Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 03

26 Ottobre 2009

Altri capitoli di questo approfondimento:  Tutti gli episodi
1976 (STAGIONE 3):

16. FINE DI UN COLIBRI' (Tod der Kolibris)
**! Ancora un Derrick all’americana! La storia è da poliziesco standard, con una prostituta orientale trovata morta nel bagagliaio di un’auto e indagini che conducono a brutta gente del giro dei locali a luci rosse e al padre di una ragazza paralitica e mentalmente instabile. Ma qui non è la storia l’importante, perché a colpire sono la regia sprintosa, il montaggio inusualmente incalzante,  la tensione di un Derrick che non riesce a dormire da giorni e ha i nervi a fior di pelle (se la prende pure con Harry, un paio di volte!), l’azione con tanto di ispettore in corsa che sfonda le porte, strapazza gli interrogati... Gag che talvolta lasciano a bocca aperta (Harry che prende un peluche, gli alza il gonnellino e chiede alla ragazzetta proprietaria se è maschio o femmina)... Insomma, il Derrick che non t’aspetti. I fan che apprezzano il “vero” Derrick rischiano di non condividere troppo la svolta... (Zender)

*** Uno degli episodi più godibili di questa annata action, che ci mostra un Derrick più irascibile e impaziente che mai, brusco con Harry, con l’assassino e financo con i testimoni. Derrick qui faceva indagini, controlli incrociati, chiedeva referti alla scientifica… insomma faceva il poliziotto sul serio e non si limitava (anche se fa anche questo) a lanciare accuse dirette senza fondamento nella speranza di ottenere una confessione per esasperazione. Da riscoprire. (Il Dandi)
 **! Un prologo alquanto concitato ci introduce in una spinosa vicenda che vedrà Derrick, qui più irritato che mai, venire a capo di una tratta di ragazze orientali. Il tema principale è originale e interessante, e proprio per questo avrebbe meritato un maggiore approfondimento, ovviamente precluso dai limiti del prodotto televisivo, che quando si toccano argomenti "forti" emergono spesso in modo impietoso. Non è un episodio da buttare via, però graffia molto meno di quanto dovrebbe. (Nicola81)

**! Titolo originale categorico-espulsivo, ma anche misterioso: "Morte di un colibrì", per un Derrick (ispettore ed episodio) svelto e cinico, che se pur ispirato da modelli polizieschi d'oltreoceano è condito con derrickiano olio di spezie essenziali (la ragazza mezza - o del tutto - matta e il suo rapporto - un gioco di specchi - con il padre; lo scavare nel mondo della prostituzione; i metodi da interrogatorio costante dell'ispettore; il dettaglio ameno che riguarda il consumo di alcolici durante il servizio: "ora accetto volentieri il bicchierino e credo che ne abbia bisogno anche lei"). Dunque il colore generale ha il tono teutonico tipico della serie e non è mancante di opportunità. La qualità, dunque, non è male, specialmente nella prima mezz'ora; l'esigenza di stanare al più presto l'omicida (per l'economia della sceneggiatura) prenderà il sopravvento con qualche superficialità: ma cosa importa? (Faggi)

*** Altra puntata dal sapore d'oltreoceano, con un Derrick se possibile anche più scorbutico del solito. A parte questo l'episodio risulta godibile e la ricostruzione degli ambienti un (bel) po' losco dei protagonisti funziona, sebbene tutta la trama risulti spesso fumosa fino a un epilogo che lascia un po' l'amaro in bocca. Ad ogni modo vedere Harry non così supino al suo superiore, insieme al pool del commissariato intento a presentare identikit, fa piacere. (Gordon) 




17. MORTE DI UN TROMBETTISTA (Tod des Trompeters)
*! Il giovane trombettista di un complesso da bar va al commissariato: "Ci sarà un sequestro di persona, devo parlare con un vostro uomo fidato". Derrick, anche se non è cosa di sua competenza, pare essere l'unico uomo fidato della polizia di Monaco per cui va all'appuntamento dato dal trombettista in una piazza, di notte. Naturalmente appena Derrick compare il giovane viene ucciso (e Harry ferito, tanto che il suo posto verrà preso da Berger). Cominciano le indagini soprattutto con interrogatori ai membri del complesso, che han qualcosa da nascondere. Così il caso si amplia andando a coinvolgere presto un italiano (piccoletto e mafioso, come sempre) come vuole la regola di questa brutta stagione "internazionale" di Derrick. Ed è un peccato, perché regia e dialoghi sono vispi, Derrick è incazzoso, spazientito e risoluto al punto giusto. E' il soggetto a deludere. Tutto il distretto è coinvolto: dall'aiutante con la pipa a quello degli dentikit (accusato di essere troppo artista e troppo lento da Derrick), ma tutto questo gran caos produce solo una storia poco interessante e anonima, col sequestrato di turno. (Zender)

** Un giovane musicista (il trombettista del titolo) fa una soffiata alla polizia con una telefonata anonima, ma quando Derrick interviene sul posto lo accoppano sotto i suoi occhi. Episodio altalenante, con una trama piuttosto stanca benché movimentata nella messa in scena. Il finale poi ha del comico che lascia perplessi. Curiosi gli intermezzi che mostrano, come spesso accade nei Derrick d’annata, l’atmosfera delle discoteche tedesche anni ’70, ancora animate da complessi che suonano dal vivo. Almeno due i momenti cult: l’apparizione di Aldo Rendine (il Panunzio di “Indagine”) in un ruolo da boss, e soprattutto la scena in cui Derrick si cimenta in un brano jazz mostrandosi virtuoso pianista, in contraddizione con i numerosi altri episodi nei quali mostra chiaramente di non intendersi affatto né interessarsi alla musica! (Il Dandi)

** Resta l'amaro in bocca dopo puntate come queste. Un Derrick così determinato e giovane (o meglio, così poco senescente), azione e bellissime ambientazioni bavaresi, a Monaco e non solo, raramente si rivedranno. Eppure l'episodio non decolla, nonostante la sceneggiatura sia nel complesso convincente, mentre la trama è così confusa e moscia - così come è parecchio banale il ricorso al solito malavitoso italiano - che non si riesce a seguire il filo rosso fino alla fine, segnata da uno scioglimento poco incisivo. Peccato. (Gordon) 

**! Alti e bassi, alcune scene memorabili smarrite, tuttavia, in una trama piuttosto surreale, inutilmente complicata, con alcune scene davvero poco credibili ed altre che, invece, tratteggiano l'ispettore Derrick in maniera più convincente che altrove. Tra quel che c'è da salvare - e da godere - nell'episodio, sicuramente un Derrick adrenalinico, risoluto, a volte fin troppo sarcastico con il buon Berger che prende il posto di Harry, ferito a una gamba durante una improbabile sparatoria iniziale. Harry che, peraltro, in questa fase della serie ancora da del "lei" all'ispettore, così come fanno tutti gli altri membri del comando di polizia. Buona la colonna sonora, se non fosse che le scene in discoteca sono fin troppo lunghe e ripetitive. (Eresiarca) 


