Dopo l’acclamato esordio gotico avvenuto con LA MASCHERA DEL DEMONIO, Bava si riavvicina al genere popolare con quello che può essere considerato, per molti versi, il peplum più suggestivo e geniale di sempre. Un film che riconferma l'enorme talento visionario di Bava, in grado con pochi mezzi di creare scenografie inquietanti e di fotografarle con colori contrastati e vivissimi. In ERCOLE AL CENTRO DELLA TERRA Bava inventa scenari favolosi, dall'antro con piscina della sibilla al giardino dove vaga la bella Deianira (Leonora Ruffo), arricchito dal regista di particolari di ogni genere; dal rifugio famoso...Leggi tutto di Lico (Christopher Lee, anche qui costretto indirettamente a bere il sangue della giovane Deianira per restare eternamente re) alla caratterizzazione splendida dell'inferno, nel quale la presenza costante di acqua, lava ribollente, fumi densi, nebbia, stalattiti e stalagmiti contribuisce a formare un capolavoro (un po' kitsch, se vogliamo) fotografico. Per non parlare poi del finale, di nuovo nei sotterranei della reggia di Lico, in cui Ercole deve fronteggiare di zombi inferociti e che volano come arpie (appesi a fili che nessuno si è curato di nascondere). La scoperchiatura delle bare e la resurrezione da sottoterra degli stessi è forse il momento più bello del film, condotto con gran senso dello spettacolo da Bava probabilmente il vero antenato della NOTTE DEI MORTI VIVENTI, in cui il regista mescola l’horror in stile Hammer con il suo personalissimo uso delle luci. I dialoghi non sono granché, la recitazione è ovviamente teatrale e datata, ci sono molte scene di raccordo piuttosto raffazzonate, ma nel complesso il risultato è stupefacente.
Grandioso affresco baviano, un peplum orrorifico di gran divertimento, con impudico frullatone di mitologia scolastica, ironia a piene mani (la scena esilarante del lancio dei macigni, che diventa quasi da cartoon) e folgoranti anticipazioni del futuro (gli zombi saltellanti e svolazzanti, sorretti da fili in bella vista, che popoleranno il fantastico hong-konghese dell'età d'oro). Bellissimo. Naturalmente Christopher Lee se magna tutto il cast, incluso il comunque valido muscolone Reg Park.
Il più bel peplum mai realizzato. Un capolavoro di suggestioni e colori girato con due lire che mai nessuno avrebbe speso meglio. C'è una buona dose di horror che viene esaltata dalle sorprendenti scenografie e da una fotografia accesa e netta. Anche il ritmo, che se consideriamo il genere potrebbe essere soporifero, è incredibilmente più sostenuto rispetto alla media. Gli americani avranno pensato ad immani sforzi economici o, più semplicemente, staranno ancora morendo d'invidia. A suo modo un colossal.
Deianira, amata da Ercole, ha perso il lume della ragione. Causa di tutto ciò è il malvagio Licos (Christopher Lee). Per aiutare la ragazza, l'eroe dovrà recarsi nientemeno che agli infèri, luogo nel quale è riposta la risoluzione al problema di Deianira. Interessante peplum, caratterizzato da un taglio orrorifico, e da un particolare uso dei colori, nel perfetto e riconoscibile stile di Mario Bava. Ottime le scenografie, un pò meno gli effetti speciali, anche se in grado di rendere (grazie alla artificiosità degli stessi) più onirico e surreale il racconto.
È come entrare nella bottega di un artigiano, fantasioso e geniale, che con pochissimi mezzi e tante idee prova a realizzare l'impossibile o quasi. Vi trovi le sue intuizioni, l'abilità, le luci e i colori che non t'aspetti, le passioni e le debolezze nella scrittura, qualche stravaganza (il comico), gli zombie prima degli zombie, in un assoluto carnevale di effetti speciali. Fantasmagorico.
Il genio fotografico-scenografico di Bava pennella di tonalità vampanti e contorna di arcani profili cavità ctonie, règge umbratili e pelaghi tempestosi; lo spettatore, da par suo, si bea gli occhi di fronte a cotanta maraviglia, conquistato dall'atmosfera fiabesca e dal fascino (ora surreale, ora straniante, ora orrorifico) di alcune sequenze (vedi sotto). Pessimo Park, vampiresco Lee (anche senza canini). Piuttosto infantili i siparietti comici affidati a Franco Giacobini.
