"Boris" stagione per stagione

7 Gennaio 2012

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sulle singole stagioni di questa serie. Chi volesse contribuire commentando un'unica e precisa stagione non ha che da CLICCARE QUI e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal numero della stagione (es. STAGIONE 2) e dal relativo pallinaggio. Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.


STAGIONE 1 (2007)

**** Intelligente e molto divertente sit-com che racconta il dietro le quinte delle peggiori produzioni nostrane, mettendo in evidenza genialità, cialtroneria orrore artistico. Non solo parodia, ma anche acuta riflessione metalinguistica, con un'ottima regia, sceneggiature brillantissime e un gruppo di grandi attori. Da non perdere. (Manulele 81)

**** Coraggioso e divertente tentativo di una "serie sul serial", quella fiction velenosa nostrana realizzata a caciotte e panini. Boris è una satira cruda e spietata, nei riguardi di tutti quelli che sono gli stereotipi di un set, della realizzazione di un'opera creativa castrata da raccomandazioni, budget, target, share, sceneggiatura. Da vedere assolutamente, fosse solo per lo strepitoso Pannofino nei panni del regista. Prestigioso e azzeccatissimo ruolo di "guest star" di Giorgio Tirabassi nella 12a puntata. Bravissima Caterina Guzzanti. (Maoranza)

**! Una serie tv che prende in giro le produzioni (in linea di principio sgangherate) delle serie tv. Italiane e, soprattutto, fatte un po' "a cazzo di cane". Unico comandamento: portare a casa le scene della giornata. Culto per moltissimi, francamente non mi è parso questo capolavoro. Le gag non sono tutte di prima mano e la satira è un po' terra-terra (non vedo particolari sottigliezze né livelli di lettura granchè stimolanti). Forse è l'oggetto del contendere che non mi interessa, né di prima mano né come oggetto di presa in giro. Ogni tanto si ride. (Tarabas)

****! Folgorante esordio per una delle serie televisive nostrane più riuscite di sempre. Una sceneggiatura di ferro condita da palate di umorismo dona una dissacrante rappresentazione dello sconcertante, eppure reale, iter che conduce agli apparecchi televisivi delle casalinghe italiane. Da un banale serial (“Gli occhi del cuore 2”) si dipanano trame metonimicamente specchio dei tempi: ironiche per gli avventori, feroci per gli addetti ai lavori od aspiranti tali. Non vorremmo mai trovarci nei panni del protagonista Alessandro; ed è questo il senso ultimo dell’operazione. (Harrys)

***** Prima stagione pazzesca, equiparabile a quei libri che non riesci a smettere di guardare e soprattutto in grado di portare alla ribalta attori non sempre sfruttati a pieno (Pannofino, Sermonti, Catania) e lanciarne altri. Si possono apprezzare senza discussione la maniacale cura dei particolari e dei tempi comici oltre a una fotografia ottima. Non fosse che poi arriverà, verrebbe da pensare: peccato non ci fosse anche Corrado Guzzanti! (Redeyes) 


STAGIONE 2 (2008)

****! Che dire di un prodotto che, fiore all'occhiello della produzione nostrana, non solo non perde un colpo, ma riesce a regalarci autentiche perle? Puntate di altissimo livello, impregnate e di satira e di comicità più gretta. In particolar modo da segnalare Catania, alias Diego Lopez, nelle ultime due puntate, ed un Sermonti/Stanis che incanta dal primo all'ultimo episodio! Da non perdere! (Redeyes)

****! Seconda stagione per Boris, assolutamente in linea con l'eccellente qualità della prima. Stilisticamente siamo sui medesimi, ottimi, binari con l'inserimento di alcuni nuovi personaggi. Indubbiamente spicca la presenza di Corrado Guzzanti (nel ruolo dello schizofrenico attore che interpreta il fantomatico Conte) che, al solito, esprime un talento fuori dal comune. Ad ogni modo, notevolissimi tutti gli attori come sempre. Altre quattordici, imperdibili, perle. (Supercruel)

****!
La seconda stagione passa la prova e riesce (cosa non facile) a mantenere la freschezza della prima. Il cast perde Carolina Crescentini (peccato...) ma acquista Corrado Guzzanti (in uno spassoso doppio ruolo). Pannofino sempre grandioso, ma Bruschetta (il direttore della fotografia Duccio) non gli è da meno. Uno degli "sceneggiatori" della fiction nella fiction è Sartoretti, il Bufalo della serie Romanzo criminale. (Il Dandi)

****! Rotto con indubbio mestiere il ghiaccio, la verve coerentemente genuina (non per questo superficiale) dei tre autori volge alla psicologia dei personaggi: ne usciranno con una consistenza salda e massiccia. S'instaura un regime d'assoluta empatia che suscita, oltre alla consueta vena dissacrante ("linea comica", direbbe Lopez), un insperato sottobosco doloroso, segnatamente coi personaggi della Guzzanti (lievita lo "spessore") e di Tiberi, la cui storia d'amore ruba letteralmente la scena sorprendendo per delicatezza. Sempre più piacevolmente sorpreso... (Harrys)

