I "nasoni", le fontanelle di Roma, su pellicola
2 Febbraio 2010
Il cinema nostrano (e non solo) che ha avuto Roma come teatro di posa, ha spesso portato in evidenza le fontane storiche, monumentali e artistiche. Ma assieme a queste esistono migliaia di altre fontanelle che talvolta hanno fatto la loro parte nel cinema. Sono le popolari fontanelle romane in ghisa, con caratteristica cannella ricurva e forata che ricorda un naso e che per questo sono state soprannominate "nasoni" dai romani. Oggi, purtroppo, vivono una fase di decadimento: deturpate, manomesse e anche trafugate, sono ormai un oggetto "invisibile" spesso occultato da macchine e motorini che vi parcheggiano attorno.Alta 1 metro e 10, pesante 100 chili e con basamento in travertino, per l'insufficienza della rete idrica la fontanella è stata voluta dall'amministrazione capitolina fin dal 1874, che ne installò una ventina circa in tutta la città. Oggi sono più di 2.000 e le troviamo sparpagliate sull’intero territorio urbano. Erogano acqua 24 ore su 24 da più di 130 anni e a tutti gli effetti sono divenute uno dei simboli della Città Eterna. Ma vediamone ora ruoli e apparizioni su pellicola.
PICCOLO, FRESCO SOLLIEVO
Il nasone sta lì, immobile, fontana inesauribile sempre disposta ad offrire pronto ristoro al viandante. Per tutti e gratis. Nei momenti di oblìo, dove vagando nella Città Eterna non ricordiamo più chi siamo o – da turisti – dove siamo, può essere sicuramente di aiuto fermarsi di fronte a questo piccolo monumento in ghisa e schiarirsi le idee sciacquandosi il volto e rinfrancando lo spirito. Nanni Moretti, per esempio, compie questo gesto quasi come un rituale in Caos calmo (Antonello Grimaldi, 2007): mentre vaga per la città alla ricerca di una quiete interiore, in una Roma notturna, Moretti scende dalla sua auto e si rinfresca il volto alla fontanella di Piazza Gian Lorenzo Bernini, tra le case popolari del Rione San Saba. La scena rievoca il momento in cui Accattone (Pier Paolo Pasolini, 1961), interpretato da Citti, in una crisi di coscienza compie la stessa azione scegliendo un nasone in Via del Pigneto.
SIMBOLO DI POVERTA'
La comune fontanella romana è stata utilizzata nel cinema anche come simbolo di una Roma degli "ultimi", ottimo accompagnamento per il nascente cinema neorealista. Ricordiamo ad esempio il nasone di Via Scarpanto (nel periferico quartiere del Tufello) davanti al quale siede Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani) nelle sequenze iniziali di Ladri di biciclette (Vittorio De Sica, 1948): una donna va lì per lavare i panni. Più tardi, sul finire della commedia all'italiana, ritroviamo la tipica fontanella romana in un contesto di degrado ed emarginazione urbani nella scena finale di Brutti, sporchi e cattivi (Ettore Scola, 1976): viene immortalato su pellicola il commovente e contraddittorio quadro di una capitale delle baracche, tipico di quegli anni, in cui una poverella gravida (Marina Fasoli) sta di fronte al nasone mentre sullo sfondo si erge la maestosa cupola di San Pietro.
AL CENTRO DELLA VITA DI MERCATO
Il nasone è un elemento caratteristico che ben si addice a una certa espressione cinematografica che porta con sé i germi del Neorealismo: lo vediamo perfettamente inserito nel contesto del mercato, ad esempio. La gente va a lavarvi ortaggi, pesci, frutta e quant'altro. Il nasone di Campo de' Fiori (Mario Bonnard, 1943) è di fatto il fulcro attorno al quale ruotano le vicissitudini sentimentali di Fabrizi e della Magnani. Celebri le scene del litigio fra i due e quella del pargolo di Fabrizi messo a sedere sulla testa della fontanella. Sicuramente questa è la pellicola in cui il nasone vive il suo più alto momento di gloria.
