Commedia giovanilistica che fa della vivacità e della contagiosa voglia di vivere dei suoi protagonisti la propria forza, immersi in paesaggi splendidi sotto il sole della Grecia in una vacanza improvvisata scelta da chi, più di tutti, ha la capacità di coinvolgere e guidare gli amici. Sono in tre, alle prese con esami di maturità non per tutti in apparenza semplici. Matteo (Muccino) pensa soprattutto a Carmen (Placido), la ragazza che ama, Manuel (Germano) a uscire dalle mire di sua madre che lo vorrebbe al lavoro nel negozio di animali di famiglia e Paolo (Sangiuseppe), il più timido e introverso, a superare l'esame, spinto dai genitori.
In attesa dei...Leggi tutto risultati, Matteo viene a sapere che Carmen, con la quale va a letto ma che pare sfuggente, lontana, sta per partire per Santorini con le amiche. Raggiuntala disperatamente a casa il giorno dopo, scopre dal portiere del palazzo (Papaleo in partecipazione straordinaria) che è già partita e riesce a convincere Manuel e Paolo che la Grecia è la meta ideale per le loro vacanze, altro che Spagna e Marocco come avevano già deciso! La Grecia è la vera mecca, e più precisamente Santorini (si guarda bene dal dire loro perché). I due, pur senza grandi entusiasmi, accettano e già poco dopo li vediamo sul traghetto per la splendida isola, perla delle Cicladi ("Ma che santo è Santorini?" chiede Matteo nel sacco a pelo, "Santorini, lo dice la parola: Rini", risponde Manuel), dove si stabiliranno - causa problemi finanziari - in una topaia col bagno esterno (da usare solo la mattina dalle 7 alle 9 e la sera nel medesimo intervallo di tempo) e i materassi appoggiati al pavimento.
L'espansività di Matteo e la dolcezza di Paolo attraggono nel frattempo due splendide ragazze incontrate sul traghetto, Monica (Catania) e Bea (Solarino, che conosce in questo film il futuro marito Giovanni Veronesi, e vedendola si può ben capire come lui ne sia rimasto folgorato). Con loro ci sarebbe anche Antonia detta Tony, una fotografa che tuttavia se ne resterà chissà perché in disparte lasciando alle altre due il compito di socializzare coi tre freschi maggiorenni, anche se Matteo ha in testa solo Carmen, che incrocerà sulle strade dell'isola scoprendo però che è lì insieme a un ragazzo più grande (Silvestrin), giunto sull'isola in barca a vela.
Scelta Santorini come base delle tante piccole avventure sentimentali, Veronesi ne riesce a sfruttare bene i suggestivi scorci azzeccando lo spirito libero dei suoi protagonisti, muovendoli bene sulle stradine scaldate da un sole abbagliante. Il mare, le caratteristiche case bianche arrampicate sulla scogliera, i mulini, il turismo non ancora troppo invadente, fanno da teatro perfetto per ciò che lui e Muccino stesso (co-autore con Veronesi di soggetto e sceneggiatura) hanno intenzione di raccontare. E se le scene con la coppia Sangiuseppe/Solarino sono dominate da primi piani che fanno risaltare la maliziosa, seducente espressività di lei, dall'altra parte Germano in versione romana ruspante con look quasi da punk e Muccino con l'inconfondibile parlata ("Ho la zeppola", precisa in un momento di sconforto) salgono costantemente sopra le righe urlando e sbraitando con sorprendente naturalezza, apparendo cioè credibili nei rispettivi ruoli (quantunque probabilmente irritanti, per molti).
Grazie anche a una colonna sonora in più occasioni sostenuta e ideale, che tiene alto un ritmo già svelto, il film scorre e dà voce a una certa gioventù di quegli anni, con dialoghi di tanto in tanto azzeccati, qualche simpatica battuta, un pizzico di sesso (bruciato quasi tutto nell'incipit, a dire il vero). Un'opera che diventa la quintessenza di un genere magari ingenuo, maldestramente filosofico ma pimpante, che aveva in Silvio Muccino il suo vate, per un breve periodo di tempo sulla cresta dell'onda: stravolto, depresso, eccitato, infuriato... comunque vario.
Banale, vuoto, fiacco, monotono, inutile. Vengono messi in luce tutti gli aspetti più negativi (e, cosa ben più grave, dati per scontati e inevitabili) della giovinezza, concentrati nella conclamata e non ben definita voglia di "spaccare tutto". Gli attori sono pessimi, come la regia e la sceneggiatura e non bastano certo i visi e i corpi delle belle fanciulle presenti o i panorami ellenici per rendere questa pellicola meritevole di un benchè minimo interesse.
