Note: Aka "I 7 samurai". Il film circola in versioni di diverso minutaggio. Quella integrale è di 207', disponibile in dvd sottotitolata (la versione doppiata in italiano dura circa 145').
Un film commovente ed emozionante, visivamente straordinario grazie ad una fotografia sublime e una ricerca delle luci maniacale, capaci di enfatizzare i momenti più significativi del film. Innumerevoli le scene cult: il linciaggio del primo brigante, il funerale del samurai, l’incendio del mulino, la spettacolare, straziante battaglia finale. Grazie anche ad un livello di recitazione straordinario, il film possiede una forza non comune che non sente assolutamente il peso degli anni. Da vedere in versione integrale e lingua originale.
Capolavoro di Kurosawa: una storia ormai divenuta leggendaria in quanto citata, plagiata e rifatta in ogni salsa, dal west allo spazio. Un gruppo di contadini ridotti alla disperazione assolda dei samurai senza padrone per difendersi dall'arrivo di un gruppo di briganti pronti a derubarli di tutti i loro (pochi) beni. Il film vive molto sull'attesa della battaglia, che copre tutta la splendida parte finale, ma dire che ci sia anche un solo momento di stanca in oltre 200' sarebbe una bugia bella e buona. Da vedere, ma solo in versione integrale.
Alla fine del film ho capito che tutto il mondo del cinema (e non solo) deve dire grazie a Kurosawa per aver girato questo film. Un film che si vede come si legge un libro, una storia dove ogni spettatore può elaborare la propria metafora. Mifune è semplicemente un ottimo attore. Sergio Leone avrebbe fatto i suoi western senza Kurosawa? Chi lo sa... ma forse ha avuto una grossa influenza su di lui.
Narrazione epica con forti sottolineature dei sentimenti umani. Un disegno dei personaggi e una successione degli eventi (dramma, reclutamento dei samurai, addestramento e lotta) che verrà presa ad esempio più volte. Alla fine le scene di battaglia non mi hanno impressionato troppo, forse ci sono troppi campi lunghi. Non sono sicuro della necessità delle tre ore (per quanto gli eventi siano raccontati con un certo brio), della lingua originale sì. Il commento sonoro è potente, concepito in modo rigoroso ma estremamente efficace.
Contadini ingaggiano dei samurai per difendere il loro villaggio dai banditi. Kurosawa allestisce un grande poema epico (con accenti omerici in alcuni momenti della splendida battaglia finale o ariosteschi nelle sequenze nel bosco) per raccontare una piccolissima storia, mettendo a punto un film che racchiude un universo di vicende, accenti, visioni e significati. Se Mifune è bravo ma un po' sopra le righe per gli standard occidentali, tutti gli altri colpiscono per l'intensità e la misura. La durata è oceanica (oltre 3 ore!), ma necessaria.
I sette samurai è uno dei pochi pilastri della settima arte a non essere scalfito dal passare del tempo. Anzi, ad ogni visione si comprende sempre di più la sua importanza e la sua profondità. Kurosawa innesta la tradizione dell'epica giapponese in quello che diventerà il capostipite di infiniti film western e d'avventura. La versione integrale dura 200 minuti, eppure non vi è una sola scena superflua. Il cast, guidato da Mifune e Shimura, è straordinario. Da vedere in lingua originale.
Stupenda ed immensa epica giapponese. A distanza di mezzo secolo quest'opera di Kurosawa possiede ancora una freschezza tale da lasciare sbalorditi. Sceneggiatura semplice ma eccellente, ottima fotografia, prove attoriali impeccabili: lo sgangherato Mifune, con tutte le sue clownesche sbruffonate, è di una spassosità fuori dal cumune. In definitiva un capolavoro ma, per via del minutaggio fantozziano, "solo" 4 pallini e mezzo.
Tra i capolavori di Akira Kurosawa (e forse il suo film più riuscito in assoluto) presenta un mirabile contrasto tra atmosfere bucoliche e clima di tipo bellico. Molto riuscita la caratterizzazione psicologica dei personaggi ed eccellente la fotografia (che prevede uno studio accurato della luminosità di scena). Lunghezza non indifferente che tuttavia non appesantisce minimamente il film.