ALTRE APPARIZIONI
Ma le popolari fontanelle romane compaiono nei film a vario titolo. Anche se essendo onnipresenti sono talvolta inevitabili in talune inquadrature, spesso rappresentano volutamente un ottimo espediente simbolico e scenografico per ricreare le atmosfere tipiche della capitale. Con questo pretesto il nasone di Via di San Simone, in pieno centro, è in primo piano nella scena in cui Nico Giraldi (Tomas Milian) attende che il "Filotto", malavitoso di turno, si fermi per dissetarvisi in Squadra Antifurto (Bruno Corbucci, 1976). Come non ricordare poi la nobile fontanella, questa volta a tre cannelle, rara testimonianza dei primissimi esemplari (ne rimangono solo 3 in tutta la città) sempre presente nelle esterne di Via delle Tre cannelle per l'appunto, ne I soliti ignoti (Mario Monicelli, 1953)? Quasi come una sorta di catarsi, tre vecchi amici passano di rito, dopo la mangiata al "Re della mezza porzione", davanti al nasone di Via dei Fienili in C'eravamo tanto amati (Ettore Scola, 1974): lì Gianni Perego (Vittorio Gassman) si abbevera poco prima dell'azzuffata. In Troppo forte (Carlo Verdone, 1986) il nasone è di breve conforto per Oscar Pettinari (Carlo Verdone), che grazie ad esso si rinfresca dopo la gara di moto col "Murena": di lì a poco verrà pestato dagli scagnozzi di Sergio (Mario Brega) che lo deruberanno dei soldi appena vinti. Ancora Ettore Scola, in Dramma della gelosia - tutti i particolari in cronaca (1970) usa una fontanella davanti agli ex mercati generali di Via Ostiense come luogo in cui Oreste (Marcello Mastroianni) e Nello (Giancarlo Giannini) fanno conoscenza. Ricordiamo inoltre apparizioni minori in Caro diario (Nanni Moretti, 1993), in cui si inquadra un bagnante alla fontanella durante il giro in vespa all'Idroscalo di Ostia; ne Il piccolo diavolo (Roberto Benigni, 1988), in cui un nasone è al centro della scena al Parco degli Aranci, sull'Aventino, tra Padre Maurizio (Walter Matthau) e Patrizia (Stefania Sandrelli); in Mamma mia che impressione! (Roberto Savarese, 1951), dove si vede Alberto (Alberto Sordi) passare accanto alla fontanella poco lontano da casa sua, in Via Carlo Felice; e ancora in Delitto al ristorante cinese (Bruno Corbucci, 1981) con l'ispettore Giraldi (Tomas Milian) che compie una serie di sketch (memorabile quello in cui parla col pesce) in un mercato rionale al centro di Roma, in Piazza delle Coppelle, dove il nasone è proprio al centro della stessa; in Conviene fare bene l'amore (Pasquale Festa Campanile, 1975), dove si inquadra la piazza (Piazzale José de San Martin) di fronte all'Istituto in cui Proietti esegue i suoi esperimenti. Certamente l'elenco potrebbe proseguire, ma credo che le pellicole qui citate siano sufficienti a dare giusto lustro a questo piccolo monumento seriale romano.
APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO ELLERRE
2 Febbraio 2010 13:33
Ecco una foto per il confronto con quella romana:
http://www.fotoantologia.it/images/norm/548482654.jpg
Qui elencati i vari tipi. Notare lo stile romano e quello meneghino (prime due):
http://www.ghisart.it/prodotti_2.asp?cat_art=fontane
Grazie Ellerre per questo specialone!
2 Febbraio 2010 17:24
2 Febbraio 2010 19:46
4 Febbraio 2010 10:05
4 Febbraio 2010 19:03
5 Febbraio 2010 17:20
6 Febbraio 2010 08:46
7 Febbraio 2010 11:16
8 Febbraio 2010 10:42
Ecco, quel nasone potrebbe diventare punto di riferimento per un eventuale futuro incontro tra i frequentatori del sito. Romani e non. Senza rissa però.
15 Febbraio 2010 18:48