Commedia insolita, per Pippo Franco, che affianca il cantante Franco Califano (alla sua seconda prova cinematografica dopo GARDENIA, IL GIUSTIZIERE DELLA MALA) per un film dalle vaghe pretese di critica sociale. Più realisticamente ci avviciniamo alla commedia per famiglie, nella quale però si innestano a sorpresa le volgarità trucide di Califano e un Pippo Franco insolitamente docile e rassegnato a fare da “madre”. I due, poveri in canna, sopravvivono all’interno di un’opera pia per l’infanzia da tempo disabitata e si ritrovano sulle spalle un bambino di colore abbandonato di fronte al loro portone. Il primo...Leggi tutto impulso è di sbolognarlo da qualche parte, ma il passo per affezionarsi è breve quanto inevitabile e li porterà ad occuparsi (a modo loro) del piccolo. Il film si basa sul carattere antitetico dei due, con Califano (cui si devono anche le musiche) che passa il tempo giocando d’azzardo (poker, corse di cavalli, biliardo...) assieme all’inseparabile “Pasticca” (Maurizio mattioli) e Franco (contribuisce alla colonna sonora con “Chi chi chi cococo”) più dedito alle faccende di casa e all’educazione del piccolo Primo. L’idea, pur logora, e i dialoghi non sarebbero nemmeno male, così come i due protagonisti (che abusano ovviamente di locuzioni in romanesco) sono spontanei e simpatici. E’ l’evidente povertà di mezzi a segnare purtroppo il film, con scenografie squallide e uuna sensazione generale di miseria che travalica quella imputabile alle intenzioni del regista per descrivere la grigia periferia romana. Quando il bambino cresce e guadagna spazio, poi, si va di male in peggio.
Riuscita commedia di Mariano Laurenti che però non ebbe il successo sperato all'uscita nelle sale. Il suo mix tra film "da ridere" e commedia agrodolce lasciò probabilmente perplesso più di uno spettatore, anche perché se la presenza di Pippo Franco dava certe garanzie sul versante comico, quella di Califano (comunque grandioso) non sembrava aver molto a che fare col film per famiglie... Uno strano ibrido, insomma. Secondo me funziona soprattutto per l'ottima collaborazione tra i due protagonisti, che comunque non lavoreranno mai più insieme, purtroppo. Da riscoprire.
Commediaccia travestita da film per famiglie: basti leggere il nome del regista (Laurenti, che comunque fa di tutto per dare dignità ad un prodotto a bassissimo budget) e ascoltare le tante volgarità dei dialoghi. Califano e Pippo Franco interagiscono bene, non facendoci capire mai chi è il comico e chi la spalla: sarebbe stato interessante vederli in un contesto meno edulcorato.
Califano tra un lp e l’altro ed una vita infarcita da vicende giudiziarie (alla fine del film ritornò in carcere…) concede la sua simpatica romanità un po’ rozza, alla dolci note d’un film che, in fin dei conti, è fatto di buoni sentimenti. Insieme al nome insolito del Califfo, abbiamo in coppia il sempre valido Pippo Franco nel periodo in cui faceva ancora ridere. In definitiva un film curioso, ma anche piacevole. E’ stato sdoganato dalla tv, poiché al cinema fu un flop.
Il cocktail è di quelli dagli ingredienti micidiali: Califano e Franco come attori, "shakerati" dal regista Laurenti. Con "ingredienti" di tal fatta il risultato è prevedibilmente pessimo. Trattasi di commedia molto prevedibile, piena di volgarità ma in cui alla fine, per la gioia degli spettatori più teneri, trionfano i buoni sentimenti. A mio avviso meglio lasciar perdere.
Gustoso film d'annata per un'inedita coppia (Califano al suo secondo e ultimo film) che ragalano due immagini di uomini al confino (emarginati e sfortunati ma uniti dall'amicizia) che sbarcano il lunario con scommesse sui cavalli. Arriverà a "salvarli" un nero bambino... Ottima interpretazione di Mattioli (mo te l'ho detto!)