**** Alla seconda serie, Boris non perde freschezza, anzi i personaggi ormai sono entrati nel pieno delle loro storie. Gli attori sono tutti bravissimi, anche se ho apprezzato poco la sostituzione della Crescentini (che trovavo davvero splendida e divertentissima). Per il resto si aggiungono un grandissimo Corrado Guzzanti e una simpatica e coatta Karin Proia. Buone le musiche, ottimi i dialoghi come già nella prima serie e puntate finali imperdibili. (Rambo90)

**** La seconda serie non delude le aspettative confermando gli alti livelli di genialità. Personaggi nuovi in arrivo che si inseriscono bene nel contesto, nuove frecciate alle produzioni italiane come la bella della serie messa per fare ascolti, la pubblcità occulta, il mobbing e il rapporto di questo mondo con la politica. Imperdibile. (Ryo)

**** Seconda stagione di grande livello per quella che è decisamente la serie italiana artisticamente più riuscita. Questa serie è anche meglio della prima: i personaggi sono ben caratterizzati e gli attori che li interpretano offrono prove di altissimo livello con vere e proprie nuove "chicche" coma la new entry Guzzanti, attore sempre troppo poco utilizzato da cinema e televisione. Da non perdere. (Galbo)

****! Dopo un'eccellente prima serie, Boris ritorna alla grande: questa volta le puntate non sono autoconclusive e la storia ha un respiro più ampio. Tutti gli attori si confermano di ottimo livello (e ad essi si aggiunge un Guzzanti straordinario), ma anche le sceneggiature ed i dialoghi sono di grande qualità. Difficile trovare di meglio nella nostra misera televisione. Da incorniciare. (Mark70)

*** Meglio della prima serie, grazie soprattutto allo spazio dato al duo Guzzantina/Tiberi e, ovviamente, all'entrata a gamba tesa di Guzzanti Sr., attore pazzo in crisi mistica con un agente-prete camorrista (sempre interpretato da lui) che parla come il Massone del Caso Scafroglia. Anche l'ingresso della coatta Karin Proia funziona benone. Resta in ogni caso la sensazione di una cosa "fatta in casa", autoreferenziale e senza altre letture che non quella letterale, a misura di sketch. (Tarabas)

****! La seconda stagione parte un po' a rilento, con un doppio episodio di raccordo, ma poi riesce nell'impresa di ripetere l'exploit della prima mantenendo costante il ritmo e la densità narrativa. Si procede nel segno della continuità: non vengono aggiunti nuovi temi, in compenso vengono inseriti alcuni personaggi, convincenti come quelli “storici”. (Coyote)

**** La seconda stagione mantiene l'elevato standard umoristico della prima ed anzi lo supera grazie ad un asso rubamazzo, il "perfido conte" (in precedenza invisibile anche se sempre citato) impersonato da Corrado Guzzanti, impagabile nelle duplici vesti dell'attore fuori di testa Mariano Giusti, che parla direttamente con Gesù, e del suo consigliere spirituale, frate camorrista dall'idioma incomprensibile. Il lato più divertente della serie è che il suo carattere paradossale non la rende meno "realistica" nel ritrarre la cialtroneria tv-italiota. (Daniela)


STAGIONE 3 (2010)


**** Il miglior prodotto italiano torna non sui livelli delle prime due stagioni, inarrivabili, ma su ottimi livelli. Vero leader è Stanis/Sermonti, con i suoi baffi posticci, ma il cast funziona senza esclusioni. Viene valorizzato lo schiavo Lorenzo, in un certo senso, e si scopriranno le tendenze politiche di Arianna. Le prime due puntate, con gli sketch milanesi, sono deliziose, un po' come il personaggio "Nando Chiavinmano", vero esempio di un certo avanspettacolo italiano. Promosso a pieni voti! (Redeyes)

***! Meno freschezza delle prime due stagioni, per cui certi personaggi iniziano a risultare caricaturali e ripetitivi. In compenso si alza, con risultati riusciti e non scontati, il tasso di esplicita satira politica. L'essenza (e forse il limite) di questa nuova stagione è che siamo ormai in una dimensione "meta-Boris" nella quale il set sperimenta una serie di improbabili cambiamenti, prima che l'ordine naturale delle cose si ristabilisca. Comunque sempre brillante, di alto livello, ma destinato a chi già conosce il format. (Il Dandi)

*** Siamo anni luce lontani dalla freschezza delle prime due, bellissime, stagioni. Eppure la serie parte davvero bene, con le prime puntate a demolire certà orrenda comicità che - purtroppo - ha parecchio successo. Poi ad incepparsi non è tanto la storia, arguta e pungente come sempre, bensì i meccanismi comici. Si torna a ridere nel season-finale, questo è vero, ma la parte mediana assume toni quasi "seri", centrando il bersaglio del discorso in maniera efficace ma cedendo sul lato del diverimento. Siamo pur sempre su buoni livelli, ad ogni modo. (Supercruel)