Commedia noiosa e immatura. Il film non decolla mai e la sceneggiatura è solo un concentrato delle più trite banalità sul mondo giovanile. Vedere Muccino che filosofeggia con arie da mattatore è abbastanza insostenibile; se poi aggiungiamo i soliti moralismi da quattro soldi, le insopportabili voci fuori campo e le stucchevoli battutine da fiction televisiva il gioco è fatto. Cast pessimo, con un Muccino particolarmente insopportabile e altri attori più o meno mediocri. Decisamente mediocre anche la colonna sonora. Da evitare con cura.
Doveva essere l'esordio alla regia del Muccinino (esisterà davvero un suo pubblico?), ma Aurelio De Laurentiis ha saggiamente invitato Veronesi a confezionargli addosso il film. Di una banalità e stereotipizzazione irritante come il suo protagonista, è un film falso e addirittura anacronistico nei comportamenti giovanili. La Placido in versione strafiga comincia ad irritare. Menomale che ci sono Germano e la Solarino a risollevare un po' le sorti del film.
Film che s'inserisce nel pluri-esplorato filone del post diploma e similari (vedi Come te nessuno mai). Leggero, come è quel periodo della vita, ma a tratti un po' forzato, (come nella scena con Silvestrin) e qui sta il suo limite. Condito qua e là di facilonerie e banalità, velato dal buonismo. Germano non è male, ma è acerbo e sopratutto costretto ad un personaggio di per sè troppo stereotipato. Muccino recita se stesso, come in ogni film. La Violante ha il pregio di esser tanto carina quanto odiosa!! O.s.t. da un estate; su tutte Grignani.
Regista e produttori di questo film hanno saggiamente (dal punto di vista commerciale) cavalcato l'onda dell'astro nascente (?) Muccino jr per confezionargli addosso l'ennesimo film sui tormenti post-adolescenziali dei giovani italiani che da pellicole di questo genere escono peggio di quello che sono in realtà: il solito viaggio iniziatico (in tutti i sensi) questa volta in Grecia è lo spunto per un film totalmente prevedibile e confezionato in modo alquanto sciatto.
Il film di Veronesi (autore, nel suo passato da regista, di un paio di cose interessanti quali Maramao, il suo esordio, e Silenzio si nasce) è una furbata "nostalgico-vanziniana" con Violante Placido nel ruolo della stronzetta snob che fu delle varie Antonella Interlenghi e Sharon Gusberti, Elio Germano in quello del coatto alla Claudio Amendola"prima maniera", Giuseppe Sanfelice in quello di Gianni Ansaldi in Sapore di mare (finanche meno intellettuale e più nazional-cattolico-popolare, con tanto di immaginetta di Padre Pio nel portafoglio).
Che ne sarà della mia generazione, mi domando, se questi film continueranno a spopolare. Un coacervo di immaturità e banalità risibili, sullo sfondo di quella Grecia da zoccoleggiamento che probabilmente ispirò Bisio quando scrisse la sua "Rapput". Muccino, immerso in una filosofia takeaway, non fa che recitare sé stesso. Gli unici con un minimo di verve sono Germano e la Solarino, che però meriterebbero dei personaggi meno sciatti. Piuttosto fastidiosa la Placido.
MEMORABILE: La scena in cui compare Rocco Papaleo.
Tranquillamente da annoverare come paradigma del film italiano generazionale fintamente carino, visceralmente odioso, prepotentemente fasullo. Il bello è che Muccino il piccolo non è per nulla al suo peggio, Veronesi dopo un paio di clamorosi tonfi dirige con discrezione e c'è pure un cast di supporto (Germano, Solarino) che funziona. Tutto ciò però non fa che segnalar ulteriormente un'ipocrisia (di scrittura e al contempo produttiva) imbarazzante. Il rigore "leggero" di Domenica d'agosto è d'altri tempi, ma almeno la naivetè e la grazia dei Vanzinas...
Per quanto indubbiamente "furbo", questo film di Veronesi risulta scorrevole e piacevole. Visivamente è buono e, nonostante spesso abbondi di cartolinerie, la Grecia è fotografata benissimo. Per quanto riguarda la sceneggiatura non presenta buchi o intoppi: il suo unico difetto è di scadere in qualche frase fatta (ma quale giovane non le ha mai usate!) e faciloneria narrativa (il personaggio della Saunders: irritante la sua voce narrante e brutta come figura scenica). Comunque secondo me è buono e la triade Muccino-Germano-Sanfelice azzeccata.
MEMORABILE: La litigata tra la Placido e Muccino su un picco roccioso.
Cavalcando l'onda del successo di Muccino, nonostante zeppola e recitazione scadente, Veronesi impacchetta un film spot per l'isola di Santorini, dove farcisce di dramma e angoscia l'adolescenza di tre ragazzi post-maturità. Lo sconforto è talmente avvolgente che ci si aspetta un cataclisma da un momento all'altro: la vita spensierata dei giovani d'oggi è andata a farsi friggere, fustighiamoci fino all'espiazione totale delle colpe. Germano è l'unico che porta un barlume di luce, grazie a qualche battuta e alla recitazione sopra la media.