È un film molto bello, notevole e riuscito ma sfortunato perché, come noi sappiamo, all'uscita nelle sale fu arrestato Franco Califano. Come film mi sembra adatto anche ai bambini. Bravissimo Maurizio Mattioli che fa da contorno ai due simpatici e ottimi i protagonisti Pippo Franco e Franco Califano. Voglio sottolineare anche la presenza della splendida Viola Valentino. Sul set di questo film nasce anche l'amore tra Pippo Franco e Piera Bassino. Buona la regia di Mariano Laurenti e straordinaria la colonna sonora diretta da Franco Califano.
MEMORABILE: La partita a Poker con Franco Califano e Maurizio Mattioli.
Commedia garbata, con la coppia Pippo Franco/Califano inaspettatamente affiatata e divertente, alle prese con una storia comica ma anche con qualche venatura sentimentale. Tanti i caratteristi, tra i quali si impone Maurizio Mattioli in uno dei primi ruoli davvero importanti. Non male la colonna sonora, un po' arronzato il finale. Gradevole.
Gli sceneggiatori forse nemmeno immaginavano che l'argomento centrale di questo film (l'adozione di un bambino da parte di una coppia dello stesso sesso, non gay, ma sospettata) ora è (o è stata) di grande attualità. È un'adozione un po' particolare quella del film, naturalmente, un bambino rifiutato da diverse comunità religiose e che inizia la scuola con un maestro prete. Argomento che va oltre il linguaggio truce romanesco che pervade il film (che vede anche un Mattioli più magro e nella parte di un coatto), ma sviluppato piuttosto bene.
MEMORABILE: Le espressioni del bambino che osserva le signore per strada, per trovare la madre ideale.
Partecipanti anche alla colonna sonora (le canzoni “Chi chi chi co co co” e “Ragazzo mio”), il male assortito duo Pippo Franco-Franco Califano è fallimentare così come questa commedia di Laurenti, che solo nella seconda parte desta un minimo di interesse presentando una forma di famiglia “alternativa” di cui oggi si discute parecchio a livello politico. Il ritmo langue, le poche battute vanno a vuoto e alla fine chi recita in modo più spontaneo e credibile è il bambino di colore. */*!
MEMORABILE: Primo che cerca di procurare una moglie ai suoi due papà.
Non bastano la simpatia di Pippo Franco e del soggetto per salvare tale disastrosa commediola sdolcinata sul modello Tre scapoli e un bebè (che poi cresce). Pur senza particolari svarioni tecnici la sciatteria regna sovrana a causa di una povertà quasi neorealista, di un pessimo cast e di una colonna sonora completamente sbagliata (in tema giusto il "Chi chi chi co co co" di Pippo Franco). Una certa preveggenza nel toccare il tema delle adozioni da parte di genitori dello stesso sesso non salva un film tremendo e completamente sconclusionato.
Divertente commedia di Laurenti, fra le sue prove più convincenti, con l'inedita coppia Franco-Califano in gran spolvero a contendersi la paternità putativa di un trovatello. La sceneggiatura, come spesso accade in film di questo tipo, è poco più di un canovaccio piuttosto anonimo, ma il film si fa guardare con piacere anche grazie alle prestazioni del bravissimo Mattioli e del piccolo Andrea Calise, che sprizza simpatia da tutti i pori; un po' in ombra il resto del cast. Piacerà a chi predilige i buoni sentimenti e a chi ha voglia di ridere.
MEMORABILE: La simpatia di Andrea Calise, una volta tanto un bambino non odioso, che anzi riesce a divertire in tutte le scene in cui è coinvolto.
In anticipo rispetto ai più patinati scapoli francesi e americani, tocca al duo Franco/Califano interpretare qui i due improbabili papà di un trovatello (di colore) piovuto loro fra capo e collo. Se il primo se la cava con mestiere (suoi gli unici momenti divertenti), al secondo viene cucito su misura il ruolo del playboy impenitente, interpretato in modo svaccato e monocorde. Commediola all'acqua di rose, anche se dall'idea di fondo originale, ripetitiva e mal recitata. Menzione per il bimbo (doppiato in modo irritante) e per Mattioli strafatto.
MEMORABILE: Pippo Franco, dopo 112 lettere a vuoto, sospetta che la donna amata non corrisponda.