**** Fisiologico: dopo le primissime puntate sulla "concorrenza" (uno dei picchi massimi della serie), un calo in termini di facezie; i personaggi secondari hanno oramai poco da donare e contribuiscono ad innescare un meccanismo lievemente auto-referenziale. Sembrerebbe un'ecatombe, ma è davvero la pulce… Il livello è e rimane inarrivabile, tanto che suscita indicibile stizza l'irrisolta sottotrama amorosa. Si ripiega nel mezzo sull’esplicitamente politico per poi delirare sulla svolta “musical” della (meta)serie. Ed è per questo che Boris piace. (Harrys)

**** Ancora più dissacrante la "fuori serie" italiana; stavolta la troupe si vede impegnata non più nella fiction "Gli occhi del cuore", ma su un prodotto di qualità: "Medical dimension". René, protagonista assoluto, decide di darsi un tono e di dire addio alla scarsa qualità delle vecchie fiction, ma pian piano arriva la bruciante realtà... La terza stagione si addentra ancor di più nell'intimità dei personaggi (più che mai realistici) e la trama degli episodi è impreziosita dagli intrighi che stanno dietro ad una produzione. Imperdibile. (Ryo)

*** Alla terza stagione Boris affronta un calo inevitabile pur rimanendo ancora uno dei migliori prodotti italiani in circolazione. Geniali soprattutto le ultime quattro puntate, dove Ferretti scopre la trappola di "Medical Dimension". Si sente la mancanza di Guzzanti, ma in compenso a tratti tornano Bruno/Martellone e Tirabassi/Glauco e nella penultima puntata si assiste ad una partecipazione della Crescentini. Ottimo come sempre il resto del cast con i mitici Pannofino, Catania e Bruschetta. Un po' di lentezza in alcuni episodi ma ancora buono. (Rambo90)

****! Giunta al terzo capitolo, la "fuoriserie" italiana raggiunge la maturità e sugli elementi comici prendono spesso il sopravvento toni decisamente più seri quando si spara a zero sui vizi e i difetti del sistema dello spettacolo italiano. Si scava anche nel carattere dei personaggi, in particolare Renè, divenuto quasi protagonista assoluto. Si conferma come uno dei migliori prodotti televisivi italiani. (Mark70)

**! La terza serie è più esplicitamente diretta al sistema televisivo, più che al sotto-sistema dei set seriali dove è sempre buona la prima. Più interessante da questo punto di vista, anche se soffre degli stessi limiti delle prime serie, soprattutto ha orizzonti limitati per essere davvero corrosiva. Anche la satira della "concorrenza" milanese lascia il tempo che trova. La vera grande trovata della serie è la "locura", l'elemento pseudorivoluzionario che incrocia il "peggior conservatorismo" con la "frociaggine alla Platinette". Qualunquisticamente. (Tarabas)

***! Il tentativo di sparigliare un po' le carte dopo un paio di stagioni riesce soltanto in parte. Da "Gli occhi del cuore" a "Troppo Frizzante" a "Medical Dimension" si perde qualcosa per strada, in particolare alcune sottotrame sono un po' buttate lì (una per tutte, il rapporto tra Arianna e Alessandro, il cui personaggio diventa via via più opaco). Inoltre l'atmosfera si fa più pesante, anche se non mancano momenti di grande divertimento. Forse era giusto concludere a questo punto, ma alla fine rimane comunque la voglia di altri episodi. (Coyote)

***!
Pur inferiore delle prima due stagioni, anche questa terza continua ad essere di livello eccezionale rispetto al piattume generale della fiction nostrana. Affronta in maniera più diretta ed aggressiva i mali endemici della tv (mediocrità, nepotismo, volgarità), giungendo a mostrare il volto dell'onnipotente Dr.Cane, anche se quel che quadagna in "serietà" lo perde un poco sul piano del divertimento. Il cast, rodatissimo, continua a funzionare, come pure indovinate sono le apparizioni delle special guests. Da vedere con gli occhi del cuore. (Daniela)


STAGIONE 4 (2022)

*** 
Boris ritorna a oltre dieci anni dal film e per fortuna lo spirito scanzonato e scorretto è rimasto. Peccato che la storia sembri un po' scritta senza troppa voglia (da tempo gli autori dicevano di non voler continuare) e per metà stagione a tenere in piedi il tutto sono battute fulminanti ma costruite su una vicenda abbastanza vuota. Nelle ultime puntate, poi, c'è una svolta che regala anche qualcosa da seguire con una probabile rivincita di Ferretti sul mondo della televisione. O mondo delle piattaforme, visto che il tiro satirico viene corretto e aggiornato ai tempi, con l'algoritmo che diventa il nuovo signor Cane da compiacere e tenere a bada. Il cast torna praticamente tutto: Pannofino e Sermonti incidono molto come sempre, altri son messi lì per timbrare il cartellino come Di Stasio e la Proia, senza un vero scopo. Comunque divertente, con personaggi talmente vincenti che è impossibile non ritrovare con affetto ridendo anche alle situazioni più stanche. Commovente l'omaggio nel finale. (Rambo90) 

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