18. PAURA (Angst)
*** Un grosso dirigente, tradito dall'amante, la strangola nella casa che le aveva comprato. E' un uomo deciso, che Derrick non riuscirebbe mai a incastrare se non fosse che la moglie dell'uomo deve confermargli l'alibi (pranzo a casa al momento del delitto). Lei sì, poverina, che è il classico anello debole. E figurarsi se Derrick e Harry non le si attaccano come due cozze. A un certo punto è imbarazzante l'arrendevolezza dei due poliziotti, i quali si dicono che o parla la moglie o loro di trovare indizi nemmeno per scherzo (ma ci provassero, una volta, possibile che li paghino solo per fare interrogatori?). La forza dell'episodio è il colpevole, un'autentica iena: tratta la povera moglie come una semideficiente e la insulta pure quando è costretto a confessarle di aver avuto un'amante. La indottrina per l'alibi gridando e offendendola se gli richiede cosa dire. Se la prende pure con Derrick e questi, chiaro, alla fine sbotta e lo prende per il colletto gridandogli in faccia! Finale con colpo di scena. Tensione serpeggiante! (Zender)

**** L’episodio presenta uno dei villain più indigesti di sempre, il quale, pur già sospettato da Derrick per l’uccisione della sua amante, riesce addirittura a compiere un secondo delitto sotto il naso dell’ispettore! Non uno dei soliti colpevoli che uccide senza premeditazione per poi cadere in contraddizione fino a cercare il castigo per la sua colpa, ma un assassino spietato ed odioso in grado di passare dal delitto passionale per gelosia a quello freddo e determinato per la propria salvezza. Cattivo. (Il Dandi)

*** Episodio che si giova della presenza di uno dei cattivi più indigesti della saga, che ben lungi dal mostrare segni di cedimento, riesce tenacemente a tener testa a Derrick, il quale, dal canto suo, punta fin da subito sul fatto che la moglie non gli regga il gioco. L'indagine praticamente non c'è, ma gli attori sono bravi e il finale regala una mezza sorpresa. Il ruolo dell'amante è interpretato da Uschi Glas, protagonista (da me molto apprezzata) del lenziano Sette orchidee macchiate di rosso. (Nicola81)

*** Le donne della serie sono belle ma, si sa, fragili come carta velina: se solo le tocchi c'è la possibilità che schiattino. È ciò che accade all'amante dell'assassino di questo episodio (pochi secondi fuori campo e lui l'ha già strangolata). La paura del titolo è quella della moglie di lui, una donna soggiogata da questo villain che sembra disegnato dal pittore espressionista Grosz. L'episodio è bello e scorre veloce, Derrick non indaga perché pare abbia capito tutto da subito. (Faggi)

**** Ottimo episodio che vede Derrick alle prese con uno dei villain più ostinati e senza scrupoli dell'intera serie, che non esita a uccidere più di una volta pur di evitare la galera. Personaggi ben caratterizzati (l'omicida e la moglie di lui soprattutto) e un super Derrick che passa dall'amichevole all'apertamente ostile in un battito di ciglia (memorabile la scena, non doppiata in italiano, nell'ufficio dell'assassino). Finale concitato e originale. Harry dà ancora del Lei all'ispettore, essendo pressoché agli inizi. (Robykeys82)

**** L’omicidio di una giovane amante e le pacate indagini di Derrick e Klein fanno da contorno ad una relazione di coppia che – nella sua banale complessità – costituisce il fulcro attorno a cui ruota l’intero episodio. Lui rappresenta l’archetipo del borghese arricchito cui il denaro non è servito per liberarsi di frustrazioni e ferocia repressa (neanche tanto); lei è la classica donna che si è sposata male ed invecchia (bene) in una gabbia dorata in cui le tocca rispettare tutti i canoni del femminile borghese (cuoca, serva, cornuta e punchball per il marito). Stephan lo annusa subito: mai come questa volta il suo ruolo sarà quello di paziente ed educato osservatore, pronto a cogliere le prime crepe e, chissà, intervenire prima che il quadro familiare si rompa e qualcun altro si faccia male… (Eresiarca)

***! Derrick e Harry si trovano a fronteggiare uno degli assassini più odiosi della serie, il quale però non si rivelerà certo un genio del crimine, dato il modo in cui tratta le prove e i testimoni a suo carico. I nostri due eroi tuttavia, disprezzando le indagini "serie", si attaccheranno come consueto alla psicolabile moglie dell'omicida, il che porterà a un esito drammatico. Il ritmo dell'episodio è comunque serrato e si segnalano anche i modi eccezionalmente brutali del "capo" Derrick e il piglio del sergente Klein. (Gordon)


19. IL CASO ANNIE ROTHE
 (Tote Vögel singen nicht)
**** Una bella giovane viene trovata morta in una discarica. Lavorava in uno studio fotografico molto osé e viveva in una pensioncina dove, quando arriva Derrick per le indagini, qualcuno gli spara. L'ispettore scoprirà chi era, ma anche questi verrà ucciso (nell'immancabile locale equivoco dove nessuno vuol parlare e nessuno conosce nessuno). La ragnatela di connivenze si allarga comprendendo anche un avvocato solo in apparenza compito e rispettabile e un ricco imprenditore che è di fatto il boss del locale e dello studio fotografico. Della serie targata 1976 (chiamiamola l'annata "americana") è l'episodio più rappresentativo e meglio condotto: montaggio serratissimo, azione costante, Derrick irridente e ironico, inseguimenti, sparatorie, porte sfondate, suspence, dialoghi molto curati, gag da non sottovalutare (Derrick che rimprovera pesantemente ma ironicamente Harry in ufficio davanti agli occhi dell'interrogata, Schroeder che insulta Derrick a mezza voce e dice che Harry è uscito senza dire dove andava precisando che "fa il misterioso"), l'ispettore che si prende dello "sbirro di merda" e reagisce tirando un pugno, l'apertura in palestra con l'allenamento di Derrick al sacco... Insomma, niente a che vedere con il "vero" ispettore che tutti conosciamo, ma se cercate un ottimo esempio di come la serie cercò di evolvere nel 1976, "Il caso Annie Rothe" è l'esempio migliore. Contiene forse il maggior numero di accoppamenti visti compreso uno in sauna, in purissimo stile noir (con clienti nudi ricoperti di fango), e persino il finale non delude. (Zender)