Sicuramente una pietra miliare per molti generi cinematografici, non si può negare che deve la sua fama all'originalità della pellicola ai tempi dell'uscita. Ad oggi i quasi 200 minuti appesantiscono un po' troppo il film. Lo stile recitativo un po' sopra le righe di Mifune può anch'esso risultare eccessivo, ma compensano il tutto l'ottima regia e fotografia.
Bella storia che si svolge nel Giappone del 500 e già per questo affascinante. Si parla di samurai valorosi guerrieri, di amicizia, ma anche della bassezza umana e della paura. Mifune può sembrare un personaggio forzato (certo il modo di recitare giapponese è molto diverso da quello occidentale), ma la sua storia personale spiega il suo modo di essere... Tutti i personaggi sono ben delineati tra arti marziali, dramma e avventura. Notevoli anche l'ambientazione, le foreste e giorni di pioggia.
Uno dei tanti capolavori firmati dal quel genio di Akira Kurosawa. I protagonisti (su tutti il folle ed eccellente Toshiro Mifune) vengono ingaggiati dai contadini per rispondere ai continui soprusi dei briganti che saccheggiano il villaggio. Stilisticamente perfetto e corroborato da una struttura narrativa precisa ed esauriente che rende al meglio tutte le sfaccettature dei personaggi, il film rimane un'opera unica nel suo genere che ancora oggi viene ammirata e copiata. Capolavoro assoluto.
In questi samurai c’è un orgoglio, un senso del dovere, un’attitudine e una fierezza dalle sembianze epiche. La struttura narrativa adottata da Kurosawa riesce ad estrapolare sensazioni e disillusioni, obiettivi e strategie; scandaglia in profondità l’animo nobile dei samurai e degli abitanti del villaggio. Il clima di guerriglia impresso in un’atmosfera sospesa dai mille pensieri, in un ambientazione grondante di fascino avventuriero. Sontuosa la fotografia di Nakai, memorabile l’eclettico Mifune, folgorante l’intensità dei combattenti.
Epico film di Akira Kurosawa, tre ore di lunghezza ma che non pesano minimamente e senza alcuna scena superflua. Ottima sceneggiatura, tutti personaggi molto ben delineati psicologicamente (Kikuchiyo, interpretato da Toshiro Mifune, su tutti) e un eccellente lavoro alla fotografia. Anche la colonna sonora contribuisce alla riuscita del film nei momenti più memorabili. Il film verrà poi riproposto in chiave western nel famoso I magnifici sette.
Alla base vi è una storia essenziale, semplice, di cui viene presentato brevemente il problema, il tentativo di risolverlo, la risoluzione. La sceneggiatura è ben fatta e la regia è magistrale. Tuttavia devo ammettere che qualche atteggiamento mi è sembrato un po' buffo, qualche discorso sconclusionato; inoltre avrei eliminato qualsiasi forma di comicità, in contrasto con la tragica vicenda del disperato villaggio. Sicuramente Kurosawa ha dato vita a un'opera mirabile sotto diversi punti, ma forse il film è leggermente sopravvalutato.
Quello che colpisce è la facilità con la quale si riesce ad arrivare a fine visione, pur trattandosi di un film lungo oltre 3 ore. Non ho visto una scena che avrei tolto o un dialogo che non sia utile alla ricostruzione psicologica e ambientale. Affascinante la fotografia (vedi i ragazzi illuminati da un fuoco notturno all’interno della capanna), le scene di lotta sono di un realismo essenziale, senza ricerca di spettacolarità gratuita. Mifune, con licenza di gigioneggiare, sintetizza l’accostamento comicità-tragedia tipica dei Manga.
MEMORABILE: La maschera teatrale degli avviliti contadini; Kikuchiyo e i suoi drammi interiori rivelati quando salva un bambino.
Dopo 60 anni non ha perso forza e grazia. Magistrale uso delle luci e dei chiaroscuri, che fan sbocciare scene davvero magiche (come quella nel bosco immersi nelle margherite). Bellissima la storia, ancora godibili le scene d'azione, anche se purtroppo il ritmo nella battaglia finale rimane uniforme e si sente la mancanza di un "crescendo" epico. Mifune nel suo istrionismo riesce a non sembrare teatrale, ma a creare un personaggio sinceramente istrione. Necessario il giapponese, lingua a mio parere sgradevole, ma perfetta in bocca ai contadini.