MEMORABILE: Elio Germano: "Signorina, ma è vero che in Grecia non esistono due scalini alti uguale?"
Commediola giovanilistica che narra di sogni e speranze di tre ragazzi. Situazioni abbastanza stereotipate con sballi e amorazzi estivi. Muccino è insopportabile nel suo filosofeggiare e nelle sue puerili reazioni isteriche. Sicuramente convincente Germano, che manda avanti la baracca con la collaborazione della magnetica Solarino.
A quanto pare, la performance di Muccino in goliardate tipo Come te nessuno mai ha fatto venire la brillante (!) idea di lanciarlo come stereotipo dell'adolescente rintontonito. Così Veronesi, già non proprio Scorsese di suo, qui gioca a imitare Muccino senior con una storiella di rara scipitaggine, che prevede il riciclo dell'incredibile Silvestrin, il reclutamento della sua compagna (sic) Valeria Solarino e un'incomprensibile comparsata di Papaleo. Efficace solo Pino Quartullo.
Solito Veronesi, solita commedia adolescenziale zeppa di stereotipi e luoghi comuni, solito Muccino inguardabile e irritante. Cosa altro c'è da dire!? Niente, a parte una fotografia discreta. Anche se ci voleva poco vista comunque la bellezza naturale dei luoghi dove è ambientato il film. Ancora una volta il viaggio inteso come esperienza iniziatica non serve a tirare su la baracca. Cast infimo (compreso Germano) e finale ultratrash.
Al termine della maturità un gruppo di amici cerca di scoprire il proprio posto nel mondo approfittando di una vacanza nella splendida Santorini. Il film ha il demerito di prendersi troppo sul serio, cercando poi soluzioni estreme e definitive francamente forzate. La classica interpretazione affannosa di Muccino (che sembra essere rimasto sempre a Come te nessuno mai), non aiuta a empatizzare con il protagonista. Poco fumo e pochissimo arrosto.
Commedia generazionale diretta con buon mestiere da Veronesi, vivace, fresca, spontanea nella recitazione degli attori (con la Solarino e Germano una spanna sopra gli altri). L'ambientazione greca favorisce il clima giovanilistico che si respira, con storie semplici ma che coinvolgono (e a tratti quasi muovono alla commozione). Si sorride spesso, anche per le ingenuità dei personaggi, mentre la sceneggiatura non si propone niente di più che creare un piccolo spaccato post liceale. Buono.
I primi minuti del film già sono indicativi del clima che si respira (non tutti dopo la maturità hanno fatto viaggi del genere o altre cose narrate nel film) in questa pellicola. Si salvano la canzone del titolo e l'interpretazione di Germano e della Saunders (pur senza raggiungere alte vette), gli altri offrono prove scadenti. Al confronto Tre metri sopra il cielo sembra L'età dell'innocenza.
Ah, le domande autorispondentesi! Il peracottismo patrizia cine-categoria dello spirito? Il buongiorno si vede dal Muccino? Il giorno dopo gli esami (patiremo anche la notte prima), a cercar la propria bella per ritrovar se stessi: vada (dove sappiamo) il cosa, a ridurci a mal partito è il come mai ma chi sarai per fare questo ammè. Tanto c'è la cartolina della Grecia a rappezzar la voragine. Laggrecia! Ricordate quando a 10 anni ci si divertiva a ripetere ionico in ffww? Ecco. Auto-pacca sulla spalla: il cinema italiano non è solo questo e cinema come questo non lo impone la mutua.
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puo considerarsi il sequel del primo film di Muccino e Muccino jr del 1999 Come te nessuno mai; anche qui ritroviamo oltre al fratello anche Giuseppe Sanfelice interpreta l'amico di Muccino, ruolo che aveva appunto interpretato in Come te nessuno mai, con il nome di Ponzi; anche Enrico Silvestrin che nel primo film di Muccino interpretava il fratello di quest'ultimo qui interpreta uno snob invaghitosi di Carmen (Violante Placido); anche il filone della storia sembra partire dalla fine di come te nessuno mai, infatti i 3 amici appena diplomati fanno un viaggio;
sarà analogo lo spunto ma i due film sono assai differenti tra loro; il film di Muccino mi è sembrato più sincero come ispirazione, quello di Veronesi il mal riuscito tentativo di cavalcare una moda
Galbo ebbe a dire: sarà analogo lo spunto ma i due film sono assai differenti tra loro; il film di Muccino mi è sembrato più sincero come ispirazione, quello di Veronesi il mal riuscito tentativo di cavalcare una moda
si si assolutamente, Come te nessuno mai e' molto superiore, tutto regia, sceneggiatura.