**! Alla vista del cadavere di una ragazzetta in una discarica, l’ispettore Derrick si rivolge al fedele Harry dicendogli: “Brutto spettacolo!” e lui risponde: “Dovremmo averci fatto il callo ormai, e invece…", ma ambedue appaiono poco convincenti e questo dialogo di circostanza non fa che accrescere il freddo cinismo del duo. Questo tragico preludio dà il via a una puntata incentrata attorno a un night-club dove la ragazza trovata morta (tale Annie Rothe, citata nel titolo) lavorava, ovverosia il “dancing-cabaret Monalisa” (Harry all’entrata del night dice: “Conosco il locale: molte prostitute e altre che lo diventeranno”; insomma ci fa pensare che lui di tanto in tanto attinge alle “risorse umane”, là dentro al “Monalisa”), ma soprattutto al ricco proprietario e a i sui fedeli collaboratori. La vicenda, pur non essendo certamente originale, è interessante negli sviluppi se vogliamo psicologici dei personaggi, ma un regia più svelta avrebbe dato lo slancio necessario alla puntata (che talvolta zoppica in scenette trascurabili che tolgono spazio alle indagini). (Markus)

***! Per chi è abituato all'immagine classica di Derrick, questa puntata rischia di essere a dir poco sorprendente, sia per l'alto fatturato di cadaveri (probabilmente si raggiunge il picco della serie), sia per la forte componente action, con l'ispettore che dovrà sfoderare più volte la pistola e persino menare le mani con un delinquente che lo insulta pesantemente. Meno interessante la parte strettamente giallistica, dato che in fondo si capisce ben presto dove si andrà a parare. Tuttavia il flashback rivelatore ha il suo perché, e nel complesso l'episodio è più che soddisfacente. (Nicola81)

***** Uno degli episodi migliori della serie, benché non certo uno dei più rappresentativi: Derrick e Klein appaiono come una perfetta coppia di sbirri “bastardi” (bevono in servizio, corrono, sfondano porte, sparano, picchiano), come mai più li rivedremo. Record di morti ammazzati e dialoghi serrati e strafottenti, lontani dal surrealismo drammaturgico tipico della serie. Dall’inizio con Derrick che si allena al sacco da pugile, al finale con tripla sparatoria e l’arrivo dei Maggiolini della polizia, una puntata che tiene gli occhi incollati allo schermo dall’inizio alla fine. Il che, per una serie nota ai più per sfidare il fast-forward, non è mica poco. (Il Dandi)

***! Quanta azione in questo episodio dal ritmo serrato e dal grilletto facile! I corpi si accumulano mentre Derrick e Harry inseguono i colpevoli del brutale assassinio di una giovane di provincia, finita in un gioco più grande di lei. Sceneggiatura e regia sono affiatate nell'introdurre progressivamente comprimari e comparse che popoleranno questo cupo episodio fino alla fine. Derrick è al massimo della forma fisica e insegue l'azione come raramente lo vedremo fare in altri episodi, tanto da finire a due passi dal rimetterci pure lui. Harry lo segue con disinvoltura, mentre il collega Schroeder sbuffa e impreca, così che è facile intuire perchè da qui a poco scomparirà dalla serie. Menzione d'onore per il cattivissimo Malenke, interpretato da Hans Korte. (Eresiarca)

***! "L'uccello morto non canta" (è la traduzione del titolo originale). E i morti ammazzati sono numerosi in questo episodio da inserire tra i capisaldi della serie. Morboso nei contenuti, dinamico nella forma; lampi di umorismo nero, sparatorie e scazzottate (Derrick stesso, particolarmente vivace, assesta due o tre pugni), belle donne traviate, malavitosi dediti alla tracotanza, locali ambigui (disegnati con cura), clima nevoso che dà il giusto tocco nordico: materiale amalgamato e poi plasmato con piglio nervoso e crudezza (idee chiare in regia). La vicenda si svolge ad incastri giustapposti, che vivacizzano la struttura dell'intrigo. Buon valore figurativo d'insieme. Personaggi particolarmente espressivi (Il boss e la prostituta alcolista, per esempio). Molto riuscita la scena dell'omicidio nel termario. (Faggi)

***!
Puntata climax dell'annata americana della serie, con più sparatorie che dialoghi, in pratica. Derrick e Harry sono infatti in forma smagliante, come si evince già dalla prima scena, quella del punching-ball, o dall'esilarante interrogatorio all'amica della vittima. Per il resto l'episodio regge bene fino all'epilogo, per quanto leggermente teatrale. Unica pecca, se così la si vuole chiamare, è un certa irrealistica violenza, degna più di una strage di mafia che di una storia, per quanto sordida, di ricatti e night club. (Gordon) 




20. SHOCK
 (Schock)
***! Quando la capiranno in Derrick che se qualcuno ti punta una pistola contro è meglio non fare tanto i brillanti? La vittima qui ne è il classico esempio: "Non hai neanche il coraggio di commettere un omicidio..." Bang bang e ciao. Chiusa lì, se non fosse che al delitto assiste anche il figlio dell'ammazzato, un ragazzino dall'aria tanto Harrypotter che perde la favella e resta scioccato per un bel pezzo. Derrick, che era a teatro con l'amichetta, tale Renate, se la porta dietro sul luogo dell'omicidio e questa capisce subito le condizioni del ragazzino (è psicologa...). Intanto seguiamo anche il ritorno a casa del killer, un bel personaggino dall'aria bonaria (ben peggio il suo capo, col quale Derrick si scontrerà piuttosto ferocemente), con moglie e figlio a carico. Un soggetto più articolato del consueto, scritto e recitato bene, con un finale in capannone degno di un bel poliziottesco all'italiana e un colpo di scena che lascia di stucco per l'impietosità. Considerato che Renate resta in scena più del previsto (c'è lo champagne per due!) e che Derrick deve pure menare le mani, possiamo dire di aver a che fare con un episodio più che soddisfacente. (Zender)

***! Lo shock è quello accusato da un ragazzino che ha visto morire il padre sotto i suoi occhi per mano di un ladro di auto. Derrick e Harry, qui grintosissimi, intuiscono subito chi è il capo della banda, ma solo un tragico e inaspettato permetterà loro di incastrarlo. Finale tra i più amari di sempre, ma anche alcune belle caratterizzazioni. La più convincente è quella dell'assassino in preda al rimorso (figura ricorrente nella serie, ma qui resa meglio del solito), ma si mettono in evidenza anche la psicologa Renate (d'altronde siamo nel suo ambito) e la compagna del morto. Un episodio convincente, ma anche molto triste. (Nicola81)

**** Ladro d’auto si trasforma in assassino e il figlio della vittima, che potrebbe riconoscerlo, perde la parola in seguito al trauma subìto. Un episodio memorabile, grazie alla riuscita dell’aspetto umano della vicenda, che bilancia le concessioni al poliziesco d’azione frequenti nel Derrick anni ’70. Ma la puntata si segnala anche per la presenza della psicologa Renate, personaggio che torna per la seconda (e ultima) volta dopo essere già stata introdotta come fidanzata di Derrick nell’ep. 3 Quattro colpi dietro la porta: caso rarissimo, visto che nei successivi 21 anni di astinenza l’ispettore non possiederà quasi mai una vita privata o comunque sembrerà sempre trascorrere il poco tempo libero in placida solitudine. Bella sceneggiatura e ottimo cast. Magari il livello medio della serie fosse sempre questo. (Il Dandi)