Insieme a Rashomon è il film che ha sdoganato sul piano internazionale Akira Kurosawa. Da questo film molti registi, soprattutto occidentali, prenderanno spunto (da I magnifici sette a Lo chiamavano Trinità). Il respiro epico è presente in tutto il film, anche se, francamente, 3 ore e 10 di film non sono facili da mandare giù. Però stiamo sempre parlando di grande cinema.
Solo per il suo valore archetipico, il film di Kurosawa sta su un piedestallo cui pochi altri possono aspirare. A sessant'anni di distanza è tuttora un piacere e un divertimento autentico per lo spettatore, con un equilibrio perfetto tra i diversi toni e momenti, che raramente si riesce a ottenere. Onestamente la durata non è del tutto irrilevante e qualche momento faticoso l'ho intravisto, ma sono minuzie. Splendido cast, egemonizzato dal saggio (e ieratico) Shimura e dal fool Mifune, irrefrenabile samurai di umili origini. Leggenda.
Spettacolare epopea e tuffo nel mito dei samurai e della cultura giapponese del XVI secolo. I Magnifici Sette ne è una versione semplificata, perché questo precursore ha molto di più, non si lascia permeare troppo da nessun genere in particolare e racconta la storia con semplicità ma allo stesso tempo aprendosi a diverse chiavi interpretative. La durata è sfiancante ma non ci si annoia mai. Personaggi caratterizzati perfettamente. Uno dei capolavori di Kurosawa.
Una delle opere più importanti di Kurosawa, merita di essere vista nella versione integrale. Quello che emerge è un mondo fatto di persone, uomini e donne, contadini, samurai e predoni, dotati di una mimica facciale/gestuale ricca ed efficace, nonché di sentimenti riconoscibili e molto lontani dai soliti cliché sull’estremo Oriente. Un grande storia che, a dispetto della sua durata, non stanca lo spettatore perché dotata di una trama ben costruita, che cattura, coinvolge e spinge a vedere come andrà finire.
Uno dei passaggi necessari nella storia del cinema, in cui ogni elemento è al suo posto e ogni inquadratura abitata da una totale e consapevole padronanza del mezzo. Due mondi a confronto - quello cittadino e quello campagnolo - legati dal l'energia plastica di Mifune/Kikuchiyo, icona irripetibile, che filtra ogni proiezione morale identificata dagli altri protagonisti. Tra volti saturi, codici medievali e amanti sparsi tra i fiori, un cammino epico; capace di parlare ad ogni spettatore come ogni capolavoro classico.
MEMORABILE: Kikuchiyo ubriaco; La struttura narrativa; La fotografia e gli stacchi.
Contadini di un villaggio assoldano sette samurai per difendersi dai briganti. Anche se ambientato nel fine Cinquecento, il film assume i connotati universali delle battaglie tra il Bene e il Male. Ben distribuiti i caratteri psicologici tra i diversi protagonisti, mettendo in risalto il capo stratega e l'animalesco Mifune. Inquadrature studiate nei particolari e ultima lotta sotto la pioggia dal sapore epico. Qualche contenuto più leggero lo avvicina al cinema occidentale.
MEMORABILE: La bandiera issata; La spunta dei morti; Le trappole per i cavalli; I tre fucili.
Pietra miliare del cinema mondiale, "I sette samurai" mantiene anche a parecchi decenni di distanza dalla sua realizzazione una forza epica non comune. Però le quasi tre ore e mezza di proiezione sono un poco eccessive, e la pellicola deve scontare una prima parte che poteva essere snellita, senza che il quadro finale risultasse penalizzato (anzi...). Ottime le interpretazione di tutti gli attori, ma il personaggio impersonato da Mifune è un po' troppo sopra le righe (ma la performance di Toshiro è da standing ovation). L'ora finale è da scuola del cinema.