MEMORABILE: Il mostro di pietra; gli zombi volanti; la Sibilla; gli arbusti sanguinanti, citazione dal XIII canto dell'Inferno.
E' il Suspiria Baviano (genere orrorifico-mitologico-sandaloniano). Sembra di trovarsi nel laboratorio di uno scienziato visionario della regia, che sperimenta a tutto spiano, dalle scenografie, ai colori, agli effetti di luce. Ogni tanto, il risultato può sembrare un po' ridicolo (i morti volanti sostenuti da evidenti cavi che ne alzano i laceri vestiti; l'uomo di roccia). Ma bisogna ammettere che, nell'insieme, il tutto funziona e le trovate non mancano di certo (i rami con linfa di sangue; l'illusione del fuoco...) Il clownesco Telemaco contribuisce ad alleggerire. Originale.
MEMORABILE: La gnocca, che qui fa più disastri della grandine; Il delirio iniziale di Deianira; La sibilla; L'immagine riflessa di Lee nel sangue della vittima.
Gli appassionati del peplum lo apprezzeranno, ma solo loro. Visto oggi perde gran parte del suo fascino per via dei trucchi superati e fondali vistosamente finti. Si salva l'atmosfera, che risulta ancora assai suggestiva, anche per i tempi attuali. Un viaggio surreale in cui l'approccio dell'aspetto mitologico è appena abbozzato, ma se si pensa che il film è degli anni sessanta, si può sorvolare appieno sulla cosa. L'uomo di roccia è il punto debole del film.
Probabilmente il miglior peplum di sempre, la seconda opera di Mario Bava è una storia cupa e onirica con forti venature horror. L'uso dei colori accesi e delle scenografie rende il film un vero e proprio affresco, dotato di un'arcana grandeur nonostante il budget decisamente ridotto. Non manca l'ironia, né il coraggio di usare elementi azzardati che tuttavia rendono lo spettacolo ancor più suggestivo. Notevole come sempre la prova di Lee nei panni del cattivo, mentre Park si affida al physique du rôle. Opera unica nel suo genere.
Non ho mai aprrezzato più di tanto il peplum, seppur in età fanciullesca li abbia visti più o meno tutti. A differenza degli altri, che per opinione del sottoscritto sono quasi sempre insipidi, questo è diretto dal maestro Bava e la differenza si vede eccome. C'è quel tocco gotico che lo fa apprezzare e lo rende nettamente superiore rispetto agli altri del filone.. Fantastiche anche le ambientazioni (fatte con due lire) e i colori alla "Hammer"... Da vedere! Anabolizzato, ma non troppo, Reg Park.
Una vera e propria delizia per le pupille, come ogni film di Bava che si rispetti; merito dell'utilizzo di colori accesi e di una scenografia visionaria e gotica, che immerge lo spettatore in un mondo totalmente fantastico. Il tutto è reso ancora più artistico dalla forma poetica dei dialoghi. La trama è piuttosto ovvia, ma non c'è da stupirsi, il genere lo impone. Non troppo riusciti i siparietti comici, anche se necessari per alleggerire il film.
Squisitamente pittorico. Bava investe il suo visionario talento di direttore della fotografia in quadri cromatici dalle tinte alterate, sature e oniriche: il mythos greco si fonde con l’horror e il fantastico in scenari ctonii e fumiganti, infestati da creature mostruose (Procuste), fanciulle ingannevoli e mortifere (l’esperide Egle di Rosalba Neri) e persino orde di zombi. Park è tutto muscoli e barba, mentre Lee va incontro ad una morte degna di Dracula. Nel 1961 non c’era la pedanteria e la prepotenza dell’effetto al computer, bensì l’arte della cartapesta e del Technicolor. Infero.
MEMORABILE: Deianira esce catatonica dalla tomba-prigione; la discesa nell’Ade; Procuste («Pietra sei e la pietra ti distruggerà!»); il sacrificio di Deianira.
Bava gira un peplum con tutti gli ingredienti tipici del genere (a cominciare dal protagonista muscoloso che da svariate prove di forza) e lo fa con il suo gusto per il fantastico e per il macabro; Ercole infatti si reca negli inferi e l'atmosfera creata è notevole, per non parlare degli effetti speciali e della fotografia cupa e multicolore, che da qui in avanti diventerà tipica del regista e che utilizzerà poi anche nei suoi capolavori horror. Un film che ha qualche calo per alcune situazioni della trama.