**** Uno dei migliori episodi della serie, anche se certamente uno dei più tristi. Tra i tanti motivi per seguire questa avvincente e commovente indagine ci sono senza dubbio un cast di comprimari convincente (che include l'amica intima di Stephan, Renate), una fotografia spesso in notturna, piuttosto cupa e comunque avvolgente, una trama con colpi di scena meno improbabili che in altre occasioni. Oltre che su Harry, Derrick può contare su Schroeder e su un altro collaboratore, avvalendosi di un vero e proprio team di investigatori. Bella la colonna sonora che spazia dalla Tosca di Puccini a "Hurricane" di Bob Dylan. (Eresiarca) 

**** Un'altra ottima puntata d'antan, che si avvale della presenza, nel consueto ruolo di cattivo, di un giovane ma già battagliero Dirk Galuba. Derrick e Harry devono quindi sudare le proverbiali sette camicie - e rischiare anche la pelle nel caso dell'Ispettore - per infiltrarsi nella banda, sfruttando anche l'omicidio del figlio dell'assassino, sorpresa che aggiunge pepe e smuove la trama. La figura del primo omicida infatti, che nel finale interviene a salvare Derrick, è senza dubbio ben riuscita, così come la regia tiene alto il ritmo per tutta l'ora. Da vedere. (Gordon)


21. CALCUTTA (Kalkutta)
***! Una donna chiama la polizia da un night chiedendo protezione immediata, ma alla centrale cincischiano, perdono tempo, e così intanto nel vicolo vicino una macchina la schiaccia. Derrick comincia le indagini che lo porteranno prima in una bisca clandestina (dove lavora come cameriere il marito della vittima) e poi in un misterioso ospizio per riccastri, che spedisce una vagonata di soldi in India (da cui il titolo) per beneficenza. Trama complessa, che monta minuto dopo minuto per arivare a un'ultima parte tesa e giallisticamente molto interessante. Più spazio all'azione che agli interrogatori, con un break inatteso in cui una donna inviterà Derrick a casa proponendogli una notte di fuoco. L'ispettore, sapendo di non essere così attraente, non ci casca e dirà a Harry di seguirla; da lì si aprirà la parte migliore dell'episodio, comunque piuttosto piacevole anche fin lì. Per una volta nessun reo confesso, tutt'altro, e caso che si chiuderà solo grazie a un'intuizione di Harry! (Zender)

**! Il cambio di rotta si fa più ambizioso, verso una deriva dal sapore spionistico: Derrick che indaga in incognito (“non ha l’aria del poliziotto… è tropo distinto”!) addentrandosi in una bisca clandestina, e si fa pure rimorchiare dalla Circe della Banda… sembra più la sceneggiatura di un episodio del “Santo” Simon Templar che non della serie dedicata al capo della sezione omicidi di Monaco. Riscatto intellettuale per Harry, che ne esce meglio di tutti. (Il Dandi)

*** Per essere un episodio appartenente all'annata action di azione ne ha pochina, anzi in pratica la esaurisce con il delitto iniziale. L'impianto giallistico però non è male, e il fatto che l'intuizione decisiva arrivi da Harry, notoriamente poco avvezzo a simili genialate, regala all'insieme un pizzico di originalità in più. Pur non facendo gridare al miracolo, una puntata più vicina al buono che al discreto. (Nicola81)

**! Il brutale omicidio di una donna appena fuori da un locale alla moda di Monaco dà il via a un intrigante episodio girato - a dispetto del titolo - fra Monaco e una lussuosa casa di cura nella campagna bavarese. Alcune crude immagini di donne e bambini divorati dalla fame sono i soli fotogrammi in cui l'India entra realmente nella storia. La trama si divide nettamente, forse troppo, fra le due distinte locations e conseguenti fasi dell'azione. Derrick è in forma e più elegante che mai, specialmente quando si infiltra in una bisca clandestina in cerca di informazioni. Harry, addirittura, tira fuori dal cilindro l'intuizione che risolverà il caso. Sullo sfondo, la denuncia dell'avidità umana pronta ad approfittare dell'ingenua generosità e beneficenza altrui. (Eresiarca)

*** Episodio ricco di spunti golosi nella figurazione e nella narrazione (ovvero nell'intrigo); fornito di movimenti vivaci della macchina da presa (la regia ha personalità). L'azione, che contraddistingue l'annata, è nella dinamica della vicenda. L'ispettore è in splendida forma (e si consideri tutto il segmento nella bisca clandestina, dove una bella donna è attratta da lui - attrazione all'insegna dell'ambiguità, sia chiaro; infatti seguirà il pericolo). Misteriosa, di buon fascino enigmatico, la seconda parte - è facile perdonare quella caduta nel didascalismo che è la proiezione dei filmati sulla fame in India. Harry, a sorpresa, ha l'intuizione decisiva - intuizione che il giallista e il derrickiano avevano quantomeno accarezzato. (Faggi)

***!
Una puntata anomala, tranne che per gli standard dell'annata 1976 della serie, ma tutto sommato godibile. Non si può certo dire che durante l'episodio ci si annoi, dal momento che lo spettatore è continuamente sballottato tra le vicende e i personaggi più disparati. Derrick e Harry appaiono in gran spolvero e si immergono in atmosfere losche con grande savoir-faire, fino a un epilogo convincente ma troppo risicato nei tempi. Peccato solo per qualche dettaglio che lascia un po' perplessi. (Gordon) 


22. UNA BRUTTA DOMENICA (Kein schöner Sonntag)
**** Uno dei migliori Derrick di sempre. Il falso furto all'azienda di papà da parte del figlio è raccontato con inatteso senso della supence, e i tentativi (un po' maldestri, come sempre in Derrick, ma se non altro qui più studiati del consueto) dei responsabili di mascherare la colpevolezza sono retti da un capofamiglia con le idee chiare (ricorda un po' Enrico Maria Salerno) che sembra poter mettere nel sacco Derrick. Molta umanità nel personaggio del figlio, responsabile di aver mezzo ammazzato la guardia notturna e seppellito dai rimorsi, e più in generale una vicenda credibile e molto ben condotta. Si sperava in un finale più teso e complesso, ma la durata impone che anche qui ad un certo punto tutto si risolva in fretta, purtroppo. (Zender)

**** Un uomo impiegato in una società, per sostenere l’alto tenore di vita che si è voluto creare per lui e la sua bella famiglia, ruba del denaro nella ditta dove lavora ma poi, per dissipare qualsiasi dubbio sulla sua responsabilità, si fa aiutare dal figlio per un furto notturno, il tutto condito da un alibi premeditato a prova di ferro. Durante il furto il ragazzo senza volerlo compie un omicidio; da lì iniziano i guai… Altro episodio “argentiano” de l’ispettore Derrick per via di alcune similitudini, specie nella scelta delle location. (Markus)