Commedia agrodolce che, in netto anticipo sui tempi, tratta temi come l'adozione da parte di genitori dello stesso sesso. Al cinema fu un fiasco, tutto sommato immeritato, ed è stato recuperato dalle tv locali. La coppia Califano-Franco funziona discretamente e si nota lo sforzo (parzialmente riuscito) di andare oltre le solite commediacce del tempo. Una visione la merita.
MEMORABILE: A moro e conseguente risposta di Calise: - a str..! le due canzoni portanti
Favola moderna con risvolti umoristico-romaneschi tipici dei film dei primi anni '80, con un cabarettista e un cantante, nel ruolo di due scapoli che s'arrangiano come possono per tirare a campare, che adottano un bambino di colore abbandonato, dove a prevalere è Pippo Franco rispetto a Franco Califano. Si fanno notare un barbuto Maurizio Mattoli e, fresca fresca da Delitto sull'autostrada, Viola Valentino. Non un gran film, ma nemmeno così imbarazzante da essere, all'epoca, tolto dalle sale a causa dei guai capitati a Califano.
Film gradevole nella semplicità assoluta della messa in scena, tra location misere e l'evidenza degli scarsi mezzi impiegati, trasuda un'aria malinconica che si sposa bene con il soggetto e rende gradevole il tutto. Particolare il duo protagonista: il buon Pippo Franco ha la giusta verve che serve a mantenere un certo ritmo, Califano invece funziona poco come attore, risultando peraltro un po' insopportabile quando fa il piacione. Comprimari poco valorizzati come nel caso del duo femminile Valentino-Bassino, mentre Mattioli recita ingessato. Almeno non annoia.
La strana coppia composta da Pippo Franco e da Franco Califano non regala quello che si vorrebbe e il film ne risente, pur salvandosi con qualche dialogo brillante. Si nota soprattutto una povertá di mezzi e una fotografia sciatta che fanno tanta tristezza. Un vero peccato. Il cast di contorno non aiuta a migliorare le sorti. Unica fortuna è che il tutto dura un’ottantina di minuti.
Franco e Califano ben affiatati, il piccolo mulatto che parla in romanesco è di una tenerezza infinita, buono il ritmo e interessante la trama, a tratti drammatica. Poteva venirne fuori un gioiellino, anche perché accompagnato da una valida colonna sonora (a parte l'insopportabile "Chi chi chi co co co"); invece il regista, non sapendo come risolvere la questione dell'affidamento del minore, trasforma il finale in una farsa che priva di un senso l'intero film e abbassa di un pallino il voto.
MEMORABILE: Franco e Primo camminano sulla spiaggia con in sottofondo la struggente "Ragazzo mio" di Califano.
Veterano dell'erocomedy peperoncinata, Laurenti sbanda (e fa sbandare il suo pur volenteroso duo) verso il burrone del cinema fintosentimentalista che mostra il posteriore al militante buonismo parrocchiale che s'attacca al lavoro del dentista, cui neanche la rudezza di Califano può nulla. Due disgraziati in bolletta, un (odiosissimo, diciamolo) bambino abbandonato e in platea è subito diabete e pulpite, tutt'altro che leniti da gag e boutade accapponanti. Franco era ormai a pochi passi dal Bagaglino e cercare di batter cassa promuovendo ad attori i cantanti completa lo sfacelo.
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DiscussioneGugly • 3/04/08 09:26 Archivista in seconda - 4712 interventi
secondo il dizionario stracult di Marco Giusti , parte dell'insuccesso di questo film è dovuto anche al fatto che subito dopo l'uscita della pellicola Califano finì in gattabuia per questioni di droga, quindi non reggeva la sua immagine di padre, sia pure putativo.
DiscussioneZender • 3/04/08 11:27 Capo scrivano - 48365 interventi
Mah, per me a prescindere dalla gattabuia un Califano padre non mi convince molto...
DiscussioneGeppo • 4/04/08 15:54 Call center Davinotti - 4349 interventi
Mariano Laurenti lo considera tra i suoi film migliori e dei più riusciti.
Fonte: Mia telefonata con Mariano Laurenti
HomevideoZender • 8/01/09 08:35 Capo scrivano - 48365 interventi
Dalla sempre più prestigiosa collezione Geppo di Germania ecco provenire la rara fascetta New Pentax di Due strani papà.