Capolavoro di Kurosawa. Magnetico, epico e avvincente ammantato da un ipnotico bianco e nero. Dietro l'apparente eroismo e altruismo della vicenda dei sette guerrieri ai quali viene commissionato di difendere un villaggio dalle scorribande di briganti armati, si cela inesorabile e amaro lo j'accuse del cineasta contro la miseria umana. Ne escono con le ossa rotte tutti: gli avidi e feroci ladroni così come i pusillanimi e ipocriti contadini. E anche i samurai risultano mossi da un dogmatico codice d'onore o semplicemente dalla fame.
MEMORABILE: Mifune millanta nobili origini ma è un buffone figlio della terra; Il miglio; Il duello mortale per futili motivi.
Probabilmente il capolavoro per eccellenza di quel genio quale è Kurosawa e una perla del cinema in toto. Malgrado la durata decisamente importante, il film riesce a essere epico dalla prima all'ultima sequenza, grazie a caratterizzazioni ottime e a una cura quasi maniacale della fotografia e della gestione dei ritmi. Ottimi Mifune e il cast di contorno, che riescono a dare caratteri psicologici ai protagonisti con sfumature sociali e morali. Un capolavoro ancora oggi copiato e osannato.
MEMORABILE: Le scene di battaglia.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Mi associo al doveroso ricordo di un regista assolutamente straordinario.
DiscussioneFuretto60 • 22/01/14 16:39 Call center Davinotti - 45 interventi
Inizialmente non ero convinto della scelta di seguirlo in lingua originale, ma ho presto cambiato idea: l'intensità della recitazione, pur non capendo un accidente di quanto detto, si perde nel doppiaggio, che è buon ma non eccelso.
Pensandoci, e volendo estremizzare, è un film che si potrebbe addirittura seguire senza sottotitoli tanto tutto è esplicito.
HomevideoFuretto60 • 22/01/14 16:56 Call center Davinotti - 45 interventi
Nel 2004 la Mondo Home edita un'edizione in cofanetto a doppio disco a tiratura limitata e numerata con allegato libro biografia del regista.
Nel primo disco c'è il film nella versione integrale (dichiarati 192 min.) con testo e sottotitoli ita-giap; nel secondo trovano posto gli extra:
prima versione con doppiaggio orig. (116 min.)
audio commentary del critico C. G. Fava
a. c. del maestro di Dayto Ryu T. Certa
dietro le quinte con intervista a Kurosawa (43 min.)
biografie e filmografie varie
(il numero della copia è riportata sul cofanetto, ma non quello della tiratura complessiva)
Il DVD in versione integrale permette di capire come le scelte operate in fase di montaggio, escludendo parte dell’opera, soprattutto i dialoghi, abbiano penalizzato l’introspezione psicologia dei personaggi a favore delle scene d’azione (anch'esse in parte escluse). Quello che emerge è un mondo fatto di persone, uomini e donne, contadini, samurai e predoni, dotati di una mimica facciale/gestuale ricca ed efficace, nonché di sentimenti riconoscibili e molto lontani dai soliti cliché sull'inespressività degli asiatici.
L'edizione blu-ray Sinister, che dovrebbe uscire domani, consta di ben 3 dischi. Sul primo (BD50): versione integrale (207') del film Sul secondo: (BD25): versione cinematografica italiana (105') Sul terzo (BD25): gli extra: dietro le quine (49') Intervista a Kurosawa (116') teaser- 3 trailer cinematografici- galleria fotografica Inoltre: booklet di 24pagine con un saggio di Marco Giusti
A proposito del premio ottenuto dal film al festival di Venezia del 1954, Akira Kurosawa affermò che "invece dei Sette Samurai, a Venezia, hanno visto i Tre samurai e mezzo", trattandosi della versione ridotta del film. [fonte: WIkipedia, a sua volta tratta dai Contenuti Speciali a cura di Claudio G. Fava, realizzati per l'edizione speciale del DVD edito da Mondo Home Entertainment]
Il dvd della Mondo (disco singolo) in mio possesso ha una durata leggermente inferiore ai 192', corrispondente quindi a quello dell'edizione speciale (sempre edito da Mondo). Anche tenendo conto della "velocizzazione" dovuta alla trasposizione in PAL, si arriva ad una lunghezza cinematografica pari a circa 198'. Quindi sembrerebbe che la versione Sinister duri ben 9' in più. Non proprio pochi... Chissà in cosa consista la differenza.