*** Bell'episodio, paradigmatico di uno dei temi chiave dell'intera serie: la famiglia, come luogo di protezione dal mondo esterno ma anche di conflitti all'interno. L'indagine incalzate, Derrick trova quasi subito l'anello debole (l'inetto figlio) con cui arrivare fino in fondo (allo spregevole padre). (Il Dandi)

*** Per coprire le ruberie ai danni dell'azienda in cui lavora, un uomo pensa bene di simulare un furto. Se ne occupa il figlio, che però accoppa il guardiano notturno e si fa prendere dal rimorso. E sui sensi di colpa, come noto, Derrick ci ha quasi costruito la carriera... Episodio che più classico non potrebbe essere, irrilevante dal punto di vista giallo/poliziesco, con Derrick e Harry che entrano in scena piuttosto tardi e, avendo intuito subito com'è andata, puntano a come ottenere la solita confessione, che puntualmente arriverà. In compenso, buona prova del cast e ottima regia, che dà il meglio di sé nella silenziosa sequenza del furto, realizzata con un'efficacia stilistica non sempre frequente nella serie. (Nicola81)

** Padre e figlio alle prese dapprima con un furto "riparatore" nell'azienda in cui lavora il primo, quindi con i sensi di colpa che si scatenano quando le cose vanno storte e un povero vigilante ci lascia le penne. La preparazione e, soprattutto, l'esecuzione del furto sono riprese e montate meticolosamente, forse anche troppo, dato che bisogna aspettare quasi mezz'ora per vedere Derrick e Klein sullo schermo. Il tempo rimasto per elaborare l'indagine è, quindi, ancora meno del solito. Ne risentono sia la trama - che accelera fin troppo repentinamente - che il finale, il quale praticamente non esiste. Buona, quantomeno, la scelta delle location. (Eresiarca)

**** Senza dubbio uno degli episodi più avvincenti della serie, anche grazie a una costruzione di stampo "colombiano", in cui cioè Derrick (da Harry non ci si può aspettare troppo) coglie un lapsus del colpevole e da lì lo perseguita fino a farlo cedere. In questo caso, inoltre, ad aggiungere interesse c'è il tema della protezione psicologica dell'anello debole, il figlio omicida, da parte del perfido padre. Peccato solo per un finale leggermente tirato per i capelli. (Gordon) 




23. STANZA N° 48 (Auf eigene Faust)
**! La puntata si apre su Derrick che spara all'impazzata al poligono di tiro: che è tutta st'azione? E nemmeno è finita, perché il suo collega esce dal poligono e lo fanno secco per strada. C'è dietro un grosso giro di banconote false sul quale il poveretto stava indagando. Derrick libera un ex falsario dal carcere e fa seguire un ex poliziotto con le mani in pasta nell'affare: Harry finirà preso a pugni in un vicolo, mentre nel finale sarà lo stesso Stephan a menare incredibilmente le mani! Succederà un po' di tutto insomma, in quest'episodio dal respiro internazionale, montato molto più sveltamente del consueto e con un paio di belle caratterizzazioni (l'ex falsario e l'ex poliziotto, per l'appunto). Certo siamo lontani dalla formula classica e a lungo andare tutti questi intrighi stancano, ma ci si può consolare con la sceneggiatura tutto sommato corretta e la non comune dose di action, tra informatori da strada, brutti ceffi da periferia e misteriose stanze d'albergo (da cui il titolo). (Zender)

*** Episodio piuttosto cupo ed underground in cui Derrick e Harry cercano di ritrovare i colpevoli dell'omicidio di un loro collega, impegnato nello smascherare un traffico di banconote false. Buona la scelta di alcune ambientazioni nella Monaco proletaria, dove Harry paga in prima persona la sua troppa (e legittima, essendo un poliziotto) curiosità. Notevoli anche le caratterizzazioni di un paio di comprimari, tra cui un ex poliziotto che rifiuta la tranquillità della pensione e un falsario che decide di collaborare con la polizia. Finale poco credibile: probabilmente, nella vita reale, il buon Stephan non se la sarebbe cavata così a buon mercato. Colonna sonora non bella, ma tuttavia divertente. (Eresiarca)

**! Episodio con azione (poco o niente verosimile: più che altro è un espediente per vivacizzare l'insieme). E comunque la vivacità è ottenuta, anche attraverso scelte di inquadratura, montaggio e dettagli curiosi ed enigmatici. Ciò che davvero intriga sono i personaggi, disegnati con espressività. Attraggono nei volti e nei comportamenti e certe loro frasi marcano cupamente il territorio. Il clima plumbeo, da pericolo costante, è un valore aggiunto. Fa niente se il finale (dove il nostro ispettore rischia la pelle) appare sbrigativo. (Faggi)
 
**! Un collega di Derrick viene ucciso da una banda di falsari su cui indagava. Un Derrick insolito, che inizia sparando al poligono di tiro e chiude andando in missione incognito e disarmato. Azione ai massimi livelli dunque, anche se il povero Harry, che avrebbe avuto le physique du rôle per essere il personaggio deputato a queste scene, invece si limita a prenderle di santa ragione. Si conferma l’impressione dell’episodio precedente: l’annata ’76 non rinuncia al sapore action di quella precedente, arricchita da numerosi esterni come difficilmente se ne vedranno in seguito, ma recupera anche l’attenzione allo sviluppo dei personaggi, con caratterizzazioni psicologiche più approfondite. (Il Dandi)

**! Seguendo il filone americano di quell'anno, si parte subito con una sparatoria, al poligono però. I presupposti per una buona puntata tuttavia ci sarebbero, compreso il duo Derrick-Harry molto vitale nelle indagini, ma un intreccio piuttosto contorto rovina il tutto. Gli intrighi internazionali e i falsari non fanno al caso della serie (tanto da essere presto abbandonati) e l'episodio, salvo che per un paio di personaggi, è così privo della canonica caratterizzazione psicologica. Convincente comunque il finale. (Gordon) 


24. CHI E' JOSEPH KOLLER? (Ein unbegreiflicher Typ)
*! Si inizia con un misterioso affare trattato in un bar: valigette piene di marchi, frasi misteriose... Poco dopo un povero barbone, invitato  a salire in una camera d'albergo dal proprietario della valigetta e a lui molto somigliante, viene accoppato da un sicario. Derrick cerca di far luce in un caso fumosissimo, in cui l'entrata in scena dei servizi segreti, dello spionaggio, trasformano l'episodio in un vero e proprio caos mentre Harry si dedica a inseguimenti e sparatorie come nella tradizione bislacca dell'Annata 76. Indagini che nulla hanno a che vedere col giallo quanto piuttosto con lo spionaggio per cui, se anche va rimarcata un'azione più ricca rispetto alla media, lo sviluppo è insoddisfacente. Non quanto il finale comunque, davvero irritante e improponibile! A Derrick perlatro nessuno pare subito dire ciò che sa, compresa la moglie dell'enigmatico Josef Koller, ovvero l'uomo con la preziosa valigetta che si era visto all'inizio. Ah, dura la vita nei servizi segreti.... ma anche quella di Derrick e Harry alle prese con casi simili, del tutto al di fuori della loro reale comprensione! Tanto è vero che più in scena del solito troviamo Schroeder, l'assistente di Derrick che cogli anni sparirà sostituito dal molto meno acuto Berger. (Zender)

