Con un occhio puntato al romanzo giapponese di Kotaro Isaka da cui è tratto e un altro al cinema di Guy Ritchie, BULLET TRAIN è un fumettone catastrofico diviso in due parti: una prima più parlata e una seconda in cui esplodono definitivamente azione e violenza, con qualche timido richiamo a SPEED dal quale si riprende pure la Bullock (fisicamente presente solo nel finale). L'ambiente unico è il velocissimo treno giapponese Shinkansen, che porta da Tokyo a Kyoto e sui cui vagoni salgono i tanti personaggi destinati a incrociare le loro vicende, da ricondursi in ultima analisi tutte a un ferocissimo villain chiamato "La...Leggi tutto Morte Bianca" (Shannon, doppiato da Pino Insegno). Ognuno di loro (presentato, manco a dirlo, con fermo immagine e sovrimpressione grafica del nome) entra in scena per portare a termine un compito ben preciso: Ladybug (Pitt), guidato dalla voce via telefono (della Bullock, da noi doppiata da Anna Cesareni) di chi l'ha ingaggiato, deve sottrarre una preziosa valigetta a due criminali, Lemon (Henry) e Tangerine (Taylor-Johnson), i quali hanno l'incarico di consegnarla alla Morte Bianca assieme al figlio di quest'ultimo, in viaggio con loro. Ma sullo stesso treno vi sono anche Prince (King), ovvero una spietata ragazza che ricatta un altro passeggero (Koji), il vendicativo Wolf (Bunny) e l'avvelenatrice Hornet (Beetz).
Tutti insieme hanno nel film lo scopo di generare equivoci che favoriscano l'andamento grottesco di molti dialoghi (non dimentichiamo che il regista David Leitch è quello di DEADPOOL 2) nel tentativo - invero piuttosto riuscito - di mescolare black humour e azione splatter secondo i dettami del cinema moderno, che dall'unione di questi generi ha spesso ricavato buoni successi. E così ci si prepari a fiumi di parole, nei momenti più azzeccati capaci di portare al sorriso ma talvolta fonte di sterili scambi autocompiaciuti che di fronte a oltre due ore di durata si sentono. Fortunatamente la verve degli elementi del cast più dotati in chiave umoristica aiuta a superare le pause, con un Taylor-Johnson che spicca e che si ritrova, col "gemello" Henry, a dividere i botta e risposta più felici e arguti. Se l'insistenza di quest'ultimo per le citazioni al TRENINO THOMAS (un celebre cartoon) suona a lungo andare fasulla, Tangerine è un argento vivo carico e azzeccatissimo, ideale per il ruolo assegnatogli. Pitt si conferma valido commediante, gli altri seguono il copione con meno grinta e - come nel caso della King - dando origine a personaggi eccessivamente costruiti, privi di spontaneità. Ad ogni modo la sceneggiatura ha intuizioni felici, procede con flashback improvvisi relativi ai diversi “partecipanti” (e perfino a una bottiglietta d'acqua!) che aiutano a chiarire una trama parecchio ingarbugliata movimentando il ritmo, che Leitch gestisce con disinvoltura.
Nulla di nuovo negli scontri ravvicinati, nei corpi che volano al di fuori dei vagoni, nell'esageratissimo scontro finale... Si muore a grappoli tra anonimi criminali mascherati fatti a fette, teste che esplodono, arterie che sprizzano sangue in un delirio splatter inoffensivo e caricaturale che frutta però al film il VM 14. A tratti ci si diverte, si sale sull'ottovolante e ci si lascia trascinare nel vortice fino al gran finale, con azzeccate cover giapponesi di classici come "I Need a Hero" o "Staying Alive" (in apertura) ad arricchire il poderoso sonoro. Un giocattolone fine a se stesso magari un po' sciocco, tronfio, logoro ma dinamico al punto giusto, in più punti sollazzevole. Poi certo, la voglia di sorprendere porta a "resurrezioni" che squalificano ogni vago tasso di credibilità e, anche se è chiaro quanto il terreno sia quello della ricercata improbabilità, l'impressione è spesso quella di una malcelata presa per i fondelli. Simpatico cameo di Channing Tatum tra i passeggeri del treno e.. occhio ai titoli di coda.
