Umberto Lenzi e il paese degli orrori
2 Marzo 2008
PERCORSO SINTETICO DEL REGISTA (DAL GIALLO ALL'HORROR)

Tra tutti costoro risalta, per l’enorme mole di pellicole dirette, il riservato toscano di nome Umberto Lenzi (classe 1931), regista che raggiunge la “notorietà” per la sua dedizione al filone (pseudo)snuff a tema antropofago (contende il titolo di Mister Cannibal a Ruggero Deodato).

Sulla scia di Argento/Hitchcock, Lenzi dirige Il Coltello di Ghiaccio (1972), interpretato dalla brava Caroll Baker nei panni di una sordomuta. La filmografia di Lenzi contempla anche un piccolo capolavoro: una pietra miliare del genere che, attingendo da Psycho, per corrispondenze psicologiche del protagonista, si dipana in una intricata vicenda cerebrale: Spasmo (1974).

Secondo un iter professionale tipico di tutti i cineasti italiani di quel periodo, il regista approda poi all’horror più sfrenato e claustrofobico con le pellicole “cannibal“.
LA PARENTESI "CANNIBAL"

Inutile dire che la tribù di cannibali, stuzzicata dai soliti spacciatori di droga, riprenderà a nutrirsi di carne umana, preferibilmente bianca.

LO SPLATTER PURO

Incubo sulla Città Contaminata, nella sua semplicità narrativa, propone delle situazioni altamente thriller e si ritaglia un posto tutto suo nel trash più spettacolare e divertente. 85 minuti, insomma, godibilissimi all’insegna d’uno sfrenato divertimento tenuto in vita grazie ad un ritmo incalzante, nonché ai riusciti effetti speciali ancora oggi degni di attenzione.
DEVIAZIONI E RITORNO ALL'ORRORE
Il regista, inoltre, nella fase di transazione dal giallo all’horror, dirige dei dignitosi polizieschi con Maurizio Merli, trattanti il divagante e allarmante caso della violenza metropolitana e l’impotenza delle forze dell’ordine che, a causa di leggi tolleranti e “garantiste“, non possono contrastare la brutale spirale di violenza (si ricordano, in particolare: Italia a Mano Armata e Napoli Violenta, entrambe realizzate nel 1976).
A seguito del progressivo scadimento dell‘horror (che raggiunge il Nadir sul finire degli anni ‘80), anche l’Italia è costretta ad abbandonare il genere e gli ultimi lavori di Lenzi sono orientati alla regia di inattesi apocrifi tipo La Casa 3 o Demoni 3 (1991); quest’ultimo, a dispetto del titolo, in realtà torna sul tema degli zombi (in tal caso di colore).
Per le serie televisive, mai andate a buon fine, il regista firma Le Porte dell’Inferno (1988), guardacaso il miglior esemplare della serie “Lucio Fulci presenta“, pellicola che, data l’ambientazione sotterranea, pare a metà strada nell’asse del trittico composto dal film di partenza (Alien 2 - sulla Terra) e di arrivo (The Descent).
Sempre in questo periodo Lenzi viene coinvolto, assieme a Fulci , in un altro progetto televisivo destinato alla rimozione dal palinsesto dei canali Mediaset. Per “Le Case Maledette” realizza La Casa del Sortilegio e La Casa delle Anime Erranti (entrambi del 1989), che verranno distribuiti solo dopo oltre 10 in home video per i tipi della Shendene & Moizzi nel ciclo di videocassette Rosso Sangue.
Nel 1989 dirige sotto pseudonimo (non gradendone il risultato finale) Nightmare Beach - la Spiaggia del Terrore. A Springbreak, dove ogni anno si radunano molti giovani provenienti da tutte le parti dell'America, si verificano misteriosi omicidi. Un individuo mascherato in motocicletta ammazza un giovane turista al giorno. Il film, di fatto, presenta moltissimi punti comuni con il trash di Andrea Bianchi (in seguito autore del cult Zombi horror) Nude per l’Assassino (1975).
Lenzi si è dunque proposto in molteplici vesti e gli si deve riconoscere una non comune capacità di destreggiarsi con vicende cupe e tenebrose, sapendo conferire al prodotto finale un aspetto degno di un buon horror. La dedizione al genere, tipica di pochi altri autori e l’onesta attività svolta in penombra, ce lo faranno rimpiangere a lungo, in questi tempi di assoluta mancanza di opere horror italiane.
Bob Collins, Humphrey Humbert, Hubert Humphry, Harry Kirkpatrick, Doo Yong Lee, Bert Lenzi, Humphrey Longan, Hank Milestone sono tutti pseudonimi usati da Lenzi nel corso della sua quarantennale carriera. E se un giorno, mentre guardate un film intrigante, "sicuramente straniero", scoprite che è firmato da uno sconosciuto regista, ricordatevi di questi pseudonimi: forse avete scoperto Umberto Lenzi.
A seguito del progressivo scadimento dell‘horror (che raggiunge il Nadir sul finire degli anni ‘80), anche l’Italia è costretta ad abbandonare il genere e gli ultimi lavori di Lenzi sono orientati alla regia di inattesi apocrifi tipo La Casa 3 o Demoni 3 (1991); quest’ultimo, a dispetto del titolo, in realtà torna sul tema degli zombi (in tal caso di colore).
Per le serie televisive, mai andate a buon fine, il regista firma Le Porte dell’Inferno (1988), guardacaso il miglior esemplare della serie “Lucio Fulci presenta“, pellicola che, data l’ambientazione sotterranea, pare a metà strada nell’asse del trittico composto dal film di partenza (Alien 2 - sulla Terra) e di arrivo (The Descent).


Lenzi si è dunque proposto in molteplici vesti e gli si deve riconoscere una non comune capacità di destreggiarsi con vicende cupe e tenebrose, sapendo conferire al prodotto finale un aspetto degno di un buon horror. La dedizione al genere, tipica di pochi altri autori e l’onesta attività svolta in penombra, ce lo faranno rimpiangere a lungo, in questi tempi di assoluta mancanza di opere horror italiane.
Bob Collins, Humphrey Humbert, Hubert Humphry, Harry Kirkpatrick, Doo Yong Lee, Bert Lenzi, Humphrey Longan, Hank Milestone sono tutti pseudonimi usati da Lenzi nel corso della sua quarantennale carriera. E se un giorno, mentre guardate un film intrigante, "sicuramente straniero", scoprite che è firmato da uno sconosciuto regista, ricordatevi di questi pseudonimi: forse avete scoperto Umberto Lenzi.
ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO UNDYING
25 Febbraio 2010 18:52