe alcun successo, finendo relegato nell'oblio.

    Brutte e anonime le musiche di Michel Legrand.


    Ultima modifica: 23/08/24 13:12 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 29/08/24 19:12
    Consigliere - 27516 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Titanus

    Edizione: febbraio 1992
    Durata effettiva: 1h, 42m e 10s

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images69/fugase.jpg[/img]
    Ultima modifica: 29/08/24 20:15 da Zender