Non è facile incasellare il film, un po' d'azione e un po' commedia, come certi western. L'ambientazione è però diversa, un futuristico treno giapponese, ma l'effetto è comunque piacevole, specialmente grazie a un Brad Pitt travolgente. Alla buona resa finale concorrono però anche gli altri protagonisti, abili a caratterizzare i propri personaggi (menzione d'onore per i "gemelli"), e scene d'azione ben orchestrate. Peccato per un'eccessiva lunghezza e qualche digressione evitabile.
Divertente e fracassone, autocompiaciuto del suo essere stiloso e grottesco ma non troppo come certo cinema di Tarantino. Un film che ha una sceneggiatura fatta a scatole cinesi, tanti combattimenti assurdi e ben coreografati e un umorismo contagioso che a volte strappa grasse risate. Non è esente da difetti (la durata in primis, con alcuni momenti verbosi e flashback di troppo) ma può piacere sia ai puristi dell'action che a chi cerca qualcosa di più leggero. Brad Pitt in grande spolvero, bene in parte, attorniato da bravi comprimari. Buono.
Su un treno giapponese ad alta velocità si incrociano vari personaggi più o meno criminali, tutti interessati al contenuto di una misteriosa valigetta... Action fumettoso iper-citazionista con personaggi che continuano a scambiarsi battute anche nelle situazioni più improbabili e, quando sono morti, non è detto che restino tali a lungo. Il rischio della stucchevolezza è almeno in parte evitato dal ritmo culminante nel pirotecnico finale e dalle prestazioni degli attori con Pitt rilassato, Taylor-Johnson tonico, Shannon cattivissimo. Si guarda piacevolmente e si dimentica in fretta.
MEMORABILE: Mezzo pallino in più per il look di Shannon versione capello lungo
Un cubo magico ed hellraiseriano di multiplot che tutto/i sprofonda in una juggernautica dimensione dell'action e innesca uno straussiano-kunderiano walzer di fraintendimenti e fraestendimenti tra killer i cui destini si incastrano a mo' di tetris, un sollazzato parcogiochi attoriale a cui non ci si può non affezionare, lo splatter filibustiere quanto basta, l'autoironia giostraia, un rubare ai Ritchie per ridare ai poveri di spirito tarantiniano il senso primo come ultimo dell'Oltre. Facendola sintetica: un'alluvione fiorentina di vaniglia sotto alla quale improvvisarsi Gene Kelly.
Allegra cavolataction con personaggi da cartone animato, che quando non si sparano se le danno di santa ragione. Sembra realizzato per prendere in giro la categoria dei film con violenza e trame da tutti contro tutti, ma principalmente per divertire il pubblico con scontri al limite dell'assurdo e scambi verbali sulla stessa falsariga. Pitt dà l'idea di divertirsi parecchio, come se si fosse preso una vacanza dai soliti personaggi più attinenti alla realtà; e di questo la pellicola ne giova. Certo, il minutaggio è eccessivo, visto il genere, ma nel complesso un'occhiata la merita.
MEMORABILE: "Assumiti le tue responsabilità TUUU TUUU"; Gli occhiali Momonga; Matrimonio con sorpresa; "Ma va a pascolare cazzi"; Il viaggio della bottiglietta.
Giocattolone action, e non poteva essere altrimenti da chi ha girato Atomica bionda o prodotto John Wick ma soprattutto ha una storia da stuntman. Le scene di combattimenti infatti si sprecano e sono girate impeccabilmente. Il film ha anche il pregio di non prendersi mai sul serio, anzi, ha spesso dialoghi molto divertenti e surreali. Sorprendenti le varie apparizioni di star, la più fugace senz'altro quella di Ryan Reynolds, ma ci sono anche Tatum e la Bullock. Ogni tanto si va un po' troppo sopra le righe e si cerca la risata a tutti i costi ma nel complesso funziona.