Pellicola che si scosta dal classico peplum non fosse altro che per la trama quasi horror e l'uso notevole di effetti sanguinolenti (d'altronde il maestro del brivido Bava alla regia ne offriva la garanzia). Le lungaggini purtroppo sono presenti, come quasi sempre capita in questo genere di film, ma il regista riesce a rendere tutto molto scorrevole. Valido il cast con il muscoloso Reg Park nei panni di Ercole, l'ottimo Lee e la bellissima Ida Galli al suo esordio cinematografico.
Bava dimostra di sapersela cavare egregiamente anche nel peplum. Il suo talento visivo e artigiano ben si sposa con il mito di Ercole a cui dona un tono quasi fiabesco. Non mancano nemmeno i richiami al gotico e all’horror più puro, mentre i colori vividi e i modellini eretti a paesaggi sorprendono gli occhi per la loro magnificenza. Una pellicola da non sottovalutare e da riscoprire, che scorre via senza troppi affanni e si concede poche pause.
MEMORABILE: I morti che sorgono dalle tombe e assalgono Ercole; I paesaggi dell’Averno.
Il semidio Ercole scende negli inferi per riportare in terra la fiaccola della vita in compagnia di Teseo e Telemaco. Un'angolatura decisamente desueta questa di Mario Bava, dove il peplum s'incendia di sangue, rilucendo di un contenuto decisamente horror. L'inventiva non manca e le scenografie sono viaggi allucinatori veri e propri. Peccato per la troppa cartapesta e le battute comiche alla Gianni e Pinotto che stonano non poco.
MEMORABILE: Gli infiniti massi lanciati a ripetizione dal forzuto per antonomasia.
Non un peplum come tanti altri, ma uno dei migliori e più "contaminati" di sempre, fotografato in maniera stupefacente e ancora oggi sorprendente. La classica storia mitologica si trasforma via via in un viaggio agli inferi sempre più spaventoso, diventando nel finale un vero e proprio horror. Memorabili le resurrezioni dei morti e i loro attacchi volanti a Ercole.
Azzeccato il duo: il forzuto e lo sciupafemmine biondo anticipano altre funzionali coppie celebri, a cominciare da Spencer-Hill (non mancano, poi, a completare la rosa psicologica, il personaggio comico e il perfido traditore, un bravo Lee). La trama è parecchio ingenua e datata (certe smancerie, il mischione mitologico): soccorre il fitto avvicendamento delle avventure cui Bava appronta la propria abilità tecnica. Ardisson convince poco mentre Park solleva massi di polistirolo con baldanza convinta. Per appassionati del genere.
Uno dei migliori Ercole di sempre, in cui tutto il talento visivo di Mario Bava si esplica in una complessità di luci, colori e suoni che fa giustamente passare in secondo piano ogni aspetto puramente narrativo. Con pochi soldi e tante idee, Bava fa recitare bene lo scultoreo Reg Park e trae il meglio da Christopher Lee, al suo miglior film italiano. Quando poi arrivano gli zombi è festa grande.
Peplum molto sui generis di Bava che dona aria fresca al genere con il suo talento visionario sia come regista che come direttore della fotografia. Le immagini si susseguono in una sorta di caleidoscopio a tinte forti e finiscono presto per prendere il sopravvento su una storia piuttosto risaputa. Azzeccata la scelta di Lee, in una delle rare incursioni nel cinema italiano, che da antagonista non fatica troppo a prendersi la scena con la classe dei grandi ponendo fra lui e il resto del cast un divario spesso abissale. Script ricco di trovate che conferisce ritmo al film. Molto buono.
MEMORABILE: La fotografia di Bava; I macigni scaraventati sugli zombi.
Senz'altro il miglior peplum italiano, e gran parte del merito è ascrivibile a Mario Bava, che inserisce in un genere abbastanza ingessato degli scenari strabilianti e un'atmosfera inquietante, che a tratti fanno assumere al film i connotati di un vero e proprio horror. Aggiungiamo poi una trama comunque soddisfacente, e una recitazione nel complesso discreta (ma sugli scudi ci sono Lee e il cast femminile, mentre Park recita soprattutto con il fisico, Ardisson non incide troppo, e Giacobini si fa carico di una comicità piuttosto puerile). Discrete le musiche di Trovajoli.