*! Episodio quasi dal sapore poliziottesco, con inseguimenti e sparatorie che vedono Harry in prima linea, e un Derrick risoluto con camicia sbottonata senza cravatta. La trama però è debole, benché ingarbugliata, e la resa generale lascia una sensazione di “vorrei ma non posso”. Lo so, mi contraddico, ma stavolta mi viene davvero da dire: andiamo Derrick sei tedesco, freddo, elegante, intelligente, hai i capelli bianchi, e soprattutto vai in onda in tv dove troppa violenza non è lecita: fai il tuo mestiere. (Il Dandi)

*! Azione e spionaggio, ma tutto fumo e niente arrosto. Peccato, perché l'inizio biforcuto, con una sua dignità misteriosa stava ammaliando il derrickiano; e se si era a lato dalla perfezione nemmeno la si pretendeva. Poi la rovina, o quantomeno l'incompletezza magnetica, l'incapacità di sostenere un andamento spigliato e la plausibilità nella solita - amata - stranezza che distingue la serie. Harry si spertica in mosse da poliziesco alla maniera d'oltreoceano ma il segmento che lo vede protagonista gira a vuoto. Derrick cerca di scandagliare in giro, per quanto può, senza cavare granché. E intanto la puntata langue, chiudendosi con una soluzione deludente. (Faggi)

*! Una puntata decisamente sbiadita e fin troppo sperimentale, in linea col filone poliziesco dell'annata '75, per fortuna prontamente abbandonato. Fin dalle prime battute infatti non si riesce a mettere bene a fuoco la vicenda, la quale poi si intrica vieppiù con la comparsa di servizi segreti, misteriosi inseguimenti e sparatorie... Non parliamo poi del finale, che definire incompiuto è eufemistico, il quale per essere sensato avrebbe necessitato di una dotta spiegazione sul ruolo di spie e quant'altro nella vicenda. Rivedibili anche le musiche thriller, mentre si salvano solo il povero Derrick e la sua squadra, tra cui un vispo Schroeder. (Gordon)


25. FESTA A BORDO (Das Bordfest)
*** Festa aziendale, per la precisione. E pure piena di belle donne che folleggiano, prima tra tutte la spendida la moglie del capo che balla un po' con tutti. Gli muore proprio il marito però, accoltellato e gettato in acqua. Quando Derrick arriva trova tresche dappertutto: la prima proprio quella della moglie del capo, che se la fa col figlio del socio del marito, a sua volta uomo dissoluto con la moglie che lo tratta per quello che è. Una trama molto intricata e ricca di colpi di scena, fin troppo. E' a causa di questa ansia di far spuntare sospetti da ogni parte che si giunge a un finale francamente ridicolo, assolutamente incredibile non tanto per il movente (che di fatto non esiste) ma per la realizzazione. Fino a quel punto comunque l'episodio si era fatto seguire con interesse, anche se con qualche flashback di troppo. A bordo c'è comunque solo la festa, perché tutte le indagini, a differenza di un titolo che faceva pensare a uno storico episodio di Colombo, si svolgono a terra. Erano i tempi in cui Harry ancora dava del lei a Derrick. (Zender)

*** A conclusione di una festa aziendale su una nave, un uomo scompare misteriosamente. Durante la notte viene cercato ma inutilmente. Il giorno successivo viene ripescato morto nelle acque. Derrick investigherà ficcando il naso nella vita privata degli impiegati della ditta per risolvere un caso  apparentemente inspiegabile. Altro episodio “alla tenente Colombo” per via della suggestiva location che mi ricorda vagamente il magistrale episodio “Assassinio a bordo”, andato in onda un anno prima in Usa, ma anche per la risoluzione del caso che, come l’americano Colombo, Derrick sbroglierà addentrandosi nella vita privata di persone altolocate. A mio avviso il più bell’episodio della stagione ’76. (Markus)

** Raro episodio sul registro del whodunit che riesce perfino a presentare, benché in maniera un po’ disonesta, un colpevole a sorpresa. Il problema è che Derrick più che indagini fa stalking, e se non fosse per un cast ben assortito la puntata sarebbe ben poco avvincente. Harry inizia a fumare le sigarettine scure e sottili "More" di Kojak (vezzo che conserverà per un po’, finendo in seguito per attaccarlo anche a Derrick) e chiama Stephan “capo” dandogli del lei (almeno nel doppiaggio italiano). (Il Dandi)

*** Episodio che si svolge come un giallo classico (alla Derrick, comunque). Non sappiamo nulla dell'assassino e del movente. Regna l'ambiguità dei personaggi e dei fatti. Interessante l'uso dei flashback. Il tutto è godibile nonostante il finale assurdo. (Faggi)

** All'inizio ci si chiede cosa c'entri una nave da crociera con Derrick che, in genere, non esce mai da Monaco e meno che mai dalla Baviera. Poi si scopre che, durante una festa galleggiante sul lago, un imprenditore ci rimette le penne. Ambientato tra la ricca borghesia industriale, questo episodio ne analizza alcuni dei difetti "tipici", come la doppia morale, l'infelicità di coppia e la latente pericolosità. Finale della serie "mancano 6 minuti, dobbiamo chiudere" che ha, per lo meno, il pregio di accennare un tema per l'epoca ben delicato, pur senza nominarlo specificamente. (Eresiarca)

***! La vecchia volpe di Reinecker non ha ancora esaurito la fantasia e congegna un episodio notevole, divertendosi a confondere lo spettatore come nella miglior tradizione giallistica. I filoni che Derrick e Harry, molto attivi financo all'impertinenza, seguono per poi mollare sono infatti parecchi, salvo poi trovare l'ispirazione nel finale. La regia è comunque abile a non intorbidare troppo le acque, anche se la carne al fuoco è molta e non si possono approfondire alcune vicende. Buoni anche i vari attori. (Gordon) 


26. COLPO GROSSO (Das Superding)
*** Mission impossible? Per un ex professore di matematica proprio no: il caveau blindato della banca di cui ha ottenuto le planimetrie si può violare con il sistema più vecchio del mondo, il tunnel dall'edificio vicino, modello Soliti ignoti. Solo che l'edificio vicino non è un banco dei pegni ma (come vuole una specie di regola non scritta della serie, che deve avere le sovvenzioni di qualche ente per la diffusione del ballo) la solita discoteca con cubiste tette all'aria dove Stephan e Harry sguazzano alla grande. Mentre Derrick indaga il "professore" fa scavare i suoi minatori privati nelle cantine della disco (di cui è proprietario), e se non altro la regia regge bene: c'è ritmo, il professore è un tipino bello sveglio (l'Alexis di "Assolo per Margarete") e la storia si fa interessante. Peccato crolli miseramente nel finale: forse coerente, ma che inevitabilmente lascia l'amaro in bocca. Indimenticabile l'utilizzo del nano misura "condotto dell'aria", calato quasi in Tom Cruise style. Che De Palma abbia copiato da qui? Eeeeh, come no! (Zender)