Classico film in cui la trama è un mero pretesto per allestire un pirotecnico spettacolo cinematografico fatto di azione e ritmo elevato, con un plus rappresentato dall'ambientazione su un treno giapponese ad alta velocità. Il risultato è divertente, al netto di una durata eccessiva, grazie all'eccellente comparto tecnico e a un ottimo gruppo di attori capaci di non prendersi mai sul serio (l'ironia qui è fondamentale), con particolare riferimento a Brad Pitt e ad Aaron Taylor Johnson. Non sarà un capolavoro ma è godibile.
Una serie di strani e per certi versi inquietanti personaggi si ritrovano su di un treno ad altissima velocità con il compito di recuperare una preziosa valigetta. Le cose prenderanno poco alla volta una bruttissima piega. Interessante film di Leitch la cui regia assomiglia molto per stile a quella di Tarantino. L'opera è un grande fumettone iperviolento e irriverente che gioca molto con le citazioni e che non si fa mai prendere veramente sul serio. L'azione e l'adrenalina scorrono a fiumi, ma tutto è molto esagerato. Il personaggio interpretato da Brad Pitt (Ladybug) è memorabile.
Baracconata che viaggia a tutta velocità tra Tokyo e Kyoto: appoggiandosi a un immaginario che spazia dai manga fino all'ingombrante presenza di Tarantino, Leitch mette su uno spettacolo a modo suo coinvolgente. Spari, botte, serpenti, treni che volano, capelli che svolazzano, katane: c'è tutto quello che serve per ricreare quell'epos giappoposticcio ormai quasi familiare. Si diverte lo spettatore e si divertono anche gli attori. L'inciampo di una durata anch'essa esagerata toglie un po' di immediatezza, che per il genere è un peccato abbastanza grave. Videoludico.
Un gruppo di sicari si ritrova su un treno alla caccia di una valigetta, ognuno a suo titolo. L’impronta è orientale nei concetti e relative vendette, anche se viene cercato un tocco più internazionale con un umorismo alla Guy Ritchie. Trama che, sebbene ci si trovi solo nei vagoni, ha bisogno più volte di spiegazioni riassuntive per capire chi uccide chi e che viene ulteriormente caricata con l’ingresso di Shannon. Pitt fa da richiamo, ininfluente la King, Taylor-Johnson è il migliore. La seconda parte ritorna nei canoni più filosofici ma viene rovinata dal catastrofismo gratuito.
MEMORABILE: La rottura del vetro del treno in corsa; L’antidoto; La bottiglia d’acqua; La presentazione di Shannon.
Tratto dal romanzo giapponese di Kotaro Isaka: su un treno ad alta velocità si incrociano gli incarichi di cinque serial killer. Azione pura. Intrattenimento di buon livello. Scorrevole e a tratti confusionario. Brad Pitt in un ruolo alquanto svampito sembra trovarsi più che a suo agio. Regia davvero notevole ed efficace di David Leitch. Mediocre la colonna sonora.
Sette killer dentro un treno, tutto può andare storto. Simpatica giostra imbastita su di una violenza pulp-fumettosa, tra dialoghi al fulmicotone e personaggi che spingono l'eccesso sino al parossismo. Il ritmo tonitruante e tutti i panegirici di sceneggiatura mantengono quanto promesso, nonostante l'alchimia occidentale-orientale resti più superficiale del previsto e il film, al netto di tutto, alla fine esponga il lato fracassone della classica Hollywood. I venti minuti finali eccedono con i plot twist e appesantiscono una visione altrimenti scorrevole. Plauso al cast.
MEMORABILE: "Vai a pascolare cazzi"; La prospettiva della bottiglietta; L'ascesa al potere di Morte Bianca; L'esito del matrimonio.