Come in molte altre opere di Bava, il marchio di serie B non riesce a far decollare idee pur notevoli. Il peplum (così come la fantascienza) soffre di queste carenze più di altri generi toccati dal Nostro: i pasticciacci di mitologia romana si possono forse accettare con goliardia, ma non così i dialoghi monodimensionali dei protagonisti (qui monoespressivi) e delle loro donzelle, o gli inopportuni spezzoni comici. Scenografie-giocattolo da prodotto pop, ma il meglio lo offrono come sempre la fotografia e le incursioni vampiresche. Curioso ma mediocre.
Peplum venato da atmosfere horror/gotiche firmato da un giovane ma già molto abile Mario Bava. Viaggio surreale e onirico esaltato da un'ottima scenografia, da una fotografia accesa e netta a dir poco sublime e da una regia come sempre ad altissimi livelli; tra invenzioni visive tali da togliere il fiato, qualche (strano) siparietto comico per arrivare infine all'invenzione degli zombi come verranno poi consacrati nell'immaginario comune. Tra i migliori peplum italiani.
MEMORABILE: Lee; La scena della Sibilla.
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Non sapevo del prologo, il dvd Sinister comincia con un fermo immagine e con titoli in tedesco.
Extra galleria fotografica e Feauturette "Teseo al centro della terra" con Fabio Melelli e intervista a Giorgio Ardisson.
Lingua italiano
durata 1:19:53
Un immagine al minuto 6.35
Più o meno la stessa presa da M.shannon, ma con minutaggio diverso
Questo dvd Sinister (identico al dvd tedesco Kinowelt) non ha né il prologo né tanto meno i sottotitoli. Per quest'ultima cosa, però, mi sono adoperato personalmente per farli.
HomevideoZender • 28/11/18 09:16 Capo scrivano - 48958 interventi
Ho preso il bluray della Koch Media tedesca intitolato "Vampire gegen Herakles". Innanzitutto la bella sorpresa è che il celebre prologo mancante nelle edizioni in dvd qui c'è, intero. La qualità è notevole, per quanto mi aspettassi forse dei colori più accesi, in alcuni frangenti. Ad ogni modo la migliore edizione in circolazione attualmente, direi. Audio italiano e sottotitoli escludibili, solita confezione spettacolare della serie Bava, molti extra tra cui il film "Quel bandito sono io" di Soldati, di cui Bava curò la fotografia.
Durata del film su bluray: 1h 25' 54"
HomevideoNoncha17 • 28/11/18 14:41 Pulizia ai piani - 1066 interventi
Zender ebbe a dire: Ho preso il bluray della Koch Media tedesca intitolato "Vampire gegen Herakles". Innanzitutto la bella sorpresa è che il celebre prologo mancante nelle edizioni in dvd qui c'è, intero. La qualità è notevole, per quanto mi aspettassi forse dei colori più accesi, in alcuni frangenti. Ad ogni modo la migliore edizione in circolazione attualmente, direi. Audio italiano e sottotitoli escludibili, solita confezione spettacolare della serie Bava, molti extra tra cui il film "Quel bandito sono io" di Soldati, di cui Bava curò la fotografia.
Ma sul serio?!
Fantastico!
HomevideoXtron • 31/08/19 21:00 Servizio caffè - 2233 interventi
Queste sono le caratteristiche del dvd contenuto nel cofanetto tedesco KOCH MEDIA (Bluray + 2 DVD)
Audio italiano, tedesco, inglese
Sottotitoli in tedesco
Formato video 2.35:1 anamorfico
Durata 1h22m23s
immagine a 22:54
HomevideoXtron • 31/08/19 21:02 Servizio caffè - 2233 interventi
Zender ebbe a dire: molti extra tra cui il film "Quel bandito sono io" di Soldati, di cui Bava curò la fotografia.
Il film è in inglese con sottotitoli in tedesco
DiscussioneReeves • 1/11/21 13:51 Contratto a progetto - 801 interventi
Secondo La stampa, con un articolo pubblicato il 25 luglio 1961, il titolo di lavorazione del film era Ercole nel regno dei morti.