**** Di fronte a una nota banca di Monaco, si compie un misterioso omicidio. Le indagini del solerte Derrick e del fedele compagno Harry (qui con una perenne camicia aperta sul petto molto “tamarra”),  porteranno ad una discoteca di fronte alla banca gestita da un ex insegnante di matematica dalla forbita parlantina. Sotto la banca, si sta scavando un tunnel per arrivare al caveau… Ottimo episodio (tra i migliori dell’annata ‘76). Qui si respira aria di film internazionale alla Operazione San Gennaro o Topkapi con tanto di ingegneria della rapina. Bello! (Markus)

*** Episodio non perfetto ma per certi versi sbalorditivo, in cui abbiamo situazioni prese di peso dalle avventure di Sherlock Holmes (il tunnel sotterraneo verso la camera di sicurezza della banca da La lega dei capelli rossi, il nano da Il segno dei quattro), che sfociano in una soluzione tipicamente derrickiana (il caso, manco a dirlo, si risolve col disturbato di turno che non vede l’ora di confessare). A questo punto è lecito pensare che perfino il brillante professore di matematica, talmente ansioso di professarsi genio del crimine da servire a Derrick i suoi complici su un piatto d’argento, sia ispirato alla figura di Moriarty. (Il Dandi)

***! Il primo episodio di Derrick trasmesso in Italia (quando si dice avere il senso della cronologia...), al momento della messa in onda non riscosse particolari apprezzamenti. Rivedendolo oggi lo possiamo considerare uno dei più importanti della saga; per il ritmo sostenuto, l'ingegnosità della rapina (con annessa divertente partecipazione di un nano), l'interessante figura del professore e una discreta spregiudicatezza (leggi "tette al vento"). Poi il finale è di quelli che più classici non si può, con l'immancabile confessione dell'anello debole della banda, ma la cosa disturba meno di altre volte. (Nicola81)

***! Bell'episodio che contiene sia alcuni tra gli elementi tipici dei Derrick anni 70 (atmosfere scure e a volte claustrofobiche, un certo gusto per la violenza e l'esibizione del nudo) che un paio di luoghi comuni che ricorrerano nella serie nel corso della sua pluriennale storia: nello specifico, la discoteca come luogo dell'azione e la confessione finale come risoluzione. Gli attori, ad ogni modo, sono di primo livello; su tutti meritano una citazione il professore di matematica e, seppur presente per pochi minuti, la vittima a partire dal cui omicidio Derrick viene chiamato ad indagare. Interessante come, oltre all' omicidio, Derrick già che c'è risolva anche il caso del furto nella banca. Harry - che in un paio di occasioni dà del lei a Derrick, nella traduzione italiana - annaspa un po', ma alla fine è sempre lì fedele al suo capo. (Eresiarca)

*** E' importante per esser stato il primo episodio trasmesso in Italia e per alcune caratteristiche tipiche della serie. Particolarmente azzeccato il personaggio del professore di matematica e, anche se siamo in presenza della classica puntata in cui il colpevole alla fine confessa (quasi fosse stato più importante il realizzare il piano che non il farla franca), si apprezza il finale con risata convulsa annessa. (Robykeys82)

*** Lo spunto è senza dubbio interessante: una rapina assai ingegnosa architettata da un ex professore di matematica, ritiratosi a una seconda vita di proprietario di discoteca (quella non manca mai, ovviamente). Ci sarebbe tutto per un bel prodotto: Derrick e Harry in palla, un villain spigliato e qualche chicca come il nano che si cala nel condotto dell'aerazione. Peccato che il contorno sia un po' moscio e fumoso, in particolare sul versante dei rapporti della vittima con gli altri membri della banda, così come il finale, con la resa plateale del prof, lascia a desiderare. (Gordon)

*** Lo spunto è senza dubbio interessante: una rapina assai ingegnosa architettata da un ex professore di matematica, ritiratosi a una seconda vita di proprietario di discoteca (quella non manca mai, ovviamente). Ci sarebbe tutto per un bel prodotto: Derrick e Harry in palla, un villain spigliato e qualche chicca come il nano che si cala nel condotto dell'aerazione. Peccato però che il contorno sia un po' moscio e fumoso, in particolare sul versante dei rapporti della vittima con gli altri membri della banda, così come il finale, con la resa plateale del prof, lascia a desiderare. (Gordon)


27. RISCHIO  (Risiko)
**! La gang del cloroformio, la chiamano: fermano i tir per la strada, di notte, e rubano la merce; ma un giorno un camionista ci resta secco e il più debole della gang (appena diciottenne) medita di confessare. Inutile dire che gli faranno la pelle. Derrick entrerà nella classe e conoscerà l'amico del cuore della giovane vittima, terribilmente scosso, ansioso di mettere le mani sugli assassini e che per tutta la puntata farà all'ispettore (e a noi) una testa così coi suoi racconti di motociclette (ci ha tappezzato la camera) e amicizia virile. Insieme a lui Derrick e Harry andranno al Charlie, il locale che frequentava la vittima, e si faran fuori due birre ("siamo in servizio", precisano, come a dimostrare che in Germania la birra viene considerata come l'acqua; "Beh, io esagero, tanto di sicuro se son con la polizia qualcun a casa mi ci porta comunque", ribatterà simpaticamente il ragazzetto). Episodio abbastanza canonico, con buone desrizioni dei personaggi e, chiaro, inevitabilmente lento. (Zender)

**! L'episodio gode di tipica stilizzazione derrickiana, nei personaggi e nelle caratterizzazioni psicologiche e ambientali. Abbiamo: due famiglie (disegnate con tratti spigolosi); il senso di colpa (impellente, duro); il locale ambiguo (con ambiguo personaggio all'interno); la brama di Derrick di scavare nelle menti; la ragazza dal comportamento biforcuto; il giovane studente che vive in uno strano stato d'esaltazione; la vittima incidentale; un'altra vittima per ragioni di prevenzione della galera. Il rischio è quello al quale si sono votati tre giovani studenti. Il gioco che hanno intrapreso potrebbe ricordare alla lontana il nostro "Liberi armati pericolosi". Quando ci scappa il morto cominciano, ovviamente, i guai e il nostro ispettore, imperterrito e dalle mosse di chi sembra aver capito tutto, si adopera con i mezzi del suo canone investigativo. Non male la progressione emotiva, qualche leziosità rovina l'insieme ma l'episodio resta accettabile. Si consiglia di abbandonarsi, anche, a quei dettagli secondari che danno il tipico colore locale alla serie. Per derrickiani incalliti. (Faggi)