Un buon action in linea con l'attuale alta qualità nel genere. L'intrattenimento è garantito dalla buona mano di Leitch che confeziona iperboliche scene di combattimento, con un andamento che è un giusto mix fra videogioco e fumetto. Caratterizzazione dei personaggi più che valida con qualche punta di genialità (la fissazione di Brian Tyree Henry per Il trenino Thomas) e una dosa di ironia che non guasta mai. Il cast è scelto con dovizia e vi spicca la prova del sempre talentuoso Aaron Taylor-Johnson (anche se Pitt è convincente in un ruolo per lui diverso dal solito).
MEMORABILE: La strage al matrimonio; Il tragitto della bottiglietta; La scene posta dopo i titoli di cosa.
Ovvero il trenino dei bulletti o i bulletti del trenino. Naturalmente, manco a dirlo, bulletti tutti profondamente simpatici ancorché o proprio a causa del, loro palpitante disadattamento e della disfunzionalità affettiva. Perfettamente funzionali invece la regia di Leitch e, soprattutto, lo script sincretico che artificiosamente interpola tarantinismi, manganate, action, humour e chi più ne ha più ne metta, purché il treno arrivi in fin troppo perfetto orario. Nella "galleria" di locomotive citazione d'obbligo per l'etica ferroviaria di Tyree-Thomas. Veloci vanno e fan ciuf ciuf.
Più Ritchie e Tarantino (con tanto di accenni splatter memori del primo Kill Bill) che classica pellicola d'azione, un prodotto che trova come maggior limite i suoi tentativi di vivacizzare la materia narrativa, tra troppi flashback, musiche ruffiane e umorismo non sempre di prima mano. Dall'altro lato il film, sempre puntuale nel ritmo, diventa notevolissimo quando si lascia andare ai suoi eccessi rocamboleschi tanto privi di logica quanto impeccabili a livello di adrenalina, come nell'ultima mezz'ora. Cast di buon livello, dominato da un Pitt praticamente perfetto per la parte.
Divertissement filmico che riesce nell'intento anche se richiede un minimo di pazienza nella parte iniziale, che accumula parole su parole e potrebbe indisporre chi guarda. Però gli attori ci sono, calibrati con i giusti pesi e protagonisti di incroci e caratterizzazioni azzeccate, con la palma dei migliori che va a Pitt (specie nel finale) e Taylor-Johnson. La parte centrale incrementa il ritmo, vede entrare e uscire nuove facce e prepara il terreno per un finale divertito e roboante come il genere richiede.
L'idea di concentrare su un treno ben sette killer - alcuni a dir poco bizzarri - per motivi che verranno svelati poco a poco, è stuzzicante. E infatti il film mantiene la "promessa" di divertire, a patto ovviamente di amare il genere e di non badare alle incredibili esagerazioni (alcune quasi da fumetto, tipiche di queste pellicole). E così tra mazzate, risate, omicidi, botti, scoppi, sangue e molto altro, forse troppo, le due orette passano in fretta grazie anche a un ritmo che si mantiene su buoni livelli. Si arriva alla fine sazi e abbastanza soddisfatti.
MEMORABILE: Il gabinetto con l'avviso "Attenzione, serpente"; La fissazione di Lemon per il trenino Thomas.
Specialista di film action, finora impiegato con buoni risultati in sequel e spin off, ma anche regista ombra del primo John Wick, Leitch qui si palesa come il più tarantolato dei tarantiniani, proponendo una storia in cui la valigetta di Pulp fiction diventa l'assoluta protagonista. Insieme ai sicari presenti sul treno, sette, forse per richiamo a un classico del cinema giapponese. Ne esce un potpourri divertente, giocato sul confronto-scontro tra culture (ci sono anche quella latina e l'immancabile russa, apice della violenza) con Pitt a suo agio in un ruolo autoironico. Godibile.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.