***! Puntata notevole che combina l'analisi psicologica tipica della serie a una certa dose di azione, senza mai toccare le vette adrenaliniche ed eccessive dell'annata precedente. Se infatti alcuni aspetti della trama sapranno di déjà vu per i fan più attenti (il rampollo ribelle di famiglia agiatissima, i locali ambigui,...), l'architettura complessiva dell'episodio regge bene, mantenendo una certa dose di suspence pur a ritmi piuttosto compassati. Buone anche le prove dei vari attori, ben tagliati nei propri ruoli, e interessanti alcuni aneddoti del buon Stephan, che in servizio si concede senza alcuna remora una birra con Harry. (Gordon) 


28. IL CAMPIONE
 (Pecko)
** Pecko gioca coi suoi amici a ciclopalla (una sorta di calcio a colpi di bicicletta) ed è convinto di essere un futuro campione del mondo. Possibile, visto che ci giocheranno in una decina su tutto il pianeta. Per inseguire una palla però, il nostro entra in un cortile e assiste in diretta a un accoltellamento. Derrick arriva sul posto e subito lo pressa: "Tu hai visto l'assassino prima che si dileguasse!". Pecko resiste, alza la cresta (è un bulletto, dopotutto) ma l'ispettore non lo molla. Anzi, lo segue ovunque col sorriso dipinto in volto. L'intero episodio è giocato sul rapporto tra i due e su quello del ragazzo col fratello (non a caso il titolo originale è appunto "Pecko"), mentre l'indagine porta la polizia sulle tracce di un'accademia di danza dove lo stesso insegnante ammette sottovoce che su un'allieva che ne esce da vincente, cento diventano donne oggetto per uomini arrapati. Nonostante una regia spigliata e la buona caratterizzazione di Pecko l'episodio fatica comunque a decollare e il finale è raffazzonato. A livello giallistico altamente deludente. (Zender)

** Classica puntatina da buttare nel mucchio e che aggiunge poco alla serie nel suo complesso. Già infatti il pretesto di partenza è piuttosto labile, ma a convincere poco è soprattutto il contorno: l'accademia di danza, il fratello di Pecko... Il povero biondino fa il possibile e si aggiunge alla sequela di fessacchiotti sfornati da Reinecker, i quali alla fine sono sempre quelli che ci rimettono, per quanto il finale sia molto confuso. Derrick e Harry possono fare poco e l'episodio scivola via così. (Gordon)


29. L'UOMO DI PORTOFINO
(Der Mann aus Portofino)
*** Un uomo che deve subire un processo si libera dalle manette, fugge da palazzo di giustizia ma viene ammazzato per strada poco lontano. Da chi? Per scoprirlo Derrick risale al proprietario della macchina che la vittima aveva rubato beccandosi la denuncia. Solo che il proprietario, un dottore di Portofino, è scomparso nel nulla dopo una breve vacanza nelle campagne intorno a Monaco. Tutti in  campagna insomma, dove Derrick si darà con Harry alle pippate di tabacco (con comici starnuti), ai balli in discoteca e agli interrogatori con sghignazzo (che c'avrà tanto da ridere Stephan in 'sta puntata, pare che voglia prendere in giro chi gli risponde...). La trama è intricatissima, prevede un flashback quasi argentiano a Portofino (tutto in soggettiva!) con il nostro Amedeo Nazzari (!), simpatiche sorprese e perfino l'entrata in scena del baffo della Moretti (un suo sosia, se non altro). Bella l'enigmatica figura dell'uomo di Portofino, disegnati con arguzia i personaggi secondari. La regia, come nelle puntate del 1976, è meno statica del consueto e, senza poter gridare al miracolo, annoveriamo l'episodio tra i più insoliti e complessi della serie, oltre a poter contare su una guest star come Nazzari e autentiche riprese a Portofino! (Zender) 

*** Episodio diseguale, perché il delitto vero e proprio e l’indagine di Derrick non lasciano il segno. Memorabili invece (e soprattutto per i fan italiani della serie) le parti dedicate al personaggio del titolo, interpretato da un Amedeo Nazzari carismatico ed ispirato, sempre ripreso in soggettiva dai suoi interlocutori, la cui voce sembra essere montata in presa diretta. Le location di Portofino poi rappresentano un’insolita e dispendiosa fuga per una produzione solitamente avara di trasferte. Unica nota davvero stonata: l’uso ossessivo (dopo un po’ non se ne può davvero più) del celebre tema musicale Giochi proibiti (peraltro in una brutta esecuzione), che secondo i produttori dovrebbe evocare la tipica atmosfera italiana, in realtà un brano anonimo attribuito a vari compositori di etnia latina (spagnoli, brasiliani, venezuelani). (Il Dandi)

*** La partecipazione straordinaria di Amedeo Nazzari (è lui il personaggio del titolo) e la breve parentesi in quel di Portofino (probabilmente l'unica trasferta della serie), fanno sì che questo episodio sia un piccolo cult, per il pubblico italiano. Al di là dell'aspetto patriottico, la trama è molto intricata, ma la matassa si sbroglia fin troppo facilmente. Derrick brusco e sarcastico, e ben assistito dai suoi sottoposti, non solo da Harry, a testimonianza di un periodo in cui veniva dato maggior risalto all'aspetto poliziesco. Nel cast figura anche Renè Kolldehoff, altro volto noto agli appassionati del cinema di genere nostrano. (Nicola81)

*** Episodio che, dopo un inizio sprint in città con tanto di fuga a mano armata da un tribunale e conseguente omicidio, si trascina più lentamente tra le placide campagne bavaresi. Derrick, Harry e il resto della combriccola cercano tanto l'assassino del fuggiasco quanto un anziano medico italiano scomparso dopo essere stato avvistato in Baviera. Dell'excursus in terra straniera - tanto bene in Italia - così raro in Derrick (e comunque si tratta di un lungo flashback) vale la pena segnalare le belle inquadrature effetuate all'interno di un piccolo, decadente, affascinante cimitero ligure. L'uso frequente della camera in soggettiva valorizza le qualità degli attori, fra i quali spicca la guest star Amedeo Nazzari, stanco, invecchiato, ma sempre carismatico ed efficace. Divertente il "ritornello" del tabacco da fiuto che pare essere di gran moda a Monaco e che, in questa puntata, tutti sembrano usare costantemente, Derrick e Harry compresi. (Eresiarca)

***! Una puntata tanto gustosa quanto esotica, sempre secondo i parametri di una serie Monaco-centrica. Dopo un avvio frenetico in carcere infatti, Derrick e Harry si ritrovano a fare i segugi (l'ispettore letteralmente, con le sue "prese" dal naso) in campagna, seguendo i fili di una vicenda contorta ma mai noiosa, anzi spesso divertente per alcune scenette. Convincono anche i personaggi, specialmente il dottore interpretato dal nostro Amedeo Nazzari, le cui parti in italiano danno un certo sollievo. Peccato solo per qualche situazione poco comprensibile (il delitto in barca e le modalità di fuga del ladro d'auto). Comunque da vedere. (Gordon) 
Altri capitoli di questo approfondimento:  Tutti